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7. RISULTATI e DISCUSSIONE »

7.2 Risultati relativi ad ogni periodo »

7.2.8 Muschio »

FASE ATTUALE

Ultimi 10 anni circa → 1 campione [Camp. 43] Muschio

Concentrazione, stato di conservazione, conte

La concentrazione del camp. è ottima, 81947 p/g, nell’ordine di grandezza di quelle che ci si potrebbe aspettare da un campione di muschio, considerato una buona “trappola” per i granuli testimoni della pioggia pollinica attuale.

Lo stato di conservazione è generalmente buono, i granuli risultano più “consistenti” e “pieni” rispetto a quelli degli altri campp., sebbene abbiano subito lo stesso trattamento di laboratorio.

Sono stati contati in totale 412 granuli pollinici, nessuna spora di pteridofite e nessuna Concentricystes.

Flora pollinica

La lista floristica pollinica include 44 taxa, di cui 17 appartenenti a specie legnose e 27 a specie erbacee. La flora risulta meno ricca rispetto al passato e ciò è testimoniato anche dall’indice IRF, pari a 18.

Principali caratteri degli spettri pollinici

1. Copertura forestale e composizione dei boschi (A+ar + L)

La copertura forestale è pari al 52,5%. E’ molto più alta rispetto al passato, ma ciò non significa che ci troviamo davanti ad una ripresa del bosco. Al contrario, la vegetazione legnosa naturale è quasi assente, mentre compaiono specie coltivate o ornamentali esotiche, indicatrici dei rimboschimenti artificiali effettuati recentemente, sia nelle zone circostanti il sito, sia presso il complesso archeologico (e che verranno trattate in modo più esteso nei paragrafi seguenti).

Le Conifere predominano ampiamente (20%) sulle Latifoglie decidue (5%) e sono costituite prevalentemente da pini (16%), ma anche da ginepro (4%).

Le Sempreverdi sono abbondanti (47%) e sono rappresentate essenzialmente da pini, olivi (23,5%), lecci (1%) e querce sempreverdi indifferenziate (0,7%).

2. Erbacee (E)

Le erbacee complessivamente sono pari al 47,5%, valore che risulta essere inferiore rispetto al passato. Come detto sopra, questo è dovuto alla presenza artificiale di specie legnose.

Nell’attuale prevalgono le Graminee (22% - 5 taxa), mentre le Composite si attestano all’9% (6 taxa). Le Crucifere hanno un valore pari al 5% con 3 taxa e, infine, altre famiglie quali Chenopodiace, Leguminose, Plantaginacee, Ranunculacee e Umbellifere toccano o restano sotto al 2%.

3. Piante di ambienti umidi (IG + ig + el + id)

Le piante di ambienti umidi non sembrano mutare di valore rispetto al passato e restano al 2%.

Tra le legnose troviamo ontani e pioppi, mentre tra le erbacee elofite sagittaria e cannuccia di palude; le erbacee idrofite sono rappresentate dal millefoglio d’acqua e dalla ninfea comune tipo, mentre le igrofite da carice, Ciperacee indiff. e lisca a foglie strette tipo.

4. Indicatori antropici

Gli Indicatori antropici totali hanno un valore pari al 35%, molto più alto di quelli registrati per il passato. Questo dato non stupisce considerando quanto sia attualmente antropizzato l’ambiente che circonda il sito.

4.1 Coltivate/coltivabili

Complessivamente raggiungono il 29%, anche in questo caso un valore molto più alto rispetto al passato.

Comprendono le seguenti sub-categorie:

1) Legnose da frutto/ornamentali (circa 30%) – Sono rappresentate soprattutto da Olea

europea – olivo (23,5% - 45% nello spettro forestale). In quest’area attualmente la sua

coltivazione è diffusa e dallo stesso sito è possibile ammirare le colline circostanti punteggiate dal colore verde-grigio delle sue foglie.

2) Cereali (1,4%) – Il loro valore aumenta rispetto al periodo, definito genericamente moderno, precedente (0,8%), ma si attesta su valori simili a quelli del passato. In questo caso si tratta di cereali indifferenziati.

3) Ortive/aromatiche/medicamentose (0,2%) – Sono scomparsi gli orti del periodo medievale. I giardini non ospitano più le semplici piante aromatiche o medicamentose, ma soprattutto non ci sono più piccoli orti domestici nel sito.

4.2 Indicatori antropici spontanei (As)

Gli Indicatori antropici spontanei hanno un valore pari al 6,5%. Sembrerebbe che la zona dove è stato campionato il muschio fosse ben tenuta. In realtà non possiamo dire che il sito della Villa sia sgombro di “erbacce”, anzi. A causa della sua vastità e soprattutto dei lavori in corso è difficile mantenerlo efficiente anche da questo punto di vista. Il dato potrebbe derivare probabilmente dal fatto che il camp. è stato prelevato nel sito medievale, dove negli ultimi anni sono state svolte numerose campagne di scavo, che hanno inevitabilmente portato all’eliminazione della copertura erbacea superficiale.

5. Indicatori di prati e pascoli (P)

Gli Indicatori di prati e pascoli hanno un valore pari al 23,3%. Calano moltissimo rispetto al passato.

Questo è probabilmente indizio di una mutata tecnica di allevamento, ma anche della presenza di una delimitazione terriera che impedisce agli animali di disperdersi eccessivamente. Non più estesi pascoli dove gli animali (soprattutto ovicaprini) possono circolare liberamente allo stato brado, ma allevamenti intensivi e circoscritti (e magari animali che non si nutrono più con la vegetazione naturale, ma con mangimi artificiali) o comunque le greggi che pascolano sono più limitati numericamente rispetto al passato. Il dato che colpisce maggiormente è la bassa parcentuale di Cicorioidee (3%). Calano drasticamente rispetto al passato. In realtà questo dato potrebbe essere sfalsato dal polline di altri taxa, rinvenuto molto abbondante a differenza che nei campp. del passato.

6. Paesaggio vegetale

Il paesaggio vegetale delineato dallo spettro del camp. attuale è un paesaggio totalmente antropico.

Spiccano fra le colline olivi e pini.

La copertura arborea è maggiore, ma si tratta di specie introdotte artificialmente. Oltre all’olivo, nel sito sono presenti anche alcuni pini ornamentali, ombra preziosa per i turisti e gli archeologi che frequentano il sito nei mesi più caldi.

Nel camp. è attestata anche la presenza di Eucalyptus, specie esotica a forte crescita originaria dell’Australia e della Tasmania, introdotta artificialmente in Europa a partire

dalla seconda metà del XVIII secolo in giardini botanici e utilizzata come arredo esotico per i parchi di ville signorili.

La più antica segnalazione per l’Italia è dei primi anni del XIX secolo nel parco della Reggia di Caserta (1803) (http://www.fi.cnr.it/r&f/n19/cannata1.htm).

Nel nostro paese sono presenti circa una decina di specie (in particolare E. globulus, E.

camaldulensis, E. occidentalis, E. xrabutii, a cui si sommano taxa ibridi), di cui solo 4 o

5 impiantate esclusivamente nel Centro-Sud e nelle Isole. Gli impianti di Eucalyptus occupano complessivamente circa 50.000-70.000 ettari. Oltre che in Sicilia (nell’area di Gela e Piazza Armerina), li troviamo anche in Calabria (fascia ionica/Crotone), in Campania (Cilento), in Puglia (Metaponto), in Sardegna (Arborea), nel Lazio (Agro Pontino) e in Toscana meridionale (Maremma) (www.fi.cnr.it/r&f/n19/cannata1.htm). In Sicilia, tra il 1950 e il 1970, sono stati impiantati ad Eucalipti circa 36.000 ha. Questa pianta legnosa viene utilizzata per alberature stradali, come albero ornamentale, per il suo legname, per l’industria cartaria, per la produzione di miele, olii essenziali e per rimboschimenti contro l’erosione dei suoli (gli apparati radicali si sviluppano in profondità) (Barbera et al. 2001).

Negli ultimi anni, però, la diffusione di queste piante è diminuita, poiché per i rimboschimenti oggi si tende a preferire essenze autoctone (Bella – Lo Verde 2002).