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P. NON TABELLATE

Nel documento Regionale 2007 (pagine 64-72)

426 471 473 470 586

di cui:

% % % % %

tendiniti 14 3,2 14 2,9 28 5,9 27 5,7 32 5,4

affezioni dischi intervertebrali

37 7,8 35 7,4 36 6,1

sindrome tunnel carpale

7 1,6 5 1,06 3 0,6 6 1,3 19 3,2

artrosi 41 8,6 52 11,06 68 11,6

Altre neuropatie

periferiche 6 1,2 12 2,55 11 1,87

TOTALE 21 4,9 19 4,0 115 24,3 132 28 166 28,3

Sempre nel periodo 2003-2007 anche il settore Agricoltura ha mostrato un suo peculiare incremento delle denunce di tali patologie, anche se il dato statistico è inferiore.

Nei cinque anni presi in considerazione su 163 casi di MPNT denunciati il 25,7% riguarda le patologie muscolo-scheletriche passando dal 4,3% del 2003 al 44,7% del 2007.

Come si evince dalla tab. 2

Tab. 2 MP/NT – AGRICOLTURA- anni 2003-2007 Sicilia - Patologie muscolo scheletriche -

2003 2004 2005 2006 2007 M. P. NON

TABELLATE

46 33 25 21 38

di cui: % % % % %

tendiniti 5 15,1 1 4 3 14,2 1 2,6

affezioni dischi intervertebrali

5 20 4 19 8 21

sindrome tunnel carpale

1 4 1 4,7 1 2,6

artrosi 2 4,3 2 8 1 4,7 6 15,7

Altre neuropatie

periferiche 0 0 0 0 1 2,6

TOTALE 2 4,3 5 15,1 9 36 9 42,8 17 44,7

Le patologie maggiormente denunciate nel 2007 sono l’artrosi (11,6%), le affezioni dei dischi intervertebrali (6,1%) e le tendiniti (5,4%) nell’industria e nell’agricoltura le affezioni dei dischi intervertebrali (21%) e l’artrosi (15,7%).

Viene effettuata inoltre un’analisi a campione di 108 casi sui 171 denunciati nel 2007 in Sicilia, nel contesto di tutti i settori lavorativi (Agr.- Ind.) riguardanti 77 lavoratori e sono emersi i seguenti dati :

a) Patologie denunciate:

1. Ernie discali n. 30 2. Spondiloartrosi n. 27 3. Patologie del cingolo scapolo omerale n. 12 4. Sindrome Tunnel carpale n. 10 5. Meniscopatia ginocchio n. 09 6. Epicondilite n. 08 7. Rizoartrosi n. 04 8. Tenosinovite di De Quervain n. 03

9. Coxartrosi n. 03 10. Morbo di Dupuytren n. 02

Il primo dato che emerge è che nel primo certificato la diagnosi riguarda patologie plurime (ernie discali e spondiloartrosi, epindilite gomito e periartrite scapolo omerale etc.), le diagnosi disaggregate mettono in evidenza che il maggior numero delle denunce sono espressione di patologie del rachide, si sottolinea, anche, la comparsa di patologie degenerative del ginocchio.

Le diagnosi sono supportati da accertamenti strumentali di routine (radiografie ed ecografie ) e spesso sono integrate con approfondimenti diagnostici quale TC e RM.

b) L’età media dei lavoratori:

30–39 06 40-49 14 50-59 42 60-69 15

L’età della popolazione è piuttosto elevata 42 lavoratori hanno un’età compresa tra i 50/59 anni e 15 superano i 60 anni.

Considerata l’età dei lavoratori, dal punto di vista clinico si può affermare che le patologie denunciate possono essere compatibili con il fisiologico invecchiamento dell’apparato osteoarticolare.

c) Le attività lavorative:

Il fenomeno interessa indistintamente i settori dell’industria, del terziario e dell’agricoltura.

La storia anamnestica lavorativa rileva che trattasi di soggetti che nel corso della loro vita lavorativa hanno svolto varie mansioni (manovali, muratori, carpentieri, autisti di mezzi pesanti, sia come dipendenti che titolari artigiani).

Molti casi riguardano lavoratori del terziario (impiegati, infermieri) e titolari artigiani (edili, pasticcieri, parrucchieri), nonché autisti di mezzi pubblici.

I rischi potenziali riguardano sia la movimentazione manuale dei carichi che vibrazioni trasmesse al corpo intero.

La percentuale di definizione positiva è del 26,5%.

Le definizioni negative sono pari al 68,3%.

Pratiche in corso 5,2%.

La definizione negativa è da imputare nella maggioranza dei casi all’assenza di rischio.

I dati INAIL suddetti evidenziano molti cambiamenti in merito alle patologie denunciate, ma non sono rispondenti alla realtà, perché sopratutto per le patologie muscolo-scheletriche, il rischio professionale, per durata e intensità, il più delle volte è sovrapponibile a quello extralavorativo e ciò può influire negativamente nell’accertamento del nesso causale tra la patologia denunciata e l’attività lavorativa.

CONCLUSIONI

La lettura della normativa vigente e delle circolari INAIL evidenzia come l’evoluzione legislativa della tutela assicurativa e le disposizioni interne dell’Istituto hanno superato volta per volta i limiti del sistema tabellare “ a lista chiusa”, al fine di garantire la tutela del

lavoratore, sia per le patologie ad eziologia professionale specifica, che sono una limitata casistica, che per le patologie degenerative riconducibili a fattori di nocività ubiquitari, ai quali si può essere esposti anche al di fuori degli ambienti di lavoro.

Tuttavia, il fenomeno delle malattie correlate al lavoro, ancora oggi, non è ben conosciuto, poiché, disponiamo di flussi di dati costantemente aggiornati per gli infortuni sul lavoro, ma non per le malattie professionali, i cui dati spesso sono inadeguati.

Oggi, l’etiopatogenesi multifattoriale e la lunga latenza dal momento dell’esposizione lavorativa fanno sì che vi sia difficoltà a ricondurre molte patologie al rischio lavorativo e spesso è difficile distinguere quanto abbiano influito i fattori lavorativi rispetto a quelli extralavorativi, nel determinismo delle malattie da lavoro.

Il D.M. 9 aprile 2008 ha colmato alcune di queste lacune ampliando la tutela assicurativa delle malattie professionali.

Sono state introdotte nell’elenco tra le altre patologie anche le malattie muscolo scheletriche, già presenti nelle tabelle di altri Paesi e nell’elenco della Commissione Europea, pur trattandosi di patologie ad origine multifattoriale, poiché i dati statistici epidemiologici e le indagini strumentali dimostrano che è possibile stabilire la prevalenza causale di tale patologie in alcune tipiche attività lavorative, svolte abitualmente.

Tale passo è fondamentale ed importante, poiché ha superato quello che, in passato era l’ostacolo maggiore, ossia il riconoscimento di un nesso di causalità tra attività lavorativa ed i diversi quadri clinici delle patologie muscolo scheletriche.

Ma non basta, poiché è importante andare a recuperare le patologie correlate al lavoro che rappresenta una tappa obbligata per la conoscenza reale del fenomeno e quindi per l’adozione di opportune misure di prevenzione.

Dunque, per una conoscenza reale del fenomeno si ritiene necessaria una stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con l’INPS, quest’ultimo, peraltro, potrebbe essere serbatoio di molti casi di patologie muscolo scheletriche correlate al lavoro. Ciò perché l’INPS, solitamente, riceve le segnalazioni delle patologie suddette da parte dei Medici curanti e le gestisce come malattie comuni.

BIBLIOGRAFIA

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x Occhipinti E. et al.: “ Attività muscolare e carico articolare: metodi e criteri di valutazione “ Atti Sem. Naz. EPM “ lavoro e patologia del rachide” Milano 1989

x Allamprese P. et. Al.:Patologie muscolo-scheletriche di origine professionale:

esperienze INAIL della regione Puglia 1998-2001.G. Ital Med Lav Erg 2005, x Circolari INAIL

x Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro - (http://ew2007.osha.europa.eu)

Intervento del Coordinatore regionale dei Comitati Consultivi Provinciali

Presentiamo il Rapporto annuale 2007 della Sicilia, con il rammarico di non essere riusciti ad incidere efficacemente per creare una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, capace di far ridurre gli infortuni, quelli gravi e quelli meno gravi.

Il Rapporto che presentiamo vede un incremento degli infortuni, per l’anno 2007, del 3,96% rispetto al 2006, a fronte di una riduzione a livello nazionale del 1,7%, ai quali vanno aggiunti quelli non dichiarati dei lavoratori in nero o per non incorrere all’aumento

La spesa sanitaria generale in Sicilia è tra le più alte delle Regioni Italiane, mentre quella per la medicina preventiva e del lavoro risulta tra le più basse.

I dati parlano chiaro: non si è sviluppata un azione sinergica tra tutte le Istituzioni, AUSL – Assessorato Regionale alla Sanità, Assessorato Regionale al Lavoro, INAIL, ISPESL, Organi Ispettivi e OO. Sindacali Datoriali e dei Lavoratori.

Abbiamo segnalato limiti e carenze nell’informazione, nella formazione degli RLS, RLST, degli RSPP e dei Lavoratori.

Notiamo che molti infortuni mortali, come il caso avvenuto nel 2008, dei 6 lavoratori di Mineo (CT) e i 2 di Motta Sant’Anastasia (CT), evidenziano carenze organizzative e di quelle in nero, con relativi costi sociali equivalenti a una perdita del 2% del PIL, 55 milioni di euro di indennità temporanea, con 30 gg. di media per infortunio: la più alta d’ITALIA.

Anche questi dati mettono in evidenza i limiti del Servizio Sanitario Siciliano, oltre che per una flessione del 4,64%; i casi di asbestosi e silicosi nel 2006 ammontano a 34 e nel 2007 a 38 con un aumento del 11,76%.

Numeri cosi bassi lasciano pensare che i medici di famiglia, gli specialisti e ospedalieri non sempre ricercano la correlazione tra la patologia, l’ambiente di lavoro e le mansioni svolte.

Così i lavoratori oltre al danno subiscono la beffa poiché non vengono risarciti per la malattia professionale contratta e inoltre nessuno può indagare sull’insalubrità e sulle cause per rimuoverle.

Riteniamo utile una forte collaborazione tra i medici dell’INAIL, dell’INPS, di Base, Ospedalieri, nonché i Medici Competenti, per chiarire cause ed effetti delle malattie professionali.

L’amianto, ancora fortemente presente nei luoghi di lavoro, nelle discariche abusive, negli istituti pubblici e privati, rappresenta un notevole rischio per tutti i cittadini e lavoratori esposti.

Va ultimata la mappa dei lavoratori esposti, occorre che la CONTARP acceleri l’esame delle richieste e venga data risposta alle richieste dei lavoratori e fornisca le aree a rischio alle Autorità competenti - AUSL –ARPA, per garantire la bonifica delle aree e la messa in sicurezza dell’amianto affinché non vengano sprigionate altre fibre nell’aria.

Il reinserimento dei lavoratori infortunati, deve rappresentare per l’INAIL un obiettivo fondamentale e prioritario, così come abbiamo fatto in alcuni casi.

Occorre applicare la Legge 244/2007 (Finanziaria 2008) che ha previsto l’estensione delle disposizioni relative al Collocamento obbligatorio dei familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità, anche agli orfani o in alternativa al coniuge superstite di coloro che sono morti sul lavoro o per gravi mutilazioni e infermità derivate da infortunio sul lavoro (Legge 407/88).

Occorre sviluppare un Coordinamento tra gli Enti previdenziali, trovare forme di collaborazione, di scambio informatico per facilitare il lavoro sia ai dipendenti pubblici, che all’utenza, lavoratori, Patronati, Consulenti, Aziende, ridurre i costi degli affitti e logistici, assicurando presenze adeguate nel territorio, avvicinando nelle varie forme, Sedi e Sportelli ai cittadini, così come prevede il progetto di reingegnerizzazione dell’Istituto.

Per ogni servizio erogato c’è stata un’elaborazione, un impegno e di questo ringrazio i Dipendenti dell’Istituto che si sono prodigati per garantire i diritti alla nostra utenza, Lavoratori e Imprese, consapevoli che dietro ogni pratica, c’è una persona, una famiglia, una attività economica sociale.

Il senso dello Stato “amico”, efficiente, la certezza dei diritti e il senso del dovere hanno garantito e garantiranno l’ordine sociale e istituzionale del nostro Paese e della nostra Comunità.

Giuseppe Lo Bello

Nel documento Regionale 2007 (pagine 64-72)

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