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Capitolo V La concorrenza fiscale tra regioni in Italia: il caso del Trentino-

5.1 La normativa nazionale dell’IRAP

L’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) è un’imposta che si applica al valore della produzione, o della prestazione di servizi, realizzato dalle aziende49.

Dunque, a differenza dell’IRES che invece è un’imposta che si basa sul reddito netto prodotto, l’IRAP è un’imposta che si applica al fatturato in relazione al valore della produzione netta, dato come differenza tra ricavi e costi dell’esercizio. Nello specifico, la base imponibile IRAP si calcola addizionando al reddito imponibile IRES o IRPEF (a seconda del soggetto che è tenuto al pagamento dell’imposta), il costo del personale e gli interessi passivi e si

49 Il seguente paragrafo si basa principalmente sulla spiegazione della normativa IRAP

disponibile sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze-Dipartimento delle Finanze all’indirizzo: https://www.finanze.it/opencms/it/fiscalita-regionale-e-locale/irap/.

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sottraggono i proventi straordinari derivanti dalle plusvalenze da cessione d’azienda50.

Per quanto riguarda invece i soggetti passivi, sono tenuti al pagamento dell’IRAP:

- I soggetti IRES; - Le società di persone;

- Gli imprenditori individuali; - Esercenti arti e professioni; - Le amministrazioni pubbliche.

Un’altra particolarità di questa imposta è che essa ha carattere regionale in quanto il gettito raccolto è destinato alle regioni e serve per finanziare il servizio sanitario nazionale. Anche il criterio di ripartizione del gettito segue il carattere regionale poiché la base imponibile viene ripartita in modo proporzionale tra ogni regione in cui opera l’impresa, sulla base dell’ammontare delle retribuzioni del personale dipendente che lavora in ciascuna di queste Regioni.

Per quanto riguarda le aliquote di base, esse variano a seconda del settore in cui opera l’impresa: l’aliquota ordinaria è del 3,90%, l’aliquota per le imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori è del 4,20%, l’aliquota per banche e società finanziarie è del 4,65%, l’aliquota per imprese di assicurazione è del 5,90% e l’aliquota per amministrazioni ed enti pubblici è del 8,50%. Tuttavia, secondo l’articolo 5 del D.Lgs. del 6 maggio 2011 numero 68, alle regioni ordinarie viene data la possibilità di poter variare l’aliquota in base alla loro necessità, fino anche a poterle azzerare. Per quanto riguarda le regioni e le province autonome, la disciplina è diversa poiché la facoltà di poter variare l’aliquota è limitata ad un massimo di 0,92 punti percentuali, sia in aumento che in diminuzione. Nonostante ciò, in virtù di

50 Per avere uno schema più chiaro, la base imponibile IRAP si calcola nel seguente modo:

BIIRAP = reddito imponibile IRES/IRPEF + costo del personale + interessi passivi – proventi

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specifiche norme contenute negli statuti speciali, anche per le regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e Bolzano è riservata la possibilità di azzeramento delle aliquote.

È appunto per la possibilità data alle regioni di poter manovrare il valore dell’aliquota IRAP, in base alle proprie necessità, da cui può nascere un fenomeno di concorrenza fiscale come quello che verrà analizzato in seguito. Le regioni, dato che il gettito derivante dall’IRAP confluisce nelle casse regionali, potrebbero avere l’incentivo di abbassare le aliquote allo scopo di attirare nuove attività produttive. Viene così a configurarsi una concorrenza fiscale a livello regionale all’interno dei confini nazionali.

Di seguito, nella tabella 5 verranno elencate tutte le aliquote ordinarie IRAP di ogni regione e provincia autonome d’Italia al 2019.

Tabella 5 – Aliquote ordinarie IRAP nelle regioni e province autonome italiane nel

2019.

Regione Aliquota Regione Aliquota

Abruzzo 4,82% Molise 4,97%

Basilicata 3,90% Piemonte 3,90%

Provincia di Bolzano 2,68% Puglia 4,82%

Calabria 4,97% Sardegna 2,93%

Campania 4,97% Sicilia 3,90%

Emilia Romagna 3,90% Toscana 3,90%

Friuli Venezia Giulia 3,90% Provincia di Trento 2,68%

Lazio 4,82% Umbria 3,90%

Liguria 3,90% Valle d’Aosta 3,10%

Lombardia 3,90% Veneto 3,90%

Marche 4,73%

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Dalla tabella 5 si può notare che le aliquote ordinarie IRAP più basse si trovano proprio nelle province autonome di Bolzano e Trento e si attestano entrambe al 2,68%. Tuttavia non solo le aliquote sono le più basse d’Italia, ma entrambe le regioni offrono un regime di esenzione per cinque anni per le nuove attività produttive che si insediano all’interno dei confini provinciali. La normativa IRAP delle due province in questione è quasi similare e differiscono l’una dall’altra solo sotto alcuni minimi aspetti. Nello specifico, nella propria delibera la provincia di Bolzano specifica che l’agevolazione fiscale è rivolta sia alle imprese altoatesine che alle imprese provenienti dalle altre regioni d’Italia o dall’estero. La stessa delibera specifica poi quali siano i criteri affinché le nuove iniziative produttive possano godere di tale agevolazione: è necessario che l’attività venga svolta da imprese che abbiano la sede legale e amministrativa all’interno della provincia di Bolzano per un periodo ininterrotto di cinque periodi d’imposta oppure, nel caso in cui la sede legale e amministrativa risieda al di fuori del territorio provinciale, è necessario che la stessa impresa abbia una stabile organizzazione in provincia di Bolzano per lo stesso periodo di tempo. Infine, non sono da considerarsi nuove iniziative produttive quelle derivanti da trasformazione, fusione, scissione o da altre operazioni che determinano la mera prosecuzione di un’attività già esercitata nel territorio provinciale nei cinque periodi di imposta antecedenti l’inizio della nuova attività e i cantieri di costruzione, montaggio o installazione di durata non superiore a 7 anni (Provincia autonoma di Bolzano, 2013).

Per quanto riguarda la provincia di Trento, l’esenzione al pagamento dell’IRAP è rivolta anche alle nuove attività produttive che attuano progetti di sviluppo aziendale comprendenti il rilancio di attività esercitate sul territorio provinciale da imprese cessate o in fase di cessazione, garantendo dei livelli occupazionali (Provincia autonoma di Trento, 2018).

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