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SECONDO CAPITOLO: REALISMO E MODERNISMO A CONFRONTO 2.1 Corsi e ricorsi storici del dibattito letterario nella Cina di Deng Xiaoping

2.3 Posizioni a confronto: Gao Xingjian 高行健, Wang Meng 王蒙 e la problematica adesione allo stile modernista

2.3.2 Un modernismo da riformare: Wang Meng e il Carteggio su “il flusso d

coscienza”

Diverso fu il destino che toccò a Wang Meng 王蒙 (1934-). Poco dopo la riabilitazione politica seguita al lungo periodo di confino nella provincia del Xinjiang che lo vide protagonista, Wang Meng si interessò alla questione del modernismo e, in particolare, alla tecnica del flusso di coscienza a esso collegata. All’interno della lettera intitolata Guanyu “yishiliu” de tongxin 关于”意识流”的通信 (“Carteggio su ʽil flusso di coscienzaʼ”) scritta nel dicembre del 1979, egli risponde a una missiva inviatagli da alcuni studenti dell’Università di Xiamen, nel Fujian, nella quale gli vengono chieste delucidazioni circa la recentissima opera Ye de yan 夜的眼 (“Gli occhi della notte”), pubblicata nell’ottobre dello stesso anno. Gli ottomila caratteri che formano il testo raccontano gli incontri e gli eventi occorsi a un unico personaggio nell’arco di una notte. Il protagonista è uno scrittore reduce da un periodo di esilio che lo ha forzatamente tenuto lontano per vent’anni (è evidente che l’opera contiene numerosi elementi autobiografici). Nel testo il protagonista torna nel proprio paese d’origine e partecipa a un incontro di scrittura creativa. Il tentativo di Wang Meng è forse quello di fornire un riflesso della recente società cinese grazie alla descrizione dei cambiamenti occorsi nell’era immediatamente successiva alla morte di Mao Zedong. Tuttavia, invece di contenere una serie di oggettive impressioni, l’opera presenta una realtà interamente filtrata e rielaborata dalla soggettività del protagonista. L’attenzione che Wang Meng dimostra verso la psicologia dei propri personaggi si esplica nel frequente uso del cosiddetto “monologo narrato” (Tay, 1984: 12) (entrambe le lettere

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tuttavia non distinguono le diverse tecniche usando l’espressione “flusso di coscienza” in maniera sommaria).9 Tuttavia l’opera Gli occhi della notte va inserita in quello spazio d’intersezione tra il sottogenere letterario del flusso di coscienza e il realismo, poiché al suo interno vi sono ancora evidenti segni della presenza di un autore onnisciente. “Ammetto di avere scritto il romanzo utilizzando di proposito svariate tecniche” (1979: 70): questa è l’ammissione iniziale che precede la risposta dello scrittore. Egli infatti spiega di avere subìto il fascino di alcune opere moderniste e di averne voluto trarre ispirazione per “descrivere le sensazioni dell’uomo” (1979: 70). L’intera impostazione argomentativa del testo, tuttavia, lascia trapelare un critico approccio nei confronti della tecnica modernista e delle premesse ideologiche che vi stanno alla base. L’opinione di Wang Meng è che l’uomo non debba essere ridotto a semplice entità emotiva, ma che gli debba essere riconosciuta la capacità di discernimento propria della ragione umana. “L’uomo non solo può provare emozioni, ma può anche pensare” (1979: 71) sono le parole con cui lo scrittore chiarisce la propria posizione. Una tra le più conosciute e significative affermazioni di Wang Meng riguardo la tecnica del flusso di coscienza si trova all’interno di questa lettera:

Ammetto anche di avere letto in passato romanzi stranieri contenenti il flusso di coscienza; una volta lette, molte di queste opere mi hanno lasciato la vostra stessa impressione, esse confondono la mente. È evidente che non posso sopportare né copiare indiscriminatamente quel tipo di atteggiamento psicologico morboso, anormale, mistico e solitario. (Wang Meng, 1979: 70)

Le parole appena riportate non lasciano spazio a fraintendimenti: lo scrittore sceglie di mantenere un oggettivo atteggiamento di critica nei confronti degli eccessi che, a suo dire, venano la tecnica del flusso di coscienza. Essa va adoperata con estrema consapevolezza e con l’obiettivo di dare piena espressione ai sentimenti umani, senza approfondirne i caratteri psicologici più oscuri. Va infatti rigettata ogni forma di estremismo psicologico per dare all’utilizzo della tecnica occidentale uno scopo positivo. Si noti come Wang Meng non neghi l’indiscutibile apporto letterario che l’introduzione del flusso di coscienza avrebbe dato al mondo letterario cinese, e si noti anche come il richiamo a una tecnica meno interessata agli aspetti morbosi dell’animo umano non implichi una concezione semplicistica di quest’ultimo. Le idee e l’atteggiamento letterari che Wang Meng aveva nei confronti della tecnica del flusso di coscienza sono particolarmente palesi in uno dei

9 Il problema dell’eccessiva indefinitezza dell’espressione “flusso di coscienza” viene approfondito in

William TAY, “Wang Meng, Stream-of-consciousness, and the Controversy over Modernism”, Modern

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passaggi conclusivi della lettera che lo scrittore inviò agli studenti dell’Università di Xiamen:

Noi riteniamo che sentimenti, immaginazione e libere associazioni mentali non vadano poste in contrasto con il pensiero, la concettualizzazione e il giudizio. Noi riteniamo che i primi siano la base dei secondi, e che i secondi siano il risultato dei primi. Noi continuiamo a ritenere che l’opera debba avere un pensiero e un soggetto, e che questi non debbano essere semplificati tanto da potere essere resi con poche parole stereotipate. (Wang Meng, 1979: 72)

Nelle parole appena riportate prendono forma alcuni dei concetti cardine del pensiero di Wang Meng: il primo riguarda la convinzione che sentimento e ragione siano indissolubilmente legati da un rapporto causa-effetto e che, perciò, possano coesistere senza necessariamente contrastarsi o eliminarsi vicendevolmente; il secondo riguarda il rifiuto di ridurre l’opera letteraria a mero riflesso di una realtà semplificata e la corrispondente ammissione di complessità del presente. Ciò nonostante egli sostiene l’ipotesi di una indagine e una resa dell’eterogeneità del presente cinese scevri da qualunque morbosità.

Altresì interessante per la nostra analisi è la constatazione di come, nonostante Wang Meng non abbia dato al proprio testo alcuna connotazione ideologica esplicita, tuttavia egli ritenga fondamentale condurre la tecnica del flusso di coscienza all’interno di un processo che la riformi e che la inquadri in un’ottica di tipo critico:

Non sono un teorico, però spero che ci si approcci al flusso di coscienza in modo oggettivo, cogliendone pregi e difetti. Spero che saremo capaci di analizzarlo e svilupparne gli aspetti positivi rigettando quelli negativi mediante una visione del mondo guidata dal materialismo dialettico.

(Wang Meng, 1979: 71)

Ciò che è emerso dall’analisi della lettera che Wang Meng spedì agli studenti dell’Università di Xiamen è una combattuta adesione nei confronti dello stile modernista, e in particolare nei confronti della tecnica narrativa del flusso di coscienza. Pur riconoscendone l’effettivo valore letterario, e sebbene ne auspichi una diffusione nel proprio paese, l’autore mostra indubbie riserve circa l’esasperata inclinazione a scindere ragione e sentimento e l’errata tendenza all’irrazionalità e al misticismo: il flusso di coscienza non deve mettere in luce le nevrosi e le sofferenze interiori dei personaggi, bensì descriverne fedelmente le sensazioni, divenendo strumento di diffusione di un’estetica morale.

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Come si è dimostrato, Gao Xingjian e Wang Meng si relazionarono al modernismo in modi piuttosto diversi. Ciò nonostante, i due erano concordi sul fatto che la Cina avesse già sperimentato la letteratura modernista, e in particolare la letteratura del flusso di coscienza, grazie a Lu Xun 鲁迅 (1881-1936). Nella monografia Discorso preliminare sulle tecniche del modernismo nella narrativa Gao Xingjian afferma che l’opera Kuangren riji 狂人日记 (“Diario di un pazzo”) mette a frutto l’assurdità di Gogol, mentre Guoke 过 客 (“Il passante”) assomiglia dal punto di vista formale al teatro pirandelliano (1981: 113). Anche Wang Meng porta l’esempio di Lu Xun: all’interno della raccolta di componimenti in prosa Yecao 野草 (“Erbe selvatiche”) lo scrittore rintraccia la presenza di descrizioni di sentimenti che verosimilmente e coraggiosamente potrebbero ricondurre al sottogenere letterario del flusso di coscienza (1979: 71).

Quali furono le reazioni che il pensiero dei due scrittori, e soprattutto le opere relative ad esso, suscitarono nel mondo intellettuale? Come spiegato precedentemente, il clima culturale cinese si stava progressivamente irrigidendo e ovviamente la comparsa di opere così rivoluzionarie ne era una delle cause principali. L’approccio al modernismo da parte dei due scrittori fu evidentemente diverso, più irruente il primo, più cauto il secondo. La conseguenza di questi diversi atteggiamenti letterari fu un altrettanto diverso atteggiamento della critica nei loro confronti.