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Si può pensare che gli apporti che compongono questa narrazione siano di coloro che sono abituati a passeggiare tra i cortili e i giardini della Cavallerizza. Questa deduzione è conseguente alla visione che si è creata del complesso di via Verdi come luogo per il loisir. La Cavallerizza (ancora una volta ritenuta l’Oggetto di Valore nella narrazione) diventa un luogo piacevole per trascorrere il proprio tempo libero, tra chi decide semplicemente di passeggiare per il cortile principale o fermarsi per un po’ di relax nella quiete dei Giardini Reali o ancora tra coloro che la frequentano, soprattutto la sera, per gli eventi musicali, gli spettacoli o le serate danzanti organizzate il più delle volte dagli stessi occupanti.

È la narrazione che meglio esplicita gli utilizzi di questo luogo negli ultimi anni, soprattutto a livello pubblico ed è facile individuarne i protagonisti e il rispettivo ruolo attanziale.

L’Assemblea Cavallerizza 14:45 non può esimersi dall’apparire anche in questa narrazione e in questo caso svolge il ruolo di Destinante perché rappresenta la figura che ha permesso

SCHEMA CANONICO DELLA NARRAZIONE 2.1 > > > > CONTRATTO COMPETENZA PERFORMANZA SANZIONE

apertura verso gli esterni

popolarità su Facebook (cambio nome)

feste ed eventi vari...

? MODELLO ATTANZIALE 2.1 > > > > > OGGETTO DI VALORE SOGGETTO DESTINANTE DESTINATARIO DESTINATARIO

“Cavallerizza per il loisir” Pubblico (i frequentanti)

Assemblea Cavallerizza 14:45

Pubblico (i frequentanti)

Assemblea Cavallerizza 14:45

Parte 2 Capitolo 4 Ricerca

l’apertura di quegli spazi, destinandoli agli usi sopra citati. I cittadini che frequentano la Cavallerizza, ovvero il pubblico che partecipa agli spettacoli e alle serate di festa, invece rappresenta il Soggetto della narrazione. Non appaiono ulteriori attanti, e nemmeno altri attori che intervengano per aiutarci nell’individuazione del Destinatario, in quanto è possibile aprire due scenari: cui prodest?

Nel primo caso, quello più “innocente” e immediato si può considerare come Destinatario la cittadinanza, o meglio il pubblico dei frequentanti, come è facile intuire dato l’indirizzo degli eventi organizzati e l’utilizzo di questi spazi che ne consegue. Nel secondo invece, qualora l’organizzazione delle feste e degli spettacoli (da parte dell’Assemblea) avvenisse per scopi di lucro, come spesso accade attraverso un sistema di offerta che comunque rimane “libera”, si potrebbe considerare ancora una volta l’Assemblea come la vera parte che trae vantaggio dall’intera situazione.

Nell’individuazione delle fasi narrative secondo lo schema greimasiano si può quindi individuare come prima fase il momento in cui si aprono gli spazi della Cavallerizza al pubblico, un gesto semplice ma fondamentale e non del tutto scontato, considerati i dubbi sulla valenza dell’occupazione che possono sorgere in seguito alle presentazioni delle precedenti narrazioni. La fase della competenza in questo caso appare in un certo senso insolita, perché non sta nella canonica acquisizione delle risorse e delle conoscenze necessarie al raggiungimento dell’obiettivo, ma se rapportata ai giorni nostri e all’universo dei social network, in cui gli obiettivi principali sono la popolarità e il raggiungimento del maggior numero possibile di contatti, potremmo considerare queste le competenze utili, sebbene non si tratti di competenze vere e proprie.

Il raggiungimento della popolarità, incrementata anche grazie al cambio di nome sulle varie piattaforme, di fatto ha permesso il passaggio alla terza fase, che invece è caratterizzata proprio dalle feste e i vari eventi che riscuotono partecipazione e successo proprio grazie all’eco generata dalla notorietà raggiunta nella cerchia dei seguaci della pagina dell’Assemblea sui vari social

Fig. 4.24 Una delle feste celebrate all’interno della grande sala al piano terreno della Manica del Mosca.

Fig. 4.23 Preparazione di uno dei tanti eventi organizzati all’interno della Cavallerizza.

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Luogo decadente per incapacità decisionale dei politici. Abbandonato e mal autogestito. Peccato.

Potrebbe essere un luogo bellissimo se fosse adeguatamente restaurato dal nostro Comune, invece da come si presenta è poco edificante ed oltretutto è proprio in pieno centro della Città! !

Trasandata, non vale la pena neppure farci footing come “sentiero” di passaggio. Voleva essere un luogo artisticamente alternativo ma è diventato un cortile senz’anima.

Ristrutturazione è valorizzazione. Speriamo la rimettano a posto presto.

Rebellious and characteristic , sometimes charming and sometimes frightening ... Luogo affascinante peccato il degrado dei frequentatori e degli stabili totalmente abbandonati e decadenti.... Luogo storico abbandonato a se stesso in pieno centro Torino... peccato davvero ...

Parte 2 Capitolo 4 Ricerca

degrado, soprattutto fisico ma anche morale. La principale accusa che viene mossa dai recensori infatti è fatta nei confronti dell’amministrazione comunale e degli occupanti, entrambi incapaci in un modo o nell’altro di gestire propriamente questo posto.

Tuttavia non mancano ammissioni sul fascino del complesso e lievi dichiarazioni da cui traspare la speranza di veder risorgere questo luogo, per questo, sebbene non venga chiaramente esplicitata, si può assumere che nel ruolo del Destinatario si posizioni la stessa cittadinanza.

network.

Anche in questo caso però non è possibile riuscire a stabilire una fase conclusiva, di approvazione del programma svolto. Piuttosto se ne possono prevedere due, molto simili a quelle della narrazione interna, perché in fondo si tratta comunque di esperienze legate all’andamento dell’occupazione in sé. Il riconoscimento sociale caratteristico di questa fase è strettamente dipendente da ciò che avviene all’interno della Cavallerizza: solo le feste e gli eventi che qui si svolgono permettono di associare la Cavallerizza a un luogo sinonimo di svago e divertimento.

La prima ipotesi è correlata al riconoscimento della Cavallerizza come “bene comune ad uso civico”, come affermato nella sotto- narrazione interna utopica, perché solo in questo caso si possono prevedere gli effettivi usi di questi spazi e quindi se riconoscere il complesso di via Verdi come luogo di divertimento o meno. Un traguardo che in realtà si può valutare solo post factum, perché strettamente legato al raggiungimento dell’obiettivo preposto e quindi risulta difficile, se non impossibile, poter parlare di successo a priori.

La seconda ipotesi invece è legata alla sanzione della seconda sotto-narrazione interna, in quanto in questa narrazione si fa riferimento soprattutto ad eventi organizzati il più delle volte dagli occupanti, quindi con una probabilità di conclusione di spettacoli e manifestazioni che andrebbe a coincidere con l’eventuale fine dell’occupazione.

Narrazione cittadina esterna: la sotto-narrazione