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IL MONDO PROVA A DARSI DELLE REGOLE

DA RIO DE JANEIRO A JOHANNESBURG…

ALL’AGENDA 2030

Il primo intervento mondiale a favore della conservazione della biosfera risale al 1971, quando venne varato dall’UNESCO il Progetto Uomo e Biosfera: per la prima volta un organismo internazionale proclamò che l’uomo non doveva essere considerato più un estraneo distruttore degli equilibri naturali, bensì un importante elemento rego-latore integrato armonicamente nella biosfera.

Da quel momento, i congressi, le conferenze e i progetti a favore della tutela ambientale e per la conservazione del pianeta terra si sono moltiplicati, confermando come l’eco-logia, rappresenti un approccio alla realtà naturale ad alto valore sociale.

Nel 1985 fu sottoscritta la Convenzione di Vienna per la protezione dello stato di ozono, che tuttavia non vincolava le nazioni firmatarie a ridurre l’emissione di CFC.

Occorrono due anni per giungere ai Negoziati di Montreal nel 1987: nei colloqui vennero coinvolti i governi dei paesi

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poveri e degli stati industrializzati e il protocollo che con-cluse i lavori venne sottoscritto da 24 nazioni e dalla Comu-nità Europea. L’accordo ha messo in moto numerose inizia-tive da parte di tutti i governi per limitare la produzione e il consumo dei pericolosi gas, bandendoli dall’ uso nelle bom-bolette spray e limitandone l’utilizzo nell’industria dei frigo-riferi.

Il lungo cammino per la conservazione del pianeta ha con-dotto le nazioni del mondo a partecipare al secondo incon-tro internazionale dedicato all’ambiente. Nel mese di Giu-gno nel 1992 si è tenuta a Rio de Janeiro la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite per l’ambiente, dal titolo

“Ambiente e sviluppo”, un incontro che ha rappresentato una tappa di grande importanza nella storia di questo se-colo

Nel 1995 la CFC era già diminuita del 76% rispetto al picco raggiunto nel 1988. I Negoziati di Montereal sono stati se-guiti dagli accordi di Copenaghen del 1992 che hanno preso in considerazione l’azione degli idroclorofluorocarburi, so-stituti dei CFU ma altrettanto pericolosi per l’ozono, tanto da spingere i paesi industrializzati alla decisione di ridurli entro il 2020 e di eliminarli completamente entro il 2030. Il tour più recente di revisione si è svolto nel Novembre del 1995 a Vienna, dove è stata decisa l’eliminazione, entro il 2010, di un altro pericoloso nemico dell’ozono, il bromuro di metile.

Il Protocollo di Kyoto firmato nel Dicembre del 1997, impe-gna i paesi industrializzati e quelli caratterizzati da un’eco-nomia in transizione a ridurre del 5% le emissioni, entro il 2010 e precisamente nel periodo compreso tra il 2008 e il

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2012. Questi gas, detti “gas serra” sono: biossido di carbo-nio, metano, protossido di azoto, esafluoro di zolfo, perfluorocarburi, fluorocarburicloro idrati. La riduzione del 5% non è però uguale per tutti i paesi; nessun tipo di limi-tazioni viene previsto per i paesi in via di sviluppo, perché un tale vincolo, era già stato discusso a Rio nel 1992, ral-lenterebbe o condizionerebbe il loro cammino verso lo svi-luppo economico-sociale. Per la riduzione delle emissioni, il Protocollo individua come prioritari alcuni settori: l’energia di processi industriali, agricoltura e rifiuti.

Agenda 21

Agenda 21 è un documento di intenti ed obiettivi program-matici su ambiente, economia e società sottoscritto da ol-tre 170 paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992.

Tale documento è formato da 40 capitoli e suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di attuazione.

Il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD), tenu-tosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002, ha rappresentato un'importante occasione per rilanciare l'im-pegno degli Enti locali. Nei documenti finali del Summit il governo locale ha ottenuto il riconoscimento della comu-nità internazionale per il suo ruolo di attore chiave nell'at-tuazione dell'Agenda 21.L'obiettivo per il prossimo decen-nio è di passare dall'Agenda 21 all'Azione 21 e di adottare Piani d'azione "concreti e realistici".

30 Convenzione sul clima

Nel 2001 si riunì il Comitato Intergovernativo sui Cambia-menti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC) che ha stabilito in un rapporto l’ obiettivo da raggiungere entro il 2010: sta-bilizzare la concentrazione di biossido di carbonio non oltre il 30% dei livelli attuali. In Europa tale obiettivo si sarebbe dovuto raggiungere tale entro, però, il 2012. Questo vin-colo indusse gli stati membri a fissare regole comuni per ridurre le emissioni e aumentare l’efficienza energetica;

inoltre l’Unione Europea fu chiamata anche a penalizzare con misure fiscali l’impiego di combustibili fossili , a pro-muovere l’impiego di fonti rinnovabili e, dal punto di vista pratico, ad aumentare il risparmio energetico, a ristruttu-rare le centrali responsabili del 30% dell’inquinamento e ad introdurre le prime ecolabel (etichette ecologiche certifi-canti il basso consumo energetico di oggetti di uso comune come gli elettrodomestici).

Nel 2002 si è tenuta una Conferenza a Johannesburg ri-guardante lo sviluppo sostenibile. L’evento ha riscosso una certa risonanza per la bellezza della città ospitante, ma si è rivelato deludente quanto ai risultati pratici conseguiti.

Nel 2015 si è tenuta a Parigi una conferenza a livello mon-diale da cui è scaturito l’Accordo di Parigi, nel quale 195 Paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridi-camente vincolante sul tema ambientale. L’Accordo defini-sce un piano d’azione globale finalizzato a “rimettere il mondo sulla buona strada” e ad evitare cambiamenti cli-matici pericolosi attraverso il controllo delle emissioni e la limitazione del riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi.

31 POSIZIONI CONTRARIE

Proprio nei primi anni del nuovo Millennio si è però regi-strato un passo indietro o quantomeno un arresto del cam-mino percorso fino a quel momento. Nel 2001, infatti, ci fu il ritiro degli Stati Uniti dal Protocollo di Kyoto, annunciato dalla stessa Casa Bianca; nel 2003 anche il Governo di Mo-sca dichiarò di sospendere a tempo indeterminato qual-siasi impegno previsto dal Protocollo. Queste defezioni hanno influito in modo significativo sul mancato raggiungi-mento degli obiettivi prefissati pochi anni prima.

L’AGENDA 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità

sotto-scritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi mem-bri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo So-stenibile; guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impe-gnati a raggiungerli entro il 2030.

Tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di por-tare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distin-zione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere

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diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò vuol dire che ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu.

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