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Capitolo 2 Il “nuovo” IFRS

2.4 Osservazioni critiche »

“Semplificazione”: è questa la parola d’ordine che lo IASB ha seguito per sviluppare il nuovo principio contabile.

Infatti, analizzando le regole, l’IFRS 9 risulta essere più maneggevole e facile da comprendere rispetto allo IAS 39: l'IFRS 9 migliora la comparabilità e fa in modo che sia molto più facile la comprensione della situazione finanziaria per gli investitori e gli altri utilizzatori del bilancio.

Indubbiamente una delle principali differenze riguarda le categorie di classificazione, passando da quattro a due: lo IAS 39 prevede, infatti, che le attività finanziarie possano essere suddivise in quattro categorie, fornendo una spiegazione delle caratteristiche che devono avere gli strumenti per rientrare in una o in un'altra categoria. Il problema è che queste spiegazioni non sono di facile applicazione e l'inserimento di uno strumento in una categoria anziché in un altra può portare alla rilevazione di un diverso risultato economico. Inoltre, un'ampia varietà di categorie in cui è possibile classificare le attività finanziarie fa aumentare la discrezionalità di scelta dell'entità che può, di conseguenza, optare per la soluzione che le permette di rilevare gli utili dove e quando le fa più comodo. Si tratta di politiche di bilancio basate su scelte

discrezionali dei managers:17 gli effetti di questa discrezionalità sono valutati ex ante da

parte del management e la decisione circa l'adozione di certi comportamenti dipende dal conseguimento di determinati effetti contabili che condizionano a loro volta la percezione e i comportamenti dei lettori.

Al contrario, la presenza di solamente due categorie in cui poter classificare gli strumenti finanziari prevista dall’IFRS 9, comporta una maggior comprensibilità, sicuramente molto apprezzata dagli utilizzatori del bilancio: in tal modo, gli investitori riescono a capire come gli amministratori gestiscono le attività finanziarie possedute

17

Il “nuovo” IFRS 9

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dall'entità. Allo stesso tempo, però, sarà facile individuare, in molti bilanci, un gran numero di strumenti valutati al fair value, con le logiche conseguenze di far aumentare la volatilità del reddito.

Alcune critiche in merito alla classificazione degli strumenti finanziari, previsti dal nuovo standard, sono già state mosse, in quanto risultano delle difficoltà nell'individuare il modello di business dell'entità. Valutare gli strumenti in relazione ad esso significa, infatti, inserire in bilancio una previsione soggettiva dei manager che gestiscono questi strumenti. Se da una parte si supera la soggettività della classificazione in quattro categorie, dall'altra si inserisce la soggettività per la valutazione secondo il modello di business.

Altre importanti novità sono la scomparsa della tainting rule 18 e della possibilità

di contabilizzare gli strumenti rappresentativi di capitale non quotati al costo. Infatti, nel nuovo principio contabile la contabilizzazione di uno strumento finanziario è strettamente legata al business model della società e solo dopo un'attenta valutazione di questo si passa ad analizzare le caratteristiche dell'asset. Parte delle critiche mosse nei confronti di questo standard traggono spunto proprio da questo: il business model non si identifica con le intenzioni del management sul singolo strumento, ma deve essere analizzato ad un livello ben più elevato di aggregazione. È chiaro quello che lo IASB impone di prendere in considerazione gruppi di strumenti finanziari e non strumenti singoli.

A questo punto, però, le domande sorgono spontanee: quali sono questi livelli più elevati di aggregazione? Quanto ampia deve essere l’aggregazione di strumenti? Un enorme aiuto, sempre per quanto concerne la classificazione, viene offerto dalla Guida Applicativa, la quale semplifica ed aiuta molto i redattori del bilancio. In linea generale solo la categoria degli auditor risulta aver apprezzato senza particolari commenti il nuovo principio contabile: c'è stata, infatti, la rimozione dell'equiparazione tra rischi di natura finanziaria e non.

Ai revisori sarà infatti chiesto di andare oltre i numeri, di spiegare il business model delle società e le loro valutazioni.

Tuttavia alla base di tutte le critiche vi è un’altra questione che ancora non ha trovato risposta: è meglio preferire la valutazione al fair value o quella al costo? Il

18 Si ricorda che questa è una regola che stabilisce un determinato divieto con annessa sanzione, in altre

parole è una clausola di penalizzazione. Se un’entità ha venduto o riclassificato un ammontare non irrilevante di investimenti posseduti sino alla scadenza, non può classificare le attività finanziarie come possedute sino alla scadenza.

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parere dei manager sembrerebbe convergere verso la preferenza per il valore equo, dato che può amplificare i risultati di breve periodo. Allo stesso tempo, però, questa modalità di valutazione ha un effetto negativo in caso di mercati al ribasso.

Molti studiosi hanno espresso il loro parere negativo verso questo principio, colpevole, secondo il loro parere, di amplificare l’utilizzo del fair value anziché ridurlo.

Per quanto riguarda poi la rilevazione delle variazioni di valore in Conto Economico è nettamente diminuito l'uso della parte "other comprehnsive income": rispetto allo IAS 39, infatti, in questo nuovo principio contabile si fa riferimento a questa parte del Conto Economico solo per gli strumenti rappresentativi di capitale non di trading, quindi in via del tutto opzionale, e per il caso in cui vari la rischiosità del credito di entità che hanno emesso passività finanziarie.

Merita poi di essere sottolineato che le libertà di scelta concesse dal principio contabile ai redattori del bilancio possono influenzare le decisioni degli utilizzatori principalmente con riguardo alle modalità con cui intendono applicare il fair value. Con le valutazioni al fair value, in Conto Economico entrano valori dei quali non si ha la certezza della realizzazione, di conseguenza sarà importante che le entità tengano separati questi valori incerti dai valori certi e soprattutto che, in relazione ai primi, si diano delle informazioni specifiche.

È importante precisare che alle entità sono richiesti gli stessi obblighi comunicativi che erano già previsti negli anni scorsi. Il processo di sostituzione ha infatti investito solamente lo IAS 39, ma non l’IFRS 7 che, di conseguenza, continua a prevedere i medesimi obblighi d’informativa da inserire in Nota integrativa: le società, quindi, rimangono legate agli stessi vincoli informativi e le difficoltà incontrate sotto questo aspetto continueranno anche con l'entrata in vigore del nuovo principio contabile.

Infine è necessario sottolineare come sia difficile in realtà criticare un principio contabile che ancora non è stato applicato dalle società. Difatti, le uniche osservazioni possibili in questo momento sono solo delle considerazioni deduttive, alcuni aspetti che si suppone potrebbero creare qualche problema agli users e ai redattori del bilancio. Essendo queste solamente delle ipotesi, è anche possibile che dopo l'entrata in vigore dello standard, le entità possano incontrare altre difficoltà che in questa analisi non sono state considerate.

Un altro aspetto che è d’uopo prendere in considerazione è la necessità di dare agli investitori tutte le informazioni utili per prendere le loro decisioni: si deve fare in

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modo che ci sia un'accurata diagnosi della situazione dell'azienda in maniera che siano portati alla luce tutti gli aspetti che l'investitore deve avere a disposizione prima di decidere.

La discussione attorno all'IFRS 9 si sta ampliando: lo IASB nello sviluppo di uno nuovo principio contabile da cosa dovrebbe essere guidato? Dovrebbe essere indirizzato alla sola ricerca della migliore informativa per il pubblico oppure dovrebbe anche tener conto del relativo impatto micro e macroeconomico?

Per poter rispondere a tali quesiti sarebbe necessario che gli ideatori degli strumenti finanziari seguissero la stessa logica che è seguita dagli standard setting internazionali

19

.

Infine, sarà necessario anche predisporre un preliminare schema concettuale che non sia solamente basato sul modello statunitense, ma su tutti i contesti economici e normativi degli Stati che saranno chiamati ad applicare tale principio. Per conseguire i vantaggi di una più elevata qualità dell'informativa del bilancio e, soprattutto, per renderla più comparabile nel tempo e nello spazio, è necessario predisporsi al cambiamento, a partire dagli schemi mentali e culturali di ciascun paese. Sarebbe un errore porsi in posizioni rigidamente conservatrici, contrastando tutto ciò che modifica tradizionali convenzioni, ma dall’altro canto sarebbe altresì un errore subire passivamente ed acriticamente ogni novità, e quindi senza reagire o farne una valutazione critica.

In altre parole, la strada giusta da percorrere è quella che porta al recupero di un atteggiamento attivo, basato sul pensiero e sulla ragione.

Infine, allo scopo di favorire una maggior e più rapida comprensione, è riportata una tabella riepilogativa di tutte le principali differenze tra i due principi contabili oggetto di studio: lo IAS 39 e l’IFRS 9.

19 La logica a cui si fa riferimento è in prevalenza quella del libero mercato e, indubbiamente, quella

Il “nuovo” IFRS 9

52 Tabella 4: Le principali differenze tra IAS 39 e IFRS 9

Tematica IAS 39 IFRS 9

Ambito di applicazione

Attività e passività finanziarie Attività e passività

finanziarie

Classificazione 4 categorie:

- fair value a Conto Economico - L&R

- HTM - AFS

2 categorie: - fair value con imputazione a Conto Economico oppure con imputazione a OCI; - costo ammortizzato. Driver di classificazione: - Business Model - Caratteristiche dello strumento.

Tainting rule Qualora nel corso di un esercizio fosse venduto o riclassificato, prima della scadenza, un importo non irrilevante degli investimenti

classificati in tale categoria, scatta la penalità della “tainting

rule”

Non prevista

Riclassifiche Ammesse secondo le regole

modificate a ottobre 2008: non è ammessa nessuna

riclassificazione che transiti per la categoria FVTPL dopo la

rilevazione iniziale. Ci sono però alcune eccezioni, che riguardano la categoria AFS e HTM

Obbligo di riclassifica in caso

di modifica del business

model. In tutti gli altri

casi non ammesse

Fair value option Tre fattispecie previste: - riduzione degli accounting

mismatches;

- gestione di un gruppo di strumenti finanziari “on fair

Possibilità di classificare al fair

value strumenti che, per

le loro

Il “nuovo” IFRS 9

53 value basis”;

- presenza di derivati impliciti che sarebbero da scorporare dovrebbero essere valutati al costo ammortizzato in caso di riduzione dell’accounting mismatch.

Derivati incorporati Scorporo del derivato se non

strettamente correlato

Eliminazione della possibilità di scorporo. Gli strumenti ibridi sono considerati un’unica entità

Titoli di capitale Possibilità di valutazione al costo,

qualora il fair value non

sia attendibilmente determinabile

Valutazione a fair value, salvo casistiche particolari Partecipazioni non di trading (non di controllo o collegamento)

Classificate negli AFS Possibilità di valutazione

a fair

value con imputazione

delle

variazioni di valore a Patrimonio Netto (OCI), senza effettuare il rigiro a Conto Economico, neanche in caso di dismissione. I dividendi sono iscritti a Conto Economico

Effective date === A partire dagli esercizi

che

iniziano dal 1/1/2018. Applicazione anticipata permessa

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chi applica il nuovo principio per

la prima volta nel 2009 e nel 2010

Regole di transizione === Applicazione

retrospettiva. Regola semplificata per il ricalcolo del costo ammortizzato (in caso di passaggio da FVTPL a CA).

55

C

APITOLO 3

A

nalisi empirica

3.1 Campione di aziende oggetto di analisi 3.2 Metodologia utilizzata

3.3 Risultati dell’analisi

3.3.1 Categorie ed eventuali trasferimenti 3.3.2 Impairment ed eliminazione

3.3.3 Rischi finanziari e strumenti finanziari derivati 3.3.4 Fair value

3.3.5 Sintesi delle disclosure fornite dalle società 3.3.6 Riepilogo risultati ed osservazioni

Analisi empirica

56

Questo terzo capitolo ha come obiettivo lo sviluppo di un’analisi empirica, al fine di analizzare come le società prese in esame abbiano contabilizzato nel proprio bilancio gli strumenti finanziari e quali informazione abbiano fornito al riguardo per agevolare la comprensione dei suddetti bilanci.

3.1 Campione di aziende oggetto di analisi

Il punto di partenza per poter svolgere questa analisi è stato la selezione del campione di aziende da analizzare. A tal riguardo, sono stati presi in considerazione i bilanci consolidati dall’anno 2015 (in quanto non ancora disponibili i bilanci dell’anno

2016) di società appartenenti all’indice FTSE MIB di Borsa Italiana.1

Tale campione racchiude le 40 società italiane quotate, maggiormente capitalizzate sui mercati gestiti da Borsa Italiana.

Nel reperire i vari bilanci non sono state riscontrate particolari difficoltà in quanto ogni sito internet delle società analizzate riporta, in un apposita sezione, solitamente denominata “Investor”, un archivio dei documenti in formato scaricabile.

Di seguito viene fornita la lista delle società oggetto d’esame, indicando il relativo settore di appartenenza.

Tabella 5: Elenco delle società appartenenti all’indice FITSE MIB

Società Settore di appartenenza

A2a S.p.A. Servizi pubblici

Atlantia S.p.A. Prodotti e servizi industriali

Azimut Holding S.p.A. Servizi finanziari

Banca Generali S.p.A. Banche

Banca Mediolanum S.p.A. Banche

Banco Bpm S.p.A. Banche

BPER Banca S.p.A. Banche

Brembo S.p.A. Automobili e componentistica

Buzzi Unicem S.p.A. Edilizia e materiali

Campari S.p.A. Alimentari

CNH Industrial N.V. Prodotti e servizi industriali

1 Acronimo di “Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa”; è il più significativo indice

Analisi empirica

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Enel S.p.A. Servizi pubblici

Eni S.p.A. Petrolio e gas naturale

Exor N.V. Servizi finanziari

Ferrari N.V. Automobili e componentistica

Fiat Chrysler Automobiles N.V. Automobili e componentistica

FinocoBank S.p.A. Banche

Generali S.p.A. Assicurazioni

Intesa San Paolo S.p.A. Banche

Italgas S.p.A. Servizi pubblici

Leonardo S.p.A. Prodotti e servizi industriali

Luxottica S.p.A. Prodotti per la casa, per la persona e moda

Mediaset S.p.A. Media

Mediobanca S.p.A. Banche

Moncler S.p.A. Prodotti per la casa, per la persona e moda

Poste Italiane S.p.A. Assicurazioni

Prysmian S.p.A. Salute

Recordati S.p.A. Prodotti e servizi industriali

Saipem S.p.A. Petrolio e gas naturale

Salvatore Ferragamo S.p.A. Prodotti per la casa, per la persona e moda

Snam S.p.A. Servizi pubblici

Stmicrolectronics Tecnologia

Telecom Italia S.p.A. Telecomunicazioni

Tenaris S.A. Materie prime

Terna – Rete Elettrica Nazionale S.p.A. Servizi pubblici

UBI Banca S.p.A. Banche

UniCredit S.p.A. Banche

Unipol S.p.A. Assicurazioni

UnipolSai Assicurazioni S.p.A. Assicurazioni

Yoox Net-A-Porter Group S.p.A. Commercio

È necessario evidenziare che è stata esclusa dall’analisi la società Italgas S.p.A. per l’impossibilità di reperire il bilancio in quanto tale società nasce dalla scissione da

Analisi empirica

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Snam S.p.A. avvenuta nell’anno 2016. Inoltre è stata esclusa anche la banca FinecoBank S.p.A. di cui è possibile reperire soltanto il bilancio individuale.

Il campione esaminato, quindi, risulta composto da 8 banche, 4 assicurazioni, 2 società di servizi finanziari, 5 società che forniscono servizi pubblici e altre 19, tra cui società di moda, industriali, di telecomunicazioni, ecc.

Figura 4: Campione analizzato

La scelta di analizzare i bilanci consolidati anziché i bilanci individuali delle Capogruppo, è stata dettata dal fatto che, per loro natura e definizione, i bilanci consolidati sono maggiormente “ricchi” di informazioni, sia in termini quantitativi che qualitativi. La contabilizzazione degli strumenti finanziari, senza dubbio, è un argomento vasto e complesso, di conseguenza una più ampia e completa informazione può aiutare a comprende al meglio tali strumenti.

Occorre, inoltre, sottolineare che tutti i bilanci esaminati sono stati chiusi il 31 dicembre 2015 ad eccezione di Mediobanca la quale chiude i bilanci il 30 giugno. Per quest’ultima è stato preso in considerazione il bilancio al 30 giugno 2015.

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 Banche Assicurazioni e servizi finanziari Società che forniscono servizi pubblici Altre società

Campione oggetto di analisi

Analisi empirica

59 3.2 Metodologia utilizzata

Dopo aver selezionato le varie società oggetto di analisi e aver scelto di utilizzare i bilanci consolidati, per facilitare la suddetta analisi, è stata valutata quale fosse la miglior metodologia da utilizzare in modo da ottenere risultati maggiormente comprensibili per il lettore di questo elaborato.

Per fare questo è stato preso a modello un foglio di lavoro (c.d. working paper)

predisposto da Assirevi.2 Tale strumento è declinato in vari punti che costituiscono una

checklist: esso è articolato in 24 domande alle quali è necessario rispondere con “SI”,

“NO” o semplicemente con una “X”.

Per poter compilare questo foglio di lavoro sono state analizzate, oltre ai bilanci consolidati delle aziende prese come campione, le relative Note Informative a tali bilanci.

La metodologia utilizzata permette di capire, in relazione agli strumenti finanziari, se le varie società abbiano provveduto a redigere i propri bilanci in

conformità con quanto stabilito dallo IAS 39 e dall’IFRS 7.3

Proprio in merito agli

standard di riferimento, il foglio di lavoro evidenzia, per ogni domanda, il principio

contabile, e il relativo paragrafo, al quale si riferisce.

Per semplificare lo studio da svolgere, è stato scelto di effettuare una suddivisione delle domande individuate da Assirevi in 4 sottogruppi in base all’oggetto delle domande stesse. I sottogruppi individuati sono:

1. categorie ed eventuali trasferimenti;

2. impairment ed eliminazione di attività e passività finanziarie; 3. rischi finanziari e strumenti finanziari derivati;

4. fair value.

2

L’Associazione italiana Revisori Contabili è un’associazione privata senza scopo di lucro fondata nel 1980 e, ad oggi, riunisce 15 società di revisione che costituiscono la maggior parte delle società di revisione che effettuano la revisione di Enti di Interesse Pubblico.

3 È necessario ricordare che nell’analisi svolta viene fatto riferimento esclusivamente allo IAS 39, in

Analisi empirica

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Entrando nel dettaglio, il primo sottogruppo comprende le seguenti domande:

Tabella 6: Domande previste dalla checklist Assirevi in merito alle categorie ed eventuali trasferimenti degli strumenti finanziari

Con questo primo gruppo di domande si evidenzia le categorie, fra quelle

previste dallo IAS 39,4 in cui l’entità ha deciso di classificare i propri strumenti

finanziari e se, nelle note al bilancio, essa fornisce un’adeguata informativa in merito a tale scelta. Inoltre, può essere interessante analizzare se l’entità indica altresì la composizione di ogni singola categoria: in tal modo la comprensione del bilancio da parte del lettore sarebbe indubbiamente agevolata.

4 Si ricorda che le categorie previste dallo IAS 39 sono le seguenti:

- Fair value through profit or loss (FVTPL); - Held to maturity (HTM);

- Loans and receivables (L&R); - Available for sale (AFS).

IAS 39 IFRS 7.8

L’entità nelle note al bilancio fornisce un’informativa degli strumenti finanziari classificati nelle 4 categorie individuate dallo IAS 39?

IFRS 7.9;

7.36(a) Se un credito è stato valutato al FVTPL, l’entità ha esposto: a) L’esposizione al rischio di credito alla reporting date; b) Derivati di copertura del credit risk;

c) La variazione del FV. IFRS 7.12

IAS 39.51-54 Nel caso di riclassificazione da HTM a AFS, l’entità ha indicato: a) I motivi di tale operazione;

b) La differenza tra costo e FV è stato riclassificata a riserva del netto? IFRS 7.12

IAS 39.51-54 Nel caso di riclassificazione da AFS a HTM, l’entità ha indicato: a) I motivi di tale operazione;

b) Il metodo di determinazione del FV alla data di transizione. IFRS 7.12

IAS 39.51/54 Nel caso di riclassificazione da altre categorie a FVTPL, l’entità ha indicato: a) I motivi di tale operazione;

b) Il metodo di determinazione del FV alla data di reporting; c) La differenza tra valore e FV, è stata inviata a Profit & Loss? Sono indicati casi di HTM non mantenuti fino a scadenza? In caso positivo, viene indicata l’applicazione della Tainting rule? IFRS 7.9 Sono esposte separatamente le passività finanziarie valutate al FVTPL?

Se si, viene indicato il metodo di determinazione del FV?

IFRS 7.9 Nel caso di partecipazioni valutate FVTPL o AFS, viene indicato il metodo di determinazione del FV?

Analisi empirica

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Le successive domande, invece, permettono di analizzare il comportamento dell’entità per quanto concerne le riclassificazioni e cioè se, e in che modo, l’entità trasferisce un’attività o una passività finanziaria da una categoria all’altra. A seconda della categoria di provenienza e di destinazione, lo IAS 39 e l’IFRS 7 richiedono informazioni differenti ed è quindi necessario verificare se l’entità fornisce le suddette informazioni.

Un ulteriore elemento da verificare può essere, nel caso in cui l’entità abbia classificato un’attività finanziare nella categoria “held to maturity”, se questa venga

mantenuta fino alla scadenza e, in caso contrario, se venga applicata la tainting rule,

ovvero la sanzione prevista in tali casi.

Infine, questa prima parte di verifica richiede se venga indicato il metodo di

determinazione del fair value nel caso in cui i crediti, le partecipazioni e le passività finanziarie, esposte separatamente, siano stati valutati al “fair value through profit or

loss”.

Il secondo sottogruppo, invece, si compone di altre domande, quali:

Tabella 7: Domande previste dalla checklist Assirevi in merito all’impaiment e all’eliminazione di attività e passività finanziarie

È data indicazione su attività di impairment sugli strumenti finanziari diversi da FVTPL?

IFRS 7

IAS 36 Se si, l’entità fornisce indicazioni riguardo a:

a) metodo di determinazione dei flussi di cassa futuri;

b) nel caso di AFS, viene distinta la metodologia di impairment tra AFS valutati

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