00 09.03.2018 RIASSETTO ELETTRODOTTI AT IN INGRESSO S/E ROTONDA
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Riassetto elettrodotti AT in ingresso alla stazione elettrica di Rotonda: linee Pisticci – Rotonda 150 kV, Mercure 2 –
Rotonda 220 kV, Laino – Rotonda 220 kV e Rotonda - Tusciano 220 kV nel Comune di Rotonda (PZ).
Demolizione del tronco di linea ex Agri - Rotonda 150 kV (dal sostegno 13/a al portale nella SE Rotonda) nei Comuni
di Rotonda e Viggianello (PZ).
RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA
NULLA OSTA PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
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SOMMARIO
1. PREMESSA ...3
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...4
2.1 UBICAZIONE ... 4
3. DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE ...7
3.1 INTERVENTI PREVISTI LATO NORD-EST STAZIONE DI ROTONDA ... 7
3.2 INTERVENTI PREVISTI LATO NORD-EST STAZIONE DI ROTONDA ... 12
4. VINCOLI ...15
4.1 PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ... 15
4.1.1 ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ... 16
4.1.2 POLITICHE ENERGETICHE DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ... 16
4.1.3 NULLA-OSTA E SEGNALAZIONE INIZIO ATTIVITA’ E COMUNICAZIONE ... 18
4.2 SUDDIVIONE DEL PARCO IN ZONE CON DIVERSO REGIME DI TUTELA ... 18
4.2.1 ZONA A – RISERVE INTEGRALI ... 18
4.2.2 ZONA B – RISERVE GENERALI ORIENTATE ... 19
4.2.3 ZONA C – AREE DI PROTEZIONE ... 19
4.2.4 ZONA D – AREE DI PROMOZIONE ECONOMICA E SOCIALE ... 20
4.3 INQUADRAMENTO INTERVENTI SULLA ZONIZZAZIONE DEL PARCO ... 20
5. VINCOLI ESISTENTI NEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ...22
5.1 ZPS - MASSICCIO DEL MONTE POLLINO E MONTE ALPI ... 22
5.2 VINCOLO IDREOGOLOGICO ... 23
5.3 VINCOLI PAESAGGISTICI ... 24
6. MODALITA’ DI LAVORAZIONE ...24
6.1 REALIZZAZIONE NUOVO TRALICCIO ... 24
6.2 DEMOLIZIONI TRALICCI ... 25
6.3 IDENTIFICAZIONE DELLE INTERFERENZA AMBIENTALI ... 27
6.4 OCCUPAZIONE TEMPORANEA DI SUOLO ... 28
6.4.1 REALIZZAZIONE NUOVO SOSTEGNO ... 28
6.4.2 DISMISSIONI SOSTEGNI ... 28
6.5 SOTTRAZIONE PERMANENTE DI SUOLO ... 28
6.6 INQUINAMENTO ACUSTICO ED ATMOSFERICO IN FASE DI SCAVO ... 28
6.7 ALLONTANAMENTO TEMPORANEO DI FAUNA SELVATICA ... 29
6.8 MISURE DI MITIGAZIONE ... 29
6.9 POSIZIONAMENTO AREE CANTIERE IN SETTORI NON SENSIBILI ... 29
6.10 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NELLE AREE CANIERE ... 30
6.11 DIVIETO DI ABBANDONO RIFIUTI ... 30
7. CONCLUSIONI ...30
Allegato : Autorizzazione Paesaggistica dell’ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio Regione Basilicata
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1. PREMESSA
La società Terna – Rete Elettrica Nazionale S.p.A. è la società concessionaria in Italia della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete ad alta e altissima tensione ai sensi del Decreto del Ministero delle Attività Produttive del 20 aprile 2005 (concessione).
TERNA, nell’espletamento del servizio dato in concessione, persegue i seguenti obiettivi generali:
assicurare che il servizio sia erogato con carattere di sicurezza, affidabilità e continuità nel breve, medio e lungo periodo, secondo le condizioni previste nella suddetta concessione e nel rispetto degli atti di indirizzo emanati dal Ministero e dalle direttive impartite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas;
- deliberare gli interventi volti ad assicurare l’efficienza e lo sviluppo del sistema di trasmissione di energia elettrica nel territorio nazionale e realizzare gli stessi;
- garantire l’imparzialità e neutralità del servizio di trasmissione e dispacciamento al fine di assicurare l’accesso paritario a tutti gli utilizzatori;
- concorrere a promuovere, nell’ambito delle sue competenze e responsabilità, la tutela dell’ambiente e la sicurezza degli impianti.
TERNA pertanto, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, predispone annualmente il Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) sottoposto ad approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Ai sensi della Legge 23 agosto 2004 n. 239 e ss.mm.ii., al fine di garantire la sicurezza del sistema energetico e di promuovere la concorrenza nei mercati dell'energia elettrica, la costruzione e l'esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete nazionale di trasporto dell'energia elettrica sono attività di preminente interesse statale e sono soggetti a un'autorizzazione unica, rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e previa intesa con la Regione o le Regioni interessate, la quale sostituisce autorizzazioni, concessioni, nulla osta e atti di assenso comunque denominati previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo a costruire e ad esercire tali infrastrutture in conformità al progetto approvato.
Terna si configura come un’eccellenza italiana con una doppia anima. Un operatore indipendente di reti per la trasmissione dell’energia elettrica (TSO, Transmission System Operator), tra i principali in Europa per chilometri di linee gestite(circa 73000Km di alta tensione).
Il gruppo ha un duplice ruolo:
proprietario principale della Rete di Trasmissione Nazionale italiana dell’elettricità in alta e altissima tensione: opera in un regime di monopolio naturale e svolge una missione di servizio pubblico per la trasmissione e il dispacciamento dell’energia elettrica attraverso il Paese. Il 90%
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dell’attività si svolge quindi nel mercato regolato. Il ruolo è indispensabile per il funzionamento dell’intero sistema e per assicurare l’energia elettrica a tutti, cittadini e imprese.
Quotata in Borsa dal 2004 e con un flottante del 70% circa, Terna è anche un’azienda attenta all’efficienza, alla redditività e alle performance. Forti delle competenze acquisite nella gestione della rete italiana,
La società Terna S.p.A. rappresentata dalla Terna Rete Italia S.p.A. (Società con socio unico soggetta a direzione e coordinamento di TERNA S.p.A. costituita con atto del Notaio Luca Troili Reg.18372/8920 del 23/02/2012), intende realizzare un ammodernamento della sezione 220 kV della Stazione elettrica di Rotonda, come previsto nell’ambito del “Riassetto rete nord Calabria” un vasto piano di riassetto e razionalizzazione della rete 220 kV e 150 kV ricadente nel territorio del Parco del Pollino e nelle aree adiacenti Castrovillari che consentirà di ridurre notevolmente l’impatto ambientale delle infrastrutture di trasmissione presenti sul territorio. In correlazione al previsto declassamento a 150 kV dell’impianto 220 kV di Rotonda, è prevista l’attività di dismissione della sezione a 220 kV di Rotonda e adeguamento della sezione a 150 kV.
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.1 UBICAZIONE
I Comuni interessati dai lavori di demolizione dell’elettrodotto e di ammodernamento della S/E di Rotonda sono esplicitati nella seguente tabella:
REGIONE PROVINCIA COMUNE
BASILICATA POTENZA ROTONDA
BASILICATA POTENZA VIGGIANELLO
Terna, intende realizzare i seguenti interventi:
1. Riassetto elettrodotti AT in ingresso alla stazione elettrica di Rotonda: linee Pisticci – Rotonda 150 kV, Mercure 2 – Rotonda 220 kV, Laino – Rotonda 220 kV e Tusciano – Rotonda 220 kV, nel comune di Rotonda (PZ).
2. Demolizione del tronco di linea ex Rotonda – Agri 150 kV (dal sostegno 13/a al portale nella SE Rotonda) nei Comuni di Rotonda e Viggianello (PZ).
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Gli interventi di cui al punto 1 saranno effettuati nelle immediate adiacenze della Stazione Elettrica 220 kV di Rotonda, sita in contrada Calorie dello stesso Comune, mentre quelli di cui al punto 2 interesseranno un elettrodotto in ingresso alla stessa stazione elettrica con tracciato ricadente nei comuni di Rotonda e Viggianello.
Figura 1 - Stazione elettrica 220 kV di Rotonda
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Figura 2 - Interventi di cui al punto 1 localizzati a nord-est della stazione
Figura 3 - Interventi di cui al punto 2 - Linea AT in uscita dalla stazione lato Sud-Ovest
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3. DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE 3.1 Interventi previsti lato nord-est stazione di Rotonda
Figura 4 - Vista nord della stazione di Rotonda
Linea 220 kV “Pisticci – Rotonda
Per la linea 220 kV “Pisticci – Rotonda” cod. 22251B1, nella stazione di Rotonda occorre traslare la campata portale – sostegno n. 1 sul primo palo gatto di Stazione (con testa ruotata). Tale traslazione avverrà posando ex novo sia conduttore che la corda di guardia in fibra ottica ed assicurando il collegamento ottico fino all’interno della Stazione. Alla fine sarà demolito l’attuale portale 220 kV in S/E Rotonda della linea Pisticci - Rotonda.
Nella seguente figura 5 si evidenzia in rosso tratteggiato il collegamento aereo attuale, che sarà dismesso, e il successivo collegamento alla stazione elettrica in blu tratteggiato.
Linea Pisticci- Rotonda 220 Linea Rotonda-Tusciano 220 Linea Rotonda-Laino 220 kV
kV
Linea Mercure2-Rotonda 220 kV
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L’intervento previsto non interferisce in alcun modo sull’assetto geomorfologico del territorio e non altera le componenti idrologiche ed idrauliche presenti.
Figura 5 - Interventi previsti per la linea Rotonda-Pisticci
La finalità di tale intervento è il declassamento della linea alla tensione di 150kV e , tale attività sarà svolta riducendo a 9 elementi le attuali catene di sospensione dei sostegni (4, 9) ed inserendo una catena di isolatori di n. 9 elementi alla punta mensola dei sostegni di amarro (sostegni 1 ,16).
Linee 220 kV “Rotonda-Tusciano” e “Rotonda-Laino”
Per le linee 220 kV “Laino - Rotonda” cod. 22269C1 e 220 kV “Rotonda – Tusciano” cod. 22241B1, è prevista l’ottimizzazione del collegamento in esercizio che prevede attualmente un sistema di by-pass esterno alla S/E di Rotonda con delle calate su dei cavalletti che realizzano l’attuale collegamento elettrico diretto
“Laino – Tusciano”, utilizzando quindi i portali in S/E Rotonda non dal punto di vista elettrico ma solo dal punto di vista meccanico per evitare squilibri alle campate. Al fine di ottimizzare questo collegamento elettrico tra Laino e Tusciano, sarà installato un nuovo sostegno della serie 220 kV, in doppia terna, a circa 40 metri dagli attuali sostegni capolinea dei 2 elettrodotti, da utilizzare per la realizzazione dei collegamenti elettrici diretti tra le fasi; in tal modo saranno eliminati i cavalletti bassi con le relative calate e gli attuali collegamenti (solo meccanici) in S/E Rotonda, con la demolizione di entrambi i portali 220 kV esistenti.
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Figura 6 - Rappresentazione dello stato di fatto della linea Rotonda-Laino e Rotonda-Tusciano
In figura 6 sono rappresentati in azzurro con tratteggio sia i collegamenti presenti sui cavalletti e sia i collegamenti finali alla stazione elettrica delle linee “Rotonda-Tusciano” e “Rotonda-Laino”. Entrambi i collegamenti verranno dismessi.
In figura 7 si evidenzia la configurazione del collegamento a lavori ultimati.
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Figura 7 - Rappresentazione dello stato di progetto
Linea 220 kV “Mercure 2 - Rotonda”
Per la linea in esame è prevista la realizzazione di una nuova campata esterna da collegarsi al nuovo palo gatto 150 kV già predisposto internamente alla stazione. In questo modo si dismetterà il collegamento attuale alla stazione in classe 220 kV.
La finalità di tale intervento è il declassamento della linea alla tensione di 150kV e , tale attività sarà svolta riducendo a 9 elementi le attuali catene di sospensione dei sostegni (4, 6) ed inserendo una catena di isolatori di n. 9 elementi alla punta mensola dei sostegni di amarro (1,8).
Di seguito la rappresentazione grafica dell’intervento.
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Figura 8 - Configurazione attuale della linea Terranova e Mercure2
Figura 9 - Stato di progetto ed indicazione del nuovo tratto da realizzare LINEA TERRANOVA LINEA
MERCURE2
LINEA TERRANOVA
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In figura 8 è rappresentata la attuale configurazione delle due linee, ed in rosso con tratteggio viene indicato il tratto di linea aerea che dopo l’intervento verrà dismesso. Come si evince dalla successiva figura 9, è prevista la modifiche delle ultime campate con collegamento diretto al nuovo portale 150 kV interno alla stazione.
Anche in questo caso, le opere a farsi non determinano alcuna alterazione delle componenti geomorfologiche del territorio, non modificano il regime idrogeologico preesistente e non hanno alcuna incidenza sulla stabilità delle aree interessate.
3.2 Interventi previsti lato nord-est stazione di Rotonda
Linea ex Agri-Rotonda 150 kVLe opere previste lungo il tratto di linea elettrica esistente, a partire dalla stazione elettrica Rotonda, sono rappresentate dallo smantellamento del tronco di linea compreso tra il sostegno 13/a fino al portale 220 kV nella S/E Rotonda. Si tratta della eliminazione di n° 20 sostegni per una lunghezza complessiva di circa 5,5 km.
I comuni interessati dall’intervento sono il comune di Rotonda, per un tratto di lunghezza di 2,3 km, e il comune di Viggianello per una lunghezza di 3,2 km.
Tale intervento si pone come un elevato miglioramento delle attuali componenti ambientali e paesaggistiche dell’area ed in linea con glia accordi presi con l’Ente Parco, in quanto si andrebbe a dismettere l’ultimo tratto, ricadente in un’area a forte vocazione naturalistica, di un elettrodotto già fuori servizio.
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Figura 10 - Vista dell'attuale linea elettrica 150 kV ex Agri-Rotonda
Figura 11 - Indicazione del tratto di linea elettrica da dismettere Portale 220 kV nella
stazione elettrica
Sostegno 13/A
Tratto di linea da dismettere
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Di seguito viene riportato in tabella l’elenco dei tralicci da demolire, corredato delle loro coordinate geografiche ed il comune di appartenenza:
TRALICCIO TIPO SOSTEGNO
GEOMETRIA SOSTEGNO
ALTEZZA
(m) LATITUDINE LONGITUDINE COMUNE
1A PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 13 39.962907 16.024737 ROTONDA
1B PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 16 39.961976 16.026440 ROTONDA
1C PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 16 39.961537 16.028935 ROTONDA
1D PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 16 39.961167 16.031010 ROTONDA
1E PROFILATO CAVALLETTA 9 39.960257 16.034301 ROTONDA
1F PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 13 39.959908 16.035588 ROTONDA
2 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 13 39.959019 16.038860 ROTONDA
3 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 20 39.960301 16.042057 ROTONDA
4 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 16 39.961378 16.044750 ROTONDA
5 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 14 39.963194 16.049286 ROTONDA
6 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 17 39.964134 16.051625 ROTONDA
7 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 23 39.966099 16.056540 VIGGIANELLO
8 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 13 39.967699 16.060541 VIGGIANELLO
9 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 17 39.968880 16.063493 VIGGIANELLO
10 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 23 39.970705 16.068039 VIGGIANELLO
11 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 17 39.971731 16.070610 VIGGIANELLO
12 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 12 39.973277 16.074495 VIGGIANELLO
13 PROFILATO TRONCO
PIRAMIDALE 17 39.974888 16.078519 VIGGIANELLO
13A PROFILATO CAVALLETTA 27 39.975757 16.079242 VIGGIANELLO
La progettazione della rimozione è stata sviluppata tenendo in considerazione un sistema di indicatori sociali, ambientali e territoriali, che hanno permesso di valutare gli effetti della pianificazione elettrica nell’ambito territoriale considerato nel pieno rispetto degli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, della protezione della salute umana e dell'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
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4. VINCOLI
4.1 PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Il Parco Nazionale del Pollino, tra la Basilicata e la Calabria, comprende oltre che il Massiccio del Pollino, i Monti di Orsomarso e il Monte Alpi di Latronico. Con i 2267 m di altezza s.l.m. della Serra Dolcedorme rappresenta il rilievo più alto dell' Appennino Meridionale ed è l’unico massiccio italiano dal quale siano visibili tre mari: lo Jonio, il Tirreno e l’Adriatico.
Il paesaggio si diversifica notevolmente: mentre a nord discende dolcemente verso i fiumi Sinni e Mercure-Lao, a sud si presenta aspro e accidentato. Il suo territorio è un vasto e articolato spazio
con forti connotati fisici e antropici, un susseguirsi di montagne, pianori, di timpe, di costoni, e strapiombi, di rocce di origine magmatica, di dolomie, di circhi glaciali, di accumuli morenici, di inghiottitoi, di massi erratici, di grotte e di gole.
Alcuni fiumi sono circondati da lussureggiante vegetazione boschiva, come il Peschiera, altri imprigionati all'interno di profonde gole come il Raganello, Argentino e Lao; se il calcare è la roccia dominante non mancano formazioni come la Timpa delle Murge; ai dolci pendii boscosi si contrappone la maestosa Timpa di San Lorenzo con i suoi 800 metri di parete verticale.
Nel Parco del Pollino sono presenti importanti formazioni vegetali. Pianta di straordinario interesse e fascino è il pino loricato, una specie presente in Italia solo sul Pollino, con esemplari che raggiungono anche i 900 anni di età. Vanno ricordate oltre i mille metri s.l.m. le splendide faggete-abetine presenti nel settore nord orientale del Parco, dove oltre all'Abete Bianco e il Faggio è presente anche l' Acero di Lobeli, un endemismo dell' Italia meridionale.
La Fauna si è molto rarefatta in questi ultimi decenni ma nel cuore dell‟Orsomarso vive ancora un nucleo del rarissimo Capriolo italico, tra i Massicci del monte Caramola e del monte Palanuda e la Valle dell’Argentino. E’ particolarmente prezioso perché rappresenta con quella del Gargano, l’ultima popolazione autoctona dell’Appennino meridionale, non inquinata geneticamente dall’immissione di esemplari provenienti dal Nord Europa e dalle Alpi.
Il Lupo, l'Aquila, il Picchio nero, il Driomio sebbene presenti non sono però facilmente avvistabili. La Lontra resiste nei corsi d’acqua più limpidi dei massicci del Pollino e dei Monti di Orsomarso, come il Frido, il Lao, il Raganello, l’Argentino e il Peschiera.
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4.1.1 ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
La Legge. 6 dicembre 1991, n.394 “Legge Quadro sulle Aree Protette” (e successive integrazioni della Legge 9 dicembre 1998 n.426) alla definizione di Parco Nazionale riporta quanto segue:
art.2 comma 1: “I parchi Nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geo-morfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni pre-senti e future”.
Il Parco Nazionale del Pollino viene istituito con DPR 15/11/1993, momento in cui entrano in vigore le
“Norme di Salvaguardia”, si tratta di accorgimenti temporanei cui la legge (L.394/91) fa seguire l’approvazione di uno strumento sistematico di disciplina dell’esercizio delle attività consentite entro i confini del Parco: il Regolamento (art.11).
La normativa nazionale con la L. 394/91 indica il piano per il parco come mezzo di tutela dei valori naturali ed ambientali affidata all’Ente Parco. La legge quadro definisce i settori di governo e le disposizioni generali a cui sottoporre l’area protetta ed attraverso cui comporre il sistema di gestione e conservazione del Parco Nazionale.
4.1.2 POLITICHE ENERGETICHE DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Nel Parco nazionale del Pollino le reti elettriche costituiscono un fattore di criticità prioritariamente per l'impatto che il sistema di trasporto di energia induce sul sistema naturale di pregio, e in particolare sull'avifauna.
L'assetto delle attuali reti elettriche nasce per rispondere al bisogno di distribuire l'energia che, ancora oggi, viene essenzialmente prodotta in maniera centralizzata, cioè attraverso l'impiego di poche e grandi centrali sparse sul territorio e basate prevalentemente sull'utilizzo di fonti fossili (e nucleari). L'energia generata viene trasportata attraverso la rete in maniera unidirezionale, coprendo anche enormi distanze, direttamente dal luogo di produzione a quello di consumo. In questo tipo di struttura “passiva” è frequente che avvengano delle perdite durante le fasi di trasmissione e distribuzione dell'energia, che si traducono inevitabilmente in un incremento del costo finale dell'energia elettrica.
Le dorsali principali della rete ad alta tensione che trasporta l'energia dalle Centrali idroelettriche della Calabria al Nord d'Italia taglia in due il territorio del Parco. Tale dorsale principale è oggi oggetto di un riassetto funzionale alla necessità di superare i rischi di sovraccarico per consistenti transiti di energia che costituiscono uno dei principali problemi del sistema di trasporto in AT della rete Nazionale che
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presenta un punto di congestione proprio sul Pollino. In assenza di adeguati interventi, le criticità oggi presenti sono in generale destinate ad amplificarsi in futuro a causa dell’incremento dei transiti di potenza sulla rete.
Pertanto l’Ente parco ha stabilito, all’interno delle Norme tecniche di attuazione, una serie di direttive sia riguardanti la produzione di energia elettrica che la sua trasmissione. Come descritto nell’allegato 4 delle NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE dell’Ente Parco, all’interno dell’area è consentita esclusivamente la realizzazione di impianti di produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Fanno eccezione gli impianti a servizio delle civili abitazioni, dei pubblici uffici e delle attività produttive alimentati a gas metano o ad altro gas combustibile.
In tutte le zone del Parco è vietata la realizzazione di nuovi impianti alimentati da fonti fossili e l'estrazione di materie prime fossili destinate alla produzione di energia.
Relativamente alle opere oggetto di tale studio, si riportano di seguito le norme tecniche di attuazione, in particolare gli art.12,13 e 14 dell’allegato 4:
Art. 12 Interventi ed opere sulle infrastrutture a rete esistenti
Nelle zone B e C del Piano la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché le opere di smantellamento delle reti e di ripristino dei luoghi sono soggette a Nulla Osta del Parco.
Art. 13 Realizzazione di nuove infrastrutture
1. Nelle zone A è vietata la realizzazione di nuove infrastrutture a rete, a meno che non si tratti di infrastrutture connesse all’attività dell’Ente stesso che si sviluppino lungo la viabilità esistente, siano interrate e non prevedano per la loro realizzazione disboscamenti o tagli di vegetazione.
2. Nelle altre zone del Parco la realizzazione di nuove infrastrutture a rete è soggetta a Nulla Osta dell’Ente Parco.
3. Gli elettrodotti ricadenti in zona B e le linee elettriche MT dovranno essere realizzati in cavo Elicordato in cavo sotterraneo e le cabine MT/BT saranno di tipo box, mentre nelle rimanenti zone del Parco le linee elettriche MT saranno realizzate uniformandosi allo standard delle mensole boxer prevedendo un’adeguata distanza tra mensole e cavi, come previsto dalle Linee guida ministeriali.
Art. 14 Smantellamento degli elettrodotti
Entro due anni dall’entrata in vigore delle presenti Norme, i soggetti responsabili (o aventi causa da essi) della costruzione di elettrodotti non più in servizio, devono bonificare i resti di tali tratte nelle Zone A.
Tale termine si eleva ad anni quattro nelle Zone B.
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4.1.3 NULLA-OSTA E SEGNALAZIONE INIZIO ATTIVITA’ E COMUNICAZIONE
Tramite la delibera del consiglio direttivo dell’Ente Parco sulle Norme Tecniche di Attuazione e Regolamento del parco del 29/12/2010, si definiscono le attività sottoposte a nulla-osta da parte del Parco oppure a SCIA. La tipologia d’interventi è assoggettata a nulla osta del parco nel seguito si riporta il dettaglio di ogni singolo traliccio sulla zonizzazione del Parco Nazionale del Pollino.
4.2 SUDDIVIONE DEL PARCO IN ZONE CON DIVERSO REGIME DI TUTELA
Ai sensi della legge quadro, il territorio del Parco, è suddiviso in “ZONE”:
ZONA A – RISERVE INTEGRALI
ZONA B – RISERVE GENERALI ORIENTATE
ZONA C – AREE DI PROTEZIONE
ZONA D – AREE DI PROMOZIONE ECONOMICA E SOCIALE
4.2.1 ZONA A – RISERVE INTEGRALI
Sono le aree di eccezionale valore naturalistico in cui la storica marginalità dei processi di antropizzazione ha consentito la conservazione di valori naturali fondamentali da definire.
In tali aree, al fine di conservare l’ambiente naturale nella sua integrità sono vietate:
La realizzazione di nuove opere e interventi. Eventuali deroghe possono essere autorizzate dall’
Ente Parco unicamente per motivi legati alla diretta gestione conservativa delle aree o alla messa in sicurezza delle popolazioni residenti;
La gestione forestale attiva;
Qualsiasi forma di attività agricola, comprese le attività legate alla zootecnica, salvo diritti reali e gli usi civici delle collettività locali;
Transito al di fuori di percorsi individuati e segnati dall’Ente Parco, il quale, per esigenze di tutela e conservazione, può anche stabilire il divieto assoluto di accessoo nella zona in determinati periodi. Deroghe per detto divieto sono subordinate al nulla-osta da parte del Parco.
Nella Zona A sono ammessi, previo nulla-osta :
Interventi relativi alla manutenzione della sentieristica o dei manufatti volti alla prevenzione del dissesto o all’agevolazione dello svolgimento delle pratiche di emergenza in caso di evento calamitoso e nei periodi di ripristino;
Finalizzate a scopi scientifici e alla conservazione del patrimonio naturalistico.
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4.2.2 ZONA B – RISERVE GENERALI ORIENTATE
Si tratta di aree in cui, accanto a componenti naturali di pregio, è stata rilevata la presenza antropica storicizzata e qualificata. Vi si trovano importanti emergenze naturalistiche da difendere, ma è presente anche l’opera dell’uomo. In queste zone, è vietata ogni opera di trasformazione del territorio. Sono destinate ad attività di restauro ambientale e di potenziamento della dotazione di risorse naturali, forestali e vegetale, nonché di conservazione delle utilizzazioni produttive tradizionali già presenti.
In tali aree sono vietati:
Costruzione di manufatti edilizi ed infrastrutturali di nuovo impianto, l’ampliamento delle costruzioni esistenti, la realizzazione di opere di trasformazione del territorio, salvo quanto prescritto dal Piano;
I movimenti di terreno e le modifiche morfologiche del suolo, salvo quando finalizzati a l recupero e a risanamento di aree soggette a fenomeni di degrado, di dissesto idrogeologico
L’istallazione di pali, antenne, cartelloni pubblicitari In tali aree sono consentiti:
Opere di manutenzione delle opere esistenti, se finalizzati agli adeguamenti igienico/sanitari e/o al contenimento dei consumi energetici e/o all’abbattimento delle barriere architettoniche, nel limite massimo del 5%;
La riqualificazione in senso naturalistico delle vie di accesso e degli spazi di pertinenza dell’edilizia esistente;
Il mantenimento delle colture e la loro conservazione a colture finalizzate alle esigenze trofiche di specie della fauna selvatica, o di mantenimento della biodiversità
4.2.3 ZONA C – AREE DI PROTEZIONE
Sono aree in cui emergono interessanti realtà naturali e valori paesaggistici integrati diffusi, caratterizzate dalla presenza di attività agro-silvo-pastorali, che allo stato attuale presentano nuclei abitati isolati, aree con dinamiche di abbandono con scarsa propensione all’agricoltura intensiva.
Nelle zone C l’Ente Parco incoraggia l’adozione di gestione agraria finalizzate alla tutela dei paesaggi caratteristici dei territori. Per garantire la sostenibilità del sistema agrario, il Parco promuove sotto ogni forma, l’applicazione delle tecniche di agricoltura biologica.
In tali zone sono previsti gli interventi edilizi di cui alla lettera a), b) e c) dell’articolo 3 Legge 380/2001.
Sono consentiti inoltre, previa segnalazione di inizio attività:
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L’incremento delle specie vegetali lungo le sponde dei fossi tra i coltivi;
Il rimboschimento dei pendii in erosione;
La rinatulizzazione di cave ed alvei;
L’incremento della superficie occupata dalle siepi.
4.2.4 ZONA D – AREE DI PROMOZIONE ECONOMICA E SOCIALE
Ricadono le aree modificate da processi di antropizzazione. Comprendono i centri urbani di nuovo e antico impianto e il loro intorni immediati, i nuclei accentrati e le aggregazioni di edifici riconoscibili sul territorio e le loro aree di espansione; i nuclei rurali, le aree a carattere agricolo e zootecnico, gli insediamenti produttivi e le loro aree di espansione, gli impianti tecnologici e le attività ricettive e turistiche.
All’ interno di tali zone sono state individuate delle sottozone:
SOTTOZONA D1- AREE URBANEDI ANTICO IMPIANTO
SOTTOZONA D2 – NUCLEI DI AGGREGAZIONE IN AMBITO A PREVALENZA RURALE
SOTTOZONA D3 – AREE A SPICCATA DESTINAZIONE AGRICOLA, CON PRESENZA DI STRUTTURE CONNESSE E CON ELEMENTI NATURALI”PIU’ PRECISAMENTE MODIFICATI DA PROCESSI DI ANTROPIZZAZIONE”
SOTTOZONA D4 – AREE DESTINATE AD INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
SOTTOZONA D5 – ATTREZZATURE E SERVIZI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PARCO
4.3 INQUADRAMENTO INTERVENTI SULLA ZONIZZAZIONE DEL PARCO
Dal portale dell’Ente Parco si è proceduto a scaricare la zonizzazione, successivamente è georeferenziata, per poter inserire i tralicci come riportato in figura. In tal modo sono state individuate le“ZONE” in cui ricadono i tralicci in oggetto.
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1D ROTONDA 4 227 39,961167 16,031010 B
1E ROTONDA 4 385 39,960257 16,034301 D1
1F ROTONDA 5 231 39,959908 16,035588 D1
2 ROTONDA 5 366 39,959019 16,038860 D1
3 ROTONDA 5 232 39,960301 16,042057 D1
4 ROTONDA 6 384 39,961378 16,044750 D3
5 ROTONDA 7 25 39,963194 16,049286 C
6 ROTONDA 7 34 39,964134 16,051625 D3
7 VIGGIANELLO 58 503 39,966099 16,056540 C
8 VIGGIANELLO 58 246 39,967699 16,060541 C
9 VIGGIANELLO 58 458 39,968880 16,063493 C
10 VIGGIANELLO 59 95 39,970705 16,068039 C
11 VIGGIANELLO 59 48 39,971731 16,070610 C
12 VIGGIANELLO 59 192 39,973277 16,074495 C
13 VIGGIANELLO 60 154 39,974888 16,078519 D3
13A VIGGIANELLO 60 169 39,975757 16,079242 D3
5. VINCOLI ESISTENTI NEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
All’interno del parco nazionale, sono presenti vincoli ZPS, vincolo Idrogeologico e vincoli paesaggistici:
5.1 ZPS - Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi
Il territorio del Sito ZPS "Massiccio del Monte Pollino e Monte Alpi" si estende nel territorio circostante al Monte Alpi e in tutto il versante lucano del Massiccio del Pollino, per complessivi 88052.00 Ha circa.
Il territorio, rientrante nel perimetro di tale sito, risulta essere prevalentemente montuoso e caratterizzato da emergenze naturalistiche peculiari dell'Appennino-meridionale sia geomorfologiche (glacialismo, carsismo, fenomeni tettonici) sia floro-faunistiche (specie endemiche, cenosi relittuali, ecc. ...).L'habitat prioritario risulta essere quello avente codice 6210, mentre gli altri habitat presenti risultano essere i seguenti:
• Heath, Scrub,Maquis and Garrigue,Phygrana 10 %
• Dry grassland, Steppes 20 %
• Alpine and sub-Alpine grassland 5 %
• Broad-leaved deciduous woodland 40 %
• Coniferous woodland 10 %
• Evergreen woodland 5 %
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• Inland rocks, Screes, Sands, Permanent Snow and ice glace permanente 10 % Gli elementi di vulnerabilità principali del sito risultano essere i seguenti:
1) attività antropiche ad elevato impatto ambientale (infrastrutture, urbanizzazionedi aree montane, centrali per la produzione di energia elettrica.
2) scarso controllo e regolamentazione delle attività turistiche.
3) abbandono delle pratiche agricole e selvicolturali tradizionali.
4) perdita di valore paesaggistico per la possibile costruzione di elettrodotti eparchi eolici.
Per le possibili incidenze tra lo ZPS e le operazioni da realizzare si rimanda ad apposito studio d’incidenza avente codice RE22269C1CFV0015 redatto in conformità delle vigenti normative e che fa parte integrante delle opere progettuali.
5.2 VINCOLO IDREOGOLOGICO
Si è proceduto alla precisa identificazione delle aree soggette al vincolo idrogeologico rispetto alle opere da realizzare descritte nei paragrafi precedenti.
La regione Basilicata è dotata di un portale cartografico ufficiale per la diffusione di tutte le informazioni territoriali della Infrastruttura Regionale dei dati spaziali. Questo permette agevolmente di poter identificare, tramite i servizi in linea, le possibili interferenze che un progetto è suscettibile di avere con le componenti territoriali.
Attraverso il portale cartografico è possibile risalire, inserendo le coordinate geografiche dei punti interessati, alla visualizzazione della mappa contenete il vincolo idrogeologico, ed identificare ogni singolo traliccio se ricade in tale vincolo.
Figura 12 - Geoportale della Regione Basilicata con l'indicazione del vincolo idrogeologico
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Si rimanda alla “Relazione tecnica finalizzata all’ottenimento del nulla osta al vincolo idrogeologico”
avente codice RE22269C1CFV0014 per i risultati approfonditi.
Dall’analisi dei risultati emerge che tutti gli interventi previsti nelle immediate vicinanze della stazione elettrica di Rotonda (lato nord-est) non ricadono nel vincolo idrogeologico. In ogni caso, come descritto nei paragrafi precedenti, tali attività non avrebbero in ogni caso alterato le condizioni geomorfologiche ed idrologiche del territorio, pertanto da ritenere comunque compatibili.
Per gli interventi previsti a sud-est della stazione di Rotonda, consistenti nella sola dismissione dell’attuale linea elettrica ex Agri-Rotonda alcuni tralicci sono ubicati in zona soggetta a vincolo idrogeologico ed in particolare i sostegni indicati nelle cartografie allegate ai numeri :
a) Sostegno n°2 nel comune di Rotonda al F. 5 P.lla 366 b) Sostegno n°7 nel comune di Viggianello al F.58 P.lla 503 c) Sostegno n°8 nel comune di Viggianello al F.58 P.lla 246 d) Sostegno n°9 nel comune di Viggianello al F.58 P.lla 458 e) Sostegno n°10 nel comune di Viggianello al F.59 P.lla 95 f) Sostegno n°11 nel comune di Viggianello al F.59 P.lla 48
5.3 VINCOLI PAESAGGISTICI
Si allega Autorizzazione Paesaggistica ai sensi della L.R. n.50/93 con Determina Dirigenziale N°23AD.2017/D.01494 del 4/12/2017, rilasciata dalla Regione Basilicata.
6. MODALITA’ DI LAVORAZIONE 6.1 REALIZZAZIONE NUOVO TRALICCIO
La realizzazione di un nuovo sostegno è suddivisibile in tre fasi principali:
1. Esecuzione delle fondazioni dei sostegni;
2. Montaggio dei vari tronchi di carpenteria metallica dei sostegni;
3. Messa in opera dei conduttori e delle corde di guardia con il metodo della tesatura frenata.
Oltre agli scavi di fondazione, saranno realizzati dei piccoli scavi in prossimità del sostegno per la posa dei dispersori di terra con successivo rinterro e costipamento. La realizzazione delle fondazioni di un sostegno prende avvio con l’allestimento del cosiddetto “microcantiere” relativo alla zona localizzata dal sostegno. Esso è destinato alle operazioni di scavo, getto in cemento armato delle fondazioni, rinterro ed infine all’assemblaggio degli elementi costituenti la tralicciatura del sostegno. Mediamente
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interessa un’area circostante delle dimensioni di circa 20x20 m e non produce al suo intorno interferenze significative.
L'operazione successiva consiste nel montaggio del sostegno, ove possibile sollevando con una gru elementi premontati a terra a tronchi, a fiancate o anche ad aste sciolte. Infine, una volta realizzato il sostegno, si procederà alla risistemazione del “microcantiere”, previo minuzioso sgombero da ogni materiale di risulta e ripristino delle pendenze del terreno con idonea costipazione.
In complesso i tempi necessari per la realizzazione di un sostegno non superano i 45 gg solari consecutivi, in considerazione anche della sosta necessaria per la stagionatura dei getti. Trascorso il periodo di stagionatura dei getti, si procederà al disarmo delle casserature ed al successivo rinterro con il materiale proveniente dagli scavi, se ritenuto idoneo. Il materiale di risulta, mediamente meno del 10%
di quello scavato, può essere utilizzato in loco per la successiva sistemazione del sito o allocato in discarica.
Si rimanda a specifiche tavole progettuali che evidenziano i dettagli esecutivi relativi al nuovo traliccio da realizzare.
6.2 DEMOLIZIONI TRALICCI
La demolizione prevista dei tralicci e delle tratte di linea avverrà con procedimento inverso:
- Recupero dei conduttori e della corda di guardia e loro trasporto con conferimento a rottami;
- Smontaggio dei vari tronchi di tralicciatura e loro trasporto con conferimento a rottami;
- Demolizione delle fondazioni con trasporto a rifiuto del materiale di risulta;
- Riqualificazione delle aree oggetto di scavo con materiali aridi e terre possibilmente di origine locale, coerenti per litologia e granulometria.
Come per il montaggio, lo smontaggio della carpenteria metallica dei sostegni può avvenire con tre sistemi:
– Smontaggio ad aste sciolte;
– Smontaggio a fiancate;
– Smontaggio a tronchi;
Ciascuno dei quali può essere realizzato mediante l’impiego di:
– Falcone;
– Autogru;
– Elicottero.
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Dopo aver rimosso i conduttori e la/e fune/i di guardia dal sostegno, le fasi operative si svolgono nella maniera inversa rispetto a quelle indicate per le fasi di montaggio.
Valutato che il recupero a tronchi o ad aste sciolte dei sostegni determina un maggior rischio rispetto l’abbattimento per ribaltamento e ritenendo non assimilabili i sostegni ad edifici civili per i quali secondo il D.L. 81/08 non è consentito il ribaltamento per strutture di altezza superiore ai 5 mt., si ritiene che quando la natura delle aree circostanti lo consentano sia più opportuno l’abbattimento per ribaltamento.
Dopo aver rimosso i conduttori e la/e corda/e di guardia dal sostegno, si installano due funi di acciaio sulla parte superiore dello stesso, vincolandole a terra tramite dei tirfor, a zavorre poste ad una distanza non minore di una volta e mezza l’altezza del sostegno e disposte lungo la direzione di caduta.
FIG.14- Ingombro ribaltamento sostegno
Dopo aver esercitato una leggera trazione sulle funi, tramite i tirfor, si procede al taglio dei montanti del sostegno a filo del basamento di fondazione, mediante taglio ossiacetilenico/ossipropanico, mototroncatrice a scoppio e/o elettrica, secondo le modalità di seguito riportate.
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FIG.15- Taglio base traliccio e direzione di caduta
Sui montanti del lato verso cui deve avvenire il rovesciamento, devono essere tagliate solo le due ali parallele alla direzione di caduta.
Azionando i tirfor si esercita una trazione sulle funi provocando il rovesciando a terra del sostegno che rimarrà vincolato al basamento di fondazione con le ali dei montanti non tagliate, che saranno successivamente tagliate con il resto della struttura.
Successivamente si procederà alla rimozione delle fondazioni di sostegni che nella maggior parte dei casi vengono rimosse a quote non superiori a 1,5 m sotto il piano campagna. Dove richiesto e solo nel caso di fondazioni dirette a monoblocco o a riseghe, le fondazioni possono essere rimosse fino all’imposta di base.
Saranno demolite eventuali opere provvisorie e si provvederà a ripiantumare i siti con essenze autoctone, dopo aver opportunamente ripristinato l’andamento originario del terreno in prossimità del traliccio.
Per il rifornimento dei materiali di costruzione e per l'accesso dei mezzi alle piazzole si utilizzerà la viabilità esistente ed in limitati casi si realizzeranno brevi raccordi temporanei, evitando tagli di vegetazione (per i dettagli si veda l'allegato fotografico allegato al progetto). A fine attività in corrispondenza di tali raccordi verranno ripristinate le condizioni preesistenti.
6.3 IDENTIFICAZIONE DELLE INTERFERENZA AMBIENTALI
Le attività di costruzione e demolizione dell'elettrodotto determinano le seguenti azioni di progetto:
• occupazione delle aree di cantiere e relativi accessi;
• accesso alle piazzole per le attività di trasporto e loro predisposizione per l'edificazione o la dismissione dei sostegni;
• realizzazione/rimozione delle fondazioni e montaggio del sostegni/smontaggio dei sostegno ripristino dei luoghi ;
• posa e tesatura dei conduttori.
Tali azioni di progetto determinano alcuni fattori perturbativi secondo quanto nel seguito descritto.
Parti da tagliare
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6.4 OCCUPAZIONE TEMPORANEA DI SUOLO 6.4.1 REALIZZAZIONE NUOVO SOSTEGNO
L'occupazione temporanea delle aree in prossimità della piazzola: le piazzole per la realizzazione dei singoli sostegni comportano un’occupazione temporanea di suolo pari a circa il doppio dell’area necessaria alla base dei sostegni, dell'ordine di circa 20x20 m ciascuna.
L'occupazione è molto breve, al massimo di un mese e mezzo per ogni postazione e a lavori ultimati tutte le aree interferite verranno tempestivamente ripristinate e restituite agli usi originari; occupazione temporanea delle piste di accesso alle piazzole (solo dove necessarie): la realizzazione di piste di accesso alle piazzole sarà senz'altro limitata, dal momento che verrà per lo più utilizzata la viabilità ordinaria e secondaria esistente; in funzione della posizione dei sostegni, generalmente localizzati su aree agricole, si utilizzeranno le strade campestri esistenti e/o gli accessi naturali dei fondi stessi; si tratterà al più, in qualche caso, di realizzare brevi raccordi tra strade esistenti e siti dei sostegni. In ogni caso, a lavori ultimati (durata circa 1 mese e mezzo per ciascuna piazzola) le aree interferite verranno tempestivamente ripristinate e restituite agli usi originari; occupazione temporanea area di lavoro per la tesatura dei conduttori: essa comporta la presenza di una fascia potenzialmente interferita di circa 20 m lungo l’asse della linea.
6.4.2 DISMISSIONI SOSTEGNI
Per le operazioni di dimissione sono previste le medesime occupazioni temporanee e resta valido quanto affermato in merito all'eventuale realizzazione di piste di accesso. L'arco temporale di occupazione risulta molto limitato rispetto a quello per la realizzazione ex novo di un nuovo traliccio presumibilmente 2-3 giorni.
6.5 SOTTRAZIONE PERMANENTE DI SUOLO
Per quanto riguarda la realizzazione del nuovo traliccio si prevede un'occupazione permanente coincidente con la superficie di suolo occupato dal sostegno, mentre per le dismissioni non è previsto alcuna occupazione permanete si prevede invece di restituire al sito protetto superfici oggi occupate dalla base dei tralicci.
6.6 INQUINAMENTO ACUSTICO ED ATMOSFERICO IN FASE DI SCAVO
Si prevede in fase di cantiere inquinamento acustico ed atmosferico legato al trasporto dei materiali, così come al funzionamento delle principali macchine di cantiere, è associata un'immissione di rumore, peraltro molto limitata nel tempo e paragonabile a quella delle tecniche agricole usuali. Si tratta, in ogni caso, di attività di breve durata su piazzole adiacenti, non dando dunque luogo a sovrapposizioni.
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Queste stesse attività, dato che comportano contenuti movimenti di terra, possono produrre polverosità, ma sempre di limitatissima durata nel tempo.
6.7 ALLONTANAMENTO TEMPORANEO DI FAUNA SELVATICA
Le attività di cantiere, per rumorosità e presenza di mezzi e persone, possono determinare l'allontanamento temporaneo di fauna dalle zone di attività. La brevità delle operazioni, tuttavia, esclude la possibilità di qualsiasi modificazione permanente.
Per la fase di esercizio si ritiene che tali azioni non comportino nuove interferenze potenziali sulle componenti ambientali in quanto ogni linea che resterà in esercizio sarà prossima a quella da demolire.
In particolare ci si riferisce agli interventi trattati al punto 1 paragrafo 4.2 del quadro di riferimento progettuale mentre per le operazioni di cui al punto 2 del medesimo paragrafo sono da considerarsi nulle.
6.8 MISURE DI MITIGAZIONE
Dallo studi effettuati ed in particolare dalla Studio d’incidenza redatto, è emersa la necessità di impostare azioni utili alla conservazione della biodiversità locale, coerenti con quanto richiesto da vari studi che hanno analizzato il fenomeno
Per quanto riguarda la fase cantiere si prescrivono le seguenti mitigazioni:
1) Posizionamento aree cantiere in settori non sensibili;
2) Interventi di riqualificazione ambientale nelle aree cantiere;
3) Abbattimento polveri in aree cantiere;
4) Divieto di abbandono rifiuti .
Per la fase a regime non si prevedono mitigazioni in quanto gli interventi sono da considerarsi in riduzione rispetto a quelli esistenti.
6.9 POSIZIONAMENTO AREE CANTIERE IN SETTORI NON SENSIBILI
Come misura di mitigazione si indica di posizionare le aree cantiere in settori il più lontano possibile dalle aree sensibili, corrispondenti ad habitat di interesse comunitario (in particolare quelli analizzati nel presente elaborato) ed alle aree riproduttive o di svernamento delle specie animali per le quali si è approfondita la trattazione in quanto di maggior valore ecologico o particolarmente sensibili all’influenza antropica.
Le aree di cantiere e le eventuali nuove piste di cantiere saranno posizionate, compatibilmente con le esigenze tecniche-progettuali, in zone a minor valore vegetazionale (aree agricole o ex coltivi, meglio se in posizioni già deteriorate); dovrà essere evitato l’accesso di mezzi e qualsiasi lavorazione all’interno
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degli argini dei corsi d’acqua che presentino vegetazione ripariale; dovrà essere evitato l’accesso e l’utilizzo di aree esterne ai cantieri.
6.10 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE NELLE AREE CANIERE
Le aree sulle quali saranno realizzati i cantieri, dovranno essere interessate, al termine della realizzazione dell’opera, da interventi di riqualificazione ambientale e di ripristino dello stato originario dei luoghi, finalizzati a riportare lo status delle fitocenosi in una condizione il più possibile vicina a quella ante-operam oppure a stati naturali formi, mediante tecniche progettuali e realizzative adeguate.
Nei casi in cui sia possibile (ad esempio in terreni abbandonati di cui si abbia la disponibilità), si suggerisce la realizzazione di coltivazioni a perdere di specie appetibili per la fauna; indirettamente ciò produrrà un vantaggio per tutti gli altri livelli della piramide trofica in cui essa sia inserita.
6.11 DIVIETO DI ABBANDONO RIFIUTI
Come previsto nel sito di Natura 2000 i materiali di risulta a seguito delle lavorazioni dovranno essere eliminati al fine di assicurare il rispristino dei luoghi.
7. CONCLUSIONI
A fronte dello studio presentato e considerando le misure di mitigazione indicate, si conclude che l’intervento in esame è compatibile con la situazione ambientale dell’area .