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2. La disciplina della concessioni demaniali marittime

2.5 Il pagamento del canone concessorio

Tra gli obblighi principali in capo al concessionario vi è il pagamento del canone, la cui natura giuridica come corrispettivo e non come tassa è oramai sostenuta in maniera unanime in dottrina e in giurisprudenza (163).

La misura di quanto dovuto dal concessionario è determinata dall’atto di concessione (art. 39 cod. nav.) e aggiornata annualmente in relazione al tasso di inflazione

(163) Si v. in giurisprudenza Cass., 5 maggio 1972, n. 1353, in Giust. civ. 1972, I, 1401. In dottrina cfr. con E.CASETTA, Entrate tributarie e canoni di concessione su beni demaniali, in Temi trib., 1959, 488; F. TESAURO, Natura giuridica e coesistenza della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e del canone di concessione, in Riv. dir. fin. sc. fin., 1994, I, 661 ss;

M.BASILAVECCHIA, Natura giuridica del canone nelle concessioni demaniali marittime, in Dir. trasp. 1998, 355.

programmato (art. 10 d. l. 4 marzo 1989, n. 77) (164).

Ai sensi dell’art 16 reg. nav. mar. la misura minima normale del canone per le concessioni è stabilita da leggi o regolamenti speciali.

Questa, inoltre, viene concordata tra il capo del compartimento e l’intendente di finanza in relazione all’entità delle concessioni stesse, allo scopo che si intende conseguire e ai profitti che può trarne il concessionario (art. 16 co. 4 reg. nav. mar.)

Il calcolo del canone avviene attraverso un’operazione tecnico-economica che coinvolge gli elementi certi e determinati di un rapporto concessorio e i possibili vantaggi che il concessionario può ottenere dal godimento del bene demaniale (165).

(164) A.LEFEVBRE D’OVIDIO,G.PESCATORE,L.TULLIO, Manuale di diritto della navigazione, cit., 131.

(165) L’art. 2 della l. 21 dicembre, 1961, n. 1501, ha previsto per la

prima volte che l’amministrazione fosse tenuta a graduare gli aumenti dei canoni minimi sulla base dell’utilità economica che i concessionari traggono dalla concessione. Si v. al riguardo C. ANGELONE, Il canone nelle concessioni di demanio marittimo ad uso turistico ricreativo, in Dir. tur.,

I criteri che devono orientare tale operazione sono fissati con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto col ministro dell’economia e delle finanze (d.m. 19 luglio 1989 e art. 6 d.m. 2 marzo 1998 n. 258 ) (166).

Quanto ai criteri e alla misura del canone per le concessioni con finalità turistico-ricreative occorre far riferimento rispettivamente al d. l. 5 ottobre 1993 n. 400 e al d.m. 5 agosto 1998 n. 342.

Quest’ultimo suddivide il territorio costiero in differenti aree in base alla valenza turistica delle stesse: categoria A, categoria B, categoria C. La categoria D riguarda le pertinenze demaniali marittime (art. 1 d. m. 5 agosto 1998 n. 342).

Nell’ambito di ciascuna categoria trovano applicazione

(166) «Da una determinazione sostanzialmente discrezionale dell’entità

del canone da parte dell’ente concedente, nella quale resta in ombra qualsiasi rilevanza dell’utilità economica ritraibile dal concessionario per lo sfruttamento dell’immobile, si passa, sempre più rapidamente a partire dal finire degli anni ottanta, ad una puntuale predeterminazione normativa dei criteri di quantificazione del canone, quantificazione nella quale assume via via più rilievo la considerazione della potenzialità economica della gestione del bene da parte del privato». Cosi scrive M. BASILAVECCHIA, Natura giuridica del canone nelle concessioni demaniali marittime, cit., 52.

canoni differenziati a seconda che la concessione venga rilasciata per l’uso di impianti di facile o difficile rimozione, di pertinenze demaniali marittime o di aree scoperte.

Sono le Regioni ad individuare le aree del proprio territorio da classificare entro le categorie suddette tenendo conto: a) delle caratteristiche fisiche, ambientali e paesaggistiche; b) del grado di sviluppo turistico esistente; c) dello stato delle acque in riferimento alla balneabilità; d) ubicazione e accessibilità dei servizi; e) caratteristiche delle strutture, delle attrezzature e dei servizi (art. 6 d.m. 5 agosto 1999 n. 342) (167).

La legge finanziaria del 2007 (art. 1 co. 251), tuttavia, ha apportato importanti variazioni per quel che concerne la determinazione dei canoni per le concessioni del demanio marittimo ad uso- turistico-ricreativo.

Si è passati dalle quattro categorie di suddivisione delle aree a seconda della valenza turistica a sole due categorie: categoria A, che include aree, manufatti, specchi acquei e pertinenze ad alta valenza turistica; categoria B che comprende

(167) C.ANGELONE,Il canone nelle concessioni di demanio marittimo ad uso turistico ricreativo, 135.

invece quelle a normale valenza turistica (168).

La misura del canone annuo, invece, è determinata applicando i seguenti coefficienti:

– area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A ed euro 0,93 al metro quadrato per la categoria B;

– area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A ed euro 1,55 al metro quadrato per la categoria B;

– area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,

(168) V. la pronuncia della C. cost., 22 ottobre 2010, 302, con nota di

D.DE GENNARI, in Riv. dir. nav., 2011, 355, per cui «la variazione dei criteri di calcolo dei canoni dovuti dai concessionari di beni demaniali marittimi non è frutto di una decisione improvvisa ed arbitraria del legislatore, ma si inserisce in una precisa linea evolutiva della disciplina dell’utilizzazione dei beni demaniali relativamente ai quali alla vecchia concezione statica e legata ad una valutazione tabellare e astratta del valore del bene, si è progressivamente sostituita un’altra, tendente ad avvicinare i valori di tali beni a quelli di mercato, sulla base cioè delle potenzialità degli stessi di produrre reddito in un contesto specifico. Trattasi di una linea di valorizzazione dei beni pubblici che mira ad una loro maggiore redditività per lo Stato, vale a dire per la generalità dei cittadini, diminuendo proporzionalmente i vantaggi dei soggetti particolari che assumono la veste di concessionari»

13 al metro quadrato per la categoria A ed euro 2,65 al metro quadrato per la categoria B;

– euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa;

– euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa.

Qualora le concessioni ad enti pubblici o privati abbiano finalità di beneficenza o di altro pubblico interesse, sono fissati canoni di mero riconoscimento del carattere demaniale dei beni.