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Nakajima Atsushi in Micronesia

Nakajima arrivò a Palau il 6 luglio 1941. Alloggiò a Koror in un dormitorio situato nei pressi del suo posto di lavoro, ma privo di luce sufficiente per leggere e di buoni pasti, come scrive il 17 agosto in una lettera al padre: “È una situazione per cui se c’è del cibo, soltanto per quello dobbiamo essere soddisfatti”.28 Inoltre, come già accennato, da

quando si stabilì nell’alloggio la sua salute iniziò a declinare.29Già in una lettera a una

sua ex-studentessa datata al 25 agosto, poco dopo essere arrivato in Micronesia, Nakajima manifestava il suo desiderio di tornare in Giappone:

Quando, senza conoscere nessuno, soffrendo per tre giorni interi di mal di pancia, diarrea e febbre alta, senza bere né mangiare, lasciato così e trascurato da tutti, mi sono indebolito molto, in quel momento mi sono mancati profondamente il Giappone, Yokohama, e precisamente mia moglie. Assolutamente.30

Katsumata sottolinea come Nakajima fosse molto solo nei Mari del Sud,31 e come “prima

di stringere rapporti di amicizia ha dovuto innanzi tutto ricevere lo ‘sguardo freddo’ (lettera datata al 20 settembre) dei colleghi”.32 A proposito della loro avversione nei suoi

confronti, il 21 novembre l’autore scrisse alla moglie:

Non è che disprezzi quelli con un titolo di studio basso, però queste persone sembrano invece provare antipatia per me che, pur essendo entrato a metà ed essendo giovane, occupo una posizione superiore alla loro. (Sebbene pensassi che all’Ufficio dei Mari del Sud sarei decaduto a un ruolo basso e insignificante […], una volta arrivato qua, all’interno del dipartimento regionale dopo il capoufficio sono io quello che prende il salario maggiore).33

Persino in occasione della sua partenza per il tour delle isole della Micronesia, allo scopo

27 Ibid.

28 NAZ 2, cit., p. 402.

29 KATSUMATA Hiroshi, Nakajima Atsushi henreki, T ky , Chikuma Shob , 2004, p. 89. 30 Ibid. Cfr. NAZ 2, cit., pp. 406-407.

31 KATSUMATA, Nakajima Atsushi henreki, cit., p. 90. 32 Ibid., p. 91.

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di assistere alle lezioni di lingua giapponese tenute nelle varie scuole, Nakajima si sentiva depresso in quanto solo uno dei suoi colleghi era andato a salutarlo al porto, mentre il 20 settembre scrisse alla moglie che da quando era arrivato a Palau egli aveva perso tutto il suo orgoglio, la stima in se stesso e la gioia, ed era diventato un uomo diverso: “Da luglio di quest’anno io non sono più io. È proprio così. […] Sono diventato uno sgradevole individuo strano e ridicolo, sempre depresso”.34

Durante questo suo primo tour, dal 15 settembre al 5 novembre 1941, egli si recò innanzi tutto in due scuole di un’isola del gruppo Truk, dove le costruzioni militari giapponesi stavano distruggendo gran parte delle bellezze naturali. Qui Nakajima si rese ulteriormente conto che “there was no Pacific paradise” e che “realities of life in Micronesia were less then idyllic”.35 Egli proseguì poi il suo viaggio a Ponape, dove visitò

alcune scuole e gli venne offerto del cane arrosto, e successivamente a Jaluit, che ritenne essere la più primitiva delle isole visitate fino ad allora.36 Si diresse infine nuovamente a

Truk, e durante il viaggio scrisse alla moglie che voleva ammalarsi seriamente, perdere conoscenza e svegliarsi in Giappone accanto alla sua famiglia.37 Durante il suo soggiorno

a Truk, dal 6 ottobre al 5 novembre 1941, le sue condizioni di salute furono pessime e la disponibilità di cibo scarsa. Una volta tornato a Palau, il 9 novembre scrisse alla moglie che il tour delle isole della Micronesia lo aveva disilluso, e aveva perso l’interesse per il suo lavoro.38

Il 17 novembre 1941 Nakajima iniziò il secondo tour delle isole, e stavolta nessuno andò a salutarlo al porto al momento della partenza. Dopo la prima tappa all’isola di Rota, soggiornò a Saipan fino alla metà di dicembre. Qui l’autore “was struck by its strict, almost military, discipline and its emphasis on formal correctness”.39 Il 2 dicembre, infatti,

scrisse alla moglie:

Anche se fermo gli studenti e provo a parlarci, loro non mi rispondono altro che deludenti

konnichiwa (buongiorno) oppure “Eccomi! Mi chiamo xxx”. Non riescono proprio a sentirsi a

proprio agio. Si capisce bene che gli insegnanti della madrepatria [naichi] incutono loro timore.

34 Ibid., p. 424.

35 OCHNER, “A Japanese Writer in Micronesia…”, cit., p. 40.

36 OCHNER, Nakajima Atsushi: His Life…, cit., pp. 151-152, 155. L’episodio del cane arrosto verrà ripreso

in Kanshō.

37 Ibid., p. 157. 38 NAZ 2, cit., pp. 471.

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Non posso sopportare che i miei libri di testo vengano usati in un ambiente in cui vi è un’educazione simile.40

Fu proprio mentre Nakajima si trovava a Saipan che scoppiò la Guerra del Pacifico.41 Al

proposito egli scrive alla moglie: “È certo che a Palau vi siano dei rischi […], ma non sono eccessivi. Non occorre che tu ti preoccupi così. Visto che siamo in guerra, ho messo in conto una certa quantità di pericolo. Piuttosto, ciò che mi spaventa è la mia malattia, l’asma”.42

Durante l’ultimo periodo a Palau egli passò la maggior parte del tempo con Hijikata e gli amici di quest’ultimo,43 e non aveva piaceri all’infuori di questo, come scrive alla

moglie il 9 gennaio 1942: “La mia vita all’ufficio pubblico è spiacevole come sempre. Provo sentimenti sgradevoli proprio ogni giorno. Il mio unico divertimento è l’andare, la sera, a casa di Hijikata e parlare bevendo il tè”.44 Nakajima e Hijikata partirono poi per

un tour nelle isole maggiori, dal 17 al 31 gennaio 1942.

Intanto, come già accennato, Sangetsuki e Mojika vennero pubblicati su Bungakkai a febbraio del 1942, e i curatori della stessa rivista decisero che a marzo dello stesso anno sarebbe stato pubblicato anche Hikari to kaze to yume. Nakajima, comunque, non venne a conoscenza di questo fino al suo ritorno in Giappone.45 Questo avvenne a marzo 1942,

dopo che, il 31 dicembre, aveva chiesto il trasferimento a T ky per via della precarietà della sua salute.