Il rallentamento della crescita della produttività osservato nell’area
dell’euro dalla crisi economica e finanziaria dipende probabilmente da una combinazione di fattori, sia ciclici sia di lungo periodo. Sul primo fronte, è verosimile che le maggiori incertezze e i vincoli creditizi derivanti da una crisi prolungata abbiano frenato alcune attività innovative e l’espansione delle imprese altamente produttive, rallentato la riallocazione di risorse verso unità più produttive e ridotto la propensione al rischio di impresa. Nondimeno, il marcato rallentamento registrato dopo la crisi rappresenta il proseguimento di una tendenza discendente della crescita della produttività del lavoro che ha interessato le economie avanzate dalla metà degli anni ’90.
In una prospettiva di più lungo termine, l’area dell’euro registra una debole espansione della produttività del lavoro nel confronto internazionale da due decenni. Questo ritardo riflette probabilmente vecchie rigidità strutturali, tra cui la
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Il rallentamento della produttività nell’area dell’euro: un confronto con il contesto mondiale
maggiore regolamentazione dei mercati dei beni e servizi e del lavoro, che limitano la crescita delle imprese e l’innovazione nell’area più che in diverse altre economie avanzate. È ora disponibile un significativo e crescente insieme di evidenze riguardo agli oneri amministrativi e burocratici che ostacolano l’attività di impresa e ai loro effetti sull’incremento della produttività del lavoro. Tra questi rientrano, a titolo di esempio, carenze nella qualità istituzionale e regolamentare, impedimenti all’ingresso e all’uscita delle imprese dal mercato, limitazioni alla disponibilità del credito, costi più elevati di rinegoziazione del debito, malfunzionamenti del sistema di attuazione dei contratti e l’impostazione delle norme a tutela dell’occupazione. Riforme strutturali che stimolino la crescita della produttività del lavoro sono particolarmente urgenti nell’area dell’euro, alla luce dell’invecchiamento della popolazione e del fatto che interventi simili esplicano appieno i propri benefici solo nel medio termine. Via via che la ripresa economica si consoliderà, occorrerà imprimere nuovo impulso al processo di riforma affinché il recupero congiunturale si traduca in una crescita tendenziale più solida della produttività. In molti paesi dell’area appaiono indispensabili misure che intervengano sulle principali debolezze istituzionali, ad esempio le strozzature e le inefficienze del sistema regolamentare, le inefficienze e gli sprechi della pubblica amministrazione, lo scarso controllo della corruzione e il malfunzionamento dei sistemi giudiziari. Migliori meccanismi di rinegoziazione del debito, che comprendano anche una maggiore efficienza dei procedimenti giudiziari e degli strumenti extragiudiziali, contribuirebbero ad alleviare l’onere del debito a carico di imprese economicamente sostenibili e produttive, ad agevolare l’uscita dal mercato delle imprese non sostenibili e ad aprire i mercati alle nuove start-up. In molti casi queste riforme comportano probabilmente costi modesti nel breve termine, ma sono indispensabili per rafforzare il clima di fiducia, migliorare il contesto in cui operano le imprese e stimolare la produttività del lavoro. Anche il completamento dell’unione dei mercati dei capitali offrirebbe a imprenditori e promotori di innovazioni fonti alternative di finanziamento per progetti innovativi. Infine, un più forte impegno per il miglioramento dell’acquisizione delle competenze e della mobilità favorirebbe la riallocazione settoriale e assicurerebbe che tutti i cittadini beneficino della maggiore crescita economica.
Collocando la crescita della produttività del lavoro saldamente al centro delle politiche economiche nel periodo post-crisi, i neo-costituiti CNP potrebbero contribuire a imprimere impulso alle riforme strutturali ancora richieste per innalzare durevolmente la produttività del lavoro nell’area nei prossimi decenni. Il successo dei CNP, tuttavia, dipenderà in ampia misura dalla determinazione dei vari attori coinvolti a intraprendere le riforme necessarie.
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Le statistiche armonizzate sui servizi di pagamento nella SEPA
2 Le statistiche armonizzate sui servizi di pagamento
nella SEPA
Le statistiche annuali sui pagamenti elaborate dal Sistema europeo di banche centrali (SEBC) sono state notevolmente migliorate di recente, per l’esigenza di riflettere sviluppi significativi nel mercato dei pagamenti in Europa, in particolare l’attuazione dell’Area unica dei pagamenti in euro (Single Euro Payments Area, SEPA). Questo articolo presenta le ragioni all’origine di tali miglioramenti statistici e descrive come siano state rafforzate l’attività di segnalazione e l’armonizzazione dei dati; fornisce inoltre una sintesi dei risultati dei primi esercizi di produzione statistica ai sensi del nuovo quadro di segnalazione, evidenziando il maggior livello di dettaglio, qualità, comparabilità e fruibilità delle statistiche; infine, sottolinea la necessità di un ulteriore aggiornamento degli obblighi di segnalazione volto a mantenere adeguate le statistiche.
Introduzione
Le statistiche sui pagamenti assolvono due finalità principali: a) offrono al pubblico e alle parti interessate una panoramica sul mondo dei pagamenti in Europa in termini di volumi, valori, servizi, prestatori e sistemi e b) sostengono le decisioni del SEBC sulle politiche relative a questo ambito fornendo informazioni statistiche di supporto. Entrambe le finalità comportano l’aggiornamento del quadro segnaletico per tenere conto dell’evoluzione del mercato dei pagamenti. Alla fine del 2013 è stato adottato un nuovo atto giuridico1 che ha portato al miglioramento delle statistiche sui pagamenti in Europa affinché riflettessero, tra l’altro, i cambiamenti connessi con la realizzazione della SEPA attuata attraverso la legislazione europea in materia, in particolare, la direttiva sui servizi di pagamento2
(Payment Services Directive, PSD). La nuova legislazione è stata finalizzata a meglio disciplinare gli aspetti relativi all’innovazione, specie quelli riguardanti i canali per la disposizione di un’istruzione di pagamento. Un’analisi più approfondita di questi aspetti si rende tuttora necessaria alla luce degli sviluppi tecnologici e normativi in atto.
Al fine di rafforzare il quadro giuridico per le statistiche sui pagamenti in Europa, è stato effettuata un’analisi strutturata dei costi e dei benefici, che ha coinvolto i comitati e i gruppi di lavoro del SEBC interessati e si è conclusa, nel 2013, con la decisione definitiva del Consiglio direttivo della BCE. Tale analisi è stata predisposta per valutare i costi e i benefici connessi con la produzione di nuove e più dettagliate statistiche del SEBC, allo scopo di ridurre al minimo l’onere di segnalazione. L’analisi è stata avviata nel 2011, propedeuticamente alla revisione delle statistiche sui pagamenti già esistenti tesa a riflettere le nuove condizioni, soprattutto quelle connesse con l’attuazione della SEPA. La procedura si è articolata in un esercizio di raccolta dei dati, una valutazione dei costi e dei benefici, e in un successivo raffronto
1 Regolamento (UE) n. 1409/2013 della Banca centrale europea, del 28 novembre 2013, relativo alle statistiche sui pagamenti (BCE/2013/43) (GU L 352 del 24.12.2013, pag. 18).
2 Direttiva 2007/64/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recante modifica delle direttive 97/7/CE, 2002/65/CE, 2005/60/ CE e 2006/48/CE, che abroga la direttiva 97/5/CE (GU L 319 del 5.12.2007, pag. 1). Cfr. altresì il Regolamento (UE) n. 260/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2012, che stabilisce i requisiti tecnici e commerciali per i bonifici e gli addebiti diretti in euro e che modifica il regolamento (CE) n. 924/2009 (GU L 94 del 30.3.2012, pag. 22), noto come “Regolamento SEPA”.
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Le statistiche armonizzate sui servizi di pagamento nella SEPA
con i costi e i benefici derivanti dai rafforzamenti proposti. La raccolta delle evidenze ha permesso di ottenere informazioni dalla prospettiva dei soggetti segnalanti, dei compilatori e degli utenti dei dati, a livello sia nazionale che europeo; l’intento era quello di favorire la creazione di una popolazione adeguatamente definita e armonizzata di operatori soggetti agli obblighi di segnalazione e di prepararsi alla valutazione dei costi tramite l’elaborazione di varie opzioni per le segnalazioni future. Per la valutazione dei costi è stata operata la distinzione fra costi di attuazione e costi di gestione, specificati per ogni soggetto coinvolto nel processo di segnalazione e per ogni nuovo elemento da segnalare. Per valutare invece i benefici si è tenuto conto di osservazioni quantitative e qualitative sull’utilità e la rilevanza dei dati ai fini delle funzioni del SEBC. I miglioramenti proposti (specie quelli più onerosi) sono stati poi rivisti, considerandone i benefici, al fine di determinare i cambiamenti effettivi da porre in atto secondo un approccio sensibile ai costi. In seguito all’analisi costi-benefici, la popolazione degli operatori soggetti agli obblighi di segnalazione è stata ampliata e il quadro di segnalazione rafforzato e armonizzato per garantire una maggiore comparabilità, soprattutto attraverso modifiche di natura metodologica e nuove disaggregazioni. I miglioramenti consentono di monitorare i pagamenti effettuati in formato SEPA e introducono nuove informazioni sui prestatori di servizi di pagamento e sui servizi di pagamento. Questi miglioramenti sono illustrati in maggiore dettaglio nelle sezioni seguenti del presente articolo.
Questo articolo prende in esame il processo che ha condotto all’attuale miglioramento delle statistiche sui pagamenti, nonché la loro applicazione e le prospettive di un ulteriore rafforzamento. La seconda sezione riguarda il quadro giuridico recentemente aggiornato; la terza sezione è incentrata sui risultati dei primi esercizi di produzione statistica basati sulla nuova metodologia; la quarta sezione conclude, prospettando la prossima revisione del quadro giuridico per le statistiche sui pagamenti in Europa.