Le specie aliene non sono organismi extraterrestri, bensì “nemici” delle nostre colture agrarie e forestali che ultimamente sono comparse in Euro- pa e anche in Italia. Principalmente si tratta di insetti o batteri, che negli ultimi anni e per chissà quale moti- vo, hanno deciso di abbandonare le loro zone di origine, attraversare oceani e territori più o meno coltivati
GASTONE DALLAGO STEFANO CORRADINI
e approdare con fortune diverse nel vecchio mondo, come la Diabrotica
virgifera (1998, aeroporto di Venezia),
la Drosophila suzukii (2009, Trentino), l’Halyomorpha halys (2012, Modena), il punteruolo delle palme Rhynchopho-
rus ferrugineus (2004, Pistoia), la Popi- lia japonica (2014, parco del Ticino),
la Xylella fastidiosa (2008, Salento), lo
o PSA del kiwi (1992, Veneto e 2014 in Trentino) e l’Anoplophora chinensis (2000, Lombardia). L’origine di que- ste avversità varia dagli Stati Uniti, al Giappone, alla Cina, alla Corea o alla Nuova Zelanda. Altre sono caratteri- stiche del sud Italia, zone più calde, ma che ora si sono insediate quasi definitivamente anche in Trentino, come la Ceratitis capitata o mosca mediterranea della frutta. Questo in- setto è stato segnalato la prima volta circa 15 anni fa a Trento, nei pressi di un supermercato; poi è scomparsa per alcuni anni e ritrovata successi- vamente in coincidenza di un’annata molto calda (2003), per poi ritornare intorno al 2010 e non andarsene più. Le domande che ci siamo posti sono state: perché questi parassiti sono arrivati da noi? Possono sopravvi- vere alle nostre condizioni? Causa- no danni come nei loro ambienti di origine? Esistono nelle nostre zone nemici naturali? Una prima risposta è arrivata dagli studiosi di climatolo-
gia, infatti in Trentino negli ultimi 20 anni la temperatura media estiva si è alzata di 1,5 gradi, che equivale ad abbassarsi altimetricamente di circa 200 m e questo potrebbe spiegare l’insediamento stabile della Ceratitis, ad esempio.
Per gli altri parassiti invece una pro- babile risposta, che vale per tutta Italia e anche per l’Europa, coinvolge la globalizzazione, la movimentazio- ne delle merci, delle piante nonché i viaggi delle persone. Non è da sotto- valutare la vicinanza con gli aeroporti (per la Diabrotica a Venezia e poi a Malpensa), con gli interporti o i porti e le strade di grande comunicazione (autostrada del Brennero per l’Halyo-
morpha, ad esempio).
L’esperienza maturata nell’ultimo pe- riodo dagli Uffici fitosanitari, deputati in Italia ai monitoraggi e alle verifiche sulla presenza di queste avversità, porta ad affermare che prima o poi le specie segnalate in espansione arrive- ranno verosimilmente anche dalla no-
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stra parte del mondo. Le azioni mes- se in campo non riescono a impedire ma possono ritardare il loro arrivo e la loro espansione: fondamentale è riscontrare la presenza di queste nuove specie entro breve termine dalla loro comparsa. In Provincia di Trento la responsabilità del monito- raggio delle specie aliene, delle specie inserite nelle liste di allerta dell’EPPO (European and Mediterranean Plant
Protection Organization) e delle ma-
lattie da quarantena sono in carico all’Ufficio fitosanitario, che si avvale della collaborazione della Fondazio- ne Mach nell’esecuzione degli stessi monitoraggi in campo e delle analisi di laboratorio per il riconoscimento delle specie e per le valutazioni mo- lecolari.
Negli ultimi anni le avversità monito- rate sono quindi cambiate e aumen- tate notevolmente: nel 2016, oltre alle patologie con lotta obbligatoria
quali Flavescenza dorata sulla vite, Apple Proliferation e Erwinia amylo-
vora su melo e PSA su actinidia, è
stato implementato un monitorag- gio, cofinanziato dalla Commissione Europea, con l’intenzione di valutare la diffusione di varie avversità nel- la Comunità Europea, in Italia e in Trentino. Lo studio preliminare sulla diffusione in Trentino ha previsto il monitoraggio dell’Halyomorpha halys, delle Anoplophore su foreste di lati- foglie, dell’Aromia bungii su drupacee,
Diaporthe vaccinii, dell’Epitrix su pata-
ta, della Ragholetis spp su noce, degli Agrilus, Monochamus e Pissodes su piante forestali, della Giberella circin-
nata su pino e molte altre. I controlli
si sono concentrati in zone di confine, per individuare eventuali vie di pene- trazione, ed hanno interessato le av- versità e le specie coltivate o sponta- nee come specificato in tabella 1. L’attività di monitoraggio ha visto il
Avversità Specie coltivata
o spontanea Controlli effettuati Esito
Aromia bungii
(insetto)
Castagno, drupacee, piante ornamentali, olivo Posizionate 6 trappole auto-costruite. Ispezioni visive in 14 siti Negativo Popilia japonica (insetto)
Mais, piccoli frutti (mirtillo, fragola, lampone), ciliegio, susino, vite e specie forestali
(acero, quercia, tiglio, pioppo, noce, corniolo,
frassino, betulla)
Ispezioni visive in 100 siti Negativo
Rhagoletis pomonella
(insetto) Melo
Posizionate 10 trappole cromotropiche nelle zone
frutticole e 50 siti di monitoraggio
Negativo
Diaporthe vaccinii
(fungo) Mirtillo
In collaborazione con Ufficio fitosanitario PAT
Riscontrati solo funghi del genere
Phomopsis su 12
campioni analizzati
Xylella fastidiosa
(batterio)
Olivo, vite, piante ornamentali (gli attacchi su specie diverse
pare siano portati da ceppi diversi)
Valutati circa 250 siti (140 olivo, 15 oleandro e 90 vite). Posizionate alcune trappole cromotropiche per la cattura dell’insetto vettore (Philaenus
spumarius) e analizzati 19 campioni Negativo Flavescenza dorata (fitoplasma)* Vite Valutata la diffusione del fitoplasma nel materiale
vegetale. Controllati 550 siti per i controlli sulle piante.
La malattia è in espansione
e nel 2016 ha interessato, oltre alle zone storiche, anche la Piana rotaliana
Anoplophora chinensis e glabripennis (insetti)
Faggio, acero, tiglio, frassino,
ippocastano, pioppo, betulla Controllati circa 100 siti Negativo
Giberella circinata
(fungo) Pino (sia bosco che vivaio)
Controllate numerose piante
in 2 siti Negativo Bursaphelencus xylophilus (nematode) Pino Controllati 5 siti, in particolare in zone di lavorazione Negativo Tabella 1
Sintesi dell’attività di monitoraggio 2016
* Il controllo delle trappole per il vettore e il controllo visivo (da cui scaturisce l’eventuale consiglio del trattamento obbligatorio) fa parte del monitoraggio delle malattie da quarantena.
coinvolgimento di oltre 30 esperti di FEM CTT, per un totale di 600 ore considerando anche l’attività di pro- grammazione, coordinamento e ren- dicontazione amministrativa. Ogni punto di controllo è stato georefe- renziato e il risultato di ogni monito- raggio è stato riportato in un verbale, che tiene traccia anche del tempo impiegato per eseguire il controllo e
Figura 1
Schermata dell’applicazione con il modulo di inserimento della descrizione del sito (coordinate, coltura, numero di piante) Foto 2
Trappola con aceto per Aromia bungii
Figura 2
Modulo per l’inserimento dell’esito dell’ispezione visiva con i relativi sintomi
Figura 3
Modulo per l’inserimento dei codici assegnati ai campioni prelevati durante il monitoraggio
della stima della superficie verificata. Per ridurre i tempi di rilievo, infor- matizzare le informazioni e costrui- re automaticamente i verbali è stata messa a punto all’interno di FEM-CTT un’applicazione per smartphone chia- mata “PESTILENZE”.
Questa applicazione permette racco- gliere tutti i dati utili alla costruzione del verbale utilizzando il GPS per la geolocalizzazione e la connessione internet per inviare i dati in tempo reale al server centrale FEM, dove vengono creati in automatico i ver- bali in formato PDF. L’applicazione, molto intuitiva, guida il tecnico nella raccolta delle informazioni median- te diversi menu a tendina e verifiche automatiche di congruenza dei dati. Le schermate richiedono quindi l’in- serimento di dati relativi al sito (coor- dinate, coltura, superficie) e delle in- formazioni tecniche sulla tipologia di rilievo: esito dell’ispezione visiva, della gestione delle trappole e del prelievo di campioni (Figg. 1, 2 e 3). La sicurez- za delle informazioni è garantita at- traverso l’accesso tramite credenziali riservate ad ogni operatore.