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Capitolo 3: il Festival Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty

3.3 Pianificazione: obiettivi e budget

3.3.1 Obiettivi

Il festival Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty, ha luogo ogni anno durante la terza settimana di luglio.

Nel 2018 si è svolto dal 19 al 22 luglio.

È un festival unico nel suo genere, in quanto ha come obiettivo quello di trasmettere, sensibilizzare e promuovere i diritti universali dell’uomo.

È di portata nazionale, perché coinvolge artisti, ospiti, organizzazioni, associazioni, collaboratori da tutta Italia; ma presta attenzione anche alle realtà presenti nel territorio, cercando di coinvolgerle al massimo durante i giorni del festival.

Nello specifico gli obiettivi sono:

• trasmettere i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo attraverso la musica;

• creare consapevolezza nel pubblico sui diritti di cui ognuno deve godere, sulle situazioni di violazioni di diritti che si perpetuano ogni giorno nel nostro Paese e nel mondo in generale;

• promuovere l’arte e la cultura.

Gli obiettivi e i benefici sono strettamente collegati tra loro, in quanto attraverso il raggiungimento degli obiettivi prefissati, si cerca di raggiungere anche dei benefici ben precisi.

Il primo beneficio che si vorrebbe vedere raggiunto grazie al festival è quello di “aver formato” un gruppo di persone unite dalla stessa idea di rispetto per i diritti umani e che, nel loro piccolo, contribuiscano alla creazione di un mondo migliore. La frase sembra utopistica, ma l’idea del festival e di tutta l’associazione è proprio quella della trasmissione e promozione di quello che deve diventare uno stile di vita, un qualcosa che prosegue anche nel quotidiano di ognuno.

È per questo motivo che l’associazione, soprattutto nei giorni del festival, ha il costante appoggio della sezione italiana di Amnesty.

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Non mancano infatti spazi, durante il festival, in cui si può assistere ad interventi di esponenti ed attivisti di Amnesty International Italia che raccontano le situazioni attuali in riferimento ai diritti umani.

Inoltre, grande spazio viene data alla premiazione del Premio Amnesty Italia il quale, non solo si esibisce nella serata finale, ma al pomeriggio dell’ultimo giorno di festival presenzia e si racconta durante la conferenza stampa che gode della presenza del direttore artistico del festival, del portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury e del presidente di Amnesty Italia Antonio Marchesi.

Ultimo ma non ultimo, il festival sostiene ogni anno una campagna di Amnesty, che quest’anno è stata “La solidarietà non è un reato”.

I benefici sono molteplici, riguardano anche tutte le strutture ricettive a partire dai ristoranti, fino ad arrivare agli hotel che da anni collaborano con l’associazione durante i giorni del festival.

Da sette anni ormai il festival ha luogo a Rosolina Mare, città turistica del comune di Rosolina, nella provincia di Rovigo.

Rosolina Mare è una città che vive nel periodo estivo, in quanto situata nella zona del mare per l’appunto.

Per il comune di Rosolina, ospitare il festival è stata una scelta importante e ben pensata.

L’amministrazione comunale ha visto infatti un valore aggiunto nell’ospitare questo grande evento, innanzitutto perché ha ampliato la tipologia di pubblico presente nella città in quel periodo: oltre ai turisti presenti per villeggiatura, si aggiunge in quei giorni una parte di pubblico interessata al festival e/o agli eventi collaterali ad esso collegati.

Altro motivo è il fatto che ospitare un festival che promuove i diritti umani, a fianco di Amnesty International Italia, è motivo di prestigio per una città.

Anche per il festival e l’associazione è un grande beneficio in quanto, oltre agli affezionati all’evento, vi è la sicurezza che anche altre persone non a conoscenza del festival si possano avvicinare ad esso con più facilità.

Un beneficio reciproco si riscontra anche nel rapporto con alcuni ristoranti, i quali durante i giorni del festival creano delle convenzioni per gli ospiti e per gli

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organizzatori: in questo modo gli organizzatori indirizzano i partecipanti nei ristoranti convenzionati, i quali hanno clientela sicura durante i giorni del festival; dall’altro lato, gli organizzatori riescono a contenere i costi di vitto per gli ospiti. La stessa cosa vale per gli albergatori, i quali essendo gli stessi da anni, riservano le stanze per i periodi del festival, andando incontro alle esigenze dell’associazione.

È questo il grande beneficio e lo scopo del “creare rete”: sapere di poter contare su strutture e professionisti.

La riuscita di questa grande rete di collaborazioni è dovuta anche all’estrema correttezza dell’associazione di saldare i debiti con le strutture a pochi giorni dalla conclusione del festival; i rapporti umani sono infatti, in queste situazioni, un fattore che va a pesare molto.

La pianificazione di un evento di tale portata è annuale.

Il festival prevede la presenza del Premio Amnesty Italia (PAI), il big della musica italiana che, nell’anno precedente, ha scritto una canzone inerente ai diritti umani. L’inizio dell’organizzazione è proprio con la ricerca e la selezione del PAI, che avviene nel seguente modo: da gennaio il pubblico stesso può, tramite mail, inviare i brani di artisti che secondo lui hanno diritti a vincere questo prestigioso premio. Dall’altro lato anche i membri dell’associazione cercano, ascoltano e propongono alcuni artisti.

Assieme alla delegazione italiana di Amnesty International, vengono individuate le 10 candidature, le quali verranno valutate da una giuria composta da esperti in ambito musicale quali critici musicali, giornalisti, musicisti, membri di Amnesty International Italia e membri di Voci per la Libertà.

Entro marzo, viene annunciato il big vincitore del PAI, che ritirerà il premio durante la serata di chiusura del festival e si esibirà sul palco.

Contemporaneamente, vi è il lancio del bando per gli artisti emergenti, i quali devono presentare e concorrere con un brano che abbia come tematica qualcosa legato ai diritti dell’uomo.

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Attraverso alcuni step di selezione da parte di membri dell’associazione, affiancati da esperti musicali e di diritti umani, verranno scelti gli otto semifinalisti che si esibiranno durante i giorni del festival.

Il vincitore sarà decretato nella serata di chiusura.

Questi due sono gli step iniziali, sono la parte fondamentale del festival, senza le quali mancherebbe il fulcro dello stesso.

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