Pala
Cappella di San Giuseppe della Scuola deiNotai, chiesa di Santa Maria del Gesù, Treviso
1580 ca
Il primo riferimento all'attività di Fiumicelli in Santa Maria del Gesù si trova nel manoscritto stilato da Nicolò Mauro il quale scrive: "etiam appud RR Patres Jesu Nativitatem Domini pinxit in edicula dominarum scribarum Collegiatorum Civittatis ipsius cum Dominu Hieronymo et Domina Anna ". Successivamente Carlo Ridolfi (1648) afferma che Fiumicelli "lavorò a' PP. del Giesù la nascita del Signore, nella cappella de'Nodari il San Gioachino ed Anna". L'autore, che traduce il testo di Mauro, commette un doppio errore − sottolineato da von Hadeln in nota al testo − in quanto scrive Gioacchino invece che Gerolamo e trasmette l'idea dell'esistenza di due opere di Fiumicelli all'interno della chiesa del Gesù. Secondo quanto narrato da Mauro si trattava di un'unica opera raffigurante la Natività con san Gerolamo e sant'Anna, soggetto che era già stato affrontato da Lorenzo Lotto qualche decennio prima nella
Sacra Famiglia con i santi Girolamo e
Anna
datata 1534 e ora conservata presso gli Uffizi di Firenze.Si discosta da Mauro il sacerdote Ambrogio Rigamonti (1767) che avanza una diversa attribuzione per il dipinto, dal momento che scrive: "A cornu Evangelii dell'Altar Maggior osservasi la Cappella de' Sigg. Nodari, la di cui Pala rappresenta la Natività di N. S., ed è opera di Carlo Loth da Monaco". Lo stesso autore però − nella
Descrizionedelle pitture più celebri che si
vedono esposte nelle chiese
,ed altri luoghi pubblici di Treviso (…) con
nuove aggiunte e correzioni
pubblicata nel 1776 − ripropone la tradizionale assegnazione a Ludovico Fiumicelli.160
Domenico Maria Federici (1803) ricorda che Fiumicelli dipinse "nella Chiesa de' PP. Reformati la Tavola della nascita di Gesù detta di S. Giuseppe assai stimata, posta nella capella del Collegio de' Nodari, dove veggonsi S. Gioachino, e S. Anna". Anch'egli parla di un san Gioacchino e non san Gerolamo, affermazione che potrebbe essere derivata dall'osservazione del dipinto, ma più verosimilmente dall'aver riportato la traduzione compiuta da Ridolfi.
La pala raffigurante la nascita di Gesù era posta sull'altare della cappella dedicata a San Giuseppe della Scuola dei Notai, collocata a destra dell'altare maggiore. L'opera andò probabilmente dispersa quando la chiesa di Santa Maria del Gesù − il cui ordine di frati Minori Osservanti era stato soppresso già nel 1810 e la chiesa era stata adibita a carcere, quindi a caserma e infine a sede di pompieri − venne demolita nel 1920 per erigere sulla sua area l'Istituto Tecnico J. Riccati.
Qualche anno prima, nel 1914, Luigi Bailo pubblicò nella
Gazzetta trevisana
una serie di articoli per far conoscere le vicende della chiesa e tentare di evitare la distruzione delle pitture murali. L'abate trevigiano rammenta che la cappella di San Giuseppe presentava una volta decorata con angeli "di buon disegno e di bella fattura, ritti in diversi atteggiamenti, e portanti tutti gli strumenti della passione del Signore". Bailo scrive che la cappella era "tutta all'intorno sotto gli archi dipinta, e in sette archi [
conteneva
] sette storie (…) Secondo ogni probabilità essa era stata tutta dipinta d'alto in basso, perché non è possibile che la pittura si limitasse alle sole storie superiori. Di queste cinque si riferiscono alla leggenda di S. Gioacchino, e rappresentano: la prima il suo matrimonio con S. Anna, la seconda la sua cacciata dal tempio (…) la terza il sogno di Gioacchino (…) la quarta il ritorno a casa (…) e quindi l'abbraccio coniugale sulla porta. (…) Di fronte a questa parete, l'altra presenta in alto due matrimoni; credo che il primo sia quello di Zaccaria ed Elisabetta, e l'altro quello di Maria e Giuseppe…; così noi possiamo pur161
supporre che anche da questa parte d'alto in basso fosse istoriata la parete dei fatti di Maria, di Giuseppe, d'Elisabetta, di Giovanni, di Gesù".
Bailo assegna gli affreschi a due ignoti pittori trevigiani. L'abate auspicava si potesse effettuare lo stacco di alcuni affreschi della chiesa del Gesù, ma ciò non fu possibile e Bailo affidò a Girolamo Botter l'esecuzione di alcune impressioni, tuttora conservate nella Biblioteca Comunale di Treviso.
Il
Matrimonio di Gioacchino e Anna
− che lo studioso ricorda affrescato nella cappella di San Giuseppe − viene dubitativamente identificato da Chiara Torresan con ilSan Gioacchino e sant'Anna
nominato da Ridolfi e da lui assegnato a Fiumicelli. La studiosa propone quindi di riconoscere in Fiumicelli uno dei due pittori che Bailo ipotizzava fossero impegnati nella decorazione della cappella. La tesi è avvalorata dal fatto che Nicolò Cima ricordava nella chiesa "molte pitture a fresco del Fiumicelli". L'ipotesi non sembra però plausibile poiché il testo di Ridolfi è di fatto una traduzione scorretta del brano di Nicolò Mauro quindi non può essere considerato una fonte del tutto attendibile.La Torresan sostiene che gli affreschi vennero eseguiti attorno al 1580, anno di edificazione della cappella. Probabilmente fu per l'occasione della costruzione della cappella che venne assegnata a Fiumicelli la commissione della pala raffigurante la
Nascita di Gesù con san Gerolamo e sant'Anna.
Gli affreschi che illustrano la storia di Gioacchino vennero invece assegnati da Fossaluzza (2005) a Ludovico Pozzoserrato, del quale le fonti menzionano altre opere presenti nella stessa cappella. Si trattava di "tre quadri (…) lunghi piedi 8, ed alti piedi 10 circa, rappresentanti la Visitazione di M. V., l'adorazione de' Re Magi, e la Fugga in Egitto" (Rigamonti, 1767, p. 19). La Torresan avanza dunque l'ipotesi che gli affreschi non si estendessero anche ai due registri inferiori − come invece suggeriva Luigi Bailo − poiché le tele di Pozzoserrato erano ampie abbastanza (misuravano all'incirca 280 x 350 cm) da coprire gran parte delle pareti.
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Nella medesima chiesa lavorò anche Matteo Fiumicelli, figlio di Ludovico. Burchiellati e Cima (1699, p. 189) dichiarano opere sue i quadri collocati sul soffitto della cappella del Santissimo Nome di Gesù, le portelle dell'organo e una pala con santi francescani.
Bibliografia
Mauro, fine XVI sec, (ad vocem Fiumicelli); Cima, 1699, vol. III, pp. 189- 190; Ridolfi, 1648, p. 308; Rigamonti, 1767, p. 19; Federici, 1803, p. 46; Agnoletti, 1897, vol. I, p. 443; Renucci, 1963, pp. 30, 32; Basso e Cason, 1979, p. 78; Torresan, 1993, p. 373; Fossaluzza, 1999, p. 715; Fossaluzza, 2005, pp. 401-402
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Ludovico Fiumicelli