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Come valutare l’esposizione ai rischi e alle opportunità legate al clima: la Carbon Footprint

Nel documento Investimenti sostenibili e responsabili (pagine 21-27)

Anche se l’analisi di scenario può fornire una valutazione mul&-scenario deGagliata, la sua configurazione può richiedere un quadro di riferimento complesso con metriche prospeIche difficili da definire.

Un metodo più semplice e applicato più spesso per valutare rapidamente l’esposizione di un portafoglio di inves7mento ai rischi di transizione lega7 al clima prevede la valutazione dei rischi tramite un’analisi dell’intensità

Organizzazione Nome dello scenario Obie[vo di

del carbonio del portafoglio. Come spiegato in precedenza, l’intensità del carbonio misura le emissioni totali di un’azienda rispeGo ai profiI oGenu&. Più elevata è l’intensità del carbonio, più l’azienda genera emissioni inquinan&

per oGenere gli stessi profiI. L’intensità del carbonio può essere rappresentata, a livello di portafoglio, come una media ponderata.

Un primo passo della valutazione può consistere nel meTere a confronto l’intensità di carbonio media ponderata del portafoglio con quella del suo universo di riferimento. Per esempio, un portafoglio ges&to aIvamente e che investe in aziende globali a elevata capitalizzazione potrebbe essere confrontato con un paniere ponderato per la capitalizzazione di mercato, composto dalle 2500 aziende mondiali più grandi e u&lizzato come universo di riferimento.

Se l’intensità di carbonio del portafoglio fosse significa7vamente superiore all’universo di riferimento, potremmo affermare che l’esposizione del portafoglio ai rischi di transizione lega7 al clima è più elevata.

TuGavia, anche se l’intensità del carbonio del portafoglio può essere significa&vamente inferiore all’intensità del carbonio dell’universo di riferimento, non è ancora chiaro quali sono i faGori alla base di questa sovraperformance.

Intensità di carbonio media ponderata: illustrazione

Fonte: DPAM, global sustainable equity strategy vs. MSCI ACWI index, 30 April 2019 (DPAM: strategia di inves&mento sostenibile in azioni globali a confronto con l’indice MSCI ACWI, 30 aprile 2019) È importante ricordare che oggi sono quaTro i seTori economici che emeTono la maggior parte dei gas a effeTo serra, ovvero quelli dei servizi di pubblica u7lità, delle materie prime, dell’energia e industriale.

Intensità media del carbonio per seTore (indice MSCI ACWI)

Fonte: Indice MSCI ACWI

In par&colare, il seGore dei traspor& con&nua a contribuire in modo molto significa&vo alle emissioni di CO2 e al peggioramento della qualità dell’aria in molte regioni del mondo.

Emissioni di CO2 generate dai traspor7 (in % del consumo totale di combus7bile)

Fonte: Banca mondiale, “The cost of air pollu&on” (Il costo dell’inquinamento atmosferico), ricerca di Morgan Stanley

Senza tenere conto dei rischi di inves&mento riguardan& la diversificazione, i merca&, la liquidità, la valutazione e così via, un portafoglio con un’esposizione debole a ques& quaGro seGori sarà meno sensibile ai cambiamen& clima&ci e, in par&colare, all’evoluzione delle norme che cercano di mi&gare tali cambiamen&.

Il nostro scopo però non è invitare a disinves&re dai seGori dell’energia. È importante però valutare e misurare il rischio, che può essere fondamentale in un futuro prossimo, individuando i rischi intrinsechi lega& al seGore economico e, in un secondo momento, analizzando l’esposizione a ques& rischi dei singoli operatori del seGore.

Per misurare l’esposizione ai rischi del carbonio in tuI i seGori, un primo passo consiste nell’analizzare se un portafoglio ha un’allocazione a[va nei quaTro seTori a elevata intensità di carbonio elenca& in precedenza. Questo può essere faGo meGendolo a confronto con il suo universo di riferimento. Quando uno dei seGori che generano più emissioni inquinan& ha un peso aIvo significa&vo, vale la pena valutare in modo più approfondito le aziende soGostan& per determinare se le opportunità offerte da queste posizioni sono maggiori dei rischi.

La tabella riportata soGo mostra l’analisi compiuta dagli esper& in sostenibilità di DPAM sulle azioni di aziende a elevata capitalizzazione messe a confronto con un universo di riferimento mondiale. Il portafoglio in ques&one non de&ene alcuna posizione nei seGori dei servizi di pubblica u&lità e dell’energia; ciò significa che il suo rischio di carbonio è già significa&vamente ridoGo. Mentre l’allocazione nel seGore delle materie prime è comparabile, il portafoglio ha un’allocazione aIva nel seGore industriale che rende interessante esaminare in modo più approfondito l’esposizione a questo seGore.

Analisi del contributo dei seTori all’intensità di carbonio complessiva di un portafoglio: caso pra7co

Fonte: DPAM, global sustainable equity strategy vs. MSCI ACWI index, 30 April 2019 (DPAM: strategia di

inves&mento sostenibile in azioni globali a confronto con l’indice MSCI ACWI, 30 aprile 2019)

Un passo successivo della valutazione del carbonio a livello di seGori potrebbe essere esaminare il contributo dei diversi seTori all’intensità del carbonio complessiva del portafoglio. Poiché l’intensità media del carbonio dei quaGro seGori maggiormente responsabili delle emissioni è così elevata, anche una piccola posizione in ques& seGori spesso può spiegare una parte significa&va dell’intensità del carbonio totale. In effeI, come mostrato nella figura riportata sopra, per un universo di aziende a elevata capitalizzazione mondiale, il seGore dei servizi di pubblica u&lità rappresenta solo il 3,2% della capitalizzazione totale di mercato dell’universo, ma corrisponde al 37,0% dell’intensità del carbonio complessiva.

Il contributo dei diversi seGori dovrebbe sempre essere analizzato in combinazione con i da& che sono sta& discussi in precedenza perché un determinato seGore può contribuire significa&vamente per diverse ragioni. Se l’universo di riferimento ha un'esposizione significa&va a un par&colare seGore a elevata intensità di carbonio, il portafoglio stesso avrà una tendenza simile e, quindi, quel seGore darà un contributo maggiore. Di conseguenza, dovrebbe anche essere stabilito se il seGore contribuisce di più nel portafoglio rispeGo all’universo. Per esempio, per quanto concerne il seGore delle materie prime, il portafoglio non ha un’allocazione aIva, ma il contributo di questo seGore all’intensità del carbonio complessiva è superiore dell'11,4% rispeGo al benchmark. Questa differenza può essere analizzata più nel deGaglio per vedere da dove deriva. Un secondo faGore di cui tenere conto per i contributori maggiori potrebbe essere un’allocazione molto aIva nei seGori a elevata intensità di carbonio.

Per esempio, vediamo che il portafoglio deteneva una posizione superiore del 2,0% nel seGore industriale; tuGavia, il contributo di questo seGore all’intensità del carbonio complessiva è nega&vo, pari a - 2,2%. Questo rivela che la posizione aIva nel seGore deve essere inves&ta in aziende con un’intensità del carbonio inferiore alla media, confermando la validità delle decisioni di inves&mento prese. Al contrario, un determinato seGore che non è a elevata intensità di carbonio potrebbe mostrare un contributo elevato. Una prima spiegazione potrebbe essere che il portafoglio ha un'esposizione significa&vamente minore ai seGori a elevata intensità di carbonio. Gli altri seGori, di conseguenza, naturalmente contribuiscono di più, anche se il loro impaGo assoluto è meno significa&vo. In effeI, prendendo in considerazione l’esempio, il seGore dei beni voluGuari contribuisce per il 32,9% all’intensità del carbonio complessiva, ma non dobbiamo dimen&care che questo dato deve essere osservato in prospeIva e messo in relazione con l’intensità del carbonio complessiva, che è già significa&vamente minore rispeGo all’universo di riferimento. Il contributo assoluto di questo seGore, di conseguenza, non è così significa&vo. TuGavia, il contributo aIvo di questo seGore è maggiore del 29,8% rispeGo al benchmark; ciò indica che è difficile farsi un’opinione precisa sulla situazione delle aziende scelte in questo seGore, se sono rimaste indietro rispeGo alle altre oppure no.

Per guardare oltre la rilevanza di determina& seGori in un universo di riferimento par&colare e per valutare le decisioni di inves&mento reali di un gestore di portafogli in termini di allocazione e selezione di società specifiche, la fase finale della valutazione del carbonio seGoriale può includere un’analisi degli effe[ della distribuzione dei seTori e della selezione dei 7toli.

Gli effeI della distribuzione dei seGori mostrano in che misura l’intensità media del carbonio di un portafoglio è stata aumentata/ridoGa a causa dell’allocazione dei seGori rispeGo all’universo di riferimento. Per esempio, come mostrato nella tabella riportata soGo, per l’analisi condoGa dagli esper& in sostenibilità di DPAM sulle azioni di aziende a elevata capitalizzazione l’intensità media del carbonio del portafoglio è stata ridoGa del 66,4% grazie alla soGoponderazione del seGore dei servizi di pubblica u&lità.

D’altra parte, gli effeI della selezione dei &toli mostrano in che misura l’intensità media del carbonio è stata aumentata/ridoGa a causa della singola selezione in un seGore specifico. La tabella riportata di seguito mostra per esempio un effeGo posi&vo della selezione di &toli pari al 15,5% e all’11,3%, rispeIvamente, per i seGori industriale e delle materie prime; ciò significa che le società che sono state scelte in ques& seGori mostrano un’intensità del carbonio minore rispeGo ai pari dell’universo di riferimento. D’altra parte, l’effeGo della selezione per il seGore dei beni voluGuari è nega&vo (-20.5%); ciò significa che le società che sono state scelte in questo seGore presentano un’intensità del carbonio superiore rispeGo ai pari dell’universo di riferimento.

Gli effeI della distribuzione dei seGori e della selezione dei &toli possono quindi aiutare a scomporre i faGori alla base dei contribu& dei seGori e a rivelare maggiori informazioni sull’impaGo delle decisioni di inves&mento top-down nei seGori e nelle specifiche società.

Analisi degli effe[ della distribuzione dei seTori e della selezione di 7toli: caso pra7co

Fonte: DPAM, global sustainable equity strategy vs. MSCI ACWI index, 30 April 2019 (DPAM: strategia di inves&mento sostenibile in azioni globali a confronto con l’indice MSCI ACWI, 30 aprile 2019)

Anche se le fasi descriGe in precedenza hanno spiegato come eseguire una valutazione approfondita dell’intensità del carbonio di un portafoglio, in mol& casi una parte significa&va dei faGori alla base di un portafoglio di inves&mento aIvo può essere già spiegata semplicemente osservando le prime 5 società che danno il contributo maggiore all’intensità del carbonio del portafoglio. Individuarle ed esaminarle può servire come prima s&ma affidabile di qualsiasi esposizione par&colare ai rischi. Per includere una visione prospeIca e per evitare vendite massicce immo&vate, le società in ques&one possono quindi essere ulteriormente analizzate per verificare se i loro programmi e i loro obieIvi riguardan& il clima sono sufficien& per ges&re i rischi presen&. Per esempio, ipo&zziamo che un singolo emiGente sia responsabile di una parte significa&va della Carbon Footprint generata. In questo caso, sarà importante guardare le specificità del seGore in cui opera l’azienda e confrontare la sua Carbon Footprint con quella dei suoi pari.

A quel punto sarà possibile valutare le inizia&ve dell’azienda per aumentare la sua efficienza energe&ca e ridurre le emissioni. Sarà presa in considerazione anche l’integrazione della sostenibilità nello sviluppo dei prodoI e nei processi produIvi. Anche se un’azienda singola può contribuire in modo significa&vo all’intensità del carbonio del portafoglio, l’analisi proposta dimostra l’importanza di una valutazione qualita&va e offre la possibilità di guardare oltre i da&

generici.

Nel documento Investimenti sostenibili e responsabili (pagine 21-27)

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