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Un topolino per amico

I NVITO A CASA MIA UN AMICO PER CONOSCERLO MEGLIO

Materiali

• Lettera per informare i genitori e avere la loro collaborazione • Cartellone per visualizzare le coppie

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• Materiali vari per realizzare il regalo • Scheda con domande stimolo (Scheda F)

Tempi

Per realizzare l’attività è prevista un’ora e mezza per ciascuna fase di lavoro con i bambini. Inoltre, sono da prevedere altri momenti organizzativi con i genitori.

Organizzazione del lavoro

Fase 1

Le insegnanti scrivono una lettera a tutti i genitori, per presentare gli obiettivi dell’iniziativa e per chiedere la loro concreta collaborazione che prevede l’ospitare o l’essere ospitati.

Fase 2

Dopo la lettura di Un topolino per amico, l’insegnante stimola una conver- sazione sull’amicizia e sull’ospitalità: che cosa vuol dire essere amici? Come si manifesta l’ospitalità? Per aiutare i bambini a capire concretamente il concetto di ospitalità le insegnanti mettono in scena una simulazione su questo tema (modeling).

Fase 3

L’insegnante in una conversazione con i bambini della sezione chiede che ciascuno dica chi vorrebbe invitare a casa; sarà importante specificare che sarebbe bello che il bambino scelto fosse un «amico nuovo». Il momento della definizione delle coppie è particolarmente delicato: le insegnanti devono tener conto delle dinamiche relazionali della propria sezione e delle disponibilità dei genitori. Si possono verificare situazioni in cui i bambini sono in grado di scegliersi senza conflitti oppure altre in cui l’insegnante avrà il compito di facilitare le scelte. Una volta definite le coppie vengono registrate su un car- tellone, specificando chi ospita, chi è ospitato e il giorno (concordato con in genitori) in cui avverrà la visita.

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Fase 4

Nei giorni successivi ciascun bambino, utilizzando i materiali predisposti, prepara un regalo per il compagno, avendo cura di non far vedere ciò che sta realizzando. I bambini se lo scambieranno al momento opportuno: sarà per entrambi una bella sorpresa.

Fase 5

A scuola, il giorno dopo dell’incontro, i bambini, a coppie, lavorando insieme sullo stesso foglio, rappresentano graficamente un aspetto significativo della loro esperienza. Individualmente, i bambini rispondono alle domande- stimolo e le insegnanti registrano le loro risposte (Scheda F). Anche ai genitori si può chiedere una restituzione rispetto a come è andata l’esperienza.

PAROLE DALL’ESPERIENZA

Ogni casa ha una storia da raccontare… non è la stessa cosa stare insieme a scuola (spazio conosciuto e condiviso da entrambi) e andare a giocare a casa di un amico.

Nel proporre quest’esperienza abbiamo cercato di non sottovalutare mai il significato profondo che ha, per bambini e adulti, aprire la propria casa agli altri e lasciarsi vedere in dimensione intima. Anche l’ospite fa la sua fatica per conoscere e accettare questo mondo nuovo fatto di parole, di abitudini, di spazi diversi da quelli rassicuranti di casa propria.

La serenità e la naturalezza con cui i bambini hanno vissuto questa esperienza sono state grandi; ma ciò che più ci ha colpito è stato vede- re come questo piccolo progetto comune ha modificato e migliorato le relazioni tra le famiglie. Improvvisamente è cambiato il clima fra i genitori, sono «spuntate» nuove forme di collaborazione che hanno permesso di affrontare insieme problemi piccoli e grandi. Anche chi si era sempre sentito straniero si è sentito più compreso nelle sue difficoltà quotidiane e più accolto.

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UNITÀ DI RICERCA 3

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