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Obiettivi del progetto

IL PROGETTO

Il progetto “We Look at the Same Sky” s’ispira al seguente motto “Non esistono criminali minorenni, ma solo dei giovani che sono stati forzati a commettere dei crimini”. Il progetto intende dunque sostenere i minori che sono stati affidati agli istituti di rieducazione al fine di dissuaderli dai loro propositi criminali e reintegrarli all’interno della società per sviluppare un comportamento socialmente accettabile. C’è una grande differenza fra gli istituti di rieducazione e la vita in comune ed è per questo che i minori hanno bisogno di assistenza in questo senso.

Obiettivi del progetto

L’obiettivo principale del progetto è di sostenere i minori che sono stati affidati agli istituti di rieducazione al fine di dissuaderli dai loro propositi criminali e reintegrarli all’interno della società. Fra gli altri obiettivi del progetto ricordiamo:

▪ Evitare che i bambini si sentano esclusi dalla società e dalla vita sociale;

▪ Consentire ai volontari di divenire dei modelli di comportamenti per i minori ed essere chiamati fratelli e sorelle;

▪ Aiutare i minori a proseguire il proprio percorso formativo;

▪ Informare i minori riguardo alle possibilità che seguono l’espiazione della pena;

▪ Mostrare ai minori che possono adottare un diverso stile di vita;

▪ Creare dei nuovi interessi nei minori;

▪ Migliorare l’atteggiamento dei minori in termini di competenze sociali e professionali;

▪ Permettere ai minori di far fruttare le proprie capacità e i propri talenti;

▪ Incoraggiare l’adozione di atteggiamenti e comportamenti positivi;

Aiutare i minori ad acquisire consapevolezza di sé.

All’origine del progetto

Il progetto è nato dall’implentazione delle “Cinque chiavi del processo di apprendimento”, e più specificamente da una discussione con i volontari sui problemi e le esigenze della società. Il progetto ha cominciato a muovere I primi passi nel corso di dibattiti relativi all’elevato numero di minori ospitati negli istituti di rieducazione in Turchia. Tutti i volontari si sono chiesti la stessa cosa “C’è qualcosa che possiamo fare per questi minori?” Essi sono privati della libertà ed esclusi dal resto della società nel corso dell’adolescenza, il che significa che stanno costruendo la loro identità in ambienti atipici. Per questa ragione devono essere considerati come una delle fasce

più svantaggiate all’interno della società.

Negli incontri successivi è stato avviato un dialogo con organizzazioni della società civile per scambiare idee e informazioni. I volontari hanno partecipato a un corso di formazione in modo da acquisire le competenze sociali e professionali necessarie all’implementazione del progetto. Al termine del primo anno si sono chiesti come migliorare il progetto, ed è così ch’è stata avviata la realizzazione del progetto su scala nazionale nel 2013.

Le attività del progetto per il triennio 2013-2016 sono state finanziate grazie a uno stanziamento di $420,000 da parte di HSBC Bank. Inoltre, il progetto è stato ampiamente riconosciuto e sostenuto dalla partecipazione dei volontari e delle comunità locali.

“Ogni giorno al termine del laboratorio mi chiedo se la società sia pronta ad accettarmi di nuovo.”

Il progetto coinvolge circa 1500 minori in istituti di rieducazione, 400 giovani volontari e 1 coordinatore delle attività del progetto. Nel 2013, il progetto è stato implementato in 5 province diverse (İstanbul, Ankara, Bursa, İzmir, Konya) ha coinvolto 290 minori, 131 giovani volontari nel corso di 200 laboratori. Nel 2014, il progetto è stato implementato in 5 province diverse (İstanbul, Ankara, Bursa, İzmir, Adana) ha coinvolto 730 minori, 160 giovani volontari nel corso di 235 laboratori. In 2015, il progetto si è svolto nelle stesse province del 2014 e ha coinvolto 681 minori, 168 giovani volontari nel corso di 269 laboratori.

Il progetto nasce dalla collaborazione fra la Community Volunteers Foundation e la

Prigioni e delle Case Circondariali. La trafila burocratica che ha consentito la stipulazione dei partenariati è stata molto lunga. Inoltre il progetto ha avuto delle difficoltà nel reperire i fondi necessari. Infine, però, gli sforzi e la fiducia del coordinatore del progetto sono stati premiati e il progetto è stato approvato.

Il progetto

Il progetto è stato ideato per minori d’età compresa fra i 12 e i 18, provenienti da aree geografiche differenti e con un diverso background culturale ed etnico.

“I bambini sono sempre stati guardati come degli oggetti. In questo momento storico, però prestiamo sempre più attenzione a loro. In un mondo dominato dagli adulti, abbiamo finalmente cominciato a vedere il potenziale dei bambini.”

Il progetto si articolava in una serie di attività da realizzare nel corso dei laboratori.

Attraverso di esse, i bambini acquisivano competenze e conoscenze fondamentali. I laboratori erano basati su valori come la solidarietà, la gentilezza, la cooperazione, il lavoro di squadra, l’accettazione delle diversità e altri valori etici.

Tali laboratori avevano cadenza settimanale ed erano tenuti dal coordinatore del progetto e dai volontari. Fra gli argomenti trattati ricordiamo:

▪ Pittura

▪ Arte e cultura

▪ Capacità creative

▪ Cinema

▪ Musica

▪ Teatro e recitazione

▪ Sport

▪ Pronto soccorso

▪ Gestione della rabbia

Laboratorio tipo: nel corso del laboratorio teatrale, bambini e ragazzi hanno scritto una commedia e recitato insieme ai volontari. Nel corso del laboratorio creativo, hanno ideato dei magneti per inviarli ai bambini malati di leucemia come regalo di Natale.

Tali laboratori sono stati gestiti da un gruppo di ragazzi, perlopiù studenti con una formazione nel campo delle professioni di aiuto (psicologi, assistenti sociali, sociologi, insegnanti, giuristi). Prima di iniziare a lavorare con i minori hanno preso parte a un corso di formazione curato da una squadra di esperti. I volontari hanno imparato a conoscere il sistema della giustizia minorile in Turchia, le esigenze della popolazione carceraria, lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, i diritti dei minori, il loro ruolo nella società, i regolamenti carcerari, la risoluzione dei conflitti, pianificazione e implementazione dei laboratori e altro ancora. Inoltre I giovani volontari hanno potuto analizzare delle situazioni reali degli istituti di rieducazione.

“Quando ho cominciato a frequentare il corso pensavamo che fossero pagati o che avessero degli altri interessi. Adesso ci sembrano degli angeli, o dei pazzi.”

Sia i volontari che i minori che avevano ricevuto una condanna penale hanno fatto fatica a stabilire un rapporto di fiducia. Per i secondi è molto difficile fidarsi delle persone perché non credono che qualcuno possa fare qualcosa per loro senza avere dei secondi fini. Eppure, nel corso del tempo, i volontari sono riusciti a superare queste difficoltà e a dimostrare di essere costanti e pronti a prestare loro aiuto qualora si rivelasse necessario.

È importante porre l’accento sul fatto che in questi laboratori, il principio di eguaglianza è fondamentale perché costituisce la base del rapporto fra volontari e minori condannati. Nessun bambino può rimanere indietro, bisogna cercare di includere tutti, specie i soggetti con disabilità in quanto ciò può avere delle ricadute positive sul resto del gruppo.

I risultati del progetto e la partecipazione dei giovani

I risultati del programma sono stati valutati attraverso dei test somministrati ai giovani volontari all’inizio e al termine del progetto. I minori condannati, invece, hanno preso parte a dei gruppi di discussione e compilato un modulo di autovalutazione.

“Possiamo vivere una vita diversa e avere un impatto positive sulla società.”

Di seguito potete leggere un elenco dei risultati positivi ottenuti dal progetto:

▪ Alcuni dei giovani hanno cominciato a lavorare come volontari presso la Community Volunteers Foundation, dopo essere stati rilasciati.

▪ Il progetto è divenuto un modello cui ispirarsi per le associazioni che lavorano con minori condannati.

▪ Il progetto ha cambiato l’atteggiamento del personale degli istituti di rieducazione nei confronti dei minori ospiti.

▪ Il progetto ha ispirato la creazione di altri progetti (come “If I could be a bird”, destinato ai minori d’età compresa fra gli 0 e i 6 anni).

▪ Il progetto ha fornito degli incentive alla collaborazioni fra responsabili di associazioni non governative.

▪ Il progetto ha attirato l’attenzione sulle esigenze dei minori condannati e stimolato una riflessione sui miglioramenti da apportare agli istituti di rieducazione.

▪ Le attività di laboratorio hanno condotto alla scoperta di talenti fra i minori, e fornito loro delle capacità che potranno usare una volta liberi.

▪ Il progetto ha aiutato i minori ad acquisire autostima e apprezzamento per le proprie capacità e a sentirsi parte integrante della comunità.

▪ Alcuni dei giovani hanno proseguito il loro percorso formativo.

▪ I bambini e i ragazzi hanno sviluppato competenze comunicative, di risoluzione dei problemi, hanno rigettato i pregiudizi, sono divenuti più pazienti, hanno acquisito fiducia nei confronti del cambiamento e della concordia sociale,

Il personale degli istituti di rieducazione ha cominciato a promuovere delle attività di laboratorio a casa.

Grazie ai risultati e alle valutazioni positive, riteniamo che il progetto possa essere nuovamente implementato in futuro apportando alcune modifiche – come la necessità di disporre di una squadra di esperti più numerosa e con una maggiore conoscenza del sistema giudiziario. Allo stesso tempo, sarebbe opportuno garantire un maggiore sostegno psicologico ai minori che vivono in questi istituti ed implementare un sistema di monitoraggio per coloro che lasciano le strutture e misurare l’impatto e i risultati del progetto.

CONSIGLI E SUGGERIMENTI PER GLI OPERATORI GIOVANILI