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P OLITICHE SOCIALI , LOTTA ALLA POVERTÀ E ALL ’ ESCLUSIONE SOCIALE

CAPITOLO 6................................................................................................................................. 96

6.1 Occupazione e Affari sociali

6.1.5 P OLITICHE SOCIALI , LOTTA ALLA POVERTÀ E ALL ’ ESCLUSIONE SOCIALE

condizione o a rischio povertà ed esclusione sociale - posto dalla Strategia Europa 2020 - il Governo ha previsto, con la Legge di Stabilità 2016, l’istituzione di un Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione, al quale sono assegnate le risorse di 600 milioni di euro per l’anno 2016 e di 1 miliardo di euro a decorrere dall’anno 2017, finalizzato a garantire l'attuazione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, al quale sono assegnate risorse strutturali. Nel corso del 2016 il Programma operativo FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti), ha iniziato a contribuire ad alleviare le forme più gravi di povertà distribuendo prodotti alimentari e l’Italia ha scelto di integrare la componente obbligatoria di finanziamento del Programma Operativo con una componente volontaria, più che raddoppiando in tal modo le risorse disponibili. Per la distribuzione di beni alimentari (servizi di mensa, distribuzione di pacchi alimentari, empori sociali, distribuzione tramite unità di strada) sono a disposizione circa 480 milioni di euro per la programmazione 2014-2020.

Per quanto attiene invece alle politiche relative alle persone con disabilità e alla lotta contro la discriminazione, è stata approfondita la proposta di Direttiva Accessibility Act EAA - COM (2015) 615 “Proposta di direttiva in materia di accessibilità del mercato di beni e servizi per persone con disabilità” con valutazione dei dossier. Per quanto concerne la proposta di direttiva del Consiglio UE 2008/0140 “Applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale” (c.d. “direttiva antidiscriminazione”), volta a colmare le lacune nel settore “anti-discriminazione” - che contempla, fra l’altro, l’accesso a protezione sociale, istruzione e beni e servizi e per le cause di discriminazione previste (religione/credo, disabilità, età ed orientamento

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sessuale) anche per le persone con disabilità - in discussione presso il Consiglio, si evidenzia che il testo è tutt’ora in corso di approvazione, atteso che la base giuridica di riferimento (art. 19 TFUE) richiede l’unanime consenso. Con il coordinamento nazionale è stato ribadito il ruolo dell’UNAR e della Conferenza delle Regioni per i costi necessari all’abbattimento delle barriere architettoniche ed è stata segnalata la criticità relativa all’art.4.7 (housing) e dell’azzeramento del Fondo esistente.

Il Governo ha inoltre proseguito l’attività internazionale riguardante il tema dell’economia sociale, nelle sue varie articolazioni e profili. Nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Inclusione - Programmazione 2014/2020 - approvato dalla Commissione Europea a dicembre 2014, il Governo è stato chiamato a contribuire all’attuazione di politiche di intervento, su scala nazionale, volte a favorire una maggiore inclusione sociale di quelle fasce della popolazione tra le quali si registrano condizioni di vita svantaggiate perché colpite da povertà e/o da forme di discriminazione. In continuità con gli interventi già realizzati a valere sulla programmazione comunitaria 2007-2013 e con quelli già avviati a valere sulla programmazione comunitaria 2014-2020 nell’annualità 2015, sono state realizzate nel corso del 2016 le attività previste nell’ambito dell’asse prioritario 3 “Sistemi e modelli d’intervento sociale” (obiettivo tematico n. 9 “Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà ed ogni forma di discriminazione”, obiettivo specifico 9.7 “Rafforzamento dell’economia sociale”). Sono proseguite le attività afferenti al progetto “Registro unico nazionale del terzo settore e rafforzamento dell’economia sociale”, finanziato nell’ambito del suddetto asse 3

“Sistemi e modelli di intervento sociale”. Tali azioni sono state attuate in coerenza: con le strategie europee; con il ruolo che svolgono le organizzazioni del Terzo settore nel contribuire, con approcci e soluzioni innovative e in sinergia con una regia pubblica, alla costruzione di un welfare più evoluto e attento ai bisogni dei cittadini e delle comunità territoriali; con la L. n. 106 del 06/06/2016, recante “Delega al governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del servizio civile universale” - i cui decreti attuativi sono in corso di elaborazione - di riordino e semplificazione della complessa disciplina in materia di Terzo settore, valorizzando il potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dagli enti del Terzo settore, anche attraverso la razionalizzazione degli incentivi e delle misure fiscali e di sostegno economico già previste a legislazione vigente. Nell’ambito dell’imprenditoria sociale il Governo ha partecipato ad una riunione - presso la Commissione Europea - del Gruppo di alto livello sull’imprenditoria sociale (GECES) sul Rapporto Generale GECES (in progress) 2016 sull’economia sociale, elaborato dai rispettivi sotto gruppi di lavoro tematici individuati nel corso del terzo semestre del 2015. Il Rapporto - contenente anche 13 Raccomandazioni per azioni concrete mirate allo sviluppo e al rafforzamento dell’imprenditoria sociale - è stato presentato durante Ia “International conference on Social Economy under the auspices of the Slovak Presidency of the EU Council”, a Bratislava il 30 novembre e il 1 dicembre del 2016, dove il Governo ha partecipato alle attività dei preposti gruppi di lavoro. E’ stata inoltre presentata la Carta di Bratislava riguardante l’ “Economia sociale come un attore chiave nel fornire risposte efficaci alle sfide sociali attuali in Europa e nel mondo”. Per quanto concerne la Responsabilità sociale delle imprese, il Governo è stato impegnato nella stesura definitiva del Piano di Azione Italiano sui “Principi Guida delle Nazioni Unite sulle Imprese e i Diritti Umani”. Il Governo ha contribuito, dopo una intensa concertazione interna, alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea sulla proposta di “Pilastro dei diritti sociali”, nell’ambito della quale verranno adottati a marzo un quadro di riferimento per valutare la situazione occupazionale e sociale degli Stati Membri partecipanti, in primis quelli dell’area Euro, ed una serie di iniziative legislative e non legislative nelle venti aree

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di policy identificate come essenziali per il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di welfare, ed il raggiungimento di obiettivi più generali: rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, rilancio della competitività, creazione di sistemi di protezione sociale adeguati, maggiore resilienza dei sistemi economici europei. Il Governo condivide le proposte della Commissione, per la concretezza che dovrà caratterizzare le azioni e per gli ambiti coinvolti, con particolare attenzione alla Youth Guarantee, alla disoccupazione giovanile e alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il Governo italiano, nel corso del primo semestre del 2016, ha seguito da vicino le attività previste in ambito europeo dalla presidenza olandese del Consiglio dell’Unione europea, prendendo attivamente parte ai negoziati sulle Conclusioni consiliari relative alla

“Risposta all’Impegno strategico della Commissione per la parità di genere”.

Analogamente, il Governo italiano ha confermato il proprio coinvolgimento nelle attività previste dalla presidenza slovacca del Consiglio UE, che ha avuto luogo nel secondo semestre del 2016, tra cui la negoziazione e approvazione delle Conclusioni del Consiglio su “Donne e povertà”. Ai sensi dell’art. 9 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24 recante “Attuazione della direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime, che sostituisce la decisione quadro 2002/629/GAI”, il Governo italiano ha adottato, il primo Piano d’azione nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani. Il Piano definisce le strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno, nonché azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione, e all'emersione e all'integrazione sociale delle vittime. La costruzione della strategia italiana è in linea con il quadro delineato a livello europeo e internazionale, e in particolare con la Strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta degli esseri umani (2012 – 2016) – COM (2012) 286. Allo scopo di promuovere l’accesso e l’avanzamento di carriera delle donne nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM), in cui le donne sono attualmente sottorappresentate, il Governo italiano ha portato avanti, anche nel 2016, l’azione di coordinamento del progetto TRIGGER (TRansforming Institutions by Gendering contents and Gaining Equality in Research), attualmente in corso. Nel corso del 2016 è proseguita la collaborazione del Governo italiano con l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) per contribuire a rafforzare la promozione della parità di genere in tutte le politiche dell’Unione europea, la lotta alle discriminazioni basate sul sesso e la sensibilizzazione dei cittadini europei al tema della parità di genere.

Al fine di incrementare la partecipazione delle donne all’occupazione, promuovere la conciliazione tra vita privata e professionale e favorire l’utilizzo dei congedi parentali per donne e uomini, il Governo Italiano ha avviato nel 2016 il progetto europeo “ELENA - Experimenting flexible Labour tools for Enterprises by eNgaging men And women”, allo scopo di studiare e promuovere nuove forme di lavoro flessibile per i lavoratori e le lavoratrici all’interno delle aziende. Per la realizzazione del progetto E.L.E.N.A, nel corso del 2016, è stato dato avvio ad una sperimentazione pilota presso una grande azienda italiana che ha adottato nella propria organizzazione aziendale un nuovo modello di work life balance consentendo, per un periodo di 9 mesi, ad un campione significativo di dipendenti (n. 200) forme di lavoro agile attraverso una flessibilità degli orari e dei luoghi di svolgimento delle prestazioni lavorative. L’obiettivo della sperimentazione è comprendere e mostrare come la promozione delle forme di lavoro agile possa produrre benefici sia nei confronti dei lavoratori/trici, in termini di miglioramento dell’equilibrio vita-lavoro, sia nei confronti delle aziende, le quali beneficerebbero di una migliore produttività e tratterrebbero i propri talenti. Il progetto europeo intende inoltre proporre nuovi strumenti di conoscenza e di intervento finalizzati a migliorare

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l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro della popolazione lavoratrice attraverso percorsi di lavoro agile, con la finalità di contribuire a rimuovere gli stereotipi a carico delle donne e agevolare l’assunzione di responsabilità familiari da parte dei padri. Al fine di assicurare il sostegno ad iniziative di carattere imprenditoriale femminile e di favorire maggiori occasioni di occupazione, in linea con la strategia Europa 2020, il Governo italiano nel corso del 2016 ha continuato nella sua azione di promozione dell’imprenditoria femminile e del lavoro autonomo, attraverso un rafforzamento degli strumenti attualmente esistenti - Sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI denominata “Sezione speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le pari opportunità” dedicata all’imprenditoria femminile e diretta a favorire l’accesso al credito, che resta una delle principali problematicità che le donne incontrano nell’intraprendere attività di impresa. La dotazione di partenza della Sezione speciale, concretamente operativa dal gennaio 2014, pari a 10 milioni di euro, è stata incrementata di ulteriori 20 milioni di euro dal decreto-legge n.145/2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 9/2014 (c.d. “Piano Destinazione Italia” ). Nel corso del 2016 sono state inoltre destinate ulteriori risorse, per un importo pari a 4 milioni di euro sulla Sezione, che si aggiungono alla dotazione complessiva della stessa pari a 30 milioni di euro. Una quota pari al 50% della dotazione della Sezione speciale è riservata alle imprese femminili start up. Dall’attivazione della Sezione (gennaio 2014) alla data del 31 dicembre 2016 sono state accolte a valere sulla Sezione speciale 16.125 operazioni (di cui 7.078 riferite a imprese start up), per un ammontare di 1,2 miliardi di euro un importo garantito complessivo pari a 794,4 milioni di euro. La piena inclusione delle donne nella vita economica e sociale del Paese si realizza anche attraverso la concreta possibilità delle donne di accedere a posizioni di vertice nei settori economici e strategici del Paese. Nel 2016 il Governo Italiano ha proseguito nella sua azione di verifica e monitoraggio della corretta applicazione della normativa sulle quote di genere, introdotta con la legge n. 120/2011, finalizzata alla promozione della presenza equilibrata di donne e uomini nelle posizioni apicali dei luoghi decisionali dell’economia.

Per quanto riguarda le attività sviluppate in attuazione della Comunicazione della Commissione Europea, n. 173/2011: Strategia nazione di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti (RSC) 2012-2020, Il Governo Italiano ha proseguito le attività di implementazione della Strategia nazionale per l'inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, avviando iniziative mirate, promuovendo azioni di sensibilizzazione, modelli, progetti pilota e sperimentazioni , anche in sinergia con la Fundamental Rights Agency (FRA), la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa (ad es. Cahrom) e altre Organizzazioni (ad es. Equinet). Inoltre, nell’ambito del Tavolo Interministeriale dedicato al tema dello status giuridico dei Rom, Sinti e Caminanti, è stato organizzato, il 18 ottobre scorso, la presentazione di avvio del progetto JUSTROM, finanziato dalla Commissione Europea e dal Consiglio d’Europa. Obiettivo specifico del progetto è quello aumentare il livello di conoscenza delle donne Rom (residenti nei comuni di Roma e Napoli) in tema di contrasto alla discriminazione e di tutela dei diritti.

A seguito dell’ apertura da parte della Commissione Europea di una procedura di infrazione, nei confronti dell’Italia, sul tema del mancato superamento del “sistema campi”, è stata elaborata una linea di intervento, che prevede il coinvolgimento delle principali amministrazioni competenti in materia. In questo contesto, l’8 aprile 2016 (in occasione della Giornata Internazionale del Popolo Rom), è stato convocato un Tavolo inter-istituzionale, composto dalle Amministrazioni Centrali dai referenti dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), dall’ISTAT e dai Comuni di Milano, Roma e Napoli. Inoltre, al fine di proseguire il dialogo comunitario, il successivo 25 maggio il Governo Italiano ha incontrato la Commissione Europea, per illustrare non solo il

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percorso, che è in via di ripresa, ma anche tutte quelle attività che si sono positivamente realizzate. In relazione all’attività di monitoraggio dei casi di discriminazione per razza, etnia, disabilità, religione, convinzioni personali, identità di genere e orientamento sessuale verificatisi sul territorio, il Contact Center creato ad hoc ha proseguito la raccolta di segnalazioni, svolgendo contestualmente una prima fase di consulenza e sostegno alle vittime. In particolare, dal 1 gennaio al 30 settembre 2016 sono state avviate 1.521 istruttorie su altrettanti casi di discriminazione. I primi dati dell’Osservatorio New Media & Internet e la tecnologia utilizzata sono stati presentati ufficialmente il 31 maggio 2016 in occasione di una riunione promossa dalla Commissione Europea con gli SM e le IT Companies su un progetto di coordinamento su Hate - speech a livello europeo.