• Non ci sono risultati.

Questo modello personalista, distinguendosi da quello relazionale (che sottolinea soprattutto il valore della soggettività e della relazione

intersoggettiva) e da quello ermeneutico (che evidenzia il ruolo della coscienza soggettiva nell’interpretare la realtà secondo la propria precomprensione), sottolinea che a fondamento della stessa soggettività sta un’esistenza ed un’essenza costituta nell’unità corpo-spirito115. Questo personalismo classico di tipo realista e tomista, senza negare la componente esistenziale, o capacità di scelta, intende affermare prioritariamente uno statuto oggettivo ed esistenziale (ontologico) della persona116. Sempre il prof. Sgreccia afferma che la persona è un corpo spiritualizzato, uno spirito incarnato, che vale per quello che è e non soltanto per le scelte che fa. Anzi, in ogni scelta la persona impegna ciò che è, la sua esistenza e la sua essenza, il suo corpo e il suo spirito117. La prospettiva del personalismo realista vede la persona come unità o unitotalità di corpo e spirito che rappresenta il suo valore oggettivo, di cui la soggettività si fa carico, e non può non farsi carico, sia rispetto alla

26

propria persona, sia rispetto alla persona altrui118. In un’etica personalista, l’aspetto oggettivo e quello soggettivo si richiamano e si implicano a vicenda.

Perciò, in sintonia con tutta la morale cattolica, il prof. Sgreccia ricorda che, il valore etico di un atto dovrà essere considerato: a) sotto il profilo soggettivo dell’intenzionalità; b) nel suo contenuto oggettivo relativo all’azione compiuta; c) e nelle conseguenze che da esso scaturiranno.

ALTERNATIVE AL VACCINO

63. Quali sono le possibili soluzioni per guarire le persone positive al virus Covid-19119?

Le possibili soluzioni che hanno trovato riscontri positivi sono: 1) Il plasma iperimmune, sperimentato dal dott. De Donno, primario di Pneumologia all’Ospedale Carlo Poma di Mantova. Egli ha utilizzato come terapia il plasma iperimmune su uno sperimento riguardante 48 paziente contagiati gravemente e tutti sono guariti dopo poco tempo dalla somministrazione120); 2) La Idrossiclorochina121 o plachinil (utilizzata e garantita riguardo la sua efficacia da molti medici italiani e non); 3) Gli anticorpi monoclonari, già utilizzati in molti Paesi, compreso l’Italia; 4) Cure domiciliari tempestive e con farmaci opportuni prescritti dal medico di base (già attuate e verificate positivamente dalla Comunità scientifica). Ecc.

IPOTESI DELLA DURATA DELLA PANDEMIA 64. Quanto può durare una pandemia?

Il Prof. Palù, in un’intervista pubblicata su rainews afferma: «tutte le pandemie della storia causate da agenti virali, anche quelle ricorrenti, non sono durate più di due anni dal loro esordio e questo significa che i virus finiscono per adattarsi all'uomo che a sua volta sviluppa naturalmente sistemi di difesa»122.

PANDEMIA E COMUNTA’ ECCLESIALE

65. Cosa afferma la Congregazione per la Dottrina della fede in merito alla vaccinazione123? (affermazioni condivise e assunte da Papa Francesco tramite la sua firma)

Nell’introduzione si afferma: «Poiché sono già a disposizione, per la distribuzione in diversi Paesi e la relativa somministrazione, i primi vaccini

27

contro il Covid-19, questa Congregazione vuole offrire alcune indicazioni per un chiarimento in materia. Non si intende giudicare la sicurezza ed efficacia di questi vaccini, pur eticamente rilevanti e necessarie, la cui valutazione è di competenza dei ricercatori biomedici e delle agenzie per i farmaci, ma soltanto riflettere sull’aspetto morale dell’uso di quei vaccini contro il Covid-19 che sono stati sviluppati con linee cellulari provenienti da tessuti ottenuti da due feti abortiti non spontaneamente».

Proseguendo, (Nota 1 n.4) si afferma: «l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un'approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti.[4] Si chiede, quindi, sia alle aziende farmaceutiche che alle agenzie sanitarie governative, di produrre, approvare, distribuire e offrire vaccini eticamente accettabili che non creino problemi di coscienza, né a gli operatori sanitari, né ai vaccinandi stessi.

(Nota 1 n.5) Nello stesso tempo, appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti. Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, devono adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo. In modo particolare, essi devono evitare ogni rischio per la salute di coloro che non possono essere vaccinati per motivi clinici, o di altra natura, e che sono le persone più vulnerabili».

(Nota 1 n.6) Infine, vi è anche un imperativo morale, per l'industria farmaceutica, per i governi e le organizzazioni internazionali, di garantire che i vaccini, efficaci e sicuri dal punto di vista sanitario, nonché eticamente accettabili, siano accessibili anche ai Paesi più poveri ed in modo non oneroso per loro.

La mancanza di accesso ai vaccini, altrimenti, diverrebbe un altro motivo di discriminazione e di ingiustizia che condanna i Paesi poveri a continuare a vivere nell'indigenza sanitaria, economica e sociale.[5]

Il Sommo Pontefice Francesco, nell’Udienza concessa in data 17 dicembre 2020 al sottoscritto Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha esaminato la presente Nota e ne ha approvato la pubblicazione.

COMPITO DEL PRESBITERO

28

66. Ciò fa emergere una prima domanda, ossia: Come il presbitero è chiamato a porsi riguardo situazioni polito-sociali che lo coinvolgono? O in altri termini, Qual è il compito del presbitero in rapporto all’ambito politico e sociale in cui esso è inserito?

La Comunità ecclesiale infatti, pur riconoscendo che il compito di intervenire direttamente nell’azione politica e nell’organizzazione sociale, fa parte della vocazione dei fedeli laici, invita i presbiteri a «non mancare di applicarsi nello sforzo di formare rettamente la loro coscienza»124. Il documento magisteriale a cui ci stiamo riferendo prosegue affermando che: «il sacerdote ha quindi una particolare responsabilità di spiegare, promuovere e, se necessario difendere – sempre seguendo gli orientamenti del diritto e del Magistero della Chiesa – le verità religiose e morali, anche di fronte all’opinione pubblica»125. Il un contesto culturale sempre più secolarizzato, dove «la religione è spesso trascurata e considerata come irrilevante o illegittima nel dibattito sociale, o tutt’al più confinata solo nell’intimità delle coscienze, il sacerdote è chiamato a sostenere il significato pubblico e comunitario della fede cristiana, trasmettendola in modo chiaro e convincente, in ogni occasione, al momento opportuno e non opportuno (Cf. 2Tm 4,2), e tenendo conto di quel patrimonio di insegnamenti che costituisce la Dottrina sociale della Chiesa»126.

DOTTRINA SOCIALE E AZIONE PASTORALE

67. Come la Comunità cristiana può dare questo contributo?

In merito a questo interrogativo, considerando le riflessioni proposte dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa, esso propone come particolarmente importanti per un’azione pastorale della Comunità ecclesiale in ambito sociale i seguenti aspetti.

1) In primo luogo, va evidenziato che l’azione ecclesiale per svolgere la sua missione impegna tutto il popolo di Dio. Ciascuno è infatti chiamato al dovere di annunciare e testimoniare il Vangelo (cfr. 1 Cor 9,16), e questo, divenendo soggetto attivo nella testimonianza della dottrina sociale della Chiesa.

La Comunità ecclesiale infatti, da una parte, è consapevole della forza rinnovatrice che il cristianesimo ha anche nei confronti della cultura e della realtà sociale127; dall’altra parte essa contribuisce alla costruzione della comunità degli uomini, mostrando il significato sociale del Vangelo.

1.1) Questo significato sociale intrinseco al Vangelo di Cristo consiste nell’offrire una visione integrale dell’uomo che svela la sua dignità inviolabile, illuminando in tal modo gli autentici valori umani128. Per questo motivo, il fondamento della moralità di ogni agire sociale consiste nello sviluppo umano della

29

persona, creando le condizioni che permettano ad ogni uomo di attuare la sua integrale vocazione, corrispondente in ultima analisi al vero bene dell'umanità.

2) A questo primo elemento, relativo al significato sociale del Vangelo, il