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Mostra Merini-Chizzoli: le spine i silenzi, fino al 17/11

Nel documento Piazza Garibaldi: ci siamo! (pagine 39-39)

L’inaugurazione della mostra “Le spine i silenzi”, venerdì 1, in sala Agello

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er la stagione lirica del teatro A. Pochiellli di Cremona in scena l’opera forse più conosciuta e amata di Verdi, Aida, un titolo e un allestimento importante e sun-tuoso che debutterà venerdì 15 novembre (ore 20.30 e in re-plica domenica 17 novembre ore 15.30). Il monumentale capolavoro di Giuseppe Verdi si presenterà nell’elegante al-lestimento firmato per regia e

scene dal Maestro Franco Zeffirelli, realizzato nel 2001 in occasione del centenario dalla morte di Verdi al Teatro di Busseto, e ripreso da Stefano Trespidi. Aida è una delle opere più famose di Verdi e con una grande forza profetica segna, nel percorso verdiano, un’impor-tante svolta rispetto alle opere precedenti. La direzione d’orchestra sarà affidata alla bacchetta di Francesco Cilluffo, direttore giovane ma già di chiara fama. Biglietteria del Teatro aperta dal lunedì al sa-bato dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30, tel. 0372.022001 e 0372.022002, prezzi dei biglietti: platea/palchi euro 60, galleria euro 38, loggione euro 22. Per informazioni, biglietteria (aperta i giorni feriali 10.30-13.30 e 16.30-19.30) tel. 0372.022.001 e 0372.022.002. LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA LA DELEGAZIONE COREANA A CREMA

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iovedì 31 ottobre presso il Teatro San Domenico a Crema, si è svolto il primo degli spettacoli di teatro tradizionale coreano. Si tratta della Storia di Poong Dong, una produzione del Goryeong Culture Center, con la partecipazione dell’attore e regista cremonese Beppe Arena, come voce narrante. Alle ore 14.30 in piazza Duomo a Crema si è svolto un flash mob in cui gli attori, in abiti tradiziona-li molto colorati, accompagnati dal suono delle percussioni, hanno rappresentato alcune scene dello spettacolo della Storia di Poong Dong, in un’esibizione di “teatro da strada”.

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iprende la rassegna Il

viaggio attraverso le imma-gini, 19a edizione per il ciclo di

videoproiezioni a cura di An-dreina Castellazzi. Le serate si terranno in Sala Alessan-drini in via Matilde di Canos-sa a Crema. Il primo incontro si svolgerà martedì 12 novem-bre (ore 21, ingresso libero), ospite Elena Bellini – foto-grafa e viaggiatrice accanita – con Mama Africa: Benin,

Ma-rocco, Congo Camerun. Bellini

mostrerà quattro video della

durata ciascuno di 15 minuti circa: il primo sul Benin, dal titolo

Magic Voodoo, propone un mischiarsi di riti, danze e ossessioni che

fanno del festival del Voodoo un evento importante sulle spiagge della capitale del Benin; il secondo, dal titolo Pelle amara, tratta dal Marocco e dalle antiche tradizioni con le quali vengono conciate le pelli di capra, di pecora e di cammello; il terzo, dedicato ai gorilla del Congo, dal titolo Gorilla nel sole, parla delle poche centinaia di gorilla di montagna rimaste al mondo, di cui più della metà (480 nel 2011) vive nelle foreste che ricoprono i Monti Virunga; infine, l’ul-timo video, dal titolo Un cuore buono, è dedicato al Camerun, fiore all’occhiello dell’Africa Nord Occidentale.

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POESIA: Lina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiataLina Casalini, brava! Ancora premiata

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ncora una soddisfazione per i cremaschi: Lina Francesca Casa-lini, la nostra “cuntastorie” nonché nota poetessa e protagoni-sta di molte iniziative culturali del nostro territorio, si è aggiudicata il terzo posto nel prestigioso concorso “Città di Seriate – Giacinto Gambirasio”, giunto alla 26a edizione. Organizzato in due sezioni (visto l’alto numero di partecipanti e lo spessore della proposta) una riservata alla poesia in lingua bergamasca, l’altra per gli altri idio-mi lombardi, il concorso ha individuato nella poesia Ànime da casìna

(Anime di cascina) il componimento cui aggiudicare il terzo posto. In

realtà si è trattato quasi di una vittoria a pari merito tra le prime tre poesie, separate le une dalle altre da solo mezzo punto, come hanno riconosciuto i giurati stessi (una storica giurata si è persino commos-sa per i versi delle bella poesia di Lina, che potrete leggere a p. 27 nello spazio riservato al nostro dialetto). Questo un estratto delle mo-tivazioni del premio: “...Basta andare per sentieri e si trova un mondo addormentato nel tempo che... ‘con l’ombra del passato... corre via già favola e malinconia’. In questo passato la poetessa ritrova la sua cascina che prende forma di castello ormai in preda ai fossi e all’erba cattiva. Tante luci e tante ombre, tante canzoni ma anche tanti rim-pianti, si muovono in questo riapparire di figure ahimè senza voce, perché la vita è stata solo... una stagione”.

Del talento di Lina non si hanno dubbi; lei che riesce a fermarsi sulle piccole cose e trasformarle in grandi spazi da conservare e tratte-nere per poterli riempire di ricordi in poesia. La premiazione si è svol-ta sabato 12 ottobre presso il Teatro Aurora di Seriate; per l’occasione Lina è stata invitata a dare lettura dei suoi versi a fianco della giuria. Una bel riconoscimento – fra i molti ricevuti – per lei e... per tutti noi. Mara Zanotti

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opo la lunga pausa dovuta al periodo estivo e al tempo richiesto dall’organizza-zione della mostra Il Manierismo a Crema. Un ciclo di affreschi di Aurelio Buso restituito alla città - (Crema, Museo Civico di Crema e del Cremasco, 20 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020), a cura di G. Cavallini e M. Facchi – torna Sto-rici dell’arte in Palazzo Vescovile organizzato dalla Libreria Cremasca in collaborazione con la Diocesi di Crema.

Oggi, sabato 9 novembre alle ore 16.30 nella Sala Rossa del Palazzo Vescovile (piazza Duo-mo) si terrà il quattordicesimo incontro della rassegna. Ospiti saranno Eugenia Bianchi (co-ordinatrice del Sistema Museale della Diocesi di Como; intervista esclusiva sul sito www. ilnuovotorrazzo.it) e Stefano Margutti (Univer-sità Cattolica del Sacro Cuore di Milano) che presenteranno il volume Palazzo Litta a Milano, a cura di E. Bianchi, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2017. L’imponente edificio, situato in corso Magenta a Milano, oggi è noto per ospi-tare il Teatro Litta, il Caffè Boccascena e diversi enti regionali e statali. A partire dal Cinquecen-to il palazzo fu teatro di importanti eventi della storia europea. Nel 1538 Bartolomeo II Arese acquistò varie proprietà immobiliari lungo il

corso di Porta Vercellina (attuale corso Ma-genta) dove in seguito sarebbe sorto il grande edificio, caratterizzato fin d’allora da un ampio giardino affacciato sul castello di Milano. Fu il discendente Bartolomeo III Arese che nel 1642 diede avvio alla costruzione dell’attuale palaz-zo affidando il progetto all’architetto Francesco Maria Richino (lo stesso progettista della chiesa di San Benedetto a Crema). Della fabbrica sei-centesca resta oggi visibile la corte d’onore del palazzo. Alla morte del conte Arese nel 1674 la dimora passò alla figlia Margherita, sposa di Fabio III Visconti Borromeo. Il figlio della cop-pia, Giulio Visconti Borromeo Arese diede av-vio a importanti interventi tra cui l’edificazione dello scalone d’onore, caratterizzato dalla cur-vatura ellittica dei sostegni, opera dell’architetto Carlo Giuseppe Merlo, assistito dal matematico barnabita Francesco Maria de Regi. Allo stesso architetto si deve il cortile dell’orologio e forse la cappella privata. Anche durante la proprietà di Giulio il palazzo ospitò nobili e monarchi eu-ropei che poterono assistere dal giardino all’im-mancabile spettacolo di fuochi d’artificio.

Alla morte di Giulio nel 1750, la dimora pas-sò alle figlie che erano andate in sposa a due esponenti della famiglia Litta. Uno di questi,

Pompeo Giulio Litta Visconti Borromeo Arese, dopo aver ereditato beni e cognomi di tutti i pre-cedenti proprietari, fra il 1752 e il 1758, portò a compimento la facciata principale del palazzo, forse dovuta al progetto dell’architetto Mauro Ignazio Valmaginim che portò a Milano gli sti-lemi della corte di Vienna dove aveva a lungo lavorato. I giganteschi telamoni che affiancano il portale sono opera dello scultore Elia Vincen-zo Buzzi, attivo nella Fabbrica del Duomo di Milano.

Nel corso dell’Ottocento il palazzo visse l’ultima fase di splendore grazie ai fratelli An-tonio e Giulio Litta Visconti Borromeo Arese, mecenati delle arti e patrioti attivi nelle vicende risorgimentali. Antonio ebbe il merito di arric-chire la quadreria della dimora con la celebre

Madonna Litta, allora creduta di Leonardo da

Vinci. L’opera, oggi conservata all’Ermitage di San Pietroburgo, sarà eccezionalmente esposta al Museo Poldi Pezzoli di Milano dal 7 novem-bre 2019 al 10 febbraio 2020. Giulio Litta donò al musicista cremasco Giovanni Bottesini un prezioso contrabbasso del liutaio bresciano Ga-sparo da Salò. Nel 1874 il palazzo fu venduto al Demanio che lo impiegò come sede delle Ferro-vie fino al 2004. Ingresso libero.

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