5. Il Networking come opportunità per le gallerie d’arte che praticano ricerca:
5.3 Il caso di Venice Galleries View
5.3.6 Gli obiettivi della rete
Il progetto nasce principalmente dalla necessità di “fare rete”, affermano le galleriste intervistate. Per affrontare in modo coordinato le problematiche quotidiane delle gallerie e condividere conoscenze e risorse. Si tratta di un’idea che era stata proposta e valutata tra alcuni gruppi di galleristi anche prima dell’arrivo di Alberta Pane, ma solo negli ultimi anni si sono venute a creare le condizioni ideali per la sua effettiva nascita.
L’obiettivo principale è stato sin da subito quello di costruire un canale di comunicazione e promozione coordinato, che si è concretizzato nella realizzazione e distribuzione dei pieghevoli a mappa. Un’iniziativa abbastanza comune per progetti di questo tipo, già realizzata in diverse città. È stato però chiaro sin da subito, che non voleva essere l’unico scopo del progetto, c’era la volontà di creare un vero e proprio network di condivisione. La cooperazione, negli obiettivi principali della rete, vuole essere un mezzo non solo per affrontare le problematiche di costo e promozione delle gallerie, ma anche per riuscire a sviluppare un dialogo ed un continuo scambio innanzitutto tra i partner, ma anche con le istituzioni e le altre realtà del territorio. Il network è orientato alla creazione di duraturi e più profondi rapporti tra le gallerie ed alla realizzazione di eventi comuni in cui poter mettere insieme i contatti e le risorse di tutti. L’idea inoltre è quella di fare rete per cercare di migliorare l’integrazione, il dialogo e l’apporto che le gallerie possono avere nel sistema di offerta culturale della città. C’è l’intenzione di sviluppare, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni qualche progetto atto a coinvolgere il territorio e soprattutto i giovani in un’ottica
di inclusione sociale (Giorgio Dariol, Appendice 5, pag. 118) spiega Giorgio Dariol, attuale
coordinatore del progetto.
Questo è sintomo di come le gallerie di ricerca siano perfettamente consce del loro ruolo nell’offerta culturale pubblica e di come l’attività di galleria, ed il suo business siano strettamente legati al coinvolgimento del pubblico anche non specializzato. Diverse galleriste hanno infatti identificato nella rete un buon sistema per condividere il pubblico ed aumentare il coinvolgimento della cittadinanza. Vi è una forte volontà di promuovere e rafforzare il proprio legame con il territorio, mettendosi al centro di politiche di integrazione e promozione della cultura locale. Per esplicitare al meglio le potenzialità culturali ed il ruolo che una galleria d’arte ha, e deve avere, per il proprio territorio.
Volevo dare la possibilità ai miei artisti di esporre in altri luoghi e di essere presenti in diversi territori. Volevo avere uno spazio che potesse essere un’opportunità per gli artisti ma anche un luogo di cultura per i veneziani.
Le gallerie non sono solo spazi commerciali ma anche e soprattutto luoghi di approfondimento e di scoperta, dove si possono visitare gratuitamente delle mostre e che alla base hanno un lavoro di chiaro interesse culturale. Questa è una componente che non può mancare.
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Le gallerie di ricerca hanno il compito in primis di far passare le opere dallo studio dell’artista al pubblico. Il lavoro che propongono si lega molto anche al territorio. Sono i luoghi in cui si vede l’effettiva creazione contemporanea, la fase iniziale. I musei fanno invece un lavoro completamente diverso, quindi abbiamo un ruolo ben preciso e molto importante anche nei confronti del pubblico (Alberta Pane, Appendice 4, pag. 115).
Venezia, come discusso in precedenza, ha sviluppato in questi anni un ciclo di flussi turistici e collezionistici discontinuo, che si attiva quasi esclusivamente nel periodo di inaugurazione di Biennale Arte e cala progressivamente nei mesi successivi con un totale calo nei mesi tra dicembre ed aprile. Uno degli obiettivi attorno a cui si sviluppa il progetto è quello di rendere attiva ed appetibile la città per tutto il corso dell’anno, con una proposta di qualità che coinvolga musei, fondazioni e gallerie. Questo, negli obiettivi della rete, dovrebbe portare a ricadute positive sulla notorietà delle gallerie, sulla proposta culturale e sulla valorizzazione e possibilmente l’incremento dell’attività di ricerca e commerciale sul territorio. Con il rafforzamento dei flussi collezionistici nazionali ed internazionali.
Le galleriste intervistate hanno sottolineato come, nonostante le problematiche che stanno mettendo in difficoltà le piccole e medie realtà del mercato, come l’importanza crescente delle fiere e l’aumento dei costi di affitto, il mantenimento di una sede fissa anche in location centrali e molto costose sia un elemento imprescindibile per il lavoro del gallerista di ricerca. Le motivazioni sono da ricercarsi anche in questa volontà di radicamento con il tessuto culturale locale. Mantenere una sede fissa permette di mettere in dialogo il mondo dell’arte internazionale con quello che si sta sviluppando a livello locale e consente di diffondere e promuovere i propri artisti al pubblico ed al mercato attraverso dei progetti espositivi che coinvolgono diversi professionisti del settore. Un punto cardine del lavoro del gallerista, che ha rappresentato per buona parte delle gallerie della rete intervistate la principale motivazione per la scelta della tipologia di spazio, è quella di poter sviluppare progetti anche di ampio respiro in uno spazio stimolante con cui gli artisti possono continuamente dialogare.
Venezia offre delle ottime possibilità da questo punto di vista, sia per la disponibilità di spazi anche di grandi dimensioni su cui lavorare, che per il suo carattere internazionale che permette di entrare in contatto con artisti e realtà provenienti da tutto il mondo.
L’abbandono delle sedi fisse in favore di piattaforme di vendita online o dell’affitto di spazi espositivi solo in occasione delle mostre non sono una soluzione plausibile per una galleria che svolge un’attività di ricerca attiva e coerente. Questo perché lavorare in uno spazio fisso, contestualizzato in un particolare territorio, permette di lavorare in modo efficace e continuativo con le istituzioni e con le realtà artistiche locali. Una sede fissa permette inoltre ai propri artisti di sperimentare in uno spazio comune e di realizzare dei progetti espositivi elaborati. Io penso che la
sede fisica ci debba essere perché devi proporre i tuoi artisti con le mostre, io personalmente non mi sento nemmeno pronta per avviare un’attività online e non penso lo siano nemmeno i miei artisti (Marina Bastianello, Appendce 3, pag. 112) sostiene Marina Bastianello.
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E sono proprio la sede fisica e lo sviluppo dei progetti espositivi a caratterizzare una galleria di ricerca, altrimenti sarebbe una semplice attività commerciale, affermano le galleriste.
Questo esplicita in modo molto chiaro come le gallerie non siano affatto mere attività commerciali, ma veri e propri fulcri dell’attività creativa che insieme possono fare da ponte tra le ricerche sperimentazioni artistiche internazionali e locali.
Sono i luoghi in cui si vede l’effettiva creazione contemporanea, la fase iniziale. I musei fanno invece un lavoro completamente diverso, quindi abbiamo un ruolo ben preciso e molto importante anche nei confronti del pubblico (Alberta Pane, Appendice 4, pag. 115).
Un concetto che evidenzia nettamente la loro attitudine a creare iniziative di networking con tutte le realtà di settore a livello locale. Attività che, come testimoniato da Michela Rizzo la quale ha sempre fatto del dialogo con le istituzioni museali un punto cardine della sua attività di gallerista, sono più semplici da sviluppare quando si lavora in rete perché le istituzioni tendono sempre a
vedere le gallerie come degli spazi commerciali (Michela Rizzo, Appendice 1, pag. 100).
Proponendosi invece come network viene resa più evidente la loro dimensione sociale e culturale. Non solo, un network affermato consente di dimostrare una certa validità e peso nel panorama artistico. Se più gallerie si propongono in rete in un contesto in cui gli altri soggetti simili lavorano singolarmente saranno le prime ad essere contattate dalle istituzioni per realizzare progetti in comune perché rappresentano una realtà estesa e di livello con cui dialogare. Questo da la possibilità inoltre di sviluppare accordi con un maggior potere contrattuale potendo contare su un maggiore peso rispetto alle gallerie che si propongono singolarmente.
La ricerca di un dialogo ed una collaborazione con le istituzioni più semplice, duraturo e con una maggior opportunità di mediazione è sicuramente un altro obiettivo che Venice Galleries View si pone. Su questo fronte sono già stati ottenuti alcuni buoni risultati, entrando in dialogo con l’Università Ca’ Foscari per la realizzazione di una mostra e di alcune iniziative in cui i galleristi della rete sono stati coinvolti. È stato dato il via anche ad una collaborazione, che si svilupperà nei prossimi anni in modo più ampio, con il Museo M9 di Mestre. Museo che ha integrato nel suo progetto la Galleria Massimo de Luca, la quale dal dicembre del 2018 ha ottenuto uno spazio nel nuovo quartiere che ospita il museo. L’M9 ha sposato il progetto di Venice Galleries View e viene citato tra i partner perché ne promuove le attività. All’interno del museo sono in programma anche delle iniziative promosse ed organizzate dalla rete, come il Forum del Contemporaneo, attualmente in sviluppo e che si andrà a concretizzare nel corso del 2020.