3. GIOCHI TRADIZIONALI
3.2 L’ASSOCIAZIONE GIOCHI ANTICHI DI VERONA
3.2.2 OBIETTIVI
L’AGA ricerca e sostiene il gioco tradizionale in territorio italiano, e nel 2010 ha redatto uno Statuto, in cui nell’articolo 4 definisce le proprie finalità nello specifico:
valorizzare le tematiche legate al gioco tradizionale, strumento che l’AGA ritiene fondamentale per la promozione e la tutela del più vasto patrimonio culturale, ambientale e immateriale, come anche augurato dall’UNESCO nella convenzione del 2003;
individuare e salvaguardare i giochi ancora in uso, legati ad un luogo; un esempio nel territorio veronese è stato il recupero del gioco dello s’cianco, che andremo ad approfondire nei capitoli successivi;
educare alla cultura ludica i cittadini, in particolare i giovani, anche grazie all’organizzazione di mostre, convegni, corsi, progetti educativi o di stage formativi scolastici ed extra-scolastici, sia in scuole che università;
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organizzare manifestazioni, eventi e iniziative culturali e ludiche, come lo stesso Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada;
sostenere e promuovere attraverso il gioco le diversità culturali nel mondo, il rispetto dell’ambiente e di uno stile di vita di qualità e il recupero urbano, del quale ne è testimonianza l’inaugurazione nel 2009 di una strada in zona Borgo Venezia dedicata esclusivamente ad attività ludiche e chiusa al traffico;
scrivere e pubblicare testi o riviste di tematica ludica, come il libro pubblicato nel gennaio del 2015 “Giochi tradizionali d’Italia, viaggio nel Paese che gioca”, un testo che percorre i giochi tradizionali in tutte le regioni italiane.
L’AGA nel 2008 pubblicò inoltre un Manifesto, nel quale vengono definite le caratteristiche fondamentali che devono avere le Comunità Ludiche Tradizionali, le realtà che mantengono in vita le tradizioni ludiche, che vengono ricercate e salvaguardate dall’Associazione stessa:
il legame particolare e profondo con il territorio nel quale il gioco viene praticato, ma con la possibilità di riprodurlo in qualsiasi tempo e spazio, perché essendo il gioco un bene immateriale, come già discusso, viene praticato in uno “spazio culturale”;
l’artigianalità, poiché si tratta di giochi che provengono dalla tradizione, creati manualmente e non industrialmente;
il gioco praticato in maniera ricorrente, non come semplice rievocazione storica o folkloristica;
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l’interesse alla salvaguardia, poiché il gioco tradizionale può rischiare l’estinzione;
l’appartenenza dei giocatori alla comunità ludica, che devono effettivamente praticare il gioco con costanza;
la non commerciabilità, poiché le comunità ludiche non devono avere fini di lucro;
la qualità ludica, che deve coinvolgere a pieno i giocatori.
Vi sono comunità ludiche diffuse in tutta Italia, che presentano delle caratteristiche peculiari che variano da una regione all’altra, ma accomunate dal desiderio di tramandare e tutelare la propria tradizione ludica. L’AGA (art. 4 Statuto del 2010) dovrebbe operare nella Regione Veneto, ma in via eccezionale le viene concesso anche l’intervento al di fuori di quest’area. Nel corso degli anni si è avvalsa infatti di referenti territoriali in alcune regioni, quali il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, l’Alto Adige, la Toscana, le Marche, la Puglia, la Basilicata, la Campania e la Sicilia, per sviluppare una rete di collegamenti e relazioni con delle figure in loco che condividono gli stessi loro obiettivi. Un forte esempio è dato da un progetto della regione Piemonte chiamato “150 giochi di ieri per domani” che rappresenta proprio questo spirito di collaborazione, infatti dal 2010 l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, GioNa (Associazione Nazionale delle Città in Gioco) e l’AGA hanno unito i loro sforzi per organizzare questa iniziativa che prevede l’organizzazione di eventi e attività finalizzati al riscoperta della tradizione ludica italiana. È un progetto che vede la sua realizzazione soprattutto nelle scuole, grazie all’adesione dei vari insegnanti, che vengono coinvolti dall’AGA in brevi percorsi di formazione affinché possano loro stessi poi partecipare attivamente alle dimostrazioni ludiche. Compito dell’AGA all’interno del progetto è inoltre quello di coinvolgere le diverse Comunità Ludiche di tutta Italia. L’AGA realizza questi
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percorsi per la formazione di “operatori ludici” a Verona periodicamente durante tutto l’anno, rivolti principalmente ad insegnanti, animatori ed operatori educativi, con il fine di trasmettere nuove competenze professionali nel settore. Di conseguenza vengono ospitati delle lezioni e dei laboratori nelle scuole sia primarie che secondarie, ad esempio sul gioco dello s’cianco oppure delle visite guidate al Centro di Documentazione dell’AGA, che permettono ai ragazzi di conoscere il mondo delle tradizioni ludiche, comprendere l’importanza e la centralità del gioco nella società, e partecipare attivamente alle attività proposte creando allo stesso tempo una coscienza del territorio e delle proprie origini culturali. Importanti sono anche le collaborazioni con le Università, soprattutto con quella di Verona ed in particolare con la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, con la quale vengono realizzati degli stage formativi, dei project work e degli incontri, e con la Facoltà di Scienze Motorie, all’interno della quale è stato organizzato un corso universitario facoltativo di “Giochi Tradizionali e Antichi”, di grande importanza poiché primo insegnamento accademico nazionale incentrato interamente su questa tematica. Non da ultima, la collaborazione dal 2014 con lo IUSVE, l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che vede la realizzazione di progetti di grafica, web marketing e progettazione pubblicitaria per una comunicazione più innovativa e moderna dell’evento del Tocatì. Per questi progetti sono stati coinvolti gli studenti dei corsi di laurea di Web Marketing and Visual Communication e Scienze e Tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale (AGA).
Per di più il 20 settembre del 2015 è stato firmato un appello significativo, denominato “Dichiarazione di Verona”, dai responsabili delle diverse ONG presenti al Festival per concretizzare la loro azione di valorizzazione dei giochi tradizionali, richiedendo che questi possano diventare parte integrante delle strategie nazionali di sviluppo, come già sottolineato dall’UNESCO nel 2003, e soprattutto sollecitandone l’introduzione nei programmi scolastici (www.larena.it).
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