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Come orientare il proprio portafoglio in modo che sostenga la transizione energetica

Nel documento Investimenti sostenibili e responsabili (pagine 27-30)

Dopo aver valutato l’esposizione di un portafoglio di inves&mento ai rischi lega& al clima, il passo successivo consiste nel valutare in che misura i rischi individua& possono essere adeguatamente mi&ga&. A questo proposito, si usa spesso il termine decarbonizzazione del portafoglio. Se si vuole compiere un ulteriore passo, invece di limitarsi a evitare i contributori nega7vi, si può anche inves&re il proprio portafoglio in soluzioni e società che contribuiscono aIvamente alla transizione energe&ca e, quindi, aGribuire maggiore importanza a un impaTo posi7vo. Definiamo impaGo posi&vo la creazione di effe[ posi7vi sul clima invece della mi&gazione degli effeI nega&vi su di esso.

Per decarbonizzare un portafoglio di inves&mento, in altre parole per modificare posi&vamente l’esposizione al carbonio di un portafoglio, possono essere segui& diversi approcci, ognuno dei quali prevede limi& specifici per i propri casi d’uso.

Occorre tuGavia tenere presente che il conceGo di decarbonizzazione si basa su metodologie che sono ancora imperfeGe. Non tuI gli stabilimen& produIvi di un’azienda sono sempre dota& di sensori di rilevamento delle emissioni, e questo significa che le emissioni inquinan& della società sono spesso solo s&mate e le s&me vengono poi trasmesse, così come sono, agli organi di controllo dell’azienda. E’ inoltre difficile calcolare le emissioni sia direGe (legate alla produzione) che indireGe (legate all’uso) e, per questo mo&vo, le emissioni indireGe che rientrano nell’aggregato cosiddeGo Scope 3 spesso sono omesse perché è troppo difficile s&marle in modo affidabile. Infine, gli approcci alla decarbonizzazione si concentrano su un singolo aspeGo del portafoglio, ovvero sui rischi clima&ci, escludendo le altre dimensioni della ges&one di un portafoglio.

Un primo e semplice metodo di decarbonizzazione consiste nel prestare maggiore aGenzione agli inves7men7 in seTori a basse emissioni. TuGavia, questo approccio può rapidamente imporre limitazioni eccessive quando non è applicato in modo accurato, sopraGuGo per i seGori a emissioni elevate in cui la transizione energe&ca è necessaria.

Per esempio, all’interno del seGore dei servizi di pubblica u&lità, troviamo società che presentano un’esposizione significa&va al carbone, mentre altre possono essere aziende leader nella produzione di energie rinnovabili. Escludere l’intero seGore toglierebbe la possibilità di sostenere queste ul&me. Inoltre, quasi tuGe le aziende energe&che del seGore dei servizi di pubblica u&lità che stanno guidando la transizione alle energie rinnovabili evidenziano ancora esposizioni al carbone, quindi ogni limite introdoGo su queste esposizioni deve essere valutato con aGenzione. D’altra parte, alcune società possono aver compiuto progressi significa&vi negli ul&mi anni e possono seguire un piano di transizione ambizioso che supporterebbe gli inves&men& in modo posi&vo. Regole troppo restriIve escluderebbero queste opportunità. Per oGenere una transizione energe&ca di successo a un’economia a basse emissioni di carbonio, anche i seGori a elevata intensità di carbonio dovranno partecipare alla transizione e dovrebbe quindi esserci spazio per il progresso e il dialogo con tuI i portatori di interesse, evitando esclusioni troppo rigide. Anche se penalizzare alcuni seGori può ridurre significa&vamente l’impronta di carbonio del portafoglio, queste decisioni dovrebbero essere accompagnate da un’analisi qualita&va approfondita dei rischi e delle opportunità soGostan& per evitare decisioni che modificherebbero soltanto i numeri assolu& del portafoglio nel breve periodo, ma non contribuirebbero a un’effeIva transizione nel lungo termine.

Un secondo metodo per decarbonizzazione riguarda l’applicazione di una strategia di o[mizzazione. Questo approccio di solito mira a ridurre l’intensità del carbonio di un portafoglio mediante l’applicazione di un processo di oImizzazione quan&ta&vo che &ene conto di alcune limitazioni, per esempio una minima diversificazione del seGore o un’inclusione minima di una determinata percentuale dell’universo iniziale. Il processo quan&ta&vo prevede l’orientamento aIvo di un universo di riferimento verso le società che riducono l’intensità del carbonio soGoponderando le posizioni con intensità del carbonio più elevata, sempre nel rispeGo dei vincoli indica&. Le strategie di oImizzazione forniscono un metodo efficiente per modificare processi di inves&mento passivo a favore di alterna&ve più eco-sostenibili. TuGavia, con&nua a essere importante stabilire fino a che punto può arrivare l’oImizzazione. Come spiegato nel paragrafo precedente, una visione troppo ristreGa non porta necessariamente a risulta& più posi&vi. Un secondo limite delle strategie di oImizzazione riguarda il faGo che queste prendono in considerazione soltanto i numeri assolu& sul carbonio, che spesso includono anche s&me, oppure non tengono conto del quadro completo, in par&colare per quanto riguarda i da& prospeIci sull’evoluzione.

Un approccio alla decarbonizzazione che &ene in considerazione limi& comparabili nel processo di oImizzazione è il metodo migliore possibile. Questo approccio prevede di escludere una determinata percentuale di società all’interno di ogni seGore in base alla loro intensità di carbonio. Anche se questo metodo può oGenere una significa&va riduzione a livello di esposizione al carbonio, permane lo stesso limite rela&vo alla ristreGezza del focus sui da& assolu&

dell’intensità del carbonio. Inoltre, è importante valutare aGentamente per scegliere il limite di esclusione migliore poiché diversi seGori presentano caraGeris&che diverse. Un limite che non &ene conto della distribuzione di un seGore specifico finirà per eliminare società per le quali la differenza dell’esposizione al rischio è trascurabile se confrontate con altre aziende che sono ancora presen&. Per evitare di eliminare le società sbagliate, questo approccio può essere adaGato in base ai seGori oppure può essere ristreGo e applicato soltanto ai seGori emiGen& fondamentali.

Oltre ai metodi di decarbonizzazione che si concentrano sui seGori o sull’oImizzazione e sui processi migliori, è possibile orientare un portafoglio anche iniziando dai da& complessivi sull’intensità del carbonio. Un primo approccio mira a ridurre l’intensità del carbonio complessiva nel tempo o rispeGo a un altro universo di riferimento. Anche se questo metodo consente già un primo livello di mi&gazione del rischio, come gli altri approcci illustra& in precedenza, ha lo svantaggio di concentrarsi esclusivamente su da& incomple& che non comprendono le metriche prospeIche.

D’altra parte, l’impronta di carbonio del portafoglio può essere modificata in mol& modi diversi che non hanno necessariamente lo stesso impaGo complessivo. Per esempio, la semplice esclusione di un seGore può avere un impaGo significa&vo sull’intensità del carbonio generale, però eliminerà anche le opportunità dello stesso seGore. Al contrario, un comparto che sceglie di inves&re in una società a elevata intensità di carbonio che sta compiendo grandi progressi nella sua transizione può essere pesantemente penalizzato se si considerano solo i da& sull’intensità complessiva del carbonio. Infine, quando lo scopo è semplicemente di ridurre i da& generali in uno specifico orizzonte temporale, si dovrebbero prendere in considerazione anche riduzioni naturali dovute alle innovazioni tecnologiche o cambiamen& risultan& dalle modifiche delle metodologie di calcolo.

Per superare i limi& lega& alle metriche sull’intensità del carbonio e sulle visioni ristreGe del seGore, raccomandiamo di

integrare i da& sul carbonio con una valutazione qualita&va. Come dimostrato nel paragrafo dedicato alle valutazioni dei rischi del carbonio tramite un’analisi dell’intensità del carbonio, un esame più approfondito dei faGori alla base dell’intensità del carbonio di un portafoglio può già aiutare a definire le aziende o i seGori che dovrebbero essere analizza& più nel deGaglio. Una volta che ques& sono sta& defini&, un’analisi appropriata prenderà in considerazione sia i rischi che le opportunità e si proporrà di esaminare una società nel suo contesto specifico e meGendola a confronto con le altre aziende più simili a lei che operano nello stesso soGoseGore. Un’analisi qualita&va consente di integrare le specificità del soGoseGore, nonché le metriche prospeIche o una valutazione dei programmi, degli obieIvi e delle strategie di mi&gazione disponibili. Ricordiamo che, per finanziare una transizione efficace verso un ambiente più eco-sostenibile, potrebbe non essere sufficiente evitare semplicemente le aziende peggiori. Invece, occorrerebbe individuare le opportunità e incoraggiare a proseguire per la loro strada le aziende leader e pionieris&che nei seGori a elevata intensità di carbonio che sono difficilmente sos&tuibili nella nostra economia aGuale. Soltanto andando oltre la semplice e obsoleta analisi dei da& riepiloga&vi e integrando i necessari elemen& qualita&vi, ques&

aspeI possono essere acquisi& correGamente.

Per concludere, sono molte le opportunità di investimento per

Nel documento Investimenti sostenibili e responsabili (pagine 27-30)

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