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OPERAZIONI DI ASPORTAZIONI OPERE MUSIVE E DIPINTI MURARI

DISPOSIZIONI GENERALI RELATIVE AI PREZZI - INVARIABILITA' DEI PREZZI - NUOVI PREZZI

4. PROCEDURE OPERATIVE DI RESTAURO E CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE

4.1 PROCEDURE OPERATIVE DI RESTAURO .1 OPERAZIONI DI SCAVI E RINTERRI

4.1.3 OPERAZIONI DI ASPORTAZIONI OPERE MUSIVE E DIPINTI MURARI

4.1.3.1 DISTACCO DI OPERE MUSIVE A “SEZIONI”

La procedura di stacco del mosaico prevede la rimozione dello strato di tessere con uno o più strati di malta di sottofondo. Prima di procedere con l’intervento è opportuno realizzare: la documentazione fotografica generale e dettagliata, la pulitura della superficie mosaicata (seguendo quanto riportato nelle specifiche procedure) così da asportare eventuali impurità presenti sulle tessere e nelle giunture e il rilievo “critico” grafico dell’intero mosaico utilizzando carta trasparente posta direttamente a contatto con la superficie. Il rilievo dovrà riportare: il tracciato compositivo, eventuali lacune, avvallamenti, e quant’altro risulti significativo per documentare lo stato conservativo della superficie nonché i punti di taglio (identificati nel pieno rispetto della composizione figurale), nel caso in cui si operi una separazione con “chiassolatura”

(divisione programmata). La separazione potrà avvenire anche a “puzzle” operando lo stacco tenendo conto delle discontinuità già presenti sulla superficie. Diversamente, lo stacco con chiassolatura dovrà prevedere la divisione dell’area in parti uguali (dimensionalmente definite dalla D.L.) numerate e la rimozione di alcuni filari di tassellato lungo le linee di taglio; le parti rimosse dovranno essere incollate nella loro esatta posizione sul rilievo che riporta lo schema del reticolo in scala 1:1. Potrà essere utile realizzare anche uno schema dello stacco in scala ridotta sul quale riportare la quota del piano di calpestio e tutte le annotazioni necessarie al fine di garantire la buona riuscita dell’operazione.

Ogni area identificata dovrà essere analizzata accuratamente in modo da rilevare possibili discontinuità superficiali poiché la superficie per lo stacco dovrà presentarsi il più possibile solidale:

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per questo si dovrà provvedere a colmare le lacune, causate dalla mancanza di tessere, con una malta magra (removibile dopo aver effettuato l’operazione di stacco) e le tessere allentate o decoese con fasce di garza di cotone applicate con resina acrilica in soluzione. Dovranno, inoltre, essere realizzati dei cordoli di malta lungo tutta la superficie e lungo i bordi delle eventuali, lacune rilevate.

L’intervento procederà con l’applicazione, sull’intera superficie, di due velature (realizzabili utilizzando tessuti come la teletta, tela di lino, tela di juta ecc.): la prima velatura si realizzerà con una tela a trama rada (ad esempio tela di garza) mentre per la seconda dovrà essere utilizzato un tessuto a trama più fitta e resistente (ad esempio tela di juta). Le tele dovranno essere bagnate e lavate prima dell’incollaggio; sulla superficie tassellata dovrà essere applicata della colla (resina acrilica in emulsione o adesivo vinilico entrambi adatti anche in presenza di forte umidità o con basse temperature) mediante l’utilizzo di pennelli di setola così da stendere le velature (soprattutto la prima) in modo da farle ben aderire anche tra gli interstizi delle tessere (per questo la prima velatura dovrà comporsi di varie parti piccole e sovrapposte leggermente le une alle altre).

Nel caso in cui il mosaico debba essere rimontato mantenendo le variazioni altimetriche che caratterizzano la superficie, dovranno essere predisposti dei calchi di gesso o in vetroresina realizzati sopra le velature. Il collante una volta asciugato dovrà risultare poco flessibile in modo da produrre la contrazione necessaria per la separazione degli strati.

Quando la colla risulterà ben asciutta (in questo caso il disegno risulterà visibile in trasparenza dal velatino) dovrà essere riportata sul velatino la griglia precedentemente definita differenziando, con colori diversi, le linee orizzontali da quelle verticali e numerando le singole parti. La contrazione provocata dalla colla implicherà la separazione degli strati del mosaico lungo i tagli prestabiliti: la velatura dovrà essere tagliata con l’ausilio di un bisturi lungo le linee di taglio; il distacco dal sottofondo delle tessere verrà effettuato inserendo (nell’interfaccia tra il nucleus e il rudus) e battendo con un martello a piccoli colpi, una lancia in acciaio, sagomata a scalpello piatto, procedendo, progressivamente, dalle linee di taglio verso il centro dell’area. Sul pavimento staccato verrà applicato un pannello di multistrato allo scopo di poter ripiegare e inchiodare i bordi della tela di canapa così da renderli solidali alla superficie; sotto il tassellato (tra il nucleus e il rudus) dovranno essere fatti scivolare dei supporti lignei in modo da poter sorreggere il mosaico al momento del sollevamento.

4.1.3.2 STRAPPO DI OPERE MUSIVE

La procedura operativa per lo strappo prevedrà la messa in opera di tutti i passaggi descritti nella procedura di distacco di opere musive a sezioni; l’unica diversificazione risiederà nell’inserimento dei ferri (detti spade o lance) che in questo caso dovranno essere posti tra le tessere e il primo strato di allettamento (sovranucleus). L’operazione di strappo dei mosaici dovrà, necessariamente, implicare l’asportazione del solo strato di tessere lasciando in opera tutti quelli sottostanti. In questo caso assumerà particolare importanza l’operazione di bendaggio che dovrà essere eseguita con attenzione e scrupolosità. Tale intervento risulterà indicato solo nei casi in cui gli strati sottostanti il tassellato risultino particolarmente decoesi e non offrano la possibilità di essere consolidati.

4.1.3.3 STRAPPO DEGLI AFFRESCHI

La procedura di strappo degli affreschi prevede la rimozione della sola pellicola pittorica sacrificando, in questo modo, la caratterizzazione conferitagli dalle irregolarità presenti sulla superficie intonacata nonché le tracce relative alla tecnica di esecuzione. L’intervento prevedrà la pulitura accurata della superficie così da poter asportare tutte le sostanze estranee che potrebbero ostacolare la perfetta adesione dei bendaggi. L’operazione di pulitura dovrà essere realizzata ricorrendo alla tecnica e utilizzando i materiali prescelti dalla D.L. in riferimento alle caratteristiche dell’opera, alla sua estensione, al tipo di sporco da rimuovere e, di eventuali, patinature legate ad interventi di restauro precedenti. Risulterà opportuno, per questo, procedere con delle prove preliminari realizzate su campioni così da poter meglio calibrare l’operazione di pulitura.

L’ispezione della superficie pittorica dovrà comprendere anche la messa in sicurezza di eventuali lacune; per questo, dovrà essere eseguita la stuccatura della mancanza, incollando perimetralmente strisce di tessuto di cotone e il consolidamento delle porzioni decoese.

L’intervento di strappo procederà con l’applicazione sulla superficie pittorica di bendaggi (facing); le bende dovranno essere di cotone a trama larga lavate, asciugate, sfilacciate ai bordi, stirate e arrotolate su un bastone o in alternativa tagliate in piccoli riquadri (di circa 40 x 40 cm). Si procederà applicando sul dipinto un primo strato di colla in quantità pari alla grandezza della

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garza, procedendo dal basso verso l’alto da sinistra a destra, utilizzando un adesivo non troppo fluido allo scopo di garantire una contrazione più forte al momento dello strappo.

La scelta della colla (appurato che si tratti di materiale reversibile e non dannoso per la superficie) dovrà essere fatta in relazione alla resistenza all’acqua del dipinto e al suo stato di conservazione nonché alle condizioni ambientali del situ; se non diversamente indicato dalla D.L. potrà essere utilizzata, per una pellicola pittorica sensibile all’acqua e friabile una resina (vinilica o acrilica) sciolta in solvente; per una pellicola pittorica ed un intonaco resistenti all’acqua una colla animale (acqua, aceto, fungicida, melassa in quantità minima, colla d’ossa, fiele di bue). Dopo aver steso il primo strato di garza (ben teso a mano sul dipinto) dovranno essere applicati altri strati (almeno due) incollati con una colla meno densa e sovrapposti di almeno 1 cm, ed infine, per ultimo, dovrà essere applicato uno strato di tela canapa evitando sovrapposizioni nelle giunture.

Le tele dovranno uscire dai bordi del dipinto di almeno 5 cm su tre lati mentre di 30 cm il lato superiore. La velatura potrà essere ancorata ad una traversa lignea infissa al muro della parte sommitale del dipinto in modo da garantire una maggior sicurezza durante l’operazione di distacco una volta che la superficie sarà completamente distaccata. Lo strappo avrà inizio quando la colla risulterà asciutta ma non ancora secca (i tempi di asciugatura varieranno a seconda dell’umidità relativa e alla temperatura dell’ambiente); a questo punto dovrà essere praticata un’incisione (mediante l’uso di bisturi) lungo il perimetro dell’area interessata dall’intervento in modo da poter tirare lo strato di tela partendo da uno degli angoli inferiori. La tela, man mano che si staccherà, dovrà essere arrotolata intorno a un cilindro di legno.

A distacco avvenuto la tela dovrà essere srotolata su di una superficie piana e analizzata sul retro così da poter procedere a stuccare le eventuali lacune rintracciate (la stuccatura potrà essere effettuata se non diversamente specificato dalla D.L. con impasto di calce e pietra macinata).

Sulla superficie dovrà essere applicato un velatino (incollato o con caseato di calcio adatto per ambienti asciutti o con resina acrilica in emulsione caricata con carbonato di calcio) così da rendere reversibile il supporto che verrà applicato. “Fissata” la superficie distaccata al nuovo supporto si procederà al distacco del bendaggio utilizzando impacchi di carta giapponese imbibita dello stesso solvente utilizzato per sciogliere la colla stesa sui bendaggi. Le tele dovranno essere asportate quando risulteranno completamente distaccate dalla superficie non sollevandole ma facendole scivolare parallelamente al piano. La superficie liberata dai bendaggi dovrà essere nuovamente pulita con tamponature di cotone imbevuto nella soluzione di solvente già utilizzata.

4.1.3.4 STACCO DEGLI AFFRESCHI

La procedura di stacco degli affreschi prevede l’asportazione dello strato pittorico insieme allo strato di finitura dell’intonaco lasciando in opera l’arriccio e il rinzaffo; in questo modo sarà possibile conservare le tracce della tecnica di esecuzione. L’intervento di stacco prevede sostanzialmente le stesse fasi procedurali esplicate per lo strappo differenziandosi in alcuni punti tra i quali: la tela di canapa dovrà essere applicata solo quando la colla dei bendaggi sottostanti risulterà ben asciutta. L’asportazione della superficie pittorica dal supporto dovrà essere compiuta, dal basso verso l’alto secondo fasce orizzontali, ricorrendo all’uso di sciabole in ferro fatte scivolare sul retro del dipinto lungo la linea tra arriccio e l’ultimo strato di intonaco, indirizzando la punta dello strumento sempre verso il muro in modo da non danneggiare il dipinto.

Sulla superficie staccata e appesa alla traversa lignea dovrà essere applicato un supporto ligneo in modo da consentire l’asportazione del dipinto.

4.1.3.5 DISCIALBO MANUALE

Operazione di asportazione manuale, di strati di pitture o tinte soprammesse alla superficie decorata o dipinta, eseguita previa indagine stratigrafica al fine di delimitare con esattezza la zona di intervento. Se non diversamente specificato l’operazione di discialbo dovrà essere eseguita mediante mezzi meccanici (bisturi, piccole spatole, lame, raschietti, vibroincisori ecc.), impacchi chimici (pasta di cellulosa e carbonato di ammonio) o con idonei solventi (ad es.

acetone, cloruro di metilene, miscela 3A, miscela 4A, essenza di trementina alcool etilico ecc.) capaci di asportare gli strati di pitture o tinte soprammesse alla superficie decorata senza recare alcun danno. L’operazione in oggetto dovrà, necessariamente, essere limitata alle sole superfici previste dal progetto ovvero indicate dalla D.L.. Al termine della procedura di discialbo tutte le eventuali porzioni di dipinto murale rinvenuto, a prescindere dallo stato di conservazione, dovranno, obbligatoriamente, essere conservate.

Specifiche: la scelta delle varie tipologie di discialbo dovrà essere attentamente valutata sia per mezzo di provecampione, sia di indagini preliminari. Queste ultime si renderanno necessarie al fine di accertare: del dipinto celato dallo scialbo la tecnica di esecuzione (ad affresco, a mezzo

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fresco, a secco) e lo stato di conservazione ovvero la presenza di eventuali patologie di degrado (quali ad es. risalite capillari, efflorescenze saline, distacchi del dipinto dal supporto ecc.) mentre, dello strato da asportare potranno essere appurate le caratteristiche tecnologiche (scialbatura a tempera o calce su affresco, scialbatura a tempera o calce su decorazioni a secco, pellicola polimerica su superficie decorata molto compatta e poco permeabile, pellicola polimerica su affresco, pellicola polimerica su dipinto a secco) e la relativa adesione al supporto dipinto.

Avvertenze: in linea generale dovrà sempre essere osservata la regola secondo la quale il prodotto (ovvero la tecnica) da impiegare dovrà essere il più solvente e il più blando. Per la definizione e la scelta dei solventi più adatti si rimanda a quanto specificato nell’art. 3.14

“Solventi” del presente capitolato e nell’articolo 5.1.5.4.8 inerente l’“approccio alla pulitura mediante solventi”. Per quanto concerne invece il discialbo manuale “meccanico” si rimanda all’articolo 5.1.5.4.5 inerente la “pulitura meccanica” del presente documento.

4.1.3.6 SCIALBATURA A TEMPERA O A CALCE SU SUPERFICI DECORATE AD AFFRESCO

La procedura prevedrà il discialbo mediante bisturi, lame e spatole di modeste dimensioni aiutandosi eventualmente con idonea lente di ingrandimento. L’operatore dovrà aver cura di rimuovere esclusivamente lo strato soprammesso senza asportare alcuna parte del dipinto sottostante. Nel caso in cui lo strato da rimuovere presentasse un legante debolmente organico e, allo stesso tempo il supporto del dipinto si rilevasse poco permeabile, potrà essere consentito inumidire la superficie mediante impacchi di polpa di cellulosa con fibre da 200-1000 mm (o con altro supportante ritenuto idoneo dalla D.L.) e carbonato di ammonio (in soluzione satura ovvero in idonea diluizione) o acqua distillata così da allentare l’adesione dello strato da rimuovere dal supporto pittorico. Passato il tempo necessario si potrà rimuovere la scialba tura mediante bisturi o altro mezzo meccanico ritenuto idoneo dalla D.L. La procedura dovrà terminare con la pulitura, per mezzo di tampone inumidito con acqua deionizzata, delle superci scoperte.

4.1.3.7 SCIALBATURE A TEMPERA O A CALCE SU SUPERFICI DECORATE O DIPINTE A SECCO La procedura prevedrà il discialbo mediante bisturi, lame e spatole di modeste dimensioni aiutandosi eventualmente con idonea lente di ingrandimento. L’operatore data la “fragilità”

degli strati su cui dovrà operare, dovrà aver particolare cura di rimuovere esclusivamente lo strato soprammesso senza asportare alcuna parte del dipinto sottostante.

4.1.3.8 SCIALBATURA POLIMERICA SU SUPERFICI DECORATE MOLTO COMPATTE

Nel caso di superfici decorate molto compatte e poco permeabili (come da es. stucchi, finti marmi ecc.) con scialba tura costituita da pellicole polimeriche sarà preferibile l’utilizzo di appropriato solvent-gel che, in fasi di prove preliminari avrà dato il risultato migliore. Previa adeguata pulitura a secco della superficie si procederà all’applicazione, mediante pennelli, del solvent-gel sulla superficie nella quantità necessaria valutata attraverso le prove preliminari (di norma sarà sufficiente 0,6 l/m²). Trascorso il tempo stabilito sarà possibile rimuovere il solvent-gel dalla superficie insieme alla pellicola polimerica da rimuovere per mezzo di spatole o modesti raschietti. Sarà cura dell’operatore porre particolare attenzione nel rimuovere il gel al fine di non asportare ovvero graffiare e danneggiare porzioni del supporto decorato.

In presenza di superfici particolarmente degradate e/o modellate sarà fatto obbligo porre particolare attenzione nel compire l’operazione di discialbo.

La procedura dovrà terminare con una doppia operazione di pulitura della superficie scoperta: la prima per mezzo di tampone inumidito con il solvente utilizzato per il discialbo (così da rimuovere ogni eventuale avanzo di lavorazione), la seconda con acqua distillata così da garantire la completa pulitura del supporto.

Nel caso risultasse necessario e sempre dietro specifica indicazione della D.L. la suddetta operazione potrà essere ripetuta in modo da riuscire ad eliminare tutte le tracce di pellicola polimerica.

Specifiche sui materiali: si rimanda a quanto prescritto nel presente capitolato speciale di appalto (art. 3.14 “Solventi”, art. 3.15.8 “Addensanti e Supportanti”)

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