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Natura o Pachamama, dove la vita si riproduce e si sviluppa, ha diritto a

Per una fraternità ambientale

Articolo 71. Natura o Pachamama, dove la vita si riproduce e si sviluppa, ha diritto a

riguardo alla sua esistenza, manutenzione e rigenerazione dei suoi cicli vitali, struttu- re, funzioni e processi evolutivi.

Principio dell’equità intergenerazionale

Questo principio viene dalla Dichiarazione di Stoccolma sull'ambiente umano (1972), che ha trattato la salvaguardia dell'ambiente a beneficio delle generazioni attuale e future, e dalla Dichiarazione di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo (1992). In ambito mondiale, Edith Brown Weiss (1989) ha creato il concetto per trattare il rispet- to che si dovrebbe alla memoria degli antenati. Così, questo principio è una realtà nel sistema giuridico internazionale.

In Brasile, come visto, questa equità1 intergenerazionale si trova nella Costituzione di 1988 (art. 225), che riconosce il diritto di ogni individuo di vivere in un ambiente con qualità, con il compito di conservazione ambientale: è un modo etico di equità e di giustizia tra le generazioni; garantisce l'efficacia del principio di sviluppo sostenibile e di crescita economica, come mezzi per ridurre le disuguaglianze sociali.

Anche Hans Jonas, nel Principio Responsabilità, ha proposto un'etica della conser- vazione ambientale, un nuovo imperativo che contempla la natura e la dignità non solo della persona umana. Questo imperativo categorico di Jonas è una guida di supporto tra le generazioni: Agisci in modo tale che gli effetti della tua azione siano

compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana. E anche Non mettere in pericolo la continuazione indefinita dell'umanità sulla Terra.

Johannes Messner, in Etica sociale, ha sottolineato questo rapporto di fratellanza tra l'uomo, l'ambiente e le generazioni future, come un bene comune di tutti, le presta- zioni della vita delle generazioni passate e la base della vita per le generazioni futu- re: "... Il bene comune è la realtà che chiude il reddito della vita delle generazioni

passate e nello stesso passo è la base della vita delle generazioni future, come le

terre conservano il sudore di genitori e nonni, con la promessa di frutti per i figli e

nipoti ".

Albert Schweitzer ha sostenuto un'etica di rispetto per la vita, un biocentrismo globa- le, e diceva: Io sono la vita che vuole vivere in mezzo alla vita che vuole vivere. Aldo Leopold, nella sua Etica della Terra, ha seguito il paradigma del altruismo e la sua etica ecologica comprende il suolo, l'acqua, le piante, animali, insomma tutta la terra.

Henry David Thoreau, famoso per il suo libro Walden, ovvero vita nei boschi, è spe- ciale riferimento all'ecologia, come manifestato contro la civiltà industriale; insoddi- sfatto del modo di vivere nella società, cerca di eliminare gli sprechi e l'illusione di questo e propone il ritorno alla vita semplice.

Alasdair MacIntyre, in Animales razionales y dipendentes. Perché gli esseri umani

necessitiamo delle virtù, definisce il bene comune da un rapporto di reciprocità e dal-

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. L'equità, concetto introdotto da Aristotele, è quello che agisce con la giustizia in sè, ma più benevola

per le parti più debole. Il concetto si riferisce alla giustizia sociale e al bene comune, mentre cerca di trattare uguali le parti di un tutto, in questo caso l’uomo e la natura.

la cura della dipendenza che ci dobbiamo a vicenda. Le virtù del riconoscimento e dipendenza sono la gratitudine, cortesia, pazienza, generosità, sincerità. Per correta definizione del bene comune si richiedono pratiche di comunità, proponendosi rela- zioni reciproche di dare e ricevere, nel sociale e nell’ambiente.

Questo bene comune vuole accogliere l’uomo, l’ambiente e le generazione, in conti- nuità del presente al futuro.

La crisi ambientale, una questione etica

Si impone invertire il circolo vizioso di inerzia, dissolutezza, di spreco, dell’insensibilità, per lo zelo dei rapporti dell’ uomo con la natura.

Il modo di rapporto con la natura deve essere della cura. Questo atteggiamento di cura è anche verso i poveri, i abbandonati dalla società. Il grido dei poveri rispecchia il grido della natura. Il modello di questa etica ecologica soltanto può essere dell'etica del carattere, della personalità o della virtù, personale e socioculturale.

Il dramma o crisi ambientale è stato aggravato dalla rivoluzione industriale, dallo svi- luppo scientifico dalle tecnologie e dall’ arrichimento economico dei produttori, gene- rando, da un lato, le gravi differenze sociali di ricchezza di pochi, e dall'altro, la com- petizione per aumentare i livelli di produzione, generando un aumento della explora- zione predatoria dei beni della natura. Come equilibrare o ristabilire la fraternità am- bientale tra l’uomo economico e la natura sottomessa? Attraverso il principio di re- sponsabilità.

Come nel rapporto con il nostro prossimo, l'altro è uguale a noi, sebbene diverso da noi, così la natura, specialmente gli esseri viventi, sono uguali a noi, perché la natura ha costituito e mantiene vivo il nostro corpo, partendo dall’aria e dall’acqua, vitali agli organismi, e soltanto richiede i lavori umani per mantenere il necessario alla vita. Se tutto viene dalla natura, ci si può domandare se l’uomo è il signore della natura, e se gli altri esseri vivi sono ogetti o sogetti di diritti, come l’uomo? Oggi, come trattia- mo il rapporto uomo-natura in studi di politica sociale e delle scienze naturali ?

Questo argomento è molto importante e attuale, questo equilibrio passa attraverso il vero essere della persona umana, cioè il suo posto nella natura, non è di un capo, ma di fratello e di sorella della natura. San Francdesco non per caso chiamava a tutti gli esseri fratello e sorella. Ma questo a sua volta non significa mischiare indistinta- mente l'uomo e la natura fisica e gli animali come desiderato dai sostenitori della chiamata ecologia profonda.

En essendo un bene comune universale permanente, come devono riguardare la natura, che si costruisce e ricostruisce da sola, contro l'uomo che la distrugge? Tra l’antropocentrismo e il biocentrismo, si debbono armonizzare con una ecologia uma- na.

Per una Etica Ecologica Umana: l’Uomo e l’Universo

Antropocentrismo x Biocentrismo non è alternativa, ma una compenetrazione: l’Etica ecologica copre le considerazioni morali oltre l'umani (il tutto e le parti). L’Etica è an- tropocentrica, l'uomo come agente morale, responsabile e cura del’ambiente. L’Ecologia è biocentrica, come matrice della vita serve gli interessi umani. Bisogna trovare un mezzo tra i due termini. Cercare vivere l’Etica delle Virtù.

...Ci sforziamo troppo poco per salvaguardare le condizioni morali di un'autentica “ecologia umana”. Non solo la terra è stata data da Dio all'uomo, che deve usarla rispettando l'intenzione originaria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l'uomo è donato a se stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato dotato. Sono da menzionare, in questo contesto, i gravi pro- blemi della moderna urbanizzazione, la necessità di un urbanesimo preoccupato del- la vita delle persone, come anche la debita attenzione ad un'”ecologia sociale” del lavoro. (Centesimus annus, §38)

La nostra realtà ha bisogno di un pensiero etico e solidale, la solidarietà che il diritto proclama richiede un cambiamento nel comportamento, uno sguardo e uno agire eticamente verso l'altro. Considerando che siamo animali integranti della natura, l'uomo non può lasciarsi rigare le loro azioni in una etica ambientale e sociale.

La sintesi di tutti questi argomenti è stato detto definitivamente da Chiara Lubich

(2005):

L'uomo non è il centro del cosmo: Dio è il centro. Il fine dell'uomo non sarà l'interes- se economico, l'egoismo, ma l'amore per gli altri uomini e per la natura. Con il no- stro contributo, la Terra diventerà anche un paradiso terrestre.

Effetti nell’ambiente di un pozzo di estrazione petrolifera: