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Le cerimonie ittite del tuono

2.1 I NTRODUZIONE A CTH

2.1.1 Il corpus

I frammenti raccolti sotto il numero di catalogo CTH 631 costituiscono un insieme relativamente omogeneo di testi il cui comune denominatore è rappresentato dalla presenza, in essi, di riferimenti al tuono, itt. tetḫeššar, sum. BÚN, nel corpo del testo o nel colofone. Alcuni frammenti, pur privi di tale riferimento, sono stati inseriti nel corpus per la somiglianza contenutistica con altri testi identificabili con maggior certezza. La quasi totalità dei frammenti presenta elementi caratteristici delle descrizioni ittite di festa (Festbeschreibungen). All’interno dell’insieme si individua un gruppo di almeno cinque composizioni, di ampiezza estremamente variabile, chiaramente riconducibili ad una tipologia comune. Si tratta dei testi KBo XVII 74+ con il duplicato KBo XVII 11+, KBo XVII 75, KBo XX 61+, VSNF XII 10, a cui si può aggiungere il piccolo frammento KBo XVII 76. I testi riportano la descrizione delle operazioni rituali eseguite quando lo scoppio di un tuono, interpretato come manifestazione del dio della tempesta, interrompe una determinata attività, di carattere sacro o profano, del sovrano. Il particolare timore reverenziale avvertito dagli ittiti nei confronti del tuono fa sì che tale manifestazione, segno della collera divina, venga in qualche modo percepita come potenzialmente lesiva nei confronti del re. Di qui la necessità di una serie di cerimonie in cui la volontà di pacificare il dio della tempesta tramite le offerte si unisce al bisogno di tutelare il sovrano con l’esecuzione di riti di carattere purificatorio, atti a scongiurare i possibili effetti negativi del tuono. A seconda dell’attività svolta dal sovrano e del luogo, la cerimonia assume forme parzialmente diverse, pur all’interno di un quadro di pratiche relativamente omogeneo.

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Come elementi caratterizzanti dei testi riconducibili a questa tipologia si possono riconoscere i seguenti elementi:

a) La formula incipitaria mān LUGAL-uš … EGIR-an DIM/DU titḫa(i) b) La partecipazione del re e della regina

c) L’esecuzione di pratiche devozionali davanti alla finestra

d) La presenza della coppia DIM - DWašezzili in posizione preminente nelle liste divine

e) L’uso cultuale del vaso iškaruḫ.

È evidente che non tutti questi elementi sono presenti contemporaneamente in tutti i testi di questo gruppo. Alcuni di tali componimenti sono riconoscibili come Sammeltafeln, rispettivamente KBo XVII 74+ // KBo XVII 11+, KBo XVII 75 e, meno probabilmente, KBo XX 61+. La natura compilatoria delle tavole è facilmente riconoscibile dalla doppia linea di paragrafo che d’abitudine separa i diversi testi tra loro.

I colofoni, conservati nel caso di KBo XVII 74+, KBo XVII 75 e di KBo XX 61+, definiscono questi documenti semplicemente come “tavole del tuono”, DUB tetḫešnaš. L’espressione fa evidentemente riferimento alla raccolta dei testi e non ai singoli componimenti di cui essa si compone. In KBo XVII 75 è conservata anche la discussa formula ANA GIŠ.ḪUR-kán ḫandan88, “corrispondente (?) alla tavola di legno”, presente, come correttamente osservato da J. Lorenz89, soltanto nei testi contenenti descrizioni di feste che sembrano avere conosciuto una effettiva esecuzione all’epoca di redazione della tavola, e che non costituiscono dunque semplici copie d’archivio. Il colofone di KBo XX 61+, a sua volta, sembra essere stato utilizzato per la redazione della tavola di catalogo KUB XXX 57 + 59 (CTH 276)90. I testi del tuono, pur occupando un piccolo posto nel quadro complessivo degli archivi ittiti, ci forniscono un chiaro esempio di un genere testuale vivo, oggetto costante di rielaborazione da parte degli scribi.

L’unico di tali componimenti ad essere stato oggetto di uno studio sistematico è KBo XVII 74+, pubblicato da E. Neu nel 1970 in un lavoro dal titolo Ein althethitisches Gewitterritual. Il duplicato KBo XVII 11+, è stato successivamente inserito dallo studioso in StBoT 25 tra i testi di festa antico ittiti91.

88 Su cui si veda il commento al testo alle pp. 202-203. 89 J. Lorenz, in stampa a, pp. 469-471.

90 Cf. P. Dardano, 2006, p. 51. 91 E. Neu, 1980, pp. 62-69 (= nr. 25).

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Altri frammenti estremamente lacunosi del corpus, mancanti di incipit e di colofone, sono, per la presenza in essi di espressioni stereotipate tipiche delle descrizioni ittite di feste, estremamente difficili da collocare in una composizione precisa, e la loro appartenenza a CTH 631 è per questo motivo incerta. E’ il caso ad esempio di frammenti come KUB XXXIV 120 con il duplicato KBo XXXI 183, KBo XIII 227, KUB XX 8 e KBo XXV 51+. Il dato conferma la generale difficoltà di attribuzione dei frammenti festivi ittiti e palesa la necessità di ulteriori studi in proposito che permettano di definirne con maggior precisione i criteri di attribuzione92.

Il testo KBo XX 64, pur inserito in CTH 631 in ragione della menzione del tuono nel colofone, presenta come vedremo le caratteristiche dei rituali ittiti di evocazione e deve essere ricollocato sotto un altro numero di catalogo. Alcuni93 aggiungono al corpus il testo KBo XVII 78, il quale però, pur presentando la medesima formula incipitaria dei “testi del tuono”, mostra caratteristiche diverse e deve per questo motivo essere analizzato separatamente94.

Nella tabella seguente presentiamo l’insieme dei frammenti inseriti nel corpus, con l’indicazione del luogo di provenienza, della datazione95, del numero di catalogo e del numero di CTH attuale o, laddove questo sia dubbio, la nostra proposta di ricollocazione.

Testo Luogo di ritrovamento Ductus CTH

KUB XXXII 132+ Büyükkale, A MS 631?

KUB XXXIV 120 Büyükkale, A NS 631?

KBo XVII 77 Büyükkale, A MS? 631

KBo XX 64 Büyükkale, A NS ?

KBo XVII 11+ Büyükkale, A OS 631

KBo XXV 51+ Büyükkale, A OS 670

KBo XVII 75 Büyükkale, A MS 631

KBo XX 8 Büyükkale, B OS 670

KBo XXXI 183 Büyükkale A NS 670

92 Su questo problema si veda, di recente, J. Lorenz, in stampa b. 93 Cf. A. Ünal, 1998, p. 73.

94 Si veda l’edizione del testo alle pp. 28-32.

95 Per i frammenti maggiori, commenti dettagliati sulla datazione sono forniti in sede di analisi dei singoli testi.

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KBo XVII 74+ Büyükkale A OS 631

KBo XIII 227 Haus am Hang SS ?

KBo XLIV 146 Büyükkale D MS 631?

KBo XX 61 Büyükkale A MS 631

KBo XVII 76 Büyükkale B MS 631

KBo XLIV 314 Haus am Hang NS 670

KBo XXX 80 Westhang MS 631

KUB XLIV 36 ? NS 631?

IBoT III 140 (In Istanbul)96 NS 670

HFAC 50 ? NS 631?

VSNF XII 10 ? MS 631

Bo 5775 ? ? 63197

Come si nota, la grande maggioranza dei frammenti proviene dall’edificio A di Büyükkale. Due di essi, entrambi antico ittiti, sono stati rinvenuti nell’edificio B mentre uno solo nell’edificio D. Dal Haus am Hang provengono soltanto due frammenti, entrambi significativamente di epoca recente.

2.1.2 Feste o rituali?

Quando si analizza il contenuto dei cosiddetti testi del tuono, ci si trova a doversi confrontare con un problema di non secondaria rilevanza, che riguarda la natura stessa dei componimenti e il loro significato. Fin dall’edizione di E. Neu di KBo XVII 74, essi sono stati identificati generalmente con il termine di Gewitterrituale, “rituali della tempesta”, una definizione che, sia pur suggestiva, non è sufficiente a rendere ragione della loro complessità. I testi presentano infatti, come abbiamo visto, gli elementi tipici delle descrizioni di festa, ma i riti in essi descritti sembrano, per loro natura, difficilmente inquadrabili in un calendario cultuale preciso, dipendendo per la loro esecuzione da un evento impossibile da prevedere con certezza come il tuono. Il carattere di cerimonie ad hoc, eseguite in determinate circostanze per scongiurare i

96 Cf. S. Košak, hethiter.net/: hetkonk (v. 1.87).

97 L’attribuzione al corpus è basata su quanto riportato in S. Košak, hethiter.net/: hetkonk (v. 1.87), dal momento che non ho potuto visionare direttamente il frammento.

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possibili effetti negativi del tuono, le avvicina maggiormente al genere dei rituali. Di una vera e propria combinazione di elementi tra le due tipologie di cerimonie98 non è però, a mio avviso, corretto parlare, in quanto i testi di CTH 631, almeno quelli riconducibili con certezza alla tipologia dei testi del tuono, non presentano alcuna delle caratteristiche dei rituali ittiti. L’esecuzione di alcune pratiche di questo genere nel corso delle attività che scandivano l’esecuzione della festa è un elemento comune e direi costitutivo delle cerimonie ittite e non è in questo senso indicativa.

Cerimonie festive, dunque, e al tempo stesso caratterizzate da un chiaro carattere di occasionalità. In tale (apparente?) contraddizione sta il carattere particolare dei testi del tuono e nel suo scioglimento la chiave per la loro comprensione.

Il problema relativo alla natura dei componimenti si lega strettamente alla modalità di svolgimento delle cerimonie in essi descritte e alla loro collocazione temporale. I colofoni, come abbiamo visto, forniscono scarse indicazioni in questo senso, individuando i testi con un termine generico come DUB, “tavola”. Maggiori indicazioni sembrano provenire da documenti esterni al corpus.

2.1.2.a Le feste del tuono negli inventari cultuali

Numerosi testi ittiti fanno riferimento a cerimonie legate al tuono indicate dal logogramma EZEN4, “festa”. Questi sono riconducibili essenzialmente a due tipologie, i cosiddetti “inventari cultuali” ed i resoconti oracolari. Si tratta di fonti preziose per la nostra conoscenza delle feste ittite, in particolare per quelle locali, e i dati da esse ricavabili potrebbero consentire di collocare le feste del tuono in un quadro più preciso.

Col termine di “inventari cultuali99 si definiscono, in maniera molto generale, quei documenti ittiti in cui sono contenute indicazioni relative all’organizzazione del culto nei diversi centri locali, in particolare per quanto riguarda la gestione degli arredi sacri e l’articolazione delle feste. Essi si caratterizzano per una grandissima varietà contenutistica e strutturale. In alcuni di questi testi viene menzionata la celebrazione di “feste del tuono” in ambito locale. Queste sono generalmente indicate come EZEN4

tetḫešnaš, ma è attestata anche l’espressione EZEN4 BÚN (KAxIM). L’equivalenza tra

le due espressioni è confermata da testi come il resoconto oracolare KUB V 4 (CTH 563), dove il medesimo termine è usato indifferentemente nella forma logografica con

98 Così J. Lorenz, in stampa a, p. 459.

99 Su questa particolare tipologia documentaria si veda il recente studio di M. Cammarosano, 2012, oltre ai lavori, ormai classici, di C. Carter, 1962 e J. Hazenbos, 2003.

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complementazione fonetica EZEN4 BÚN-na-aš (cf. Ro I 16 e passim) o in forma fonetica (cf. Ro I 38 e passim)100.

L’inventario KUB XLII 105+101 (CTH 525), parzialmente ricostruito grazie al

join di tre diversi frammenti, contiene, come sottolineato da M. Cammarosano102, le

informazioni relative allo svolgimento della festa di primavera e della festa d’autunno in una serie di città. Per ognuna vengono indicati la divinità principale e l’ammontare delle offerte previste per ciascuna festa, per le quali viene calcolato anche il totale annuale. In una sezione del testo, la menzione di una EZEN4 tetḫešnaš si aggiunge a quella delle feste di autunno e primavera.

KUB XLII 105 +, Vo IV

4’ [A-NA EZEN4 t]e-et-⌈ḫe-eš⌉-[na]-⌈aš 2 UDU⌉ 2 DUG KA.GAG.A ZÌ.D[A? 5’ [x UP-NU A]R-⌈SÀ⌉-AN-NU 1 wa-⌈ak⌉-šur GA 1 tar-na-aš [Ì.NUN]

_____________________________________________________________ 6’ [ŠU.NIGIN] ⌈4⌉ UDU 5 PA ZÌ.DA 4 ⌈DUG⌉ KA.GAG.A ⌈A-NA⌉ [

7’ [x na-aḫ]-ḫa-ši-iš Ì.NUN MU-ti m[e-e-ni

(4’-7’) “[Per la festa] del [t]uo[n]o: 2 pecore, due vasi di birra KA.GAG.A, fa[rina?...x UPNU] di tritello d’orzo, un wakšur di latte, un tarna- di [burro…]. [Totale]: 4 pecore, cinque PARĪSU di farina, 4 vasi di birra KA.GAG.A per […], [x naḫ]ḫaši di burro nel corso dell’an[no…].”

Sfortunatamente, la lacuna in cui è perduta buona parte delle prime due righe del paragrafo non consente di conoscere il nome della divinità né la località in relazione alla quale è menzionata la festa del tuono. L’ambito geografico del testo, desunto dalle altre città in esso menzionate, è comunque riconducibile a quello delle province centrali dello stato103.

Nell’inventario cultuale KUB XXXVIII 12 (CTH 517)104, relativo al culto della città di Karaḫna, una festa del tuono è menzionata due volte, tra le celebrazioni

100 Infra, p. 52.

101 Il testo è strato pubblicato di recente da M. Cammarosano, 2012, pp. 398-407. 102 Ivi, p. 398.

103 Ivi, p. 399.

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effettuate nel corso dell’anno in onore del dio della tempesta di Liḫzina105 e della coppia costituita dal dio della Tempesta del Cielo e dalla dea Sole di Arinna. Il testo è organizzato in paragrafi destinati ciascuno ad una o ad un gruppo di divinità e all’organizzazione del relativo culto. Questa prevede, nella forma più completa, l’indicazione del personale templare, degli oggetti di culto, delle feste, delle offerte e dei responsabili delle forniture. Quando necessario, a tale elenco si aggiunge la descrizione dei provvedimenti adottati in relazione a particolari aspetti del culto.

KUB XXXVIII 12, Ro II

6 DU URUli-iḫ-zi-na DINGIRLIM-tar ki-nu-un EGIR-pa DÙ-ir

7 É.DINGIRLIM-ši ú-e-te-ir EZEN4MEŠGIŠ!.ḪURgaš-tar-ḫa-i-da

8 tar-ra-u-wa-an 2 EZEN4MEŠ-ši MU-aš me-ia-na-aš

9 ŠÀ 1 EZEN4 te-et-ḫi-eš-na-aš 1 EZEN4 GIŠBURU14 (…) (…)

_____________________________________________________________ 12 DU ANE DUTU URUPÚ-na KÙ.BABBAR GUŠKIN kap-pu-u-wa-an

(…)

22 EZEN4MEŠGIŠ.ḪURgaš-tar-ḫa-ta tar-ra-u-wa-an

23 NINDA.GUR4.RA UDKAM-ši EZEN4 ITUKAM e-eš-zi 1 EZEN4 te-

e[t-ḫi-eš-na-aš]

24 [M]U-⌈aš me⌉-ia-na-aš (…)

(6-9) “Dio della Tempesta di Liḫzina: ora hanno rifatto l’immagine divina106 (e) per lui hanno edificato un tempio. Le feste sono stabilite secondo la tavola di legno

gaštarḫaita107: 2 feste per lui nel corso dell’anno, di cui una festa del tuono (e) una

festa dell’estate.

(12) Dio della Tempesta del Cielo, dea Sole di Arinna: argento (e) oro sono stati registrati (…). (22-24) Le feste sono stabilite secondo la tavola di legno gaštarḫaita: per lui (loro) c’è la pagnotta giornaliera e la festa del mese e una festa del tuo[no] nel corso dell’anno (…).”

105 Su cui si veda M. Popko, 2006, pp. 155-159.

106 Sul significato dell’espressione DINGIRLIM-tar si veda B. J. Collins, 2005, p. 21.

107 Sull’espressione EZEN

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Nel culto di Karaḫna, le feste del tuono si caratterizzano dunque come cerimonie a cadenza annuale, e vengono associate nel testo a celebrazioni dal chiaro carattere stagionale come la festa dell’estate.

In KUB LVI 56, inserito in CTH 670 tra i frammenti di festa ma oggi identificato con certezza come inventario cultuale relativo alla città di Ḫurma108, localizzata nell’Anatolia centro-orientale, una festa del tuono è menzionata tra le celebrazioni eseguite per le divinità di Zippalanda.

KUB LVI 56, Vo IV

5 (…) 27 PA ZÌ.DA 14 DUG KA.GAG 21 DUG [

6 1 PA AR-SÀ-AN-NU 1 GA.KIN.AG LÚMEŠ É.GAL URUḫur-ma p[é-eš- kán-zi]

7 4 [DU]G ta-wa-al ki-nu-na-aš NU.GÁL nu GEŠTIN kar-[ša-an-zi]

8 A-NA NINDA.GUR4.RA UDKAM-mi EZEN4 ITUKAM A-NA 2 EZEN4MEŠ-

ia [

9 ŠÀ 1 EZEN4 te-et-ḫe-eš-na-aš 1 EZEN4 ẸN.NU.WA.ŠU DU URUz[i-ip-pa-

la-an-da

10 Dan-zi-li Dḫa/ur-ša-aš-wa ḪUR.SAGda-a-ḫa DU.GUR-ia [

(6-10) “ Gli uomini di Ḫurma for[niscono]: 27 PARĪSU di farina, 14 vasi di birra KA.GAG, 21 vasi di […]. un PARĪSU di tritello d’orzo (e) un formaggio […] 4 vasi di birra tawal: adesso non c’è. Tralasciano il vino. Per la pagnotta giornaliera e la festa del mese, e per due feste, di cui 1 festa del tuono e una festa EN.NU.WA.ŠU109, per il dio della Tempesta di Z[ippalanda], Anzili, Ḫa/uršašwa e il monte Daḫa e il dio U.GUR […]. (…)”

Troviamo menzione di una festa del tuono per il dio della tempesta di Zippalanda anche nel documento KUB LV 1, un resoconto relativo alle inadempienze nei confronti di una serie di doveri cultuali, attualmente classificato sotto il numero 581 del Catalogue des Textes Hittites. La stessa cerimonia è menzionata, nel verso del testo, tra

108 Su cui si veda F. Pecchioli Daddi – M. Baldi, 2004, pp. 495- 506.

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quelle celebrate per la montagna Daḫa, il che rende quantomeno plausibile un’appartenenza del documento alla sfera dei culti di Zippalanda.

KUB LV 1, Ro I110

________________________________________________________ 21’ [Š]A DU URUzi-ip-la-an-[da wa-aš-ku-uš

22’ EZEN4 ITU-wa ŠA ITU 3 [

23’ ŠA GEŠTIN ŠA x[

24’ ki-nu-un-⌈ma⌉-wa x [

25’ A-NA EZEN4 te-et-ḫ[e-eš-na-aš

26’ ki-nu-un-⌈ma⌉-wa ke-e-[da-ni (?)

27’ nu-wa UDU SUM-ir [

28’ ki-nu-un-ma-wa ke-e-da-n[i?

________________________________________________________ (…)

Vo IV

_____________________________________________________________

13 A-NA ḪUR.SAGda-a-ḫa URUša-an-ti-wa-ra IŠ-TU ŠUM DUTUŠI EZE[N4

ITU]

14 ŠA ITU 12KAM EZEN4GURUN EZEN4 te-et-ḫ[e-eš-n]a-aš EZEN4 MU-ti

EZEN4NA4ZI.[KIN

15 kat-ta-an ḫa-ma-an-kán ki-nu-na ka-[a-a]š MU 2KAM ki-it-ta-at ŪL e-

[eš-ša-an-zi]

_____________________________________________________________

16 [ ] piš-ku-ru-nu-wa EZEN4.GAL [

17 [ EZEN4 te]-et-ḫe-eš-na-aš 2 UDU x[

(Ro I 21’-28’) “ [Inadempienza] (relativa al) dio della Tempesta di Zippalanda: la festa del mese del terzo mese […] del vino, del […]. Adesso invece […] per la festa [del] tuo[no…]. Adesso invece a qu[esto?…] ed è stata data una pecora […].. Adesso invece a ques[to?...]

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(Vo IV 13-15) Per il monte Daḫa alla città di Šantiwara per volere della Maestà viene imposta: la fes[ta del mese] del dodicesimo mese, la festa delle messi, la festa del tuono, la festa dell’anno, la festa della stele, e adesso è (già) il secondo anno (che) non [(l’) hanno fat]to.

(16-17) […] Puškurunuwa la grande festa […festa] del tuono due pecore […] Completiamo il quadro relativo alle attestazioni di feste del tuono negli inventari di culto con il testo KUB LIII 21 (CTH 678), la cui attribuzione a questa tipologia documentaria è però incerta. Il verso del testo riporta, suddiviso in paragrafi, un elenco di feste celebrate a Nerik in onore di diverse divinità. Tra queste è interessante notare anche la presenza di una festa del tuono indicata dal sumerogramma BÚN.

KUB LIII 21, Vo

2’ [x x x x (x)]x-aš-ši ḫar-pí-ia-aš EZEN4 x[

____________________________________________________________ 3’ [x (x) DUTU U]RUa-ri-in-na EZEN4 BURU14 EZEN4 [zé-na-aš-ša]

____________________________________________________________ 4’ [x x (x)] DUTU ANE EZEN4 BÚN EZEN4 zé-e-ni [

____________________________________________________________

5’ [URUn]e-ri-ik-ka4 DKAL EZEN4 BURU14 EZEN4 zé-na-aš-ša

____________________________________________________________

6’ URUne-ri-ik-ka4 Dte-li-pí-nu Ù A-NA Dḫa-a-ša-me-l[i]

7’ [EZ]EN4 BURU14 EZEN4 zé-na-aš-ša

__________________________________________________________

8’ URUne-ri-ik-ka4 li-la-an ku-wa-pí KÙ-an-zi nu A-NA DM[AḪ]

9’ NA4ZI.KIN li-la-aš-ša-al-la ku-wa-pí nu A-NA DM[AḪ?

10’ DU URUne-ri-ik EZEN4 te-et-ḫe-eš-na-aš A-NA[

_____________________________________________________________

11’ li-la ku-wa-pí NA4pa-aš-ši-lu-[uš

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(2’-7’) “[…] ḫarpiyaš111, festa […]. [… dea Sole di] Arinna: festa dell’estate, festa [dell’autunno]. […] Dio Sole del Cielo112: festa del tuono, festa in autunno. A Nerik (per) DKAL: festa dell’estate, festa dell’autunno. A Nerik (per) Telipinu e per Ḫašamili: festa dell’estate, festa dell’autunno. (8’-10’) Quando celebrano la conciliazione a Nerik per DINGIR.MAḪ e (presso) la stele della conciliazione per DINGIR.M[AḪ…]. Dio della Tempesta di Nerik: festa del tuono per […]. (11’- 12’) Quando la conciliazione e i sassi […]”

La festa del tuono sembra dunque essere celebrata a Nerik in onore del dio della tempesta cittadino e di una divinità indicata nel testo come “dio sole del cielo”, espressione insolita a cui si deve forse preferire, come segnalato in nota, “dio della tempesta del cielo”, il quale andrebbe a formare, con la dea Sole di Arinna menzionata alla riga immediatamente precedente, la coppia al vertice del Pantheon ittita.

Una festa indicata dal sumerogramma BÚN è attestata anche nel frammento KuSA I/1.4 (CTH 530), proveniente da Kušakli/Sarissa113. Nello stesso paragrafo vengono menzionate la pagnotta giornaliera, la festa del mese e alcune feste dell’anno.

Il carattere scarno delle descrizioni di festa nei Kultinventare, imposto dalla natura stessa dei documenti, impedisce di trarre da queste elementi che illuminino con maggior evidenza le feste del tuono e le modalità della loro esecuzione. Come si nota dai testi, si tratta di cerimonie ben inserite in un calendario cultuale, celebrate a cadenza annuale114 in una serie di centri locali, spesso nell’ambito del culto riservato ad una particolare divinità. Esse rientrano dunque a pieno titolo nel novero delle cosiddette “feste locali”, intendendo con questa espressione quelle cerimonie direttamente legate ad usi e credenze locali, inserite in un calendario religioso in larga misura regolato sulle stagioni e sul ciclo agricolo, le quali non sono entrate a far parte del “culto di stato” vero e proprio e la cui esecuzione non prevede di norma la presenza del sovrano. A differenza di molte delle feste locali menzionate negli inventari cultuali e di cui si è conservato soltanto il nome, delle feste del tuono ci sono giunte anche descrizioni particolareggiate, rappresentate dalla particolare tipologia di testi descritta in precedenza e raccolta nelle “tavole del tuono” di CTH 631. Questi documenti, conservati e copiati dall’età antico

111 Sul termine ḫarpa-/ḫarpiya- si veda il recente commento di M. Cammarosano, 2012, pp. 164-168. La posizione insolita dei costituenti nell’espressione ḫarpiyaš EZEN4, anche in relazione alle altre indicazioni di feste nel testo, rende poco probabile l’ipotesi che questa formi una costruzione genitivale. 112 L’espressione è estremamente insolita. Si potrebbe anche pensare ad un errore per DU ANE.

113 Pubblicato da J. Hazenbos, 2003, pp. 155-156. 114 Cf. EZEN

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ittita nell’archivio di Ḫattuša, indicano che le feste del tuono sono entrate molto presto a far parte del culto di stato. Delle feste locali, celebrate in un determinato periodo dell’anno in occasione di violenti temporali allo scopo di pacificare il dio della tempesta, sono evidentemente divenute da un certo momento cerimonie ufficiali, eseguite in presenza del sovrano e della regina allo scopo di scongiurare le possibili conseguenze negative legate allo scoppio di un tuono. Rientra certamente nel circuito delle cerimonie “di stato” la festa del tuono menzionata nel paragrafo 4 delle Istruzioni per il personale templare CTH 264115 tra le diciotto feste di cui l’amministrazione centrale di Ḫattuša deve occuparsi.

KUB XIII 4, Ro I

___________________________________________________________ 39 EZEN4 ITUKAM EZEN4 MUTI EZEN4 A-IA-LI EZEN4 z[é-na-a]n-da-aš 40 EZEN4 ḥa-me-eš-ḥa-an-da-aš EZEN4 te-et-ḫe-eš-na-aš ⌈EZEN4⌉ ḫi-ia-

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