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Nascita del concetto di smart land: Il Manifesto Smart

3 Superare la smart city: evoluzione in smart land

3.2 Nascita del concetto di smart land: Il Manifesto Smart

Nei capitoli precedenti si è cercato di fare più chiarezza possibile sul concetto di smart city, analizzandone le interpretazioni delle ricerche più importanti eseguite in materia. Il concetto di smartness continua però a rimanere mutevole e dipendente dall’arbitraria interpretazione ad esso attribuita, e questo ha generato una serie di sfaccettature diverse, seppur con un’idea di fondo prevalentemente comune.

Ed è stato proprio grazie a questa non chiara e ben precisa definizione che il concetto di smartness si è potuto ampliare dalla visione della singola città ad un territorio ben più ampio, creando così il concetto di smart land.

Se la smart city è la città che agisce attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, la smart land può essere definita come il costruire un territorio sostenibile, intelligente ed inclusivo (Bonomi e Masiero, 2014).

Interessante è la definizione proposta da Roberto Masiero e Federico della Puppa ne Il Manifesto Smart9: “Uno smart land è un ambito territoriale nel quale attraverso politiche diffuse e condivise si

aumenta la competitività e attrattività del territorio, con un’attenzione particolare alla coesione

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sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini.”.

In questo manifesto, che mira ad aiutare nel processo di creazione delle smart cities e la loro evoluzione in smart land, vengono delineati 8 punti principali in cui converge il concetto.

La cittadinanza, che deve farsi attiva, e le cui forme di partecipazione e condivisione dal basso di progetti di sviluppo devono andare di pari passo con una nuova modalità di interazione e integrazione tra amministratori e forze locali. Bisogna quindi integrare i cittadini nella distribuzione delle informazioni e del sapere in un’ottica di long life learning, utilizzando le più recenti tecnologie, creando integrazione inter e intragenerazionale e le condizioni per la promozione di una sempre maggiore coesione e inclusione sociale.

Vi è poi lo sviluppo, che avviene attraverso la costruzione di una rete delle reti diffuse, in cui ognuno è libero di dar vita a progetti, programmi e processi il cui punto nodale è il sapere diffuso e condiviso. La creazione di queste linee di sviluppo non deve essere formulata su criteri puramente economici, ma a partire da una visione di lungo periodo del benessere collettivo. È necessario quindi produrre un piano strategico di sviluppo nel quale sono evidenziate e declinate tutte le politiche inerenti a livello locale, promuovere attivamente lo sviluppo sostenibile, sviluppare alleanze strategiche, valorizzare il patrimonio culturale e creare ambienti favorevoli per l’insediamento di nuove imprese e start up.

L’energia va prodotta e gestita utilizzando tutti i sistemi più innovativi, promuovendo azioni di cogenerazione e generazione distribuita, puntando sul risparmio energetico a tutti i livelli. Risulta utile quindi promuovere le politiche energetiche virtuose, con progetti di efficienza energetica a livello locale attraverso long-term commitment, come il Patto dei Sindaci. Bisogna puntare sull’efficienza energetica dei nuovi edifici, ridurre le emissioni di gas serra, ottimizzare le emissioni industriali e la gestione dei rifiuti, valorizzando economicamente la filiera del riciclo.

Altro punto importante e presente anche nello studio delle smart city è la mobilità, in quanto in una smart land gli spostamenti devono essere facili ed agevoli e deve essere presente un sistema di servizi pubblici a basso impatto ambientale, con un piano di traffic calming nei centri storici delle città. Inoltre, deve essere promossa l’accessibilità dei cittadini alle zone limitrofe e alle reti della grande mobilità extraurbana. Va quindi definito un piano della mobilità, ottimizzando la rete già esistente e agevolando i percorsi casa-scuola e casa-lavoro, creando aree pedonali e favorendo il car sharing, il car pooling e il bike sharing.

Fondamentale è ovviamente l’economia, in quanto senza risorse finanziarie, è ben difficile organizzare un sistema complesso e ben organizzato. L’economia si deve sviluppare principalmente

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attraverso sistemi di interazione tra cittadini e imprese, in maniera tale che si produca un meccanismo di apprendimento continuo e di forte interazione, ponendo particolare attenzione allo sviluppo della creatività e quindi delle start up. Bisogna quindi favorire gli incubatori di impresa, supportare le imprese nella riconversione produttiva per una migliore ecosostenibilità, garantire l’accesso a reti informatiche e tecnologiche coinvolgendo i portatori di interesse e le comunità locali.

Un altro aspetto è l’identità, in quanto la smart land è un luogo identitario, nel quale le diverse identità territoriali possono esprimersi al massimo delle proprie capacità, puntando ad una visione verso il futuro, a “come possiamo e vogliamo essere in futuro”, con azioni di intervento mirate alla costruzione di un’identità locale basata sul patrimonio comune, valorizzando aspetti tangibili e intangibili. Si deve agire promuovendo un’offerta coordinata e intelligente delle proprie risorse turistiche sul web, con particolare attenzione ai social media, creare percorsi e mappature tematiche del proprio territorio rendendoli facilmente fruibili.

Il tutto deve essere permeato da una rete di saperi diffusi ed integrati, favorendo la creazione di laboratori di idee, attuando processi di formazione continua e di aggiornamento delle competenze, ibridazione fra saperi accademici, locali e tradizionali. Ciò si può realizzare promuovendo spazi ed occasioni, strumenti e piattaforme di interazione per promuovere la libera conoscenza, privilegiando le forme di peer-to-peer approach.

Infine vi è il paesaggio, che è non solo preservazione della bellezza esistente, ma anche il miglioramento dei processi che lo valorizzano, fra cui la gestione dei rifiuti, la limitazione del traffico privato, il risparmio del suolo e la bonificazione di aree dismesse riutilizzandole al fine di migliorare l’offerta territoriale e la fruibilità dei luoghi stessi. Va quindi gestito efficientemente il verde urbano, il territorio comunale e le aree dismesse, attuando anche forme innovative di tutela e conservazione.

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