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4.   VINCOLI

4.1   PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

Il Parco Nazionale del Pollino, tra la Basilicata e la Calabria, comprende oltre che il Massiccio del Pollino, i Monti di Orsomarso e il Monte Alpi di Latronico. Con i 2267 m di altezza s.l.m. della Serra Dolcedorme rappresenta il rilievo più alto dell' Appennino Meridionale ed è l’unico massiccio italiano dal quale siano visibili tre mari: lo Jonio, il Tirreno e l’Adriatico.

Il paesaggio si diversifica notevolmente: mentre a nord discende dolcemente verso i fiumi Sinni e Mercure-Lao, a sud si presenta aspro e accidentato. Il suo territorio è un vasto e articolato spazio

con forti connotati fisici e antropici, un susseguirsi di montagne, pianori, di timpe, di costoni, e strapiombi, di rocce di origine magmatica, di dolomie, di circhi glaciali, di accumuli morenici, di inghiottitoi, di massi erratici, di grotte e di gole.

Alcuni fiumi sono circondati da lussureggiante vegetazione boschiva, come il Peschiera, altri imprigionati all'interno di profonde gole come il Raganello, Argentino e Lao; se il calcare è la roccia dominante non mancano formazioni come la Timpa delle Murge; ai dolci pendii boscosi si contrappone la maestosa Timpa di San Lorenzo con i suoi 800 metri di parete verticale.

Nel Parco del Pollino sono presenti importanti formazioni vegetali. Pianta di straordinario interesse e fascino è il pino loricato, una specie presente in Italia solo sul Pollino, con esemplari che raggiungono anche i 900 anni di età. Vanno ricordate oltre i mille metri s.l.m. le splendide faggete-abetine presenti nel settore nord orientale del Parco, dove oltre all'Abete Bianco e il Faggio è presente anche l' Acero di Lobeli, un endemismo dell' Italia meridionale.

La Fauna si è molto rarefatta in questi ultimi decenni ma nel cuore dell‟Orsomarso vive ancora un nucleo del rarissimo Capriolo italico, tra i Massicci del monte Caramola e del monte Palanuda e la Valle dell’Argentino. E’ particolarmente prezioso perché rappresenta con quella del Gargano, l’ultima popolazione autoctona dell’Appennino meridionale, non inquinata geneticamente dall’immissione di esemplari provenienti dal Nord Europa e dalle Alpi.

Il Lupo, l'Aquila, il Picchio nero, il Driomio sebbene presenti non sono però facilmente avvistabili. La Lontra resiste nei corsi d’acqua più limpidi dei massicci del Pollino e dei Monti di Orsomarso, come il Frido, il Lao, il Raganello, l’Argentino e il Peschiera.

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4.1.1 ENTE PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

La Legge. 6 dicembre 1991, n.394 “Legge Quadro sulle Aree Protette” (e successive integrazioni della Legge 9 dicembre 1998 n.426) alla definizione di Parco Nazionale riporta quanto segue:

art.2 comma 1: “I parchi Nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geo-morfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni pre-senti e future”.

Il Parco Nazionale del Pollino viene istituito con DPR 15/11/1993, momento in cui entrano in vigore le

“Norme di Salvaguardia”, si tratta di accorgimenti temporanei cui la legge (L.394/91) fa seguire l’approvazione di uno strumento sistematico di disciplina dell’esercizio delle attività consentite entro i confini del Parco: il Regolamento (art.11).

La normativa nazionale con la L. 394/91 indica il piano per il parco come mezzo di tutela dei valori naturali ed ambientali affidata all’Ente Parco. La legge quadro definisce i settori di governo e le disposizioni generali a cui sottoporre l’area protetta ed attraverso cui comporre il sistema di gestione e conservazione del Parco Nazionale.

4.1.2 POLITICHE ENERGETICHE DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

Nel Parco nazionale del Pollino le reti elettriche costituiscono un fattore di criticità prioritariamente per l'impatto che il sistema di trasporto di energia induce sul sistema naturale di pregio, e in particolare sull'avifauna.

L'assetto delle attuali reti elettriche nasce per rispondere al bisogno di distribuire l'energia che, ancora oggi, viene essenzialmente prodotta in maniera centralizzata, cioè attraverso l'impiego di poche e grandi centrali sparse sul territorio e basate prevalentemente sull'utilizzo di fonti fossili (e nucleari). L'energia generata viene trasportata attraverso la rete in maniera unidirezionale, coprendo anche enormi distanze, direttamente dal luogo di produzione a quello di consumo. In questo tipo di struttura “passiva” è frequente che avvengano delle perdite durante le fasi di trasmissione e distribuzione dell'energia, che si traducono inevitabilmente in un incremento del costo finale dell'energia elettrica.

Le dorsali principali della rete ad alta tensione che trasporta l'energia dalle Centrali idroelettriche della Calabria al Nord d'Italia taglia in due il territorio del Parco. Tale dorsale principale è oggi oggetto di un riassetto funzionale alla necessità di superare i rischi di sovraccarico per consistenti transiti di energia che costituiscono uno dei principali problemi del sistema di trasporto in AT della rete Nazionale che

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presenta un punto di congestione proprio sul Pollino. In assenza di adeguati interventi, le criticità oggi presenti sono in generale destinate ad amplificarsi in futuro a causa dell’incremento dei transiti di potenza sulla rete.

Pertanto l’Ente parco ha stabilito, all’interno delle Norme tecniche di attuazione, una serie di direttive sia riguardanti la produzione di energia elettrica che la sua trasmissione. Come descritto nell’allegato 4 delle NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE dell’Ente Parco, all’interno dell’area è consentita esclusivamente la realizzazione di impianti di produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Fanno eccezione gli impianti a servizio delle civili abitazioni, dei pubblici uffici e delle attività produttive alimentati a gas metano o ad altro gas combustibile.

In tutte le zone del Parco è vietata la realizzazione di nuovi impianti alimentati da fonti fossili e l'estrazione di materie prime fossili destinate alla produzione di energia.

Relativamente alle opere oggetto di tale studio, si riportano di seguito le norme tecniche di attuazione, in particolare gli art.12,13 e 14 dell’allegato 4:

Art. 12 Interventi ed opere sulle infrastrutture a rete esistenti

Nelle zone B e C del Piano la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché le opere di smantellamento delle reti e di ripristino dei luoghi sono soggette a Nulla Osta del Parco.

Art. 13 Realizzazione di nuove infrastrutture

1. Nelle zone A è vietata la realizzazione di nuove infrastrutture a rete, a meno che non si tratti di infrastrutture connesse all’attività dell’Ente stesso che si sviluppino lungo la viabilità esistente, siano interrate e non prevedano per la loro realizzazione disboscamenti o tagli di vegetazione.

2. Nelle altre zone del Parco la realizzazione di nuove infrastrutture a rete è soggetta a Nulla Osta dell’Ente Parco.

3. Gli elettrodotti ricadenti in zona B e le linee elettriche MT dovranno essere realizzati in cavo Elicordato in cavo sotterraneo e le cabine MT/BT saranno di tipo box, mentre nelle rimanenti zone del Parco le linee elettriche MT saranno realizzate uniformandosi allo standard delle mensole boxer prevedendo un’adeguata distanza tra mensole e cavi, come previsto dalle Linee guida ministeriali.

Art. 14 Smantellamento degli elettrodotti

Entro due anni dall’entrata in vigore delle presenti Norme, i soggetti responsabili (o aventi causa da essi) della costruzione di elettrodotti non più in servizio, devono bonificare i resti di tali tratte nelle Zone A.

Tale termine si eleva ad anni quattro nelle Zone B.

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4.1.3 NULLA-OSTA E SEGNALAZIONE INIZIO ATTIVITA’ E COMUNICAZIONE

Tramite la delibera del consiglio direttivo dell’Ente Parco sulle Norme Tecniche di Attuazione e Regolamento del parco del 29/12/2010, si definiscono le attività sottoposte a nulla-osta da parte del Parco oppure a SCIA. La tipologia d’interventi è assoggettata a nulla osta del parco nel seguito si riporta il dettaglio di ogni singolo traliccio sulla zonizzazione del Parco Nazionale del Pollino.

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