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Il Museo e l’area archeologica di Aquileia negli spazi virtuali del web

CAPITOLO 5. L’USO DELLA VIRTUALITÀ NEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE D

5.3 Il Museo e l’area archeologica di Aquileia negli spazi virtuali del web

Il Museo archeologico nazionale di Aquileia è attivo da diversi anni nei principali social network come Facebook (2013) e Instagram (2017). Solo recentemente ha esteso i propri canali di comunicazione anche a YouTube e Twitter.

Il pubblico maggiormente raggiunto e coinvolto nella condivisone di contenuti è principalmente di adulti. Su Facebbok, ad esempio, la maggior parte dei follower ha tra i 35 e i 45 anni mentre per Instagram il pubblico risulta più giovane219. I canali social sono gestiti da addetti diversi, ma in un’ottica di coordinamento e modulazione dei contenuti. Nella primavera del 2020, data l’impossibiltà di accogliere il pubblico in presenza, sono stati avviati due progetti per mantenere attivo il rapporto tra il Museo e il pubblico. La prima rubrica lanciata sul canale YouTube220 e promossa su Facebook e Instagram è stata chiamata “Museo a casa”221. L’iniziativa prevede la pubblicazione di brevi video didattici dedicati a bambini e ragazzi su alcuni reperti della collezione. I video, suddivisi in episodi, sono accompganati sul sito web da schede didattiche di approfondimento contenenti esercizi e giochi, scaricabili gratuitamente in pdf. L’obiettivo principale è stato quello di voler coinvolgere in modo attivo i ragazzi dando loro dei contenuti da approfondire e rielaborare in modo personale. Come racconta De Franzoni, responsabile dell’area comunicazione del Museo, la partecipazione è stata piuttosto significativa222. Infatti molti Istituti scolastici hanno utilizzato questi contenuti come materiale didattico e i progetti elaborati sono stati condivisi con il Museo stesso che ha prontamente provveduto a pubblicarli sulle proprie pagine social223.

219 Si veda intervista a De Franzoni, numero 3 in appendice. 220 Per la playlist su YouTube si consulti

https://www.youtube.com/watch?v=9HKljSqGmxo&list=PLqYza3VtdeLn6IE_RcGYUQyeGPi57irLJ (ultimo accesso 9/7/2020).

221 Per la relativa promozione sul sito web si veda

https://museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it/?page_id=1246#page-content (ultimo accesso 9/7/2020).

222 Si veda intervista a De Franzoni, numero 3 in appendice.

223 Si veda ad esempio questo video che riporta alcuni dei lavori rielaborati dagli studenti:

https://www.facebook.com/museoarcheoaquileia/videos/648661905912803 oppure

107 Una seconda iniziativa indirizzata ad un pubblico più ampio si è concentrata invece sull’allestimento del secondo piano del Museo. Con la rubrica “Parla l’esperto”224 vengono presentati settimanalmente dei brevi video in cui esperti e archeologi raccontano alcuni dei reperti che verranno ospitati al secondo piano della sede museale. Questo progetto intende proporre al pubblico una visita in anteprima della nuova sezione espositiva, così da incentivare l’interesse per una visita futura.

La rubrica è stata resa disponibile sul sito web così come su Facebbok, sul canale YouTube e su Instagram. In quest’ultima in particolare le due rubriche risaltano particolarmente rispetto agli altri contenuti in quanto contraddistinte da una preciso stile grafico (figura 31 A-B).

Figura 31 A. Pagina Instagram del Museo Archeologico di Aquileia. Screenshot da smartphone. B. Contenuti della pagina Instagram del Museo di Aquileia. Screenshot da smartphone.

224 Per la relativa pagina sul sito web si veda

https://museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it/?page_id=1242#page-content (ultimo accesso 9/7/2020).

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Come racconta De Franzoni225 si è notato un aumento delle visualizzazioni e di iscritti

sul canale di Youtube proprio in corrispondenza di questi nuovi progetti. Negli ultimi due mesi infatti il caricamento di contenuti è stato molto costante e più strutturato226. Anche su Facebook è stato riscontrato un aumento delle interazioni in corrispondenza del medesimo periodo. Le modalità di presentazione dei contenuti sono infatti cambiate notevolemnte passando da post con testi lunghi e poco efficaci, agli attuali con video più dinamici ed interattivi.

L’obiettivo principale della comunicazione nelle pagine social in questo periodo è stato il mantenimento di un rapporto attivo con il pubblico fidelizzato del Museo, che comprende principlamente il segmento scolastico. Non solo sono stati ricevuti in restituzione alcuni progetti realizzati dagli studenti a partire dalle rubriche proposte, ma anche molti insegnanti hanno contattato spontaneamente l’Istituzione Museale per ricevere informazioni sull’utilizzo di materiali pubblicati nel sito web. In questo modo il Museo è riuscito a offrire contenuti a realtà scolastiche con cui aveva già precedentemente instaurato un rapporto e a raggiungere nuovi soggetti con cui iniziare e sviluppare collaborazioni in futuro. Potranno così essere ulteriormente potenziati e diffusi i numerosi progetti educativi che il Museo offre e per cui dimostra un impegno molto costante227. Durante il periodo di chiusura, è stato comunque dato seguito anche alla comunicazione abituale del Museo, aderendo anche ad alcune campagne lanciate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo .

Così come il Museo archeologico, anche la Fondazione Aquileia ha cercato di mantenere attivo il rapporto con il proprio pubblico durante il periodo di chiusura delle aree archeologiche nella primavera del 2020. Con questo scopo, la principale iniziativa proposta è stata la pubblicazione di dieci pillole video sul canale YouTube228. I brevi filmati di tre minuti ciascuno costituiscono degli estratti del film-documentario del 2019 dedicato al racconto del patrimonio aquileiese. Come racconta la responsabile della

225 Si veda intervista a De Franzoni, numero 3 in appendice.

226 Come riferisce De Franzoni, prima di marzo 2020 i contenuti erano piuttosto isolati e poco frequenti. 227 Per i servizi educativi offerti dal Museo si veda

https://museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it/servizi-educativi/#page-content (ultimo accesso 9/7/2020).

109 comunicazione Erica Zanon, l’iniziativa ha avuto un successo tale da raggiunere 13.967 visualizzazioni sia su YouTube che su Facebook229.

A differenza del Museo, il canale YouTube della Fondazione risulta fin dalla sua apertura nel 2013 molto ricco di contenuti. I video proposti sono di varia tipologia: interviste ai protagonisti dell’evento “Aquileia Film Festival”, filmati realizzati in occasione dei progetti europei e le dieci pillole video. Bisogna inoltre ricordare che YouTube costituisce il canale migliore da cui riprodurre i video con le ricostruzioni tridimensionali dei luoghi simbolo dell’antica Aquileia.

In canale social maggiormente utilizzato rimane comunque Facebook. I follower attuali sono 7000 e mediamente i post ricevono tra i 100 e i 150 mi piace230.

La pagina Instagram è stata invece aperta dal 2016 e non presenta una pubblicazione costante di contenuti e un numero elevato di follower (sono attualmente circa 800). Solo da fine marzo si è cominciata una pubblicizzazione sistematica tramite immagini che ha riguardato la pubblicizzazione delle pillole video presentate sugli altri canali (figura 32 A-B). Sotto questi aspetti si nota pertanto una netta differenza con la medesima pagina del Museo.

229 Si veda intervista a Zanon, numero 5 in appendice. 230 Si veda intervista a Zanon, numero 5 in appendice.

110 Figura 32 A. Pagina Instagram della Fondazione Aquileia. Screenshot da smartphone. B. Contenuti pagina Instagram della Fondazione Aquileia. Screenshot da smartphone.

All’inizio del 2019 la Fondazione Aquileia ha avviato un significativo progetto di restiling del sito web. Oltre a fornire le indicazioni principali sulle aree archeologiche, il sito aiuta il visitatore che giunge ad Aquileia a comprendere il panorama completo delle attrazioni turistiche. Sono inoltre presentati gli eventi e le attività promosse dalla Fondazione. È possibile inoltre conoscere le mostre organizzate.

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5.4 Conclusioni

Il caso di Aquileia risulta particolarmente significativo in quanto presenta all’interno della stessa destinazione due enti differenti che si occupano della gestione e della valorizzazione del patrimonio archeologico. Da una parte la Direzione Regionale Musei del Friuli-Venezia Giulia per quanto riguarda il Museo archeologico, dall’altra la Fondazione Aquileia per le aree archeologiche. Questa duplicità ha portato ad una netta separazione tra i reperti custoditi in Museo e le aree archeologiche esterne per quanto riguarda la comunicazione e l’offerta di un’esperienza turistica archeologica. In particolare, la differente disponibilità di risorse economiche ed umane ha giocato un ruolo importante per quanto riguarda l’adozione più o meno consolidata di strumenti e contenuti virtuali per favorire la comprensione e la diffusione del patrimonio aquileiese. Infatti, la Fondazione Aquileia, essendo partecipata da molteplici enti portatori di un proprio capitale, dispone di risorse economiche più elevate rispetto al Museo che vive grazie al sostegno statale. Risulta quindi naturale aspettarsi un’offerta più ricca di “virtualità” per quanto riguarda le aree archeologiche, piuttosto che da parte dell’Istituto Museale. Ed effettivamente grazie alle interviste al personale che lavora nei due enti questo aspetto è emerso abbastanza chiaramente. Tuttavia, indipendentemente dalle risorse a disposizione, si è potuto notare anche una discordanza di opinioni sull’effettiva importanza della virtualità come elemento da considerare nella progettazione dell’esperienza archeologica. Per quanto riguarda il Museo, bisogna innanzitutto ricordare che nel corso degli ultimi anni ha indirizzato la maggior parte delle proprie risorse ed energie nel progetto di riallestimento del percorso espositivo. Dato un primo rinnovamento degli spazi della sede museale terminato nel 2018, attualmente è ancora in corso il nuovo allestimento del secondo piano dedicato al Tesoro del Museo.

Nell’attuale allestimento del piano terra e del primo piano non è stato predisposto quasi nessuno strumento tecnologico e non sono nemmeno stati realizzati particolari contenuti virtuali. Come riferisce la Direttrice stessa del Museo, questa scelta è stata dettata dalla necessità di creare un allestimento durevole nel tempo, che non richieda costanti interventi di manutenzione ed aggiornamento. Si può quindi dedurre che la quasi totale esclusione della virtualità sia dovuta all’effettiva impossibilità economica e gestionale di curarla e mantenerla nel tempo. Inoltre, questa dichiarazione porta a pensare che per il

112 personale del Museo la virtualità sia concepita come un elemento secondario, da integrare al percorso museale solo dopo aver ultimato l’allestimento.

L’approccio risulta invece diverso, con un certo cambiamento di tendenza, per quanto riguarda la nuova offerta di visita archeologica del Tesoro del Museo. In questo caso la progettazione dell’applicazione, che fungerà da supporto alla visita di questa sezione, sta avvenendo parallelamente al riallestimento del percorso espositivo. Anche se non è ancora chiaro come l’applicazione verrà concretamente utilizzata nel percorso di visita, questo caso potrebbe essere visto come un primo tentativo di creazione di un progetto di esperienza archeologica nel Museo che includa l’ausilio di strumenti virtuali.

Per le aree archeologiche di Aquileia si nota invece un attento progetto di sviluppo di contenuti virtuali volti ad agevolare la comprensione e la diffusione dell’immagine dell’antica Aquileia. Tra questi spiccano le immagini e i video ricostruttivi dell’antica città romana, i tour virtuali, le guide online, gli audio-racconti dedicati ai bambini e l’applicazione per smartphone. Queste innumerevoli iniziative sono rese possibili dalle risorse economiche ed umane della Fondazione, ma denotano anche la comprensione dell’importanza di rendere l’esperienza archeologica più coinvolgente e innovativa. In particolare, è emerso che, secondo la Fondazione, l’utilizzo di ricostruzioni tridimensionali sia stato un passo necessario per rendere i resti archeologici fruibili al pubblico, dato che l’incompletezza che oggi li caratterizza ne ostacola la comprensione. Sebbene questi contenuti ricostruttivi siano disponibili gratuitamente e facilmente accessibili, la mancanza di una precisa offerta al pubblico di dispositivi tecnologici per usufruirne comporta, a mio parere, una significativa limitazione dell’uso dei contenuti ad un pubblico di esperti o appassionati. Infatti, se da una parte una guida turistica provvede senza problemi a recuperare il materiale virtuale e ad utilizzarlo nella visita, un visitatore generico sarà meno propenso a cercarlo autonomamente e ad utilizzare un device personale per usufruirne. Sarebbe quindi necessario realizzare una precisa offerta di strumenti tecnologici che abbiano al proprio interno i contenuti già integrati, così da rendere l’operazione più semplice ed agevole per il visitatore. I contenuti messi a disposizione potrebbero riguardare tanto le ricostruzioni virtuali della città antica, quanto le pillole video condivise nei canali social della Fondazione o le guide e racconti online disponibili per ragazzi e bambini.

113 Si può quindi concludere che nel sito archeologico di Aquileia la virtualità possa svolgere a tutti gli effetti un ruolo rilevante nella visita tanto al Museo quanto alle aree archeologiche esterne. Entrambi i contesti archeologici infatti risulterebbero più comprensibili ed accattivanti. La virtualità potrebbe così diventare un efficace supporto alla visita in loco, ma anche un elemento di attrazione per i visitatori che si approcciano ad Aquileia nei canali online.

Inoltre, i contenuti virtuali potrebbero essere utilizzati per ovviare alla mancanza di omogeneità nella comunicazione del patrimonio archeologico all’interno della medesima destinazione. Infatti, sarebbe necessario, a mio parere, potenziare maggiormente la visione unitaria tra i reperti custoditi nel Museo e il contesto archeologico da cui provengono. Non è sufficiente infatti indicare ai turisti del Museo la possibilità di visitare anche le aree archeologiche e viceversa. Servirebbe invece creare una visione più chiara della destinazione Aquileia e delle molteplici possibilità di esperienze archeologiche a disposizione del visitatore. Ad esempio, la creazione di un unico sito web che comprenda l’intero panorama di offerte della destinazione, potrebbe rappresentare un primo passo in questa direzione.

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Capitolo 6. L’uso della virtualità nel Museo

archeologico nazionale di Altino e nell’Area

Archeologica