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5. Conclusioni

5.1.3. Principali risultati

5.1.3.3. Motivazioni

L’insieme delle caratteristiche tecnologiche esposto nel capitolo precedente configura, come anticipato, una evoluzione contemporanea della tecnologia costruttiva tradizionale.

Con riferimento alle categorie analitiche approntate per questo lavoro, i dettagli costruttivi mantegono la concezione tecnologica e la concezione strutturale degli equivalenti tradizionali. Nel caso di elementi costruttivi che influenzano l’immagine urbana mantengono anche l’aspetto storico.

Mantenere queste caratteristiche si motiva con la volontà di approssimare le soluzioni tecniche al maggior livello di compatibilità con l’organismo edilizio storico e alla maggiore durabilità nel tempo, avendo come obiettivo quello di evitare di causare gli stessi danni provocati in passato dall’uso tecnologie non congruenti.

Si spiega così anche la conservazione materiale dei componenti storici come azione cautelativa: i componenti storici sono riconosciuti come garanti di compatibilità per la coesistenza che hanno avuto per secoli con l’edificio.

Lo stesso significato in termini di ricerca della compatibilità ha l’uso obbligatorio del legno a Genova e Guimarães.

La costruibilità di solai e coperture per assemblaggio di elementi discreti uniti tra loro meccanicamente è giudicata condizione imprescindibile per estendere la vita utile dell’edificio, visto che permette la semplice manutenzione e sostituzione dei componenti degradati.

Nel caso di Santiago de Compostela si permette l’impiego integrale dell’acciaio per la realizzazione degli orizzontamenti proprio perchè, al pari del legno, presenta gli stessi caratteri costruttivi e statici descritti sopra, al di là dell’aumento del peso proprio. La città spagnola si è rivelata quella dall’approccio più radicale riguardo al rispetto esclusivamente concettuale dell’identità tecnologica tradizionale.

Il cemento armato è bandito nei tre casi studio proprio perchè rappresenta l’antitesi delle caratteristiche che si ritiene si dovrebbero conservare.

Rispetto all’altra faccia della metaforica medaglia con cui è descrivibile la disciplina del recupero, ovvero le motivazioni legate al soddisfacimento delle esigenze della contemporaneità, è stato osservato, in modo particolare nel caso di Santiago, un interesse per replicare la logica costruttiva tradizionale in quanto capace di fornire risposte alle attuali problematiche legate alla sostenibilità in edilizia: ridurre i rifiuti di costruzione; realizzare ambienti interni salutari per gli utenti; diminuire l’impatto ambientale dell’elemento costruttivo lungo il suo ciclo di vita.

I criteri della conservazione materiale dei componenti storici e della reversibilità dei componenti costruttivi, oltre alle già citate motivazioni di natura conservativa, sono perfettamente rispondenti a queste problematiche.

Si è già accennato più volte in questa Tesi al fatto che necessariamente gli edifici storici devono presentare prestazioni in termini di abitabilità per lo meno assimilabili rispetto a quelle degli edifici contemporanei, per evitare il rischio di abbandono. Per far fronte alle esigenze imposte dai nuovi stili di vita, nei tre casi studio si considera imprescindibile implementare soluzioni tecniche per: migliorare l’isolamento acustico aereo e da calpestio; permettere l’installazione di impianti sanitari; aumentare la portanza dei solai, alla luce della trasformazione degli edifici residenziali dei centri storici in edifici plurifamiliari, con almeno una unità abitativa per piano.

La questione della sostenibilità ambientale riveste molta importanza anche in tal senso, visto che sono installate nuove componenti per migliorare l’isolamento termico del fabbricato.

Lo scrivente considera molto interessante il tentativo constatato negli approcci analizzati di gestire la coesistenza tra i requisiti tecnici di un corretto intervento di recupero e le condizionanti imposte dal contesto costruttivo attuale. Difatti è permesso l’impiego di materiali e tecniche industriali disponibili sul mercato, a patto che siano in linea con la concezione tecnologica e strutturale della tradizione.

Nell’attuale sistema produttivo edile, a causa dell’ideologia egemonica introdotta da fenomeni come l’industrializzazione della società, la valorizzazione monetaria del fattore temporale, la specializzazione dei processi produttivi ecc, è impossibile per materiali e tecniche tradizionali competere in termini di convenienza con quelli industrializzati. Questi ultimi, infatti, sono molto più economici e semplici da porre in opera. Si spiega così, dunque, questa innovazione obbligatoria applicata nei casi di studio relativamente alla scelta di materiali e tecniche da impiegare, dovuta al fattore economico e alle capacità delle maestranze che non sono più in grado di applicare i

metodi costruttivi tradizionali.

Per quanto riguarda il trattamento riservato all’apparenza degli elementi costruttivi si può affermare, con una metafora, che le innovazioni tecnologiche sono applicate in modo da essere occultate dall’involucro esteriore dell’edificio, che mantiene, al contrario, il suo aspetto storico.

In questa trattazione, differenziata tra elementi costruttivi esposti alla vista pubblica ed elementi costruttivi occultati, ritorna il criterio generale di compromesso che costituisce la base comune degli approcci studiati: negli interni prevalgono le esigenze degli utenti, con riferimento alle loro possibilità economiche e gusti estetici; esternamente è obbligatorio preservare l’aspetto storico dell’insieme urbano, considerato un valore da preservare in quanto espressione della usuale omogeneità e peculiarità locale dei tessuti storici frutto del processo costruttivo preindustriale.

Il dottorando avanza l’ipotesi che questa posizione trovi fondamento in una forma di opposizione all’immagine urbana contemporanea, disordinata e atopica, oltre che nel valore di antichità e memoria, nell’accezione di Riegl (10), che l’aspetto storico veicola agli utenti urbani.

Del resto il valore di antichità e memoria, nonostante l’allargamento in senso relativistico del concetto di autenticità, permane come pensiero fondante di qualsiasi disciplina volta alla salvaguardia del patrimonio culturale. Questo è vero anche per i casi studio analizzati, dove la conservazione materiale, contestualmente alle già citate motivazioni tecniche di compatibilità e sostenibilità ambientale, si motiva anche come riconoscimento del valore di testimonianza più veritiera e completa della tecnologia tradizionale da parte dei componenti storici.

Del resto, a prescindere dal posizionamento dell’elemento costruttivo, viene sempre applicato il criterio della distinguibilità degli elementi di sostituzione, da rendere manifesta semplicemente attraverso la percezione del carattere nuovo dei componenti. Il dottorando ritiene che la motivazione sia da ricercarsi nel voler rendere manifesta per la popolazione la natura processuale dell’architettura, o per lo meno nel non occultarla, evitare i falsi storici e, allo stesso tempo, non rovinare l’armonia dell’immagine urbana descritta precedentemente.

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