• Non ci sono risultati.

I

magine, cantava John Lennon. In effetti l’arte in tutte le sue espressioni ci aiuta a re-immaginare: un mondo più bello, felice, un mondo migliore, dove i diritti dell’uomo e della Terra sono naturalmente rispettati. E proprio a vedere oltre, a immaginare armo-nia si sono cimentati gli artisti autori dei libri e delle mostre di questo portfolio.

Con i suoi occhi limpidi e il suo obiettivo im-placabile, Sebastião Salgado in 50 anni di carriera è andato alla ricerca della verità, cogliendo la ricchezza delle differenze cul-turali, le sfumature dell’uomo; constatando i diritti violati, gli orrori dei genocidi, eppure sempre capace di rinascere alla speranza, alla positività. Ancora oggi con un nuovo capitolo della sua “fotografia militante”, un inedito sguardo sull’“Amazônia”, mostra pro-dotta dal Maxxi di Roma in collaborazione con Contrasto e curata da Lélia Wanick Sal-gado, sua compagna di viaggio e di vita.

Le oltre 200 foto esposte – condensato di 48 reportage e 7 anni di lavoro – non raccontano la distruzione di quell’ecosistema fondamen-tale per la Terra, ma al contrario, sottolinea il fotografo brasiliano, vogliono“denunciarne”

la bellezza. “Amazônia” è una storia di ac-qua, terra e cielo che ci porta per la prima volta nel cuore sconosciuto di quel luogo: in quell’82% di bellezza ancestrale e incontami-nata fatta di montagne, alberi, immensi si-stemi d’acqua dolce e di popolazioni indi-gene a noi ignote dalle quali, dice Salgado, possiamo imparare a vivere chiedendo alla natura solo ciò che serve.

«C’è una grande ricchezza nell’essere di cul-ture miste. I miei genitori me le hanno instil late entrambe e hanno condiviso la loro storia».

Padre svizzero e madre guineiana, Namsa Leuba nella sua fotografia esplora proficua-mente l’intersecarsi tra cultura occidentale e africana, le reciproche appropriazioni e influenze. Indagine sociale, culturale e politi-ca, ma anche moda, design e ricerca este-tica sono i temi dei suoi ritratti. Colorati, densi, spaziano dalla rappresentazione delle cre-denze animistiche, dagli echi dell’apartheid al vocabolario della moda che evoca profe-ti, divinità e guerrieri. Ora la sua opera è rac-colta in “Crossed Looks”, volume che accoglie anche l’ultima serie scattata a Tahiti, amplia-mento di una ricerca che es plora la perce-zione occidentale dell’Altro.

Mostra e iniziativa artistico-culturale, “Pro-get to Genesi” nasce sull’idea che l’arte con-temporanea possa farsi ambasciatrice del diritto. Inaugurata lo scorso settembre a Villa Panza, Varese, si protrarrà fino a settembre 2022, itinerando ad Assisi, Matera, Agrigento, ogni volta in luoghi del FAI. La mostra espone le opere raccolte dall’Associazione Genesi che, fondata da Letizia Moratti nel 2020, è impegnata nella difesa dei diritti umani at-traverso la valorizzazione delle differenti culture e dell’ambiente. Opere di Anne de Carbuccia, Liu Bolin, Zanele Muholi, Monica Bonvicini, JR, Shilpa Gupta e molti altri si spargono così nelle sei sezioni del percorso espositivo: dalla memoria e l’identità multi-culturale dei popoli al colore della pelle e le vittime del potere, alla condizione femminile e la tutela dell’ambiente.

L’arte ancora una volta si fa messaggera di valori inalienabili. Perché sempre ci sarà bisogno di bellezza per sostenere i diritti, dell’uomo e della Terra

Qui accanto. La cover di “Crossed Looks”

(Damiani), che accompagna la prima personale di Namsa Leuba, fino a dicembre all’Halsey Institute of Contemporary Art di Charleston, USA. In alto.

La cover di “Amazônia”

di Sebastião Salgado (Taschen). Nella pagina accanto. “Monte Roraima. Stato del Roraima, Brasile”, 2018 (foto ©Sebastião Salgado/

Contrasto).

88 PORTFOLIO PORTFOLIO 89 Due lavori dell’artista Namsa Leuba. Qui sopra. “Statuette Punu, Bintou, Guinea”, 2011, della serie “Kala Ben”, uno degli

scatti realizzati nella Guinea Conakry con cui ha cercato di esplorare le credenze animistiche. Nella pagina accanto.

“Damien”, 2015. Questa immagine fa parte della serie “NGL” (acronimo di Next Generation Lagos), serie nata durante una residency all’Art Twenty One di Lagos (entrambe le foto, ©Namsa Leuba, courtesy Damiani).

90 PORTFOLIO PORTFOLIO 91

«Queste immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del Pianeta prendere parte alla sua tutela». Con queste parole Sebastião Salgado ha presentato la mostra

“Amazônia”, al Maxxi di Roma fino al 13/2/2022.

Qui accanto. “Indigeni Marubo. Stato di Amazonas, Brasile”, 1998.

Nella doppia pagina successiva. “Anavilhanas, isole boscose del Río Negro. Stato di Amazonas, Brasile”, 2009 (entrambe le foto, ©Sebastião Salgado/

Contrasto).

93

92 PORTFOLIO PORTFOLIO

94 PORTFOLIO PORTFOLIO 95 Namsa Leuba, “La Femme à la Papaye I”, 2019, parte dell’ultima serie di fotografie scattate questa volta a Tahiti

con cui l’artista continua la sua ricerca sull’identità culturale (foto ©Namsa Leuba, courtesy Damiani).

Namsa Leuba, “Che”, 2017, dalla serie “Weke”, realizzata in Benin e ispirata ai codici visivi e ai simboli del voodoo.

Tutte le immagini sono tratte dal volume “Crossed Looks” (foto ©Namsa Leuba, courtesy Damiani).

96 PORTFOLIO PORTFOLIO 97 Due opere dalla mostra “Progetto Genesi”, itinerante in Italia fino a settembre 2022 in quattro luoghi del FAI.

Qui sopra. In “Autocartography III” 2012, Mequitta Ahuja delinea un triplice autoritratto attingendo alle sue radici indiane, africane, americane, all’iconografia religiosa, ai murales, agli antichi manoscritti

miniati e alle miniature indù (courtesy ©Mequitta Ahuja). Nella pagina accanto. Shirin Neshat,

“Stories of Martyrdom (Women of Allah Series)”, 1994, una serie che esprime la dualità della figura femminile nell’Iran post-rivoluzione: sottomessa ai rigidi dettami religiosi (il chador), ma partecipe e guerriera (il fucile).

I testi in lingua farsi scritti sulle mani esplorano le sfere dell’intimità, della sessualità e del femminismo (foto ©Shirin Neshat, courtesy Shirin Neshat and Gladstone Gallery, New York, Brussels).

99

CULTURE

Che cosa cerchiamo nella fantasia? Forse un mondo parallelo in cui le storie più incredibili possono insegnarci qualcosa di utile nella vita reale. Ed è proprio questo il ruolo delle favole oggi: oltre al puro intrattenimento – con spettacoli circensi, mo-stre d’arte, libri da collezionare – ci suggeriscono come rispet-tare l’ambiente, senza il quale non potremmo sopravvivere. E ben venga la creatività, uno strumento che, se valorizzato, spinge l’uomo oltre i suoi – spesso autoimposti – limiti: ci sono scuole, libri e corsi per imparare a usarla meglio, come legge-rete nelle prossime pagine. Un altro strumento da scoprire è l’a-strologia, tra i saperi più antichi e universali, presente a ogni latitudine del globo. Non solo ci aiuta a capire meglio chi siamo, ma come rapportarci con il mondo esterno per trarre il meglio dalle relazioni sociali. E nel 2022, con l’ingresso di Giove nel segno dei Pesci...

100 CULTURE CULTURE 101

Documenti correlati