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Modalità attraverso cui realizzare attività di open innovation

3 Capitolo III Modalità di importazione di nuove conoscenze

3.3 Open Innovation

3.3.2 Modalità attraverso cui realizzare attività di open innovation

Le modalità individuate dalla letteratura attraverso le quali è possibile realizzare concretamente l’open innovation sono molteplici, tra tutte, le maggiormente diffuse sono:

• accordi interaziendali: un’impresa, solitamente di dimensioni più grandi, delega ad un’altra impresa la realizzazione di specifici prodotti manifatturieri o la creazione di specifiche innovazioni;

• promozione di hackathon: gare di programmazione attraverso le quali le aziende chiedono ad innovatori e sviluppatori di realizzare soluzioni digitali innovative entro 24 ore per un determinato settore;

• partnership con centri di ricerca, incubatori ed università per realizzare innovazioni in merito a specifiche tematiche;

• circolazione e condivisione di idee innovative: realizzazione e partecipazione a conferenze ed eventi di networking;

• sovvenzionamento di competizioni per start-up: l’impresa si impegna ad investire nelle start-up che hanno sviluppato le innovazioni più attraenti. Per quanto riguarda le start-up, essendo loro delle realtà giovani, entrare a far parte di un network inter-organizzativo è particolarmente importante per un’ulteriore motivazione; esse hanno infatti bisogno di ottenere buone valutazioni al fine di attirare potenziali investitori che potrebbero fornire loro le risorse finanziarie di cui necessitano per svolgere le loro operazioni e per svilupparsi. A tal proposito, è stato dimostrato che gli investitori valutano maggiormente una start-up se essa risulta inserita in un network organizzativo con altre imprese. Questo è dovuto al fatto che in questo modo le start-up hanno la possibilità di accedere a conoscenze strategiche e i loro processi innovativi verrebbero supportati da partner esterni dotati di maggiore esperienza. Dunque, i

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potenziali investitori di una start-up considerano la sua eventuale partecipazione ad un

network collaborativo come una garanzia qualora i partner vengano ritenuto affidabili e

di prestigio (Alvarez e Barney, 2001).

Oltre a Chesbrough (2003), anche altri autori tra cui Podolny e Page (1998), Powell et al., (1996), Helper et al., (2000) e Gilson et al., (2009) hanno indagato l’utilità delle reti inter-organizzative per lo sviluppo dell’apprendimento e dell’attività di innovazione. Podolny e Page (1998), attraverso i loro contributo, hanno sottolineato come le imprese appartenenti ad una rete inter-organizzativa riescano a migliorare i propri processi di apprendimento sia attraverso l’interiorizzazione delle conoscenze degli altri, sia attraverso lo scambio di parti di informazioni tra i diversi attori della rete.

Powell e Koput et al. (1996) affermano inoltre che l’attività di innovazione sia favorita dalle reti di apprendimento quando il settore di riferimento risulta caratterizzato da un elevato grado di complessità delle conoscenze e inserito in un ambiente in continua evoluzione.

Corral de Zubielqui et al. (2016), in seguito all’analisi dei dati raccolti attraverso la somministrazione di un sondaggio online a 838 PMI33 australiane, hanno constatato che è grazie alla combinazione di conoscenze specifiche (interne) con conoscenze esterne che le imprese sono in grado di ottenere un vantaggio competitivo e di realizzare un’innovazione non direttamente accessibile ai concorrenti.

Le reti inter-organizzative possono essere classificate in base a: • grado di formalizzazione degli accordi tra le parti;

• posizionamento delle imprese nella catena di approvvigionamento; • funzione.

Classificazione delle reti inter-organizzative in base al grado di formalizzazione degli accordi tra le parti

Reti formali e reti informali si distinguono in base alla tipologia di rapporto di scambio che le organizzazioni appartenenti alla rete decidono di instaurare.

Le reti formali vengono generalmente definite come interazioni organizzative regolate da un accordo formale come ad esempio: associazioni d’impresa, alleanze strategiche, consorzi e collaborazioni inter-organizzative. Le reti organizzative formali generalmente vengo create attraverso un accordo formale nel quale vengono specificati i termini di scambio di beni e servizi tra le imprese che intendono formare la rete inter-

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organizzativa e nel quale vengono definiti gli obiettivi comuni della rete stessa. In tal senso, il principio guida delle reti formali è rappresentato dall’obbligo di reciprocità e collaborazione tra le parti (Powell, 1990). Se al contrario, l’organizzazione del rapporto tra le diverse organizzazioni non viene specificato, si è in presenza di una rete inter- organizzativa informale (Grandori e Soda 1995).

Le reti inter-organizzative informali si basano su relazioni sociali in cui l’interazione tra le diverse parti avviene al di fuori di qualsiasi forma di controllo formale. In tal senso, Grandori e Soda (1995) definiscono le organizzazioni informali di rete come “reti di scambio” nelle quali i contributi e le prestazioni di ciascun partner appartenente alla rete risultano alquanto ambigui e pertanto difficili da misurare.

La distinzione tra reti formali e informali tuttavia, risulta ancora oggi molto difficile da definire in quanto è molto probabile che nella realtà si sviluppino reti inter- organizzative ibride nelle quali vengo sviluppate simultaneamente relazioni sia formali che informali tra le parti (Gulati 1995; Gulati e Gargiulo 1999; Porter e Powell 2006).

Classificazione delle reti inter-organizzative in base alla posizione ricoperta dalle parti lungo la catena di approvvigionamento

La posizione relativa occupata lungo la catena di approvvigionamento dagli attori di una determinata organizzazione di rete rende possibile la distinzione tra reti orizzontali e reti verticali.

Nelle reti verticali, le imprese interconnesse sono posizionate a diversi livelli della catena di approvvigionamento e il rapporto di scambio può essere definito come il trasferimento di risorse tra le parti.

Le organizzazioni di reti orizzontali invece, sono costituite da imprese situate nella stessa posizione della catena di approvvigionamento e l’interdipendenza tra le parti è fondata sui concetti di complementarietà, commensalità e simbiosi (Grandori e Soda 1995).

Per quanto riguarda gli effetti delle due tipologie di rete organizzative nei confronti dell’innovazione, sebbene Langlois e Robertson (1992) sostenessero inizialmente che entrambe le tipologie reti, sia verticali che orizzontali, favorissero lo sviluppo delle attività di innovazione, alcuni contributi più recenti si sono dimostrati in accordo nell’attribuire un maggior grado di efficacia delle reti organizzative verticali sull’innovazione rispetto a quelle orizzontali le quali risultano avere un impatto più scarso se non addirittura dannoso (Tomlinson e Fai, 2013; Corral de Zubielqui et al., 2016).

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Di seguito verranno esposte le principali tipologie di accordi inter-organizzativi che le imprese possono avviare al fine di creare un network organizzativo.