LA RIGENERAZIONE DI ITALO SVEVO
L’OPERAZIONE DI RINGIOVANIMENTO
Come spesso accade nell’autore triestino, lo spunto creativo alla base de La rigenerazione deriva da una scoperta scientifica. È noto l’interesse che Svevo riservò all’evoluzionismo darwiniano, all’analisi freudiana e alle tesi einsteniane sulla relatività del tempo. Richiami più o meno espliciti a queste teorie sono presenti nell’intero corpus letterario o critico: Svevo le traduce e piega al suo immaginario ricorrendo a parabole o metafore di grande suggestione.
I presupposti scientifici su cui si fonda l’idea del La rigenerazione sono le teorie sull’invecchiamento e gli esperimenti sui metodi per ringiovanire che, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, erano stati condotti dall’endocrinologo Edouard Brown-Séquard, dal biologo Il’ja Il’ič Mečnikov, dal fisiologo Eugen Steinach e dal medico Serge Voronoff.
Tali suggestioni sembrano interessare Svevo fin dai primissimi anni del secolo, dal momento che il racconto Lo specifico del dottor Menghi150 ruota intorno alla scoperta di un siero, l’Annina, capace di restituire vigore e giovinezza a corpi invecchiati.
Il protagonista, un medico che ha lasciato una memoria della sua esperienza a un suo collega, ci mette a parte dei suoi numerosi tentativi volti alla scoperta di un farmaco capace di allungare la vita:
Molti anni or sono, con precipitazione giovanile io proclamai la mia scoperta di un siero atto a ridare istantaneamente ad un organismo vizzo la prisca gioventù. Fu poi provato che la gioventù data da me durava troppo poco ed un mio avversario cui non serbo rancore per quanto m’abbia ferito con tanta malizia, asserì che la mia gioventù non era altro che una corsa pazza alla vecchiaia.151
149
Mario Lavagetto, L’ impiegato Schmitz e altri saggi su Svevo, cit., p. 52.
150
È possibile collocare cronologicamente la novella con un certo margine di precisione attraverso un passo di una lettera inviata da Svevo alla moglie il 4 maggio 1904: «Ettore Schmitz. Inventore dell’Annina e di tutte le sue applicazioni più o meno pratiche». Cfr. I. Svevo, Epistolario, cit., p. 400.
151
60 Dopo questo primo tentativo fallito, Menghi decide di muoversi nella direzione opposta e, quindi, di creare un siero capace di rallentare l’usura degli organi seguendo l’esempio dell’organoterapia e tentando di trasferire sull’uomo le caratteristiche degli animali più longevi. La pozione Annina dovrebbe allungare la vita facendo rallentare i processi di combustione organica e i processi degenerativi delle cellule e quindi ha lo scopo di cristallizzare il corpo umano permettendo agli organi di decelerare il ritmo vitale152:
Mai pensai di aver trovato la pietra filosofale, la vita eterna; io dovevo arrivare ad un’economia delle forze vitali per la quale la vita fosse allungata incommensurabilmente.153
Tanto più l’esperimento soggettivo doveva dare un esito concludente qui ove si trattava di verificare un’intensità di vita che secondo me doveva diminuire prima di tutto nella vivacità del senso e del sentimento.154
La riflessione sulla percezione soggettiva del tempo e la possibilità di intervenire, dal punto di vista medico, sulla velocità di usura degli organi e sulla decelerazione dei battiti cardiaci è connessa qui per la prima volta al tema del ringiovanimento.
È una questione fondamentale per Svevo tanto da riaffrontarla anche nelle pagine della Coscienza a proposito del morbo di Basedow di cui Zeno fornisce un’interpretazione allegorica:
Grande, importante malattia quella di Basedow! Per me fu importantissimo di averla conosciuta. La studiai in varie monografie e credetti di scoprire appena allora il segreto essenziale del nostro organismo. […] Mi parve ch’egli avesse portate alla luce le radici della vita la quale è fatta così: tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di
152
Uno dei modelli per il racconto, come ha notato Mario Lavagetto può essere The New Accelerator di Wells pubblicato su rivista (1901) e in volume (1903) in cui il professore protagonista inventa una pozione capace di alterare la percezione delle categorie spaziali e temporali (Cfr. M. Lavagetto, Notizie dalla clandestinità, in I. Svevo, Racconti e scritti autobiografici, cit., p. XXI).
153
I. Svevo, Lo specifico del dottor Menghi, cit., p. 63.
154
I. Svevo, Lo specifico del dottor Menghi, cit., p. 69. Sul risveglio del “senso e del sentimento” sarà invece basata l’operazione a cui si sottopone il protagonista de La Rigenerazione.
61 un cuore sfrenato, e all’altro stanno gli organismi immiseriti per
avarizia organica, destinati a perire di una malattia che sembrerebbe di esaurimento ed è invece di poltronaggine. Il giusto medio fra le due malattie si trova al centro e viene designato impropriamente come la salute che non è che una sosta. E fra il centro ed un’estremità – quella di Basedow – stanno tutti coloro ch’esasperano e consumano la vita in grandi desiderii, ambizioni, godimenti e anche lavoro, dall’altra quelli che non gettano sul piatto della vita che delle briciole e risparmiano preparando quegli abietti longevi che appariscono quale un peso per la società.155
Lo specifico del dottor Menghi, seppur in modo acerbo, sviluppa dunque alcuni temi che troveremo nelle opere più mature e non ultimo quello del fallimento: con Menghi, che deciderà di distruggere l’Annina dopo averne verificato gli effetti nefasti, si apre la galleria dei personaggi sveviani votati all’insuccesso e allo scacco nella loro disperata ricerca della giovinezza e del tempo perduto.
Svevo cita nel racconto l’organoterapia, una pratica terapeutica sviluppatasi alla fine dell’Ottocento che si propone di agire sulle ghiandole e sui tessuti del corpo umano, utilizzando estratti di ghiandole o tessuti omologhi di animali diluiti e dinamizzati affinché si ripristini l’equilibrio perduto. Egli dimostra quindi di conoscere le ricerche del promotore di questa dottrina: Brown-Séquard, il fisiologo che, tra il 1889 e il 1893, espose i risultati delle ricerche sulle ghiandole endocrine e sul loro potere ringiovanente. Promotore della tecnica della sieroterapia, egli stesso si sottopose a iniezioni sottocutanee di un liquido estratto da ghiandole di cani e cavie, in grado, secondo la sua opinione, di allungare la vita umana156.
Brown-Séquard è tra l’altro esplicitamente citato da Svevo nell’ultima parte del saggio incompiuto Ottimismo e pessimismo157, un testo ricco di riflessioni sulla vecchiaia e sulle illusioni di poterla prolungare:
155
I. Svevo, La coscienza di Zeno, cit., pp. 957-958.
156
Anche Arthur Conan Doyle nel racconto The Adventure of the Creeping Man, pubblicato nel 1924 nella raccolta The Case Book of Sherlock Holmes inserisce un personaggio ispirato a Brown Séquard, il dottor Presbury che ormai anziano si innamora di una ragazza e, per ritrovare il vigore sessuale, inizia a iniettarsi il siero estratto da una scimmia dell’Himalaya.
157
Italo Svevo, Ottimismo e pessimismo, in ID., Teatro e saggi, cit., p. 883. Saggio incompiuto di Svevo pubblicato postumo (la prima collocazione editoriale è sulla rivista triestina «Giovinezza ed arte» II,2, 1931) la cui datazione è incerta: se Gatt-Rutter lo data intorno al 1907-1908 (Cfr. J. Gatt- Rutter, Alias Italo Svevo. Vita di Ettore Schmitz, scrittore triestino, Siena, NIE, 1991, p. 337), l’edizione Mondadori tende ad attribuirlo al secondo decennio del Novecento a ridosso della Prima Guerra mondiale. È molto probabile, infatti, che l’opera sia stata concepita dopo la pubblicazione della versione italiana del trattato di Metchnikoff Le disarmonie della natura umana e il problema della morte. Saggio di filosofia ottimista, Milano, Pallestrini, 1906.
62 Un celebre vecchio il Brown-Séquard, l’inventore della
sieroterapia, a 70 anni credette di aver inventato158
Nello stesso saggio compare il nome di Élie Metchnikoff, premio Nobel per la medicina nel 1908, di cui Svevo ha probabilmente letto due opere tradotte in francese nel 1903: La vieillesse e Etudes sur la nature humaine. Essai de philosophie optimiste in cui si pronostica un aumento della vita umana:
«[Metchnikoff] asserisce che verrà un tempo in cui la vita dell’uomo si allungherà fino ai 120 anni e non sarà più un male perché l’organismo esausto la domanderà come un riposo»159
Svevo, insieme con sarcasmo e amarezza, si pone criticamente rispetto a una scienza che si prefigge di rimuovere o comunque ritardare la morte, l’evento che conferisce all’esistenza la sua natura tragica e, come si vedrà più avanti ne La rigenerazione, a trionfare è l’ironia dell’autore, che guarda con sereno distacco all’avvento di ogni panacea che tenti di placare l’angoscia del trapasso e della vecchiaia.
Lo scrittore non cede all’illusione di chi, come Metchnikoff pensa alla morte come a un evento procrastinabile e indolore. Inoltre anticipa una questione che sarà centrale ne La rigenerazione: l’idea che la vecchiaia non rappresenti una fase tranquilla della vita in cui l’essere umano, privo di vigore, si prepara placidamente all’inevitabile fine, ma al contrario sia il periodo più irrequieto e indocile in cui gli ultimi lacerti di vitalità si ribellano al pensiero della dipartita.
E poi anche il marasmo senile almeno come lo conosciamo generalmente sinora non somiglia al bisogno del riposo. Anzi tutt’altro. […] La vita da lontano è amore, gloria, godimento e tutto si perde per un insignificante accidente che poi talvolta sfugge persino all’occhio esperto del sezionatore. Noi intanto procediamo nella vita di catastrofe in catastrofe. Nel mezzo del cammin... dormiamo i nostri sonni su illusioni distrutte, desideri dimenticati, rinunzie in seguito a costrizioni imperiose dell’ambiente delle persone del tempo. […] E di disillusione in disillusione si va alla vecchiaia. Metchnikoff l’allunga la vecchiaia. Un bel servizio!160
158
I. Svevo, Ottimismo e pessimismo, cit., p. 883. Il brano incompiuto si interrompe alla parola “inventato” lasciando il periodo sospeso.
159
Ivi, p. 881.
160
63 Non è un caso che proprio negli anni Venti si intensifichino, nelle opere di Svevo, i riferimenti espliciti a medici e scienziati che si occupano del problema del ringiovanimento: è proprio in questo decennio infatti che gli esperimenti di Voronoff e Steinach ottengono una grande popolarità.
Eugen Steinach, fisiologo viennese, si inserì nel solco delle ricerche di Brown Séquard, stabilendo una corrispondenza fra longevità e secrezioni delle ghiandole endocrine: si specializzò in trapianti di organi sessuali su vecchi topi, sostenendo di aver raggiunto il risultato di allungare loro la vita, oltre che fargli riprendere attività e vigore.
Voronoff, ebreo russo naturalizzato francese, dopo gli studi in endocrinologia, sperimentò un’operazione161 che consisteva nel trapianto di testicoli di scimmia sugli esseri umani (già a metà degli anni Venti Voronoff si vantava di aver operato circa centotrenta pazienti desiderosi di ringiovanire).
I libri principali in cui Voronoff illustra i suoi studi (in particolare Vivere. Studio dei mezzi per ripristinare l’energia vitale e per prolungare la vita; Studio clinico di endocrinologia. Innesti della scimmia all’uomo162) sono stati probabilmente consultati da Svevo nella Biblioteca Civica di Trieste in cui erano presenti. Inoltre le teorie di Voronoff erano state divulgate in Italia poco prima della stesura de La rigenerazione dal dottor Francesco Cavazzi, in un libro intitolato Ringiovanire, pubblicato 1926 dalla Zanichelli.
L’autore della Coscienza di Zeno fa esplicitamente il nome di Voronoff in una lettera a Enzo Ferrieri del 9 febbraio 1927. Preoccupato per la conferenza su James Joyce che dovrà tenere l’8 marzo dello stesso anno, Svevo scrive:
161
L’operazione di Voronoff è alla base anche del romanzo di Michail Bulgakov Cuore di cane scritto tra il gennaio e il marzo del 1925 per la rivista «Nedra», ma rimasto inedito in Italia, per motivi di censura, fino al 1968. Se nel dramma sveviano l’operazione è inserita all’interno di una riflessione sulla condizione tragica della vecchiaia, nel romanzo di Bulgakov l’elemento scientifico è funzionale a una satira politica che ha lo scopo di irridere i costumi e i miti della nuova società sovietica. Il testo è ambientato nel gabinetto del dottor Filipp Filippovic Preobrazenskij, andrologo di fama mondiale, che conduce esperimenti di ringiovanimento sessuale fino ad arrivare all’esito estremo di trapiantare i testicoli e l’ipofisi di un uomo morto su un cane.
162
S. Voronoff, Vivere. Studio dei mezzi per ripristinare l’energia vitale e per prolungare la vita; Studio clinico di endocrinologia. Innesti della scimmia all’uomo, Milano, Quintieri, 1920. Svevo si interessa a questo tema fin dagli ultimi decenni dell’ottocento. Tra l’altro sappiamo che legge Paolo Mantegazza che in uno degli «Almanacchi Igienico-Popolari» scrive nel 1885 il saggio intitolato L’arte di campar vecchi. Mantegazza è citato da Svevo nell’articolo Il Fumo pubblicato sul quotidiano triestino «L’Indipendente» il 16 novembre 1890, ora in I. Svevo, Teatro e saggi , cit., pp. 1085-1090.
64 E come ci si veste per dire al Convegno? Marsina? Sia tanto buono di dirmelo stabilendo la serata per il mese di Marzo. Forse prima mi farò fare l’operazione di Voronoff di cui dicono che chiarisca la voce.163
E proprio durante tale Conferenza Svevo fa riferimento alle ghiandole delle scimmie a proposito della complessità dell’Ulisse:
Non è per un lettore sbadato tale lettura. Si capisce quale densità di contenuto dia al lungo romanzo tale pensiero che guizza e si manifesta in una breve parola. È tale la densità che quando Dedalo pensa: La storia, un incubo da cui non riesco a destarmi. Oppure: Per allungare tutto ciò sprecano le ghiandole delle scimmie, si soffre di più perché molta parte della vita derisa è ricordata nel libro.164
Una suggestiva prova dell’interesse di Svevo per le operazioni di ringiovanimento si potrebbe rintracciare in alcuni articoli, la cui attribuzione a Svevo è plausibile ma comunque incerta, scritti a Londra e apparsi nel 1921 su «La Nazione» di Trieste, il quotidiano con cui Svevo collaborò tra il 1919 e 1922. In uno di questi articoli è descritta la vicenda di Alfred Wilson, un anziano signore inglese che, dopo essersi sottoposto all’operazione di ringiovanimento sperimentata da Steinach, aveva deciso di rendere pubblici i risultati dell’intervento in una conferenza alla Albert Hall:
La conferenza doveva aver luogo ieri sera. Wilson aveva voluto presenziare ai preparativi che si svolsero febbrilmente, e sotto la sua direzione. Aveva scritturato anche un organista di cartello, perché facesse un po’ di musica nell’intervallo. Ma ieri mattina la signora, presso la quale egli era in pensione, non udendolo dar segni di vita, entrò nella camera e lo trovò morto nel letto. 165
163
I. Svevo, Faccio meglio di restare nell’ombra. Il carteggio inedito con Ferrieri e Conferenza su Joyce, a cura di Giovanni Palmieri, Milano-Lecce, Lupetti-Pietro Manni, 1995, p.43.
164
I. Svevo, Conferenza su Joyce, in ID., Teatro e saggi, cit., p. 929.
165
La corrispondenza intitolata La gioventù di Faust apparve sulla «Nazione» del 19 maggio 1921; il testo è ora in B. Moloney, F. Hope, Italo Svevo giornalista triestino con scritti sconosciuti, «Quaderni Giuliani di Storia», anno XXVII, n. 1, gennaio-giugno 2006, pp.69-70.
65 Sempre sulla «Nazione», in data 25 ottobre 1921, uscì un articolo intitolato Un’operazione per ridare la giovinezza, in cui si descriveva nei dettagli l’intervento effettuato a Londra su un signore di nome Irving R. Bacon166.
I richiami all’operazione di ringiovanimento si moltiplicano nelle pagine sveviane, sia in quelle private che in quelle pubbliche, caricandosi di riferimenti e valori mitici, filosofici e psicoanalitici a seconda delle occasioni.
Nel significativo racconto Novella del buon vecchio e della bella fanciulla167 è introdotto un tema che anche in altre opere di Svevo (Corto viaggio sentimentale, La rigenerazione e Il mio ozio) è sempre connesso a quello dell’operazione di ringiovanimento: la cura alternativa all’intervento chirurgico è rappresentata da un’amante giovane che il vecchio dovrebbe procurarsi. E per sostenere questa teoria i personaggi sveviani si appoggiano al biblico Re Davide, cui fa riferimento, non a caso, Elie Metchnikoff nel suo The prolongation of life. Optimistic studies:
Men of all times have attempted all manner of devices to bring about an increase of years, although they have not considered the problem in its general bearing. In Biblical times it was believed that contact with young girls would rejuvenate and prolong the life of feeble old men. In the first Book of Kings it is related as follows : «Now King David was old and stricken in years; and they covered him with clothes, but he gat no heat. Wherefore his servants said unto him, Let there be sought for my Lord the king a young virgin ; let her stand before the king and let her cherish him, and let her lie in thy bosom, that my lord the king may get heat " (Kings I., chap. i.).
This device, afterwards called gerokomy, was employed by the Greeks and Romans, and has had followers in modern times. Boerhave, the famous Dutch physician (1668 1738), "recommended an old burgomaster of Amsterdam to lie between two young girls, assuring him that he would thus recover strength and spirits.168
166
È Cristina Benussi nella sua monografia dedicata al teatro di Svevo (C. Benussi, La forma delle forme, Trieste, EUT, 2007, p.247, nota 113) ad avanzare l’ipotesi che questo articolo possa essere attribuito all’autore triestino.
167
Incerta è la collocazione temporale della stesura di questo racconto, inedito alla morte di Svevo (è stato pubblicato per la prima volta da Eugenio Montale in I. Svevo, La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, Milano, Morreale, 1929). Clotilde Bertoni ritiene che l’epoca di composizione copre l’arco temporale tra il 1919 e il 1925 (I. Svevo, Racconti scritti e autobiografici, cit., p.1115) mentre Tortora (M. Tortora, Svevo novelliere, Pisa, Giardini, 2003, pp. 72-76) e Palmieri (G. Palmieri, Sulla tradizione critica della «Novella del buon vecchio e della bella fanciulla» di Italo Svevo, in «Filologia italiana», 7 –2010, pp. 163-216) postdatano al 1928 le ultime fasi di stesura della novella.
168
E. Metchnikoff, The prolongation of life. Optimistic studies, New York, Springer Publishing Company, 2004, p. 99. «Gli uomini di ogni tempo hanno provato ogni tipo di espediente per prolungare la vita, anche se non hanno considerato il problema nella sua portata generale. Nei tempi biblici era creduto che il contatto con giovani ragazze avrebbe ringiovanito e allungato la vita di deboli uomini anziani. Nel primo libro dei Re è riferito quanto segue: «Il re Davide era vecchio e
66 I SOGNI NELLA NARRATIVA DI SVEVO
Al centro della Novella del buon vecchio e della bella fanciulla ci sono i tormenti dell’anziano protagonista che, avido di giovinezza, si abbandona incoscientemente a una relazione con una ragazza di estrazione popolare conosciuta, per caso, in un tram.
E il terzo pensiero importante ch’ebbe il vecchio sentendosi deliziosamente colpevole e deliziosamente giovane fu: – La gioventù ritorna. – L’egoismo del vecchio è tanto grande che il suo pensiero non resta attaccato all’oggetto del suo amore neppure per un istante senza ritornare subito a vedere se stesso. Quando vuole una donna ricorda re Davide che dalle giovinette si aspettava la gioventù. Il vecchio da commedia antica convinto di poter emulare la gioventù, quando pure oggi esista, dev’essere rarissimo.169
La novella indaga i travagli senili di un uomo il cui equilibrio psicofisico è turbato dal risveglio della passione. È un percorso, anche questo, di perdizione e punizione: dopo un attacco di angina pectoris e sotto indicazione del medico, per guarire, il vecchio dovrà attenersi alla regola della sobrietà e dunque rinunciare all’amante e ai piaceri della tavola. Incapace di rispettare la regola dell’ozio, il protagonista decide di dedicarsi alla stesura di un trattato sul rapporto tra i vecchi e i giovani. L’euforia che deriva da questo progetto danneggerà ancora una volta la stabilità del vecchio: le pulsioni, a stento trattenute, troveranno naturale sfogo in una prepotente attività onirica e in una fatale ricaduta nella passione amorosa che lo condurrà alla morte.
Torneremo più avanti sul fondamentale ruolo della scrittura e vedremo come a questa attività i personaggi sveviani si accosteranno in modo sempre più consapevole.
avanzato negli anni e, sebbene lo coprissero, non riusciva a riscaldarsi. I suoi ministri gli suggerirono: “Si cerchi per il re nostro signore una vergine giovinetta, che assista il re e lo curi e dorma con lui; così il re nostro signore si riscalderà”» (Primo Libro dei Re, capitolo 1). Questo espediente, chiamato successivamente gerocomia, era impiegato dai Greci e dai Romani, e ha avuto seguaci nei tempi