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P ERSEGUIMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA

Nel documento deliberazione n. 107 (pagine 35-38)

Legge 11 gennaio 2018, n. 3 “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché

4 G LI OBIETTIVI STRATEGICI

4.5. P ERSEGUIMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA

La sostenibilità del sistema sanitario viene spesso intesa esclusivamente come il risultato dell’uso efficiente delle risorse finanziarie disponibili - comunitarie, statali, regionali - a copertura del fabbisogno sanitario, nel rispetto dell’equilibrio economico.

In realtà, la sostenibilità non è solo un problema economico di disponibilità delle risorse, bensì concerne il soddisfacimento dell’effettivo bisogno di salute della popolazione nelle sue varie manifestazioni da garantire attraverso una efficiente ed efficace allocazione delle risorse disponibili. L’articolo 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute delle persone e la legge istitutiva del SSN stabilisce l’obiettivo della promozione, mantenimento e recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, introducendo i principi di universalità, equità e solidarietà del SSN. Tali principi non stabiliscono che vi può essere un accesso e un utilizzo indiscriminato delle prestazioni e dei servizi sanitari da parte di tutti, bensì che ciascun cittadino ha il diritto di ottenere prestazioni di cura secondo l’effettiva necessità e bisogno. Di conseguenza, la sostenibilità del sistema sanitario regionale non deve riguardare solo il modo in cui è possibile contenere le spese, bensì diventa uno sforzo collettivo per garantire realmente a tutti il diritto alla salute, cioè di ricevere le migliori cure in ragione delle specifiche esigenze, purché venga affrontata la ricerca di risoluzione delle principali criticità che rischiano, in generale, di mettere in discussione la reale sostenibilità della sanità nazionale e, in particolare, quella marchigiana.

In questo senso, l’obiettivo della sostenibilità è strettamente collegato al raggiungimento degli altri obiettivi strategici indicati dal presente Piano, nonché ad un mirato e sistematico ricorso alle direttrici trasversali di sviluppo che devono concorrere a rendere efficiente ed efficace il consolidamento del sistema in tutte le sue dimensioni.

L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle situazioni di cronicità rappresentano lo scenario in cui si andrà evolvendo la società e a cui si dovrà adeguare il sistema sanitario. Al contempo, negli ultimi anni si è verificata la riduzione e/o mancata crescita del finanziamento della sanità, con una riduzione in percentuale sul PIL complessivo. Questo ha comportato la necessità di rivedere le politiche di spesa adottate da ciascuna Regione, anche per tenere conto dei vincoli sempre più stringenti imposti dal livello nazionale.

Il ricorso al solo contenimento della spesa d’altra parte può produrre effetti preoccupanti nel funzionamento dei servizi di assistenza ai cittadini con il risultato di aumentare le disuguaglianze. In questo senso, e in continuità con le politiche precedenti, è indispensabile agire su tutti i fronti del sistema sanitario al fine di recuperare le risorse necessarie a mantenere la qualità e l’equità di servizi e trattamenti di cura.

Per garantire la sostenibilità è allora necessario superare le principali criticità che rendono inefficiente e inefficace il sistema, e che contribuiscono a ridurre le risorse necessarie per coprire l’effettivo fabbisogno di salute dei cittadini e a produrre sprechi e inefficienze:

- un ricorso disomogeneo e variabile nell’utilizzo di servizi e prestazioni, che può comportare un inefficace esito della prestazione se non addirittura il mancato accesso all’assistenza, dovuto a diversi fattori quali la non omogenea presenza sul territorio di servizi di erogazione, la distanza da domicilio del paziente, fattori economici o culturali, ecc.;

- l’inadeguato coordinamento dell’assistenza, all’interno di un’unica struttura (tra reparti, tra P.S. e reparto e servizi diagnostici) o tra strutture diverse (servizi territoriali e ospedalieri), per mancanza di percorsi standard, di scarsa comunicazione, per differenti valutazioni clinico assistenziali;

- l’eccessiva medicalizzazione nei termini di utilizzo improprio di diagnostica e trattamenti; sovra utilizzo di prestazioni inappropriate (p.es. prestazioni diagnostiche, visite, farmaci, interventi terapeutici), dovute a varie cause tra cui forme di medicina difensiva, eccessiva pressione e aspettativa del paziente, incentivazione della produzione e non della appropriatezza;

- il sottoutilizzo di servizi e prestazioni anche in relazione al mancato accesso all’assistenza; prestazioni non prescritte e/o erogate per carenze strutturali, tecnologiche, organizzative e/o professionali (p.es. sottoimpiego di apparecchiature diagnostiche), nonché mancata compliance del paziente (come il mancato rispetto dell’appuntamento, non condivisione e/o non esecuzione delle prescrizioni terapeutiche, altre ragioni di carattere economico, culturale, ecc.);

- il ricorso non adeguato alle misure di prevenzione, dall’assunzione di adeguati stili di vita all’adesione alle campagne di screening diagnostici o al ricorso alle vaccinazioni obbligatorie o facoltative;

- la presenza di sprechi nella gestione e nell’utilizzo di beni e servizi in termini di uso eccessivo o inappropriato o, all’opposto, di eliminazione di prodotti non utilizzati;

- l’eccesso di esternalizzazione dei servizi, da ridurre al fine di garantire vere economicità, efficienza e reale trasparenza nei confronti dell’utenza.

Le linee di azione per contrastare le criticità che minano la sostenibilità del sistema, passano attraverso specifiche linee di intervento e sviluppo:

- orientare le azioni verso il riequilibrio della spesa per macro livello assistenziale (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) nel rispetto delle quote percentuali previste dalla normativa vigente;

- introduzione di nuovi modelli organizzativi per l’integrazione e il coordinamento (negli aspetti clinico sanitari e amministrativo-tecnico-logistici), al fine di riorganizzare l’attività e le diverse funzioni sanitarie in termini di concentrazione e differenziazione di servizi e prestazioni;

- standardizzazione dei processi e riduzione degli sprechi, anche nella logica del “lean management”, al fine di aumentare, tramite la valorizzazione dei professionisti, il valore percepito dall’utente finale;

- investimenti di riqualificazione e adeguamento strutturale, a salvaguardia della sicurezza di operatori e pazienti, nonché per consolidare e potenziare gli snodi della rete diffusa dei servizi sanitari sul territorio; - governo dei LEA nei termini di monitoraggio e verifica della loro uniforme, appropriata ed efficiente

applicazione;

- formazione degli operatori sanitari sulle modalità di gestione e sul corretto utilizzo delle risorse disponibili; - informatizzazione e digitalizzazione di tutte le fasi dei processi tecnico-amministrativi e dei percorsi

diagnostico terapeutici;

- rapporti con il privato convenzionato secondo regole chiare di committenza e come integrazione al sistema pubblico per la garanzia della copertura del fabbisogno;

- utilizzo delle competenze del privato sociale e terzo settore per lo sviluppo di progettazioni integrate per il raggiungimento degli obiettivi comuni di pubblico servizio;

- compliance del paziente, facilitata da una maggiore comunicazione, coinvolgimento e partecipazione nella definizione dei percorsi di cura e delle connesse responsabilità;

- eventuale ricorso a forme di “sanità integrativa”, intesa come finanziamento “di terzi” in termini di fondi, assicurazioni, forme di welfare adottate da singole aziende, ecc., non in forma sostitutiva del SSR, e purché governata da specifiche indicazioni normative di carattere nazionale e regionale e in misura coerente con le necessità della popolazione;

- adozione di misure anti spreco e anti corruzione, secondo le indicazioni formulate dalla legislazione nazionale e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC);

- stabilizzazione del precariato in sanità tramite anche la re-internalizzazione di alcuni servizi;

- particolare attenzione al completamento dell’attuazione della l.r. 3/2013, concernente “Interventi regionali per il recupero, la restituzione e la donazione ai fini del riutilizzo di medicinali in corso di validità”.

La sostenibilità della sanità è da ricercare nella sua capacità di essere un efficiente settore di produzione, in cui sono coinvolti migliaia di operatori e utenti e che, in quanto tale, non deve essere considerato il luogo dove

risparmiare risorse, bensì deve diventare il volano per forme di sviluppo e di crescita sia in termini di salute e benessere dei cittadini sia nell’occupazione, nella ricerca e nell’innovazione.

Nel documento deliberazione n. 107 (pagine 35-38)