CAPITOLO III Sguardi divergenti nel cinema europeo
3.3 Genere e sessualità in due film di Céline Sciamma
3.3.1 Naissance des pieuvres
Naissance des pieuvres (2007) è il primo lungometraggio di Céline Sciamma, mai proiettato nelle sale italiane. La sequenza iniziale del film si apre dentro gli spogliatoi di una piscina in cui gruppi di ragazzine in costumi colorati si preparano per la loro esibizione di nuoto sincronizzato, tra una inquadratura e l’altra, su schermo nero compaiono i titoli di testa, incorniciati e avvolti da tentacoli colorati, per qualche secondo vediamo sugli spalti, tra gli applausi concitanti, Marie, una ragazzina dall’espressione poco entusiasta che cerca un posto a sedere. La macchina da presa torna sulle nuotatrici che oramai sono uscite dallo spogliatoio, tra le fila di quella che sembra essere una delle squadre composte dalle più piccole, si distingue titanica e goffa Anne, che prima di esibirsi, ad occhi chiusi e in preda all’ansia tenta, tra le risa delle altre, un disperato segno della croce. La sequenza si presenta molto poco rassicurante a causa soprattutto del commento musicale, una marcetta ossessiva che riprende il tema acquatico, con le sue note elettroniche distorte che sembrano richiamare il lamento di uno strano animale marino.
Alcune bambine si esibiscono in un esercizio da manuale seguendo solamente il ticchettio del metronomo. Marie, visibilmente annoiata, sta per andare via, quando vede la squadra giovanile pronta ad esibirsi e viene folgorata dalla bellezza della sua capitana, Floriane. Ritroviamo Anne nello spogliatoio semideserto, avvolta nel suo asciugamano: aspetta che tutte le altre vadano via per spogliarsi, fingendo di aspettare che si asciughi il costume. Finalmente sola si spoglia, ma inaspettatamente un ragazzo apre la porta per sbaglio, vedendola completamente nuda; rivestitasi corre fuori dall’amica Marie, che l’aspetta fuori dalla piscina desolata dal tentativo
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fallito di intercettare Floriane negli spogliatoi. Tornata a casa, Marie nella sua vasca da bagno, fa con le gambe qualche timido movimento nel tentativo di imitare le nuotatrici; prova ad iscriversi in piscina per prendere lezioni di nuoto sincronizzato, ma le iscrizioni, le fa notare un’impiegata, sono chiuse a causa del periodo estivo. Anne e Marie, la sera, si imbucano alla festa dei giocatori di pallanuoto in cui, sono sicure, troveranno sia il ragazzo dello spogliatoio che Floriane. Marie incontra Floriane nel bagno, la fissa e le chiede di poter assistere agli allenamenti, Floriane liquida le sue richieste in maniera disinteressata, le chiede un chewing-gum, lo mastica un po’, lo sputa, si avvicina spavaldamente vicinissimo alla bocca di Marie chiedendole se le puzza l’alito e torna alla festa. Anne che per tutta la sera si era scatenata nelle danze da sola, si rende improvvisamente conto, forse a causa del reggiseno troppo lento, della maglietta troppo larga, che le ricorda la sua stazza, del suo corpo tra gli altri; si ritrae dietro la tenda, guardando in lacrime il ragazzo dello spogliatoio che bacia Floriane. Nei primi quindici minuti del film, la presentazione delle tre protagoniste è sufficiente a capire a che tipo di stereotipi il narratore abbia fatto riferimento per prefigurare i soggetti che ci sta mostrando: tre adolescenti che stanno per raggiungere il loro coming-of-age, non in senso strettamente anagrafico, attraverso le l’esplorazione delle loro sessualità. Anne è la tipica ragazzina grassoccia che ha problemi ad accettare il proprio corpo, Marie è l’adolescente melanconica turbata dal primo desiderio omosessuale e Floriane, la ragazza bellissima, sicura, desiderata, eterosessuale che tutte vorrebbero essere. Questi stereotipi, facili da trovare nei teen-movies mainstream, hollywoodiani, alla fine del film verranno completamente ribaltati a favore della costituzione identitaria delle protagoniste. Marie aspetta Floriane davanti alla piscina, le due fanno un patto su
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proposta di Marie, lei potrà fare da spettatrice agli allenamenti, in cambio Floriane può chiederle ciò che vuole. Nello spogliatoio Marie, intimidita, aspetta che Floriane vada via per spogliarsi, si mette il costume e va a bordo piscina per seguire le prove. Floriane la invita ad entrare in acqua così da vedere meglio; Marie sott’acqua assiste ad uno spettacolo di corpi danzanti che rafforzano il suo desiderio omosessuale. Il narratore non esita ad utilizzare cliché banali, grossolani talvolta, che assumono però nuovo significato procedendo nella narrazione. Nella scena successiva, le nuotatrici sono nello spogliatoio, Floriane sbuccia una banana e la mangia.
Ragazza – Mi chiedo come fai, io mi impiastro sempre le mani. Floriane – Che cosa stupida.
R. – Oh no, i ragazzi guardano sempre quando una ragazza mangia una banana. Lo sanno tutti, ma a te non importa, perché stai dall’altro lato.
F. – Dal lato delle ragazze che mangiano le banane?
R. - È quello che dicono… che l’hai fatto. E con un sacco di ragazzi. F. – Si è vero. E mi piace.
Liquidata la ragazza, Floriane chiede a Marie di andare a casa sua nel pomeriggio, perché ha finalmente capito cosa può fare di utile per lei, per ricambiarle il favore di farla assistere agli allenamenti. Marie suona alla porta, Floriane la usa come scusa con i suoi genitori per uscire con François, il ragazzo che ha baciato alla festa. I genitori di Floriane, sono fuori campo; i genitori di Anne e di Marie non vengono nemmeno diegetizzati, solamente evocati in un paio di battute: quando Marie va a trovare Anne, in piena notte, la madre di lei non è in casa perché lavora; in un’altra occasione Anne chiede a Marie se odia ancora così tanto i suoi. Nell’universo rappresentativo di Sciamma, che in tutti e tre i film parla di sessualità adolescenziale
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o pre-adolescenziale, la dimensione adulta viene quasi sempre esclusa dalla rappresentazione. In Naissance de pieuvres non esistono se non come presenza evocata en passant, che non ha alcun fine narrativo se non quello di confermare la propria assenza. In Tomboy, i genitori sono presenti in maniera marginale, come rappresentati del potere normativo, soggetti portatori di razionalità in contrapposizione al mondo giocoso/performativo dei bambini, in Girlhood è la protagonista adolescente che a casa riveste un ruolo materno nei confronti delle sorelle più piccole.
Floriane e il ragazzo vanno via, Marie deve aspettare che Floriane ritorni e aspetta da sola, in un parcheggio abbandonato fino a notte fonda. Il giorno dopo, Floriane e la squadra vanno in trasferta per un’esibizione fuori città, Floriane riesce a fare avere un posto da spettatrice a Marie che si unisce alla squadra. Marie aiuta Floriane a prepararsi, ma arriva un massaggiatore che chiede a Floriane se ha bisogno di sciogliersi, così Floriane caccia Marie via dallo spogliatoio. Poco prima della gara, Floriane indica a Marie un posto in cui può sedersi, è una delle piccole attenzioni che Floriane comincia ad avere nei confronti di Marie. C’è un’altra piccola incursione del mondo adulto nell’universo diegetico, è l’istruttrice che controlla che le ragazze dell’altra squadra siano correttamente depilate prima di entrare in acqua. Passando in rassegna le ragazze, inguine e ascelle bene in vista, l’istruttrice si fermerà davanti a una di loro
- Cattivo lavoro Natasha. - Non ho avuto tempo
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Finita la gara, tornate a casa, Floriane chiede a Marie se può nuovamente coprire il suo appuntamento con François; Marie in un primo momento dice sì, ma il giorno dopo, la incontra per dirle che si rifiuta di coprire ancora i suoi maneggi. A questo punto Floriane le rivela che non ha fatto sesso con Françoise e che anzi a dispetto di ogni sospetto lei è ancora vergine. Floriane è vittima dello stereotipo attraverso il quale è rappresentata, così nei suoi rapporti sociali con gli altri, fa finta di esserlo, per indispettirli (dialogo dello spogliatoio). Con il ragazzo che frequenta non può però fingere all’infinito, deve trovare una soluzione che non sia quella di fare sesso per la prima volta con François, perché non può deludere le aspettative rispetto allo stereotipo che incarna. Nel suo coming-out come vergine Floriane palesa una certa insofferenza verso le attenzioni sessuali, talvolta aggressive che subisce, sembra quasi che in fondo il sesso non le interessi, ma che sia qualcosa che è costretta a fare. Le due ragazze tornano a casa di Floriane, che regala a Marie un suo vecchio costume, le chiede di provarlo ma Marie non si spoglia e lo mette sopra i vestiti, si stendono sul letto e parlano di morte. Marie saluta Floriane che rientra in casa, fa finta di andare via, torna indietro a prendere dall’immondizia un sacchetto che Floriane aveva appena buttato. Lo porta a casa, lo nasconde nel cassetto della sua scrivania nervosamente, lo ritira fuori e lo esplora: al suo interno c’è un pezzetto di cotone, un torsolo di mela, una lattina vuota. Marie prende il torsolo di mela e comincia a mangiarlo. È in questo gesto che esprime la voracità del suo desiderio sessuale inespresso, il torsolo è il suo personale closet. L’armadio dentro il quale è rinchiusa e dal quale non vuole uscire. Marie non cerca il riconoscimento sociale della sua omosessualità, tant’è che non farà coming-out nemmeno con la sua migliore amica, Anne. L’omosessualità adolescenziale non è qui rappresentata
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come estremamente problematica, come spesso succede nei teen-movie a tematica LGBT, il desiderio di lei certo le procura sofferenza, fino a quando non verrà espresso nei termini che lei deciderà. Nel frattempo Floriane rivede Françoise, deve prendere una decisione su cosa farne della sua verginità. La soluzione che le viene in mente è quella di andare a letto con uno sconosciuto, meglio se un adulto. Marie e Floriane quindi escono una sera, vanno a ballare in un club, Floriane trascina Marie nella pista da ballo e quando, per la seconda volta si avvicina a pochi centimetri dalla bocca di Marie, come nella scena del chewing-gum, si mette a ballare con un uomo. Marie scoppia in lacrime e Floriane si avventura nel parcheggio con l’uomo che ha conosciuto. Marie vede Floriane e l’uomo nell’auto e va a bussare ai finestrini, riuscendo a tirare fuori Floriane che la ringrazia sorridente di averla “salvata”. A questo punto Floriane chiede a Marie qualcosa «che non è una cosa normale», «chi vuole essere normale» le risponde Marie. Floriane le chiede se vorrebbe essere lei la “prima” «Così mi liberi da questa cosa», dice ma Marie si rifiuta. Il giorno dopo, Floriane fa vedere a Marie una collanina che Françoise le ha regalato, i due devono vedersi la sera e stavolta Floriane non ha scampo, dovrà fare sesso, così Marie cambia idea. Le ragazze vanno in casa di Floriane, la scena di sesso è fredda e distaccata, somiglia più ad una operazione chirurgica che ad un rapporto sessuale: Marie sa benissimo di non essere desiderata, Floriane vive il momento della deflorazione come doloroso e basta: una paziente che si libera di un dente doloroso. Rimesse a posto le coperte, arriva Françoise, Marie scende in strada e guarda, in lacrime, verso la finestra della camera di Floriane. In realtà l’atto non verrà consumato. Françoise, così, oggetto delle attenzioni, mai ricambiate, di Anne andrà a trovarla in preda agli ormoni. Anne, che
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per tutto il film sogna il suo primo bacio proprio con François si lascia andare e i due fanno sesso, ma capisce di essere stata trattata come solo oggetto sessuale proprio perché lui non riesce a baciarla, quasi non la guarda in faccia. Anne e Marie si ritrovano e si confidano: Anne dice a Marie che Floriane e Françoise non hanno fatto sesso, le racconta che la sera prima è stata la sua prima volta ma mente anche, dicendo che ha finalmente ricevuto il suo primo bacio. Marie le dice che qualcuno le piace, ma mente fingendo che sia un ragazzo e che Anne non lo conosca. Il film si risolve nella sequenza finale della festa in piscina. Floriane chiacchiera con un ragazzo, Marie ha il coraggio di farsi avanti, la prende per mano la porta negli spogliatoi, Floriane capisce cosa vuole e non oppone resistenza, le ragazze si baciano. Françoise trascina Anne in uno stanzino, dicendole che le piace davvero, lui sta per baciarla, ma Anne lo fa stendere supino e anziché baciarlo gli sputa in bocca. Floriane torna alla festa, nell’ultima inquadratura che vediamo di lei, balla da sola; Floriane rimane vittima, a livello diegetico, dello stereotipo che incarna, ma la rappresentazione del suo personaggio, nelle sue sfumature e contraddizioni la emancipa agli occhi dello spettatore. Marie, alla fine, riesce a farsi avanti risolvendo il suo desiderio represso, dopo aver baciato Floriane si sciacqua la bocca sporca del suo rossetto rosso, che richiama il colore sangue; avuto il suo passaggio di rito si tuffa in piscina; anche Anne che prende coscienza che il suo desiderio è più importante dell’essere desiderata si emancipa dallo stereotipo di genere per il quale una ragazza che ha problemi ad accettare il proprio corpo si risolve solitamente, nelle rappresentazioni mainstream divenendo oggetto di desiderio
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ragazze nuotando in piscina è quella di un octopus, una piovra, dal quale il film prende il titolo.
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