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La realizzazione di un nuovo sostegno è suddivisibile in tre fasi principali:

1. Esecuzione delle fondazioni dei sostegni;

2. Montaggio dei vari tronchi di carpenteria metallica dei sostegni;

3. Messa in opera dei conduttori e delle corde di guardia con il metodo della tesatura frenata.

Oltre agli scavi di fondazione, saranno realizzati dei piccoli scavi in prossimità del sostegno per la posa dei dispersori di terra con successivo rinterro e costipamento. La realizzazione delle fondazioni di un sostegno prende avvio con l’allestimento del cosiddetto “microcantiere” relativo alla zona localizzata dal sostegno. Esso è destinato alle operazioni di scavo, getto in cemento armato delle fondazioni, rinterro ed infine all’assemblaggio degli elementi costituenti la tralicciatura del sostegno. Mediamente

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interessa un’area circostante delle dimensioni di circa 20x20 m e non produce al suo intorno interferenze significative.

L'operazione successiva consiste nel montaggio del sostegno, ove possibile sollevando con una gru elementi premontati a terra a tronchi, a fiancate o anche ad aste sciolte. Infine, una volta realizzato il sostegno, si procederà alla risistemazione del “microcantiere”, previo minuzioso sgombero da ogni materiale di risulta e ripristino delle pendenze del terreno con idonea costipazione.

In complesso i tempi necessari per la realizzazione di un sostegno non superano i 45 gg solari consecutivi, in considerazione anche della sosta necessaria per la stagionatura dei getti. Trascorso il periodo di stagionatura dei getti, si procederà al disarmo delle casserature ed al successivo rinterro con il materiale proveniente dagli scavi, se ritenuto idoneo. Il materiale di risulta, mediamente meno del 10%

di quello scavato, può essere utilizzato in loco per la successiva sistemazione del sito o allocato in discarica.

Si rimanda a specifiche tavole progettuali che evidenziano i dettagli esecutivi relativi al nuovo traliccio da realizzare.

6.2 DEMOLIZIONI TRALICCI

La demolizione prevista dei tralicci e delle tratte di linea avverrà con procedimento inverso:

- Recupero dei conduttori e della corda di guardia e loro trasporto con conferimento a rottami;

- Smontaggio dei vari tronchi di tralicciatura e loro trasporto con conferimento a rottami;

- Demolizione delle fondazioni con trasporto a rifiuto del materiale di risulta;

- Riqualificazione delle aree oggetto di scavo con materiali aridi e terre possibilmente di origine locale, coerenti per litologia e granulometria.

Come per il montaggio, lo smontaggio della carpenteria metallica dei sostegni può avvenire con tre sistemi:

– Smontaggio ad aste sciolte;

– Smontaggio a fiancate;

– Smontaggio a tronchi;

Ciascuno dei quali può essere realizzato mediante l’impiego di:

– Falcone;

– Autogru;

– Elicottero.

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Dopo aver rimosso i conduttori e la/e fune/i di guardia dal sostegno, le fasi operative si svolgono nella maniera inversa rispetto a quelle indicate per le fasi di montaggio.

Valutato che il recupero a tronchi o ad aste sciolte dei sostegni determina un maggior rischio rispetto l’abbattimento per ribaltamento e ritenendo non assimilabili i sostegni ad edifici civili per i quali secondo il D.L. 81/08 non è consentito il ribaltamento per strutture di altezza superiore ai 5 mt., si ritiene che quando la natura delle aree circostanti lo consentano sia più opportuno l’abbattimento per ribaltamento.

Dopo aver rimosso i conduttori e la/e corda/e di guardia dal sostegno, si installano due funi di acciaio sulla parte superiore dello stesso, vincolandole a terra tramite dei tirfor, a zavorre poste ad una distanza non minore di una volta e mezza l’altezza del sostegno e disposte lungo la direzione di caduta.

FIG.14- Ingombro ribaltamento sostegno

Dopo aver esercitato una leggera trazione sulle funi, tramite i tirfor, si procede al taglio dei montanti del sostegno a filo del basamento di fondazione, mediante taglio ossiacetilenico/ossipropanico, mototroncatrice a scoppio e/o elettrica, secondo le modalità di seguito riportate.

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FIG.15- Taglio base traliccio e direzione di caduta

Sui montanti del lato verso cui deve avvenire il rovesciamento, devono essere tagliate solo le due ali parallele alla direzione di caduta.

Azionando i tirfor si esercita una trazione sulle funi provocando il rovesciando a terra del sostegno che rimarrà vincolato al basamento di fondazione con le ali dei montanti non tagliate, che saranno successivamente tagliate con il resto della struttura.

Successivamente si procederà alla rimozione delle fondazioni di sostegni che nella maggior parte dei casi vengono rimosse a quote non superiori a 1,5 m sotto il piano campagna. Dove richiesto e solo nel caso di fondazioni dirette a monoblocco o a riseghe, le fondazioni possono essere rimosse fino all’imposta di base.

Saranno demolite eventuali opere provvisorie e si provvederà a ripiantumare i siti con essenze autoctone, dopo aver opportunamente ripristinato l’andamento originario del terreno in prossimità del traliccio.

Per il rifornimento dei materiali di costruzione e per l'accesso dei mezzi alle piazzole si utilizzerà la viabilità esistente ed in limitati casi si realizzeranno brevi raccordi temporanei, evitando tagli di vegetazione (per i dettagli si veda l'allegato fotografico allegato al progetto). A fine attività in corrispondenza di tali raccordi verranno ripristinate le condizioni preesistenti.

6.3 IDENTIFICAZIONE DELLE INTERFERENZA AMBIENTALI

Le attività di costruzione e demolizione dell'elettrodotto determinano le seguenti azioni di progetto:

• occupazione delle aree di cantiere e relativi accessi;

• accesso alle piazzole per le attività di trasporto e loro predisposizione per l'edificazione o la dismissione dei sostegni;

• realizzazione/rimozione delle fondazioni e montaggio del sostegni/smontaggio dei sostegno ripristino dei luoghi ;

• posa e tesatura dei conduttori.

Tali azioni di progetto determinano alcuni fattori perturbativi secondo quanto nel seguito descritto.

Parti da tagliare

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6.4 OCCUPAZIONE TEMPORANEA DI SUOLO 6.4.1 REALIZZAZIONE NUOVO SOSTEGNO

L'occupazione temporanea delle aree in prossimità della piazzola: le piazzole per la realizzazione dei singoli sostegni comportano un’occupazione temporanea di suolo pari a circa il doppio dell’area necessaria alla base dei sostegni, dell'ordine di circa 20x20 m ciascuna.

L'occupazione è molto breve, al massimo di un mese e mezzo per ogni postazione e a lavori ultimati tutte le aree interferite verranno tempestivamente ripristinate e restituite agli usi originari; occupazione temporanea delle piste di accesso alle piazzole (solo dove necessarie): la realizzazione di piste di accesso alle piazzole sarà senz'altro limitata, dal momento che verrà per lo più utilizzata la viabilità ordinaria e secondaria esistente; in funzione della posizione dei sostegni, generalmente localizzati su aree agricole, si utilizzeranno le strade campestri esistenti e/o gli accessi naturali dei fondi stessi; si tratterà al più, in qualche caso, di realizzare brevi raccordi tra strade esistenti e siti dei sostegni. In ogni caso, a lavori ultimati (durata circa 1 mese e mezzo per ciascuna piazzola) le aree interferite verranno tempestivamente ripristinate e restituite agli usi originari; occupazione temporanea area di lavoro per la tesatura dei conduttori: essa comporta la presenza di una fascia potenzialmente interferita di circa 20 m lungo l’asse della linea.

6.4.2 DISMISSIONI SOSTEGNI

Per le operazioni di dimissione sono previste le medesime occupazioni temporanee e resta valido quanto affermato in merito all'eventuale realizzazione di piste di accesso. L'arco temporale di occupazione risulta molto limitato rispetto a quello per la realizzazione ex novo di un nuovo traliccio presumibilmente 2-3 giorni.

6.5 SOTTRAZIONE PERMANENTE DI SUOLO

Per quanto riguarda la realizzazione del nuovo traliccio si prevede un'occupazione permanente coincidente con la superficie di suolo occupato dal sostegno, mentre per le dismissioni non è previsto alcuna occupazione permanete si prevede invece di restituire al sito protetto superfici oggi occupate dalla base dei tralicci.

6.6 INQUINAMENTO ACUSTICO ED ATMOSFERICO IN FASE DI SCAVO

Si prevede in fase di cantiere inquinamento acustico ed atmosferico legato al trasporto dei materiali, così come al funzionamento delle principali macchine di cantiere, è associata un'immissione di rumore, peraltro molto limitata nel tempo e paragonabile a quella delle tecniche agricole usuali. Si tratta, in ogni caso, di attività di breve durata su piazzole adiacenti, non dando dunque luogo a sovrapposizioni.

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Queste stesse attività, dato che comportano contenuti movimenti di terra, possono produrre polverosità, ma sempre di limitatissima durata nel tempo.

6.7 ALLONTANAMENTO TEMPORANEO DI FAUNA SELVATICA

Le attività di cantiere, per rumorosità e presenza di mezzi e persone, possono determinare l'allontanamento temporaneo di fauna dalle zone di attività. La brevità delle operazioni, tuttavia, esclude la possibilità di qualsiasi modificazione permanente.

Per la fase di esercizio si ritiene che tali azioni non comportino nuove interferenze potenziali sulle componenti ambientali in quanto ogni linea che resterà in esercizio sarà prossima a quella da demolire.

In particolare ci si riferisce agli interventi trattati al punto 1 paragrafo 4.2 del quadro di riferimento progettuale mentre per le operazioni di cui al punto 2 del medesimo paragrafo sono da considerarsi nulle.

6.8 MISURE DI MITIGAZIONE

Dallo studi effettuati ed in particolare dalla Studio d’incidenza redatto, è emersa la necessità di impostare azioni utili alla conservazione della biodiversità locale, coerenti con quanto richiesto da vari studi che hanno analizzato il fenomeno

Per quanto riguarda la fase cantiere si prescrivono le seguenti mitigazioni:

1) Posizionamento aree cantiere in settori non sensibili;

2) Interventi di riqualificazione ambientale nelle aree cantiere;

3) Abbattimento polveri in aree cantiere;

4) Divieto di abbandono rifiuti .

Per la fase a regime non si prevedono mitigazioni in quanto gli interventi sono da considerarsi in riduzione rispetto a quelli esistenti.

6.9 POSIZIONAMENTO AREE CANTIERE IN SETTORI NON SENSIBILI

Come misura di mitigazione si indica di posizionare le aree cantiere in settori il più lontano possibile dalle aree sensibili, corrispondenti ad habitat di interesse comunitario (in particolare quelli analizzati nel presente elaborato) ed alle aree riproduttive o di svernamento delle specie animali per le quali si è approfondita la trattazione in quanto di maggior valore ecologico o particolarmente sensibili all’influenza antropica.

Le aree di cantiere e le eventuali nuove piste di cantiere saranno posizionate, compatibilmente con le esigenze tecniche-progettuali, in zone a minor valore vegetazionale (aree agricole o ex coltivi, meglio se in posizioni già deteriorate); dovrà essere evitato l’accesso di mezzi e qualsiasi lavorazione all’interno

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degli argini dei corsi d’acqua che presentino vegetazione ripariale; dovrà essere evitato l’accesso e l’utilizzo di aree esterne ai cantieri.

6.10 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NELLE AREE CANIERE

Le aree sulle quali saranno realizzati i cantieri, dovranno essere interessate, al termine della realizzazione dell’opera, da interventi di riqualificazione ambientale e di ripristino dello stato originario dei luoghi, finalizzati a riportare lo status delle fitocenosi in una condizione il più possibile vicina a quella ante-operam oppure a stati naturali formi, mediante tecniche progettuali e realizzative adeguate.

Nei casi in cui sia possibile (ad esempio in terreni abbandonati di cui si abbia la disponibilità), si suggerisce la realizzazione di coltivazioni a perdere di specie appetibili per la fauna; indirettamente ciò produrrà un vantaggio per tutti gli altri livelli della piramide trofica in cui essa sia inserita.

6.11 DIVIETO DI ABBANDONO RIFIUTI

Come previsto nel sito di Natura 2000 i materiali di risulta a seguito delle lavorazioni dovranno essere eliminati al fine di assicurare il rispristino dei luoghi.

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