3. Formazione e sviluppo delle colonie orientali
3.3 L’organizzazione interna delle colonie
E’ interessante notare come il Nuovo Statuto del commercio (Novotorgovyj ustav) del 1667 non faceva nessuna distinzione tra gli stranieri che saltuariamente giungevano in città per commerciare e gli abitanti non russi di Astrachan’; i membri delle colonie erano, quindi, considerati come stranieri. Lo nota anche V.A. Chačaturjan in riferimento all’accordo con la Compagnia armena della Nuova Giulfa dello stesso anno. 98
N.V. Golikova ne parla in modo più approfondito: ci racconta di un documento
94 A.I. Jucht, Pravovoe položenie astrachanskjch armjan v pervoj polovine XVIII veka, in Izvestija akademij
nauk armjanskoj CCP, serija obščestvennye nauki, n°12, 1960, p. 56.
95 V.A. Chačaturjan, Administrativno-pravovoe položenie astrachanskich armjan vo vtoroj polovine XVIII
veka, in Izvestija akademij nauk armjanskoj CCP, serija obščestvennye nauki, n°12, 1963, p. 58.
96 A.I. Jucht, Indiiskaja kolonija v Astrachani, in Voprosy istorij n°3, cit., p. 136.
97 N.Ja. Ozereckovskij, Opisanie Koly i Astrachani, cit., p. 32. Non s’iscrivono né nella gilda dei
commercianti, né in quella dei meščane; per questo non esercitano nessuna carica nell’amministrazione cittadina e versano nelle casse della città un tributo di 12P all’anno per bottega.
98 V.A. Chačaturjan, Obrazovanie armjanskoj kolonij v Astrachani, in Istoriko-filologičeskij žurnal, n°4
chiamato šert’ (dall’arabo šart: giuramento) con cui il governo centrale faceva giurare fedeltà allo car’. Il testo è sconosciuto, ma con ogni probabilità conteneva le leggi che gli stranieri dovevano rispettare, le regole di comportamento da tenere con i sudditi russi e definiva il loro rapporto con l’amministrazione locale. 99
Oltre a riconfermare i privilegi commerciali, l’ukaz del 1746 fornì le basi legali per l’autogoverno delle colonie orientali:
«оным Армянам, Индейцам, Бухарянам, Гилянцам, Агрыжанам и прочим иноземцам, живущим в Астрахани вечно и временно,…суд и расправу во всем между собою иметь по-прежнему, и для того всем им учредить один Ратсгауз, и в оный судьи выбирать самим людей достойных, по своему усмотрению…» 100
A seguito di questo ukaz, nel 1747 fu istituito il Rathaus 101 della colonia armena ad
Astrachan’ o Armjanskij sud (tribunale armeno) che iniziò a funzionare dal Gennaio di quell’anno. M.S. Rybuškin ci informa che gli Indiani non vollero istituire un organo giudiziario perché probabilmente già si autogovernavano all’interno del dvor. 102 Risale al 1722 l’ukaz speciale di Pietro I che conferma il diritto della colonia indiana di risolvere i conflitti, tra cui quelli di eredità, in modo autonomo e indipendente:
«чтоб с оставшихся после умерших индейцев пожитках иметь определение самим индейцам, по своему закону и обыкновению, а в их дела губернатору и протчим правителям не вступать» 103
99 N.V. Golikova, Očerki po istorij gorodov v Rossii konca XVII načala XVIII vv., cit., p. 172.
100 V.A. Chačaturjan, Administrativno-pravovoe položenie astrachanskich armjan vo vtoroj polovine XVIII
veka, in Izvestija akademij nauk armjanskoj CCP, serija obščestvennye nauki, n°12, 1963, p. 58. Ai
suddetti Armeni, Indiani, Bucharioti, Gilaki, Tatari di Agryžan e agli altri stranieri che vivono stabilmente o temporaneamente ad Astrachan’…che amministrino la giustizia fra loro come sono abituati a fare, che sia costruito un Rathaus a questo scopo e che scelgano a loro discrezione le persone più meritevoli per il posto di giudici.
101 All’epoca era in voga usare termini amministrativi tedeschi. 102 M.S. Rybuškin, Zapiski ob Astrachani, cit., p. 91.
103 N.V. Golikova, Očerki po istorij gorodov v Rossii konca XVII načala XVIII vv., cit., p. 171. Che gli stessi
Indiani abbiano l’ultima parola sulle proprietà dei defunti indiani, secondo i loro usi e costumi, e che il governatore e l’amministrazione cittadina non s’immischino.
V.A. Chačaturjan che si occupò prevalentemente della colonia armena di Astrachan’, nel trattare della situazione giuridico-amministrativa degli Armeni, ci fornisce informazioni preziose sulle altre colonie orientali: nel 1765, dopo la pubblicazione del Manifesto di Caterina II nel 1763, le colonie musulmane dei dvory di Buchara, del Gilan e dei Tatari di Agrižan 104 furono dotate di un organo giudiziario autonomo. Il documento riguardava il diritto di autogoverno spettante ai coloni stranieri che si stabilivano nelle terre poco popolate del Sud della Russia; con l’ukaz del 13 gennaio 1765 si allargano questi privilegi agli abitanti delle colonie orientali di Astrachan’. A seguito di questo provvedimento la popolazione straniera musulmana di Astrachan’, che prima era sotto la giurisdizione dell’amministrazione tatara (Tatarskaja kontora), e la popolazione armena furono raggruppate sotto un unico organo chiamato Obščij sud
astrachanskich azijan (tribunale comune degli asiatici di Astrachan’) e diviso in Azijatskij armjanskij sud (tribunale asiatico armeno) e Azijatskij magometanskij sud
(tribunale asiatico musulmano). 105 Ad oggi, purtroppo, non ci sono informazioni riguardo l’organizzazione all’interno dei tribunale musulmano tra musulmani sunniti e sciiti.
Con l’istituzione degli organi di autogoverno il processo di formazione delle colonie orientali poteva dirsi concluso. Dal punto di vista amministrativo le colonie si presentavano come delle comunità autogovernate al cui capo c’erano delle persone elette che dovevano mantenere l’ordine, risolvere i conflitti all’interno della comunità e rappresentarla di fronte all’amministrazione centrale. 106
L’ukaz del 1746 prevedeva inoltre la possibilità di professare liberamente la propria religione. A.I. Jucht riprende alcune frasi dell’ukaz interessato:
104 Sottogruppo etnico misto tataro-indiano di cui parleremo più approfonditamente nel capitolo
dedicato alla comunità tatara della città.
105 V.A. Chačaturjan, Administrativno-pravovoe položenie astrachanskich armjan vo vtoroj polovine XVIII
veka, in Izvestija akademij nauk armjanskoj CCP, serija obščestvennye nauki, n°12, 1963, p. 59.
«суду и расправу чинить по их законам и по-прежнему обыкновению, дабы оным иноверцам к астраханскому житию придать охоту […] [чтобы их] силою, яко же и желающих, не опыта в о причине, не крестить» 107
Questo fatto è ricordato da N. V. Golikova 108 e da Jan Potocki, storico, conte e scrittore polacco che servì il Ministero degli esteri russo all’epoca di Alessandro I. Considerato un etnografo e linguista di talento, compì numerosi viaggi nelle terre russe, una volta giunto ad Astrachan’ nel 1797, disse della città: “Mi colpì soprattutto la tolleranza religiosa di cui godevano i cittadini, estremamente difficile da trovare in qualsiasi altro posto nel mondo”. 109
Non si deve pensare che la situazione giuridico-amministrativa delle colonie non sia stata presa di mira dai commercianti russi; proprio come quanto accaduto per i privilegi commerciali, il diritto all’autogoverno è stato messo in discussione negli anni e le colonie orientali, soprattutto la più agguerrita colonia armena, furono costrette a difendersi. Insistendo sull’iscrizione degli stranieri alla loro gilda (začislit’ ich v posad), in modo che non fossero più considerati come stranieri, i commercianti russi miravano ad abolire non solo i privilegi commerciali, ma anche l’organizzazione interna delle colonie. Grazie a S.F. Dale sappiamo che i Russi a volte protestavano contro i rituali indù, affermando che mal sopportavano, in quanto cristiani, la cremazione dei corpi; ma spesso reagivano in questo modo perché volevano ridurre le libertà di cui godevano i mercanti indiani. 110
Nell’ukaz già citato del 1746, sono specificate anche le motivazioni che hanno portato il governo a confermare i privilegi degli stranieri di Astrachan’:
«Дабы они от того, ежели им в торгах и промыслах учинить запрещение и отдать в ведомство магистратское, из Астрахани не разъехались и от корреспондентов своих,
107 A.I. Jucht, Pravovoe položenie astrachanskich armjan v pervoj polovine XVIII veka, in Izvestija
akademij nauk armjanskoj CCP, serija obščestvennye nauki, n°12, 1960, p. 52. Amministrare la giustizia
secondo le loro leggi, come si usava fare, di modo che altri stranieri giungano ad Astrachan’…Non battezzarli contro la loro volontà fingendo che lo vogliano davvero a meno che non ci sia una giusta causa o una prova della sincerità della conversione.
108 Ibidem, p. 172. 109
Ja. Potocki, Nelle steppe di Astrakhan e del Caucaso: 1797-1798, Milano, 1996.
обретающихся в Азии, с которыми они в произвожении своего купечества, кредит имеют и товары от них покупают, оной кредит от них оставлен и пресечен не был; також бы и протчие иноземцы, услыша то, вновь выезд свой в Россию не пресекли и оттого интересу ущербу не приключилось» 111
Il governo temeva che, se non si fosse confermato lo status privilegiato degli stranieri, le loro attività commerciali e industriali ne avrebbero sofferto, i rapporti commerciali con i loro partner asiatici sarebbero stati sospesi e di conseguenza le colonie orientali sarebbero andate in crisi; questo avrebbe comportato un rallentamento del flusso di stranieri in città, perché non più attirati dai commerci fiorenti, ed infine una minore entrata nelle casse delle stato.