• Non ci sono risultati.

a supporto del FinTech

3.3 Il modello del Corporate Venture Capital

Il modello dei Corporate Venture Capital (CVC) sta diventando uno degli strumenti più utilizzati dalle imprese all’interno del più ampio paradigma dell’open innovation.

Esistono infatti numerose ragioni (Figura 7) per cui molte aziende decidono di investire in un fondo, una delle ragioni principali è che in cambio dell’investimento in startup, la grande

corporation apre una “finestra” di opportunità su tecnologie e aziende altamente innovative,

senza perdere però il focus anche sul ritorno degli investimenti effettuati. Diversi obiettivi, da un lato ritorni finanziari, diretti (IRR15) e indiretti (riduzione dei costi di sviluppo di nuovi prodotti), dall’altro ritorni strategici, ossia visibilità e assessment dei tech trend emergenti.

Figura 7: Obiettivi del Corporate Venture Capital

Fonte: Ernst & Young

I vantaggi sono molteplici da entrambe le parti: le startup trovano un finanziatore affidabile e interessato al proprio progetto, l’azienda invece, che nella maggior parte dei casi, investe in realtà vicine o utili al suo core business, può così utilizzare il lavoro della startup come farebbe con un proprio centro interno di ricerca e sviluppo.

15 L’Internal Rate of Return è uno degli indici più apprezzati per misurare i ritorni degli investimenti nel settore

del private equity. Il tasso di rendimento interno indica il ritorno annuo di un’attività di investimento, ed è calcolato mediante il confronto delle uscite relative all’investimento e le entrate da questo derivanti.

41

Tecnicamente il CVC è un sottogruppo del più ampio strumento del VC, nel quale il soggetto che investe in questo specifico caso è un’azienda o un grande gruppo industriale.

Si ritiene opportuno descrivere, più dettagliatamente rispetto a quanto già detto nel capitolo 2, le caratteristiche di questo strumento a supporto delle imprese innovative.

I primi fondi CVC sono nati nella seconda metà degli anni ’60, circa vent’anni dopo la nascita dei fondi VC tradizionali. L’espansione di questo nuovo modello fu favorita dal successo dei primi fondi CVC, infatti a partire dalla seconda metà degli anni ’60 circa il 25% delle aziende nella lista della 500 maggiori aziende americane stilata dalla rivista “Fortune” aveva avviato programmi di CVC.

Generalmente gli sforzi andavano in due direzioni diverse, dando vita a 2 differenti forme di

CVC: da un lato le grandi aziende finanziavano nuove imprese attraverso altri venture capitalist,

in molti casi infatti le aziende fornivano semplicemente fondi ai venture capital che poi li investivano, in altri casi le aziende investivano direttamente in startup, avendo così la possibilità di avere un portafoglio di startup tailor made sulla base dei loro specifici bisogni; all’estremo opposto altre aziende decidevano di finanziare progetti interaziendali, finalizzati a favorire la nascita dello spirito imprenditoriale all’interno delle loro organizzazioni. Questi programmi consentivano infatti ai lavoratori/imprenditori di concentrare la loro attenzione solo sullo sviluppo di nuovi progetti innovativi, senza dover pensare, come avviene normalmente nello sviluppo di nuovi progetti, anche alle questioni finanziarie, legali e di sviluppo commerciale, a cui pensava l’azienda promotrice del fondo.

Nel 1973, il mercato borsistico, la modalità principale di exit degli investimenti VC, subì un brusco crollo e, di conseguenza anche gli investimenti VC subirono un rallentamento in quanto più difficili da dismettere e perciò meno attrattivi. Allo stesso tempo le aziende iniziarono a ridimensionare le proprie iniziative interne. Così i programmi di CVC iniziati nella seconda metà degli anni ’60 si sciolsero dopo pochi anni.

Tali iniziative ripresero solo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, anche grazie alla ripresa del mercato borsistico e all’emanazione di una normativa che disciplinava gli investimenti nei fondi pensione16.

16 I fondi pensione sono forme pensionistiche complementari che possono assumere varie forma e natura: una delle

principali differenze consiste nella tipologia di lavoratori che possono iscriversi (i fondi chiusi sono riservati ad alcune tipologie di lavoratori, i fondi aperti al contrario sono aperti a tutte le tipologie di lavoratori). La mission di questi fondi, indipendentemente dalla specifica tipologia, è quella di raccogliere i contributi (o il TFR) dei lavoratori e investirli nei mercati finanziari (secondo criteri prestabiliti) al fine di incrementare i contributi versati dagli aderenti con i rendimenti conseguiti sui mercati.

42

Le grandi aziende furono, come era avvenuto alla fine degli anni ’60, attratte nuovamente dagli investimenti in VC, tanto che nel 1986 i fondi CVC rappresentavano il 12% del totale dei fondi

VC.

Si evince da questa breve analisi storica del fenomeno, come l’impegno delle grandi aziende ad investire in fondi CVC abbia rispecchiato l’andamento ciclico dell’intera industria VC. Interessante è anche capire le ragioni dietro al fallimento delle iniziative CVC.

Secondo uno studio realizzato negli anni ‘8017 ci sono tre carenze strutturali per cui un fondo

CVC fallisce. Una delle prime ragioni di fallimento è la non chiarezza della mission, spesso

infatti tali fondi cercano di realizzare una vasta gamma di obiettivi, non necessariamente compatibili tra loro, dall’apertura di una finestra sulle tecnologie emergenti alla realizzazione di elevati rendimenti finanziari.

La confusione negli obiettivi porta al non raggiungimento dei risultati attesi. Ad esempio, quando alla guida del fondo ci sono venture capitalist esterni, le cui remunerazioni sono commisurate alle prestazioni finanziarie del fondo, questi sono spesso insoddisfatti in quanto costretti ad investire nelle tecnologie ritenute più interessanti per l’azienda promotrice del fondo, non sempre coincidenti con quelle più profittevoli.

Una seconda causa di fallimento è lo scarso commitment dell’azienda nelle iniziative in essere. Spesso infatti anche se il top management crede fortemente nelle iniziative finanziate, il middle

management e il team R&D non le appoggiano pienamente, preferendo che il fondo investa in

programmi interni all’azienda (in letteratura tale atteggiamento è definito come “sindrome not

invented here18”).

Ultima causa di fallimento dei fondi CVC, sono i meccanismi di compensazione del personale. Le aziende infatti in molti casi sono riluttanti a compensare i manager del fondo con remunerazioni extra legate ai risultati della gestione, per paura di dover riconoscere guadagni elevati ai manager che hanno scelto di investire, durante la loro gestione, in aziende di successo. Per tali meccanismi diventa difficile per le aziende attrarre i manager più talentuosi a gestire il proprio fondo.

Dopo aver brevemente descritto le origini e le caratteristiche principali di un fondo CVC, è opportuno fornire dettagli su Neva Finventures, il fondo istituito dal Gruppo Intesa Sanpaolo.

17 R. Siegel, E. Siegel, I. MacMillan, 1988.

18 Con la sindrome del “not invented here”, ci si riferisce a quell’atteggiamento culturale, sociale, aziendale che

spinge ad evitare di utilizzare ricerche, prodotti o conoscenze già esistenti a causa delle loro origini esterne all’organizzazione.

43

Documenti correlati