Il secondo volume dell‘almanacco Малый Шелковый Путь – Новый
Альманах Поэзии, edito a Mosca nel 200154, segna una svolta nella storia di questa pubblicazione: innanzitutto perché cambia il luogo di edizione, non più Taškent, come per il primo volume, ma Mosca; ciò, da un lato, indica la volontà di dare maggiore diffusione a questo testo, e dall‘altro è un segno del carattere più internazionale di questo secondo volume. La più evidente differenza rispetto al volume precedente è l‘aumento del numero di autori coinvolti nel lavoro, che ha portato con sé anche una crescita quantitativa del numero delle liriche pubblicate, così che si è passati dalle cinquantasei pagine del primo volume ad un totale di più di centoventi per il secondo. Nella prefazione al libro i curatori dichiarano che:
―Со временем, повинуясь природным законам роста, авторы решили преодолеть малость первого сборника.‖55
Ma per gli autori l‘accresciuta ampiezza del testo è solo la manifestazione palese di una crescita che è più di contenuto che formale. Infatti il tratto rilevante è la partecipazione di un nutrito numero di autori ―ospiti‖ all‘almanacco, che in questa sua nuova versione dà al lettore la possibilità di conoscere altri simpatizzanti della Scuola di Taškent, quando non veri e propri membri di suddetta scuola, come nel caso di Kniţnik. Affermano Janyšev, Muratchanov e Aflatuni: ―Это первый опыт антологии «малой» ташкентской поэзии восьмидесятых-девяностых годов.‖56
La poesia di Taškent è qui definita «малая», in primo luogo perché il numero di parlanti russo della città uzbeka si va progressivamente
54 Малый Шелковый Путь. Новый альманах поэзии - Выпуск второй, Издательство Руслана Элинина, Москва,
2001, p.4
55 Малый Шелковый Путь-II, op. cit., p.2. 56 Ivi.
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assottigliando, come gli autori puntualizzano, trasformando ciò che resta della produzione in lingua russa in una realtà minore, di nicchia. In secondo luogo perché i poeti che trovano spazio in queste pagine sono poeti poco noti al pubblico e che nella produzione di larga diffusione non trovano abitualmente collocazione; essi inoltre sono quasi tutti emigrati all‘estero, ―по всей российско-американо-израильской ойкумене‖57, e concedendo loro ospitalità in queste pagine i curatori del volume intendono dare loro la possibilità di partecipare alla vita culturale del paese d‘origine.
La partecipazione di questi autori ha un enorme valore, soprattutto per la volontà espressa in quest‘opera, da parte dei fondatori della Scuola Poetica di Taškent, di preservare e tramandare la poesia russofona dell‘Uzbekistan; e tuttavia il loro valore intrinseco, se estrapolati dal contesto, è in alcuni casi dubbio. Se è vero che in questo volume appaiono personaggi importanti, sia per la scuola sia per il ruolo che continuano anche oggi a ricoprire nella vita culturale russa ed uzbeca, come M. Kniţnik, L. Bakirova, M. Jakovleva, che hanno continuato a collaborare alle successive edizioni dell‘almanacco e ad
Anor – Granat, non si può non essere almeno in parte d‘accordo con
Aleksandr Pravikov, il quale, in una recensione sul II volume di MŠP, sottolinea che, riconosciuta la validità del lavoro della troika di Taškent e di Kniţnik, le altre figure di questo volume restano comprimari, divisibili in varie categorie standardizzate, in base alla loro fonte di ispirazione o allo stile che fedelmente ripropongono, ma prive di un valore autonomo58. Con questa affermazione tuttavia Pravikov non intende sminuire la significatività dell‘opera compiuta dalla Taškola, che ha il merito di aver dato voce ad un mondo poetico che va lentamente sparendo e che, se pure non risulta di capitale importanza in tutte le sue manifestazioni, è qui presentata come estremamente vitale.
57 Ivi.
58 А. Правиков, Восток ли – Восток, или Рассуждение о стихах, хороших и разных, «Знамя», №10, 2002, pp.
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Scopo di questa pubblicazione in tutti i suoi volumi è quello di fare da mediatore culturale tra l‘Oriente e l‘Occidente. Qui lo si dichiara esplicitamente nella prefazione:
―В издании сборника мы видим содействие осуществлению той же трудной задачи, которая была и у Великого пути, а именно – соединению культур Востока и Запада.‖59
Questa raccolta ha non solo il proposito di unire Oriente e Occidente, ma anche quello di dare voce ad una cultura meticcia, nella quale l‘Oriente non è un oggetto esotico da leggere in traduzione, ma un mondo vivo che parla la stessa lingua dell‘Occidente; l'acquisizione di un medium linguistico ―esterno‖ non comporta una perdita di identità. Potremmo dire, anzi, che questi autori non sono privati del loro carattere orientale dalla lingua russa, ma arricchiscono questa lingua con nuove fonti di ispirazione che hanno radici nella natura orientale del mondo in cui vivono. Come dice Pravikov: ―Действительно, данный альманах интересен в первую очередь тем, что Восток в нем говорит не только на русском […] но и по-русски. При этом не перестав быть Востоком.‖60
Almeno in parte questa natura orientale della raccolta è esplicitata nell‘epigrafe che precede la prefazione:
―путь, который я выбрал,
Отнюдь не близок, а труден и далек‖61
L'epigrafe è di Abū al-Rayhān Muhammad ibn Ahmad al-Bīrūnī, matematico, astronomo, storico, fisico, viaggiatore, nato nel 973 a Khiva, all‘epoca parte del califfato arabo degli Abbasidi del Khwarazm, figura principe della cultura araba in un tempo in cui essa brillava per apertura e progresso.
59 Малый Шелковый Путь- II, op. cit., p.2.
60 А. Правиков, Восток ли – Восток…, op. cit., p. 237. 61 Малый Шелковый Путь- II, op. cit., p.2.
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Il testo è suddiviso in tre sezioni: la prima di esse Антология, contiene la raccolta di liriche; Генеалогия invece raccoglie tre saggi, che in seguito esamineremo in dettaglio, composti da E. Abdullaev, M. Kniţnik e S. Janyšev, dedicati a Taškent. Вместо послесловия, l‘ultima sezione, che tira le somme del volume nel suo complesso, è firmata da M. Sinel‘nikov. La prima sezione è a sua volta divisa in tre parti, delle quali possiamo dire un po‘ sinteticamente, che il numero degli autori in esse contenuto pare inversamente proporzionale alla loro importanza per la scuola, come vedremo meglio in seguito. Premetto all‘analisi una breve descrizione dei contenuti di questa sezione:
―Антотолгия‖ – I: è introdotta da un verso di Kniţnik, ―Я стану старожилом этих мест...‖, e in essa sono raccolte delle brevi selezioni di liriche dei fondatori di questa scuola, S. Janyšev, S. Aflatuni e V. Muratchanov, intervallati dalle opere di due loro stretti collaboratori, M. Kniţnik e V. Sokolovskij.
―Антотолгия‖ – II: l‘epigrafe è in questo caso un verso di Sokolovskij: ―... По берегам великой Аму-Леты‖; raggruppa alcuni autori di un certo interesse, ma inizia a venire meno, già in questa seconda sezione, il talento che caratterizza l‘opera della trojka fondatrice della Taškola. I nomi qui rappresentati: V. Ferleger, A. Erina, V. Novoprudskij, N. Demazi, Ju. Gol‘dberg, A. Šironina, G. Janyševa.
―Антотолгия‖ – III: ―...Ты же, дождь Ташкентской пробы...‖ è l‘epigrafe, di Aflatuni in questo caso, che apre la raccolta; la sezione è decisamente più varia dal punto di vista delle personalità poetiche in essa rappresentate, ma anche la meno coerente con l‘opera: G. Gerasimov, A. Grišenko, S. Novoprudskij, L. Bakirova, M. Bonu (M. Salimova), M. Jakovleva, A. Rtveladze, S. Janyšev (S. Abdurachimov), V. Ischakov, A. Sorokin, M. Gronas.
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