non
lasciando luogoadubitarne la te-sta di questoquadrupede
che vedesi sporger su quello degliAmorini dieè intentoa suonar la lira e che è chia-rissima su questo nostropompejano
ioreunia.
Anche
su pelle di leone sicredè adagiato i' ErinaiVodito che è rappresentalonella statuagiacentedel
museo
fiorentino5ma
ilZannoni prova che la pelle su cui essa giace sia di pantera e laspiegacome
simbolo dio-nisiaco,che all'Ermafroditonon
dis-conviene , osservando che la stessa spiegazione riceverpuò
pure lapelle del leone,peressere anchequesto bac-chico animalec). 11 legame della fa-voladell'Ermafroditocol cullo dioni-siaco èprovalo pure dalla statua tro-vatainPompei
che dà all' Ermafro-dito gli orecchi fauninitl), edal ve-dernesoventelefigureaggruppate conosservazioni del sig. LeDOrmant nel VI vo-lume degli annali deli'istituto archeologico pag.247 e scgg.
a) Lucernac sepulcralcs T. I tay. 3, k) Miiller handb. pag. 533.
c) Gali, di Fir. statue voi. Il pag. 7 e scgg. In un frammento di cammeocitatodal Visconti oper.tom.II p.195 la figura di Er-inafrodifo giacente lia sotto il capolespoglie del leone e la clava di Ercole, ciòcheil Vi-sconti crede un capriccio suggerito all' arti-sta dalla favoladi Omfale.
d) Vedi le osservazioni del sig.Osann nel citatovoi.II dell'Araallhca delEòtligcr pag.
35o.
e) Gali, di Fir. 1. c. p. 18, Pitturecrcol.
toin. I lav. lO, Zoega bassir. tav. 72, Bolti-gcr Archaeol. und Kunst, tom.I p. 163segg.
quelle de'Fauhi 0 de'Satiri,ed atiche espresse ne' bassiriiicvi di bacchico soggettoe).1due
Amori
espressiinque-sto nostro
monumento
c nellegemme
affiniin atto disuonarla siringa e la lira sono
una
novella dimostrazione ancoradi questo ligamef).Ed
ancheil flabello che
ha
nelle suemani
il terzoAmore può
secondo il Zannoni riceverela stessa spiegazione,non
es-sendoalienoancoresso dal cullo dio-nisiaco.Mi
sembraperò cosa pili sem-plice ildire che si effigiaronogli A-mori intentiad
ornare ed a servire l'Ermafrodito, peresserequesto,come
essipur erano , appartenente al ciclo diVenere: dellaqualcosa ne
ha
an-che data novella dimostrazioneun
di-pintopompejano
in'questi ultimianni scoverto, tuttavia inedito, e nel qualesì rappresenta appunto
Amore
in allo di presentare all'Ermafrodito diversi ornamenti g). Del resto ilflabello a foggia di foglia è messo nellemani
dello stesso Ermafrodito inun
altro dipintopompejano
già pubblicatoh).f) Yeggansi le cose notale su tal partico-lare dal Zannoni I. c. p. i3 e seg.
g) Vcdcsi in questo dipinto anchela/'jarw o scatola degli ornamenti di Ermafrodito
,
come nelcammeodescrittodalVisconti (oper.
tom.II pag. 342) e nel quale sembrache giu-stamente egli ravvisiErmafrodito circondato da dueAmori, piuttosto che Venere.
Il) Pitture di Ercol. tom. II tav.34- Veg-gansi pure le note alla tav. 26 dello stesso volume. Gli ercolancsi credono questi flabelli formati di foglie diedera, o di ninfea. Essi però non hanno ravvisato un non dissimilo
flabello anche nelle mani del Tritone che precedeVenere trasportala sull'ippocampo,t corteggiata dagliAmori,in altro dipinto tro-vato negli scavi di Resina, epubblicatoncila tay, 44 dellostesso tom. II delle pitture , e
Lo
Zannonìcrede altrondecosa tion dellada alcunantico cheiflahelli del-laforma che vedesi inquesti monu-menti , fossero formali divere foglie di edera o d'altra pianta ,e li crede composti di tenuemembrana
o fino tessuto.Anche
il Bòttiger aveva rav-visata l'imitazione delle foglienatura-li , eprecisamente diquelle del pla-tano,in similiflabelli-^ e degnedi leg-gersi son le cosechedi essi nota
que-stoerudito archeologoa)
dopo
ciòche ne scrissero pure ilWinckelmann
1^) ed ilPaciaudic).Non
veggochealcuno degli eruditi archeologi iqualihanno
illustralele figure dell'Ermafrodito , di cuiab-biamo
finoad
oraragionato, abbiano volta alcuna attenzione sull'albero chepressoadesse costantementesi ve-de, esulqualesiè anchericonosciuto un' augello d). Pare che lo abbiano quindiconsideratocome un
accessorio di poca importanza.Senzaalcun dubbiole molle ripeti-zioni della composizione di Ermafro-ditogiacenteco' tre
Amori
chegli son da presso , mostrano esser copie di qualche celebreoriginale, di cui però nel silenzio degli antichi scrittorii-gnoriamol'autore.
malamente lo credonoun remoo altro islru-niento. Questodipinto dovca precisamente il-lustrarsi con quelluogodiApulcjo, nel quale eglifaappuntotrasportarda'Tritonigli orna-menti diVenere che sorge dal mare; ille se-rico tegmine Jlu^mnliae solis obsistil ini-mici; alias sub oculis domiiiac spcculum praegeiit (Metani. lib.IVp.Sig Oudcndorp.).
Il flabello (p'T's) anche donario sagro a Venere presso i poeti epigrammatici. Vedi l'cpigr,5diArchia,ed ivi le note delJacobs, ed intorno alla ^InU leggansiprecisamcutele
75
TermÌHÌarAoinfinequestenostre os-servazioni colnotare che giustamente
il Bòttiger ha rigettata 1' opinionedi coloro chenelle
gemme
,di cuiabbia-mo
ragionato, invece diErmafrodito giacente riconobberolaNotte circon-data da'Sognie).La
Vittoria scolpila sull'altrooròe o ùulàcdi argentocoltread ogni dire maestosa, ed il partito delle pieghe del suoabito è maestrevolmente con-dotto.Parmi
avermolta somiglianza con talune belle Vittorieche veggonsi ne' rovesci de' bronzi di primomo-dulo, precisamente di Galba.
Oggetti trovati cC
28
?naggiof833
nelle cellae familiaricae alsinistro lato delperistilio.
Rozzi e miseri arnesi eran questi
Ben
convenienti allameschina e ser-vile condizione di chi dovè avere per sua abitazione lecellae anzidette.Due
cardines securiclatinon
dis-simili a' giàdescritti , eduegangheri con piastrina destinati aricevere uno scapo di porta, sono da noi ellìgialinelle fig. 18 a 21 della tav. X.
La
serratura ( probabilmente di mobile piulloslo che di porla ) chenote dell'Hemsicrhusio al lib.
X
scgm. e 127 di Polluce, donde si trae che se ne fa-ceva anche uso per proccurarsi T ombra, c guarentirsi dal sole.a) Sabina 1. c.
b) Descriz. del Gabin.di Slosch l.c.
c) De umlicllac gostat. pag. segg.
d) Visconti oper. toni. Il pag. igS.
c) Amallh. Ioni. I pag. 256 ove pure in-dica ove rintracciar si possa la causa del
numero de' tre Amori che son presso ad Lrmufrodito.
PI
diamo
incisa hella fig. 17 della lav.stessa, ad eccezione della sua forma cheèquadrata,poco è dissimile dalla circolare di cui
abbiamo
già sopra parlato.Anche
questamostra tuttaviai chiodi chelatenevanoaderente sul Irgno, ed ha il doppio foro , 1'
uno
]icr introdurvi il gancioc l'altro per la chiave, l'uno e l'altro simili nel-le forme aquelli della già descritta.
Se
non
che in questa la chiave di lerro si trova tuttavia aderente alla serratura, abbenchè inuno
slato dimassima
ossidazione,come può
ve-dersi nella nostratavola.Ben
conser-vala però è la parte inferiore della chiave
medesima
[cìens^)),i cui fora-mi si sono danoifalli diligentemenle esprimere nel disegno.Finalmentenelle celine di cui par-liamo fu trovata anche
Vampulla
di vetro rotta segnata nella fìg. 5 della lav.X.
Nel suo internotrovasi tutta-via una materia grassa e liquida, chesi è diffinila per olio; e ciò
non può
servire che a confermar sempre più quel che
abbiamo
notato dell'uso di taliampullae
destinate appunto 'à, conservar 1'olio.AGGIUNZIONI.
Alla
rag. 5.Ho
notato che laporta da via della casa dame
descritta era a due partite, e cosi esser sogliono anche le altrepompeiane. Questa cir-costanza è illustrata da quelle parole di Plauto, nellequaliilparassito vo-lendoentrare in casa diEgionegrida: operile /lasceambes
foresi).Allastessapag.
La
voce/?e55M/M5nel senso cheio qui addito ,è certamente adoperatain quelluogodi Plautoovecosi fa ilcomicoparlare1'amante
Fe-dromo
:P
essaliy heuspessuli, fos saluto lubens.,, l'Ite caussa mea Lydibarbari,Sussitite obsecro et mitiite islamforasc).
Alla pag. i3.
Anche
coli'autorità di Plautopuò
confermarsiciòcheab-a) SeuTeseraiJixo dente puellafores. Ti-bull. lib. I el. 2 V.18. Vedi lecscrcitationcs
j^Uuianaedel Sairaajio pag. G5i e scgg.
biamo
asserito chele stanzemessein^torno all'atrio servisserodiabitazione alla famiglia del proprietario, e
non
solamente agli ospiti. Infattinell'Am-fitrione dopo il parto di
Alcumena
Plauto racconta che devolantangue&jubati
deorsum
ininiplaviuniduo
flla-xumi,conlinuoextollunt
ambo
capita.E
continua a dire:Poslquain pueros conspicati , perguntad
cunasciti.Sei .serpenti appena giunti nell'
implu-vium
{continuo)\o]gono gli occhi in-torno e scovrono laculla diErcole, convien dire che questa trovavasi in alcun cubicolo ,chedall'impluvium
potevavedersi, eperconseguenza mes-sointorno all' atriod).
Alla pag. 6.
Da un
luogo delsecon-J)) Capt. act. IV se. 2 v. 5i.
c) Curcul. act. I se. 2 v. 60, 63, 64-d)Vedi Plauto Amphitr.act.Y.sc.i,v.56segg.
do libro degliEcohomìcI che leggohsl traileoperediArislotele apprendiamo cheIppiainAlenemisea prezzo,
come
moltealtre cose,cosipureil diritto di aprirle porle in fuori sulla pubblica strada, ra; 6'J,3a5 r^ì; c/.voiyoy.lvx'i s^m£Vi;),r;!T£Va).
Alla pag. lo.
Sembra
che ilnome
vitruvianodegli sfogatoj dell' acqui-dotto ,chehonotati in diversiluoghi del pavimentodell'atrio, sia
colluvia-rium
:Etiam
in ventre, ( scrive "Vi-truviol'))coUuviaria suntfacienda,per quae
visspiritus relaxcttur. Veg-gansilenotedelPoleniedello Schnei-der su questo luogo. Noterò inque-sta occasione che gli acquidolti e la cisterna dell' edificio da
me
descritto meritanoancorauna
particolare osser-vazione.Non mi
èstato peròpossibile permoltecircostanze ilcomprenderla nel presente lavoro emi
propongo quindi pubblicarlaun
giornocome
supplimenlo.Allapag.25.
Anche
conPlauto,delle cui favoleabbiamocosispessofattouso nella presenteillustrazione,dilucidarsi
può
ilcostume dicuiparlaVarrone, d'imbandirconvitinel tablino.Nicobu-lonellascena7 dell'attoIV
delleBaC'
r/^/f/e5essendo nella strada presso alla casaove gozzovigliavailgiovane
Mne-siloco suofiglio, è indotto dal servo Crisalo a mirar co'proprii occhi il
convito, e per conseguir ciòglibasta faraprirealquantola porta davia:
CH. agedum tuArtemo Foremhanc pauxillumoperi,placide,ne crepa;
Sat est. accede huc tu: videii coiwiviumì KI. f'ideoEXADyoRsrsi Pisioclerum et
Bac-ehidemc).
a) Arislot- oper. tom. Ili pag. 681
Du-val. Vedi pure 1'e.\crcitat, plin.delSalmasio p. G5j, G.