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PIEVE DI SANTA FELICITA

3.1 Notizie storiche fondamental

La pieve di Santa Felicita è la seconda delle tre pievi della Versilia che viene visitata. Aveva giurisdizione su un territorio molto ampio incastonato a nord con la pieve di Vallecchia della diocesi di Luni, a est con la pieve di Gallicano e a sud con la pieve di Camaiore (queste ultime della diocesi di Lucca).

Anche per Pietrasanta possiamo giustificare la moltitudine di edifici sacri ed ospedali presenti sul territorio col fatto che passava il percorso della via Francigena (che costeggiava il monastero di San Salvatore e dal borgo di Sala, attuale Pietrasanta, dove si trovavano le chiese di San Nicolao, San Giusto e l’ospedale di San Pietro, procedeva verso la pieve di Santa Felicita e infine per Camaiore).

Il primo insediamento religioso in questa zona si ha nel monastero di San Salvatore, documentato già nel 754. Solo nell’855 troviamo esistenza di una pieve “in loco Versilia” dedicata a Santa Felicita; dato che a questi anni corrispondono una serie di atti livellari 38stipulati da prete Ramolfo, i quali ci presuppongono un edificio strutturato e dotato di un consistente patrimonio, probabilmente la pieve era già stata fondata da qualche anno. Nel XI secolo risultano dipendenti dalla pieve le “ville” di Valle de Castello, Canuva, Gricciano, Cicingnano, Vallatina,

Bucumgna, Vatina, Barcha, Orticeto, Sala, Capactiana, Nebiano, Caprilla, Colle metiano, Colline, Farnaccle, Ponegano, Stantieme, Dodetiano, Volegno, Ratiniano e Montepreiti. Dal 1018 la pieve risulta indicata nel luogo di “Massa

Versilie”, quindi probabilmente l’edificio è stato ricostruito da un’altra parte; inoltre alla prima intitolazione originaria è aggiunto San Giovanni. Nel XIII secolo si ha un incremento di fondazioni di edifici religiosi. E’ presente

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nell’estimo del 1260 (lib. CCCCL) e del 1387 (lib. V). Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo subirà dei lavori di notevole importanza, venendo ampliata a tre navate e restaurata da Bonuccio Pardini, il quale fa richiesta al vescovo di vendere terre dell’opera per 300 fiorini d’oro per fare dei lavori alla chiesa. Nel corso del XV secolo, la pieve, dopo la concessione da parte di papa Urbano VI del fonte battesimale alla chiesa di San Martino di Pietrasanta, perderà importanza a vantaggio di quest’ultima.

Le chiese che dipendevano dalla pieve erano:

- Chiesa di San Nicolao di Sala: un primo documento che ne attesta l’esistenza è del 10 marzo 116239, quando il pontefice Alessandro riconosce i possedimenti a Giovanni, abate della chiesa e del monastero di San Michele di Quiesa (in diocesi di Pisa), tra i quali nomina la chiesa di San Nicolao nel castello. È presente nell’estimo del 1260 (lib. CLX) e del 1387 (lib. I, s. III, d. VI). Agli inizi del XV secolo passa alle dipendenze del Capitolo dei canonici di San Martino.40 Alla metà del XV secolo risulta completamente distrutta dalla guerra tra lucchesi e fiorentini.

- Chiesa di San Giusto di Sala: è presente nell’estimo del 1260 (lib. CLXX) e del 1387 (lib. I, s. V).

- Chiesa di San Salvatore “de Monasterio”: questa chiesa era annessa all’attiguo monastero femminile, fondato nella metà dell’VIII secolo (attestato in un documento del luglio 75441, dove si cita “monasterii Domini Salvatori quem nos hedificavimus campo Pisanica”). Un documento del 28 aprile 118042

, in cui papa Alessandro III conferma a Benedetto, abate di San Pietro in Camaiore, vari possedimenti, tra i quali questa chiesa, ci attesta che essa dipendeva dall’abbazia benedettina. E’ presente nell’estimo del 1260 (lib. CXV) e del 1387 (lib. II, s. III).

- Ospedale di San Paolo di Pietrasanta: molto probabilmente è il ricovero per viandanti e pellegrini situato presso il sopracitato monastero di San Salvatore. In

39 R.C.L.II/1198.

40 Con una bolla del 3 luglio 1408, Gregorio XII unisce al Capitolo di San Martino l’abbazia di

Pozzeveri e di Quiesa (A.C.L. CC36).

41 Schiaparelli I n.116.

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un documento del 10 marzo 1162, il pontefice Alessandro III conferma a Giovanni, abate della chiesa e del monastero di San Michele di Quiesa, vari possedimenti, tra i quali l’ospedale posto accanto alla chiesa di San Salvatore. E’ presente nell’estimo del 1260 (lib. CL) e del 1387 (lib. I, s. V). È l’unico ospedale dichiarato dal rettore della pieve di Santa Felicita alle dipendenze di questa. - Chiesa di Santo Stefano di Monteggiori: prima attestazione si ha in un documento del 14 marzo 1202. È presente nell’estimo del 1260 (lib. CL) e del 1387 (lib. I, s. X).

- Chiesa di Santa Maria di Stazzema: una prima attestazione si ha in un documento del 18 ottobre 88643 quando il vescovo Gherardo concede a livello a Pietro del fu Ermo vari beni, tra cui la chiesa di Santa Maria in “Statime” della pieve di Santa Felicita. È presente nell’estimo del 1260 (lib. C) e del 1387 (lib. I,

s. XIII, d. VI).

- Chiesa di San Pietro di Retignano: originaria dell’VIII secolo, quando era un piccolo edificio rivolto verso valle, è attestata in un documento del 25 febbraio 122044. Viene ingrandita nel corso del XIII secolo. È presente nell’estimo del 1260 (lib. LV) e del 1387 (lib. I, s. XI).

- Chiesa di San Sisto di Pomezzana: il paese è attestato per la prima volta in un documento del 991, quindi possiamo presumere che potesse esistere già anche una chiesa, però una prima attestazione di essa si ha soltanto con l’estimo del 1260 (lib. L). E’ presente nell’estimo del 1387 (lib. I, s. III).

- Chiesa di Santa Lucia in Vegghiatoia: per la sua posizione strategica, in origine in questo luogo si trovava un castello, adibito alla sorveglianza di uno degli accessi di Camaiore, nei pressi del quale agli inizi del XIII secolo nacque il paese con la piccola chiesa, di cui abbiamo notizia in un documento del dicembre 123445, quando Corrado di Michele cita, tra gli altri, il prete di “Vechiatoia”. È presente nell’estimo del 1260 (lib. C) e del 1387 (lib. II).

43 M.D.V/2 d.949. 44 A.A.L. M99. 45 A.C.L. LL 9 c.206.

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- Chiesa di San Martino di Pietrasanta: originaria del XIII secolo, se ne ha una prima notizia nel 1223. È presente nell’estimo del 1260 (lib. C). Durante il XIV subisce dei grossi lavori di ampliamento (un primo intervento nel 1330, come è attestato da un’epigrafe sull’architrave della porta nel lato di mezzogiorno). È presente nell’estimo del 1387 (lib. I, s. X), stesso anno in cui ottiene il fonte battesimale dal pontefice Urbano VI, che la dota inoltre di un Capitolo di canonici. Durante il XV secolo, nonostante l’importanza ottenuta, attraverserà un periodo di decadenza.

- Chiesa di San Martino di Montemorlo: già esistente nell’anno 1217, se ne ha attestazione in un documento del 20 dicembre 123146, quando don Opizio canonico lucchese e vicario del vescovato, rimette al canonico Bonaccorso la causa di Valletto da Massarosa contro il cappellano di Montemorlo. È presente nell’estimo del 1260 (lib. CL) e del 1387 (lib. I, s. XI).

- Chiesa di San Michele di Farnocchia: è presente nell’estimo del 1260 (lib. LX) e del 1387 (lib. I, s. II, d. VI).

- Chiesa di Santo Stefano (di Montebello): era la chiesa del castello di Montebello, citato per la prima volta nel 1192, e conquistato poi nel 1223 dal comune di Lucca. È presente nell’estimo del 1260 (lib. L) e del 1387 (annessa alla chiesa di San Michele del borgo di Camaiore).

Ci sono poi edifici che vengono visitati nonostante non siano dichiarati dipendenti, come l’ospedale di San Iacopo di Pietrasanta, l’ospedale di San Biagio della RugaMastra, l’ospedale di San Giovanni di Stazzema, l’ospedale di San Iacopo fuori le mura di Pietrasanta, l’ospedale di Sant’Antonio in Padulecchia, l’ospedale di Santa Maria dei Mercanti in Rugamastra e l’eremo di Santa Maria delle Grazie fuori le mura di Pietrasanta. Inoltre non vengono visitate le chiese di San Nicolao e San giusto di Sala, appartenenti al Capitolo di San Martino di Lucca.

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Estimo 1387 Visita pastorale 1465/67

Dipendenze dichiarate

Visita pastorale 1465/1467 Chiese e luoghi pii visitati

Pieve di Santa Felicita Pieve di Santa Felicita di Pietrasanta

- altare di San Giovanni

Pieve di Santa Felicita di Pietrasanta

- altare di San Giovanni Chiesa di San Nicolao di

Sala

Chiesa di San Nicolao di Sala

Chiesa di San Giusto di Sala

Chiesa di San Giusto di Sala

Chiesa di San Salvatore “de Monasterio”

Chiesa di San Salvatore “de Monasterio”

Chiesa di San Salvatore fuori le mura di Pietrasanta Ospedale di San Iacopo di Pietrasanta

Ospedale di San Paolo di Pietrasanta

Ospedale di San Paolo di Pietrasanta

Ospedale di San Biagio di Pietrasanta

Ospedale di San Biagio nella ruga mastra

Ospedale di San Pietro di Pietrasanta

Chiesa di Santo Stefano di Monteggiori

Chiesa di Santo Stefano di Monteggiori

Chiesa di Santo Stefano di Monteggiori

Chiesa di Santa Maria di Stazzema

Chiesa di Santa Maria di Stazzema

Chiesa di Santa Maria di Stazzema

Ospedale di San Giovanni di Stazzema

Chiesa di San Pietro di Retignano

Chiesa di San Pietro di Retignano

Chiesa di San Pietro di Retignano

Chiesa di San Sisto di Pomezzana

Chiesa di San Sisto di Pomezzana

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(unito alla chiesa) Chiesa di Santa Lucia di

Vegghiatoia

Chiesa di Santa Lucia di Vegghiatoia

Chiesa di Santa Lucia di Vegghiatoia

Chiesa di San Martino di Pietrasanta

- altare di San Pietro - altare di San Iacopo

Chiesa di San Martino di Pietrasanta

Chiesa e prepositura di San Martino di Pietrasanta - altare di San Giovanni Battista

- altare di San Bernardino - altare di San Michele e Biagio

- altare di San Iacopo -altare dell’Annunciazione - altare di Sant’Antonio - altare di Santa Lucia - altare di San Nicolao - altare di Santa Croce - altare di San Pietro - altare di Santa Brigida - altare di Santa Caterina - altare di Sant’Acconcio - altare di San Sebastiano - altare del Corpo di Cristo Ospedale di San Iacopo fuori le mura di Pietrasanta Ospedale di Sant’Antonio in Padulecchia

Ospedale di Santa Maria dei Mercanti nella ruga mastra

Eremo di Santa Maria delle Grazie fuori le mura di Pietrasanta

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Chiesa di San Martino di Montemorlo

Chiesa di San Martino di Montemorlo

Chiesa di San Michele di Farnocchia

Chiesa di San Michele di Farnocchia

Chiesa di San Michele di Farnocchia

(Chiesa di Santo Stefano di Montebello) annessa alla chiesa di San Michele del borgo di Camaiore

Chiesa di Santo Stefano

Chiesa di Santa Maria e San Nicolao di Pruno

Chiesa di San Nicolao di Pruno

Chiesa di San Leonardo di Farneta

Ospedale di Volaschio Eremo di Vallebona

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Pieve di Pietrasanta

Giorno 14 febbraio anno della natività del Signore 1467 Visita alla pieve di Santa Felicita di Pietrasanta della diocesi di Lucca La quale viene trovata abbastanza in buono stato e consacrata con l’altare maggiore. Ha una canonica pericolante dentro la quale vi piove, e per questa si presenta il pievano [manca] e mostra il proprio titolo. Interrogato se è consacrata, risponde di si, con l’altare maggiore; interrogato se ha il fonte battesimale, risponde di si; interrogato sul valore, risponde che rende 170 staia di grano, 80 barili di vino, 40 libbre d’olio e 8 libbre da affitti, per 10 bolognini a libbra. Interrogato se ha cappelle donate in voto o altari nella stessa pieve, risponde che era presente un unico altare sotto il nome di San Giovanni;

Interrogato se avesse rettore e chiese, risponde di si: - chiesa di San Nicolao di Sala

- chiesa di San Giusto di Sala

- chiesa di San Salvatore “de Monasterio” - ospedale di San Paolo di Pietrasanta - chiesa di Santo Stefano di Monteggiori - chiesa di Santa Maria di Stazzema - chiesa di San Pietro di Retignano - chiesa di San Sisto di Pomezzana - chiesa di Santa Lucia di Vegghiatoia - chiesa di San Martino di Pietrasanta - chiesa di San Martino di Montemorlo - chiesa di Santo Stefano di Farnocchia - chiesa di Santo Stefano [di Montebello]

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Riguardo al popolo, vengono trovati abbastanza cattolici ad eccezione di alcuni, perciò [il visitatore] ordina che fossero ammoniti; riguardo alla persona dello stesso pievano, esso è stato promosso al sacerdozio prima dell’età fissata dal diritto canonico, perciò gli è stato ordinato di mostrare l’eventuale dispensa ricevuta, eccetera, sotto la pena prevista in questi casi. Inoltre è ignorante, perciò gli è stato ordinato di studiare, e di non entrare nell’osteria, sotto pena di scomunica, salvo che per una causa urgente e legittima. Poiché inoltre la pieve non è governata come si deve per quanto riguarda l’ufficiatura divina, gli è stato ordinato di risiedervi stabilmente o di farvi risiedere qualcun altro al posto suo, sotto pena della privazione del beneficio; e affinché possa risiedervi in modo dignitoso [il visitatore] ordina all’operaio Paolo Bonucci di far riparare la camera da letto della canonica della pieve entro Pasqua, in modo che non ci piova, sotto pena di scomunica. Inoltre è stato ordinato che il pievano conservi in modo decoroso le ostie consacrate, sotto pena di scomunica, e che si procuri il testo delle costituzioni sinodali riguardanti la pieve.

Giorno 19 Febbraio 1467

Ha un’opera per la quale compaiono come operai i seguenti:

- Bartolomeo di Andrea Procacci di Pietrasanta, che viene trovato debitore [all’opera] di 16 fiorini e 32 bolognini per 36 bolognini a fiorino in parte per la sua amministrazione dei beni e in parte per [il debito di] Giovanni Procacci di cui è erede;

- Biagio Procacci di Pietrasanta, che viene trovato debitore, per l’amministrazione dei beni di due anni, di 24 fiorini secondo il conto detto;

- Nicola di Giovanni Vannucci di Pietrasanta, che rimane debitore di 6 fiorini e 28 bolognini, in base al conto detto;

- Giacomo Barsotti detto Carrara di Pietrasanta, che viene trovato vincolato [all’opera] per 5 fiorini e 31 bolognini;

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- Stefano di Giovanni di Pietrasanta, che viene trovato debitore di 30 fiorini e 12 bolognini, in base al conto precedentemente detto, per l’amministrazione dei beni dall’anno 1463 fino all’anno 1466;

- Agostino Lazaro di Farnocchia, che viene trovato obbligato in 30 fiorini per il precedente conto;

- Bartolomeo di Domenico Consigli di Pietrasanta, che rimane vincolato per 26 fiorini per il precedente conto;

- Agostino Lazzaro erede del suddetto Lazzaro, che viene trovato vincolato per l’amministrazione dei beni grazie al suo citato padre per 15 fiorini in relazione al conto precedentemente detto;

- Giovanni Ursi Bonturi detto Romano di Pietrasanta, trovato debitore per 11 fiorini in relazione al conto detto;

- Francesco di Domenico Procacci, trovato debitore per 26 fiorini per il conto detto;

[Il visitatore] ordina agli operai citati di riparare il cimitero della pieve e di tenerlo chiuso, affinché i lupi non frugassero i cadaveri, sotto pena. Inoltre [ordina] di fare l’inventario; e così anche il pievano, eccetera.

Giorno 14 febbraio anno della natività del Signore 1467, viene trovata consacrata con un altare maggiore

Visita alla chiesa e prepositura di San Martino di Pietrasanta della diocesi di Lucca

Di fronte alla quale si presenta come preposto il signor Bartolomeo Scarabelli di Castelnuovo della diocesi di Tortona e mostra il proprio titolo. Interrogato se è consacrata, risponde di si, con l’altare maggiore; interrogato se è battesimale, risponde di si e mostra i suoi diritti; interrogato se è collegiata, risponde di si, ma che non possiede certe norme canoniche. Interrogato sul valore, risponde che rende 200 staia di grano circa, 25 salme di vino, 110 libbre d’olio, 9 fiorini per un

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totale di 36 bolognini vel in pecuniis ducatos 40 auri de camera et cetera, con uniti gli altari di San Paolo e di San Martino nella stessa chiesa;

Interrogato se ci fossero cappelle o altari votivi nella stessa sede del preposto, risponde di si:

- altare di San Giovanni Battista, di cui si dice rettore il presbitero Mazeo Bindi di Pietrasanta che si presenta e mostra il suo titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 58 staia di grano, 30 barili di vino, 1 salma d’olio e 2 fiorini da affitti. Deve versare come tributo all’episcopato di Lucca 2 fiorini;

- altare di San Bernardino, di cui è dichiarato rettore il presbitero Lazzaro di Uzzano, abitante di Pietrasanta, che si presenta e mostra il suo titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 33 staia di grano. Deve versare come tributo all’episcopato di Lucca 1 libbra ogni anno;

- altare dei Santi Michele e Biagio, di cui si dice rettore Bartolomeo Nuti da Pietrasanta;

- altare di San Iacopo, di cui si dichiara rettore il presbitero Mazeo Picciotti di Pietrasanta, che rende 36 staia di grano, 6 salme di vino e 30 libbre d’olio; - altare dell’Annunziata, che è governato dagli operai;

Il signor [visitatore] Matteo episcopus tanensis commissarius e visitatore [per conto] del reverendo vescovo di Lucca promuove ad una prima tonsura e a quattro ordini minori Fridiano di Bartolomeo Pighinucci e ser Agostino Nicola Giusfredi, entrambi di Pietrasanta, ai quali non si contrapponeva nessun principio canonico. Fu reso atto a Pietrasanta nella canonica sede del preposto, alla presenza del presbitero Mazeo Bindi di Pietrasanta e del presbitero Bernardino di Ciomeo Commandinghi, testimoni e cittadini lucani. Io Bartolomeo di Massarosa sottoscrissi l’atto in quanto notaio.

Inoltre nel giorno e anno precedentemente detti vengono promossi alla prima tonsura e a quattro ordini minori Nicola Michele Bartolomeo, Giovanni Paolo del Badessa, Nicola Antonio Pancetti, Coluccino maestro di Giovanni Sbarrati, tutti di

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Pietrasanta ai quali non si opponeva nessun principio canonico. Fu reso atto nella chiesa di San Martino nel coro maggiore, alla presenza del presbitero Bernardino di Ciomeo Commandinghi, del presbitero Mazeo Bindi e del presbitero Nicola Giovanni Cellini, pievano della pieve di Santa Felicità di Pietrasanta, tutti in qualità di testimoni. Io Bartolomeo sottoscrissi l’atto.

- altare di Sant’Antonio, di cui si dichiara rettore il presbitero Gaspare di Iacopo di Pietrasanta che si presenta e mostra il proprio titolo. Disse che rende 12 staia di grano, 40 libbre d’olio e 2 fiorini e mezzo da affitti;

- altare di San Nicolao, di cui si dichiara rettore il presbitero Antonio di Gaspare da Pietrasanta che si presenta e mostra il proprio titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 18 staia di grano.

- altare di Santa Croce, di cui si dichiara rettore Nicolao di Tommaso Panici di Pietrasanta e mostra il proprio titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 30 staia di grano, 25 barili di vino e 20 libbre d’olio;

- altare di San Pietro, di cui si dichiara rettore il presbitero Stefano di Antonio da Pietrasanta che si presenta e mostra il proprio titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 7 staria di grano. Inoltre disse che Bartolomeo Vannuccini aveva in deposito 20 fiorini per 36 bolognini a fiorino, da spendere nella terra e nella manodopera per mano di ser Gerardo Bartolomeo di Pietrasanta;

- altare di Santa Brigida, di cui si dichiara rettore il presbitero Gaspare sopra citato che si presenta e mostra il proprio titolo. Rende 42 staia di grano, 10 libbre d’olio, 5 barili di vino e 2 fiorini da affitti;

- altare di Santa Caterina, di cui si dice rettore il presbitero Antonio di Gaspare da Pietrasanta che si presenta e mostra il proprio titolo. Interrogato sul valore, risponde che rende 40 staia di grano, 6 libbre d’olio, 8 barili di vino e 3 fiorini per 36 bolognini da affitti;

- altare di Sant’Acconcio, di cui si dice rettore il presbitero Stefano di Antonio precedentemente citato sed mortem ipsius habebit in redditibus 22 staia di grano, 3 libbre d’olio, 6 salme di vino come è stato dichiarato pubblicamente da

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ser Simone Guidoni di Pietrasanta, nell’anno 1443 giorno 18 del mese di ottobre;

- altare del Corpo di Cristo, di cui si dice rettore il presbitero Stefano precedentemente citato e mostra il proprio titolo. Interrogato circa il valore, risponde che rende 66 o 70 staia di grano e 1 barile d’olio;

Il presbitero Antonio di Gaspare e il presbitero Pasquino vengono trovati soliti al giuoco delle carte e ad altri svaghi e talvolta furono coinvolti in alcune risse; riguardo alla persona del preposto, viene trovato idoneo e il popolo cattolico. Per l’opera si presenta Lorenzo Bertolucci, a cui viene ordinato di completare la tribuna maggiore prima della festa di San Martino e di realizzare la porta di fronte al cortile prima di Pasqua, sotto pena di scomunica e di 25 fiorini d’oro. Inoltre gli viene ordinato di rimuovere la cloaca accanto al muro della tribuna e nec de

cetero fiat juxta dictam tribunam ad duo brachia, entro i successivi due mesi,

sotto pena di scomunica eccetera.

Giorno 16 febbraio dell’anno 1470, convocati e riuniti il preposto, il pievano e i cappellani sopra citati, il signor Giacomo di Balugola, vicario generale del reverendo signore vescovo di Lucca, viene esortato a parlare con tutti i sopracitati istruendoli al far bene e al condurre una vita onesta, e ordina, sotto pena del pagamento di un ducato per ogni volta che trasgredivano, che non si recassero per

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