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Una mobilità più sostenibile

Nel documento La Sharing Mobility (pagine 103-106)

5. LA MOBILITA’ DEL FUTURO

5.2. Una mobilità più sostenibile

Nei capitoli precedenti è stato ribadito più di una volta di come la SM possa avere un impatto positivo sulle emissioni inquinanti, e più in generale sull’ambiente. Il modello della mobilità industriale tradizionale, caratterizzato dall’auto di proprietà non riesce più a soddisfare le esigenze ecologiche e di sostenibilità, aumentando di fatto di anno in anno l’inquinamento nelle strade e nelle città. L’inquinamento atmosferico e una somma di

varie concause nelle quali l’automobile svolge un ruolo di rilevanza.61

Nelle maggior parti delle città italiane si son raggiunti livelli di PM10 molto elevati che possono essere dannosi alla salute dell’uomo. I dati rilevati nell’ultimo report

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità62 dimostrano che l’Italia su una classifica

basata su 50 paesi europei sia colloca al 31° posto per livello di inquinamento dell’aria, con un tasso di mortalità di 35,2 ogni 100 mila abitanti. Ciò oltre a portare a grosse problematiche per la salute dei cittadini, porta anche a grossi problemi di natura economica, in quanto la Commissione Europea ha già avviato delle procedure di infrazione contro il nostro Paese.

Investire nell’ammodernamento degli impianti non basta più per ridurre l’impatto dei gas inquinanti e tutelare l’ambiente, così pure risultano assai limitanti le politiche di incentivo verso l’utilizzo di veicoli più ecologici. Da ciò nasce l’esigenza di un cambio di approccio da parte di tutti, verso forme di consumo di beni e servizi meno inquinanti, attraverso l’educazione dei consumatori nell’utilizzo di piattaforme digitali che fanno leva sui principi della SE.

61 Julia Poliscanova, “Diesel: the true (dirty) story”, Transport & Environment, settembre 2017 62 “World Health statistics 2017: Monitoring health for the SDGs”, World Health Organization, 2017

102 Figura n. 51: Emissioni di C02, Diesel e Benzina a confronto

Fonte: Julia Poliscanova, “Diesel: the true (dirty) story”, Transport & Environment, settembre 2017

Come si può evincere dalla figura, le auto a Benzina e le auto a Diesel concorrono all’inquinamento atmosferico, con quest’ultime che provocano emissioni maggiori. Le auto a Diesel in questo periodo economico caratterizzano da grosse incertezze, hanno aumentato la loro notorietà grazie ai bassi consumi e al costo ridotto del carburante rispetto alle auto a benzina tradizionali. Secondo il rapporto della Transport & Environment un’auto a gasolio genera, nel suo intero ciclo di vita circa 3,65 tonnellate di CO2 in più rispetto ad un’auto a benzina, mentre un veicolo a benzina ibrido che oggi costa mediamente meno di una macchina a gasolio emette il 20-25% in meno di anidride carbonica. Anche lo Stato fa la sua parte per incentivare l’utilizzo di queste auto a Diesel non propriamente ecologiche, effettuando una tassazione dal 10 al 40% in meno rispetto ai veicoli a benzina.

Queste problematiche riguardanti i motori Diesel sono emerse quando è esploso nel settembre 2015 negli USA, il caso del “Diesel Gate” che ha colpito il colosso automobilistico Volkswagen (VW), reo di aver contraffatto le emissioni delle proprie vetture attraverso un software in grado di manipolare i risultati dei test. Il caso VW ha avuto grosse ripercussioni finanziarie per il colosso automobilistico, ma anche economiche, in quanto dovrà pagare una multa di miliardi di dollari per il proprio comportamento truffaldino. Ciò però ha anche permesso di smuovere l’opinione pubblica e il legislatore, verso una maggiore attenzione alle pratiche sostenibili ed ecologiche.

103 Infatti nel settembre del 2017 è entrato in azione il nuovo test Real Driving Emissions

(RDE)63, che permette di calcolare i livelli di emissioni inquinanti su strada, e in base ad

una analisi dei dati raccolti sarà possibile identificare se i veicoli hanno superato il test o meno. Questo sistema dovrebbe ridurre le emissioni inquinanti dei nuovi veicoli dal 2019, evitando che vi siano nuovamente delle manipolazioni a livello software.

Figura n. 52: Funzionamento dei nuovi test inquinanti

Fonte: “Car Emissions Testing Fact. EU”, http://www.caremissionstestingfacts.eu/,2017 Questi esempi ci fanno capire quanto l’inquinamento dei veicoli a motore su strada, sia un fenomeno serio e di difficile soluzione: da una parte abbiamo lo Stato che cerca attraverso regolamenti di limitare le emissioni inquinanti di veicoli a Diesel e Benzina, mentre dall’altra parte abbiamo le grosse case automobilistiche che per rispettare questi nuovi regolamenti sono costrette ad investire in tecnologie che limitino queste emissioni, o addirittura che manipolino i risultati dei test. Questi sono costi per il mercato tradizionale

104 dell’automotive, che potrebbero essere destinati piuttosto che a innovazioni incrementali di tecnologie ormai mature, a innovazioni radicali verso tecnologie ancora in fase embrionale come l’elettrico.

Sono le start-up come Tesla che hanno un business model focalizzato sull’elettrico a trainare questo settore e questa tecnologia verso nuovi sviluppi. Tesla infatti ha da poco annunciato una nuova arrivata, la Tesla Roadster, che debutterà nel 2020 al costo di circa 200 mila dollari. Sarà un’auto dalle ottime prestazioni, in grado di arrivare da 0 a 100 km/h in meno di due secondi con una velocità massima di 400 km/h con una autonomia di 1000 km. Elon Musk, fondatore di Tesla è riuscito a spingere verso l’elettrico e a creare una impresa così rilevante grazie a tecniche come il pre-order in cui i potenziali acquirenti pagano una caparra per prenotare il veicolo, senza che questo sia ancora immesso nel mercato. Pure la SM sta spingendo verso l’elettrico, con imprese che costituiscono le proprie flotte di veicoli elettrici, che non inquinano e che hanno dei costi di rifornimento inferiori rispetto alle macchine a motore tradizionale, o ancora attraverso il Bike Sharing per una mobilità condivisa più green in sostituzione a mezzi inquinanti.

Lo sviluppo della SM basato su una mobilità multimodale supportata da efficienti piattaforme digitali, potrà in futuro andare a ridurre l’impatto ambientale dei mezzi di trasporto, rendendo finalmente l’aria nelle città più respirabile. La mobilità urbana non sarà più un problema per l’ambiente, ma lavorerà in sinergia con esso.

Nel documento La Sharing Mobility (pagine 103-106)