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Pagliara e il patrimonio edilizio della Federico

La partecipazione alla giornata di studi è stata una occasione per ricordare la interessante esperienza fatta con Nicola Pagliara durante la esecuzione di lavori di restauro effettuati sul patrimonio edilizio della Federico II. Si tratta di inter- venti che presentavano concrete difficoltà per la necessità di dover reinterpre- tare spazi che avevano subito, nel tempo, un notevole degrado con consistenti alterazioni della primitiva configurazione architettonica.

Il risultato degli interventi progettati da Nicola Pagliara può dirsi completa- mente riuscito così come oggi è possibile ammirare l’aula magna storica del- l’Università Federico II nella sua ripristinata funzione dopo le trasformazioni del periodo successivo al terremoto del 1980.

Il primo progetto affidato dalla Università Federico II è stato, nel 1983, il re- stauro del piano nobile del palazzo Spinelli di Fuscaldo sito in via Costantino- poli destinato a sede della Presidenza della prima Facoltà di Medicina e Chi- rurgia. In quell’anno questa Facoltà era ancora di pertinenza della Federico II in quanto la costituzione della Seconda Università di Napoli è avvenuta solo nel 1990.

L’immobile era stato acquistato nel 1972 ma varie problematiche nella fase at- tuativa di un primo progetto comportarono un aggravamento delle già precarie condizioni iniziali specialmente per i danni del terremoto. I lavori previsti dal pro- getto redatto da Nicola Pagliara iniziarono nel 1985 e nel giro di due anni fu com- pletato il restauro del prestigioso appartamento.

Il palazzo, costruito nella seconda metà del ‘500, appartenne prima alla fa- miglia Castriota Scanderberg, poi ai Marciano, famiglia di famosi giuristi, fino al- l’acquisizione - sul finire della prima metà del Settecento - da parte degli Spinelli marchesi di Fuscaldo. In questo periodo il palazzo fu portato dagli Spinelli al mas- simo splendore, arricchito di opere d’arte, tra cui i preziosi affreschi del Bar- dellino e del Cammarano. Nell’Ottocento cominciò la decadenza poi proseguita nel Novecento con utilizzazioni improprie, danni bellici e terremoto.

Infatti il grande appartamento, in occasione del primo sopralluogo di Nicola Pa- gliara, apparve parzialmente distrutto da vandalismi inspiegabili e da massicci in- terventi di consolidamento; si presentava privo di ogni carattere linguistico e di ogni memoria e l’affresco del Bardellino era danneggiato da infiltrazioni. Malgrado que-

Ingresso della sede centrale e rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, corso Umberto I.

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2La storia della Sede centrale dell’Università è stata ampiamente trattata in varie pubblicazioni.

In particolare vedi: ALDOPINTO, La storia degli interventi edilizi nella Nuova Università al corso

Umberto I, in “Fridericiana”, anno I n. 4 1993; GIANCARLOALISIO, La Sede centrale, in Il Pa-

trimonio architettonico dell’Ateneo Fridericiano, a cura di Arturo Fratta, Arte Tipografica Edi-

trice, vol. I 2004 pp. 95-122; ALDOPINTO, Il patrimonio storico e architettonico dell’Università.

Trent’anni di restauri e scoperte, in Il Patrimonio …, a cura di Arturo Fratta, Arte Tipografica

Editrice, vol. II 2004 pp. 577-642.

sità2. È da tener presente che questo edificio, inaugurato nel dicembre del 1908,

subì le principali alterazioni nel periodo post-bellico e negli anni immediatamente successivi al sisma del novembre del 19803; già nel 1953 l’architetto Eirene Sbri-

ziolo, incaricata del progetto di recupero dopo i danni bellici del secondo con- flitto mondiale, decise di dare una diversa e più moderna impostazione alla sala dell’aula magna4. Una ulteriore modifica - dopo circa dieci anni di abbandono

per la soppressione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico nel periodo della contestazione studentesca del 1968 - fu apportata per sopperire a improcrastinabili esigenze di spazio dipendenti essenzialmente dall’inagibilità di varie strutture universitarie per i danni sismici del 1980. Così rimosse sedute e arredi, realizzate divisioni e soffittature, furono ricavati locali per uffici, corridoi e per sale riunioni facendo dimenticare la grandiosità della sala e l’importanza della funzione svolta per molti anni.

Anche gli altri locali del secondo piano e, in particolare, gli ambienti del Ret- torato, della Direzione Amministrativa e della sala del Consiglio di Ammini- strazione si presentavano in una condizione di degrado dovuti alla vetustà di pavimenti, impianti e arredi; inoltre, si riscontrava da una parte la presenza di

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1Vedi il volumetto pubblicato nel 1987 “Sulla via di Costantinopoli” con contributi del Rettore

Carlo Ciliberto, di Nicola Pagliara e di Aldo Pinto. Le numerose immagini consentono di com- prendere l’evoluzione nel tempo dei locali del piano nobile del palazzo Spinelli, dalla configu- razione settecentesca con affreschi, rivestimenti in seta ed oro, lampadari in cristallo, arredo con poltrone, divani e specchiere angolari fino all’aspetto dopo l’intervento di Pagliara passando per la situazione di degrado risalente agli anni dopo il terremoto del 1980; altre illustrazioni ri- guardano le piante storiche e i disegni originali di Pagliara (pavimenti e rivestimenti in marmo e portone in legno all’ingresso dell’appartamento).

ste disastrose condizioni Pagliara è riuscito ad elaborare un progetto di reinter- pretazione dello spazio - coperto per la maggior parte da solai piani in legno - con la realizzazione di volte in cartongesso a botte, a vela e a cupola centinata.

Le linee guida della proposta progettuale di Pagliara appaiono molto chiare nelle parole dello stesso autore1:

«Si è smontato e rimontato il linguaggio cinquecentesco e settecentesco, tra- sferendo il significante di antichi segni e simboli, in contemporanee rappresenta- zioni della nostra cultura; si sono disegnati pavimenti in marmi mischi elaborando una composizione decorativa articolata secondo una costruzione tettonica dello spa- zio, tutta riferita, ambiente per ambiente a rapporti aurei fra altezza, larghezza e lunghezza, dimensionando le parti componenti la forma in riferimento ad una strut- tura fittizia e metafisica; attribuendo ai materiali usati, comportamenti paralogici, ironici ma quasi sempre non strutturali, facendo riacquistare all’architettura il suo ruolo antico di sogno comportamentale dello spazio della natura».

Analoghe problematiche hanno riguardato il secondo e più importante in- carico relativo al restauro del secondo piano della Sede centrale dell’Univer-

N. Pagliara, restauro della stanza del Rettore dell'Università Federico II di Napoli.

N. Pagliara, restauro del Consiglio di Ammini- strazione dell'Università Federico II di Napoli.

N. Pagliara, restauro dell'Aula Magna della sede centrale dell'Università Federico II di Napoli.

N. Pagliara, restauro del Senato Accademico dell'Università Federico II di Napoli.

L’ultimo intervento ha riguardato l’ala del secondo piano lato via Tari dove sono state adottate analoghe scelte progettuali. In particolare l’allestimento della nuova sala per il Senato Accademico, posta sul fronte principale in posizione sim- metrica rispetto alla sala del Consiglio, è stata incentrata sulla proposta siste- mazione a gradonata delle sedute articolate su tre lati della sala, mentre sul quarto lato è stata collocata la cattedra del Rettore.

Concludo questa sintetica informativa con il mio personale ringraziamento per il contributo dato da Nicola Pagliara alla mia formazione essendo stato, tra l’al- tro, relatore della mia tesi di laurea sul restauro della chiesa di S. Giovanni Bat- tista delle Monache.

3Il progetto per la costruzione della nuova sede dell’Università fu redatto, tra il 1891 e il 1896, da-

gli ingegneri Guglielmo Melisurgo e Pier Paolo Quaglia all’interno di un piano che doveva ri- guardare tutti gli edifici universitari.

4Fu eliminata la «fastosa otnamentazione d’uno stile neo classico imbaricchito» (Pontieri), demolito

il cornicione sui lati lunghi e realizzata una controvolta di raccordo tra il dipinto centrale del Ve- stri e la sommità dei capitelli. Cfr. «Annuario dell’Università degli Studi di Napoli», Anno ac- cademico 1954-55 e L’aula magna dell’Università di Napoli, a cura di M. Vajro, Napoli 1955

5Nel 1998, a conclusione dei lavori, è stata pubblicato il volume L’aula magna della Federico II -

Storia e restauro, a cura di Arturo Fratta, Napoli 1998 con contributi del Rettore Fulvio Tessi-

tore, di Nicola Pagliara, Gaetana Cantone, Ida Maietta, Antonio Isoletta, Maria Grazia De Feo, Aldo Pinto e Fabrizio Lomonaco.

spazi sottoutilizzati e, dall’altra, la carenza di locali da destinare a funzioni fon- damentali per la nuova realtà universitaria, ben diversa da quella esistente agli inizi del Novecento.

Questa situazione ha portato l’Università ad affidare a Nicola Pagliara il re- stauro degli spazi direzionali del secondo piano dove, al posto del largo e sotto utilizzato corridoio centrale, sono state sistemate le sale d’attesa del Rettorato e della Direzione Amministrativa. La sala d’angolo, sede del Consiglio di Ammi- nistrazione e del Senato Accademico, è stata ridisegnata raccordando il soffitto a cassettoni, ricco di stucchi decorati, e il fregio del pittore d’Agostino con la nuova articolazione delle pareti perimetrali rivestite con seta di S. Leucio e con il nuovo pavimento in parquet composto da legni policromi. Al soffitto dello stu- dio del rettore, nei riquadri delimitati da cornici esistenti, Armando De Stefano ha realizzato dipinti attinenti alla figura di Federico II.

I criteri che hanno guidato Pagliara per l’intervento negli spazi direzionali sono stati adottati anche in occasione dei successivi restauri dell’aula magna e degli al- tri spazi del secondo piano verso via Tari; criteri che sono ampiamente descritti dallo stesso Pagliara nel volume pubblicato sull’aula magna per la presentazione del restauro5.

I lavori eseguiti possono ritenersi perfettamente coerenti con i principi enun- ciati in quanto - accanto alla conservazione dei caratteri essenziali del manufatto ideato nel 1892, con riferimenti barocchi e rinascimentali, ed eseguito tra il 1899 e il 1908 - sono stati effettuati interventi di ‘completamento’ di elevato pregio sia per la qualità delle scelte progettuali, sia per i materiali adottati. Infatti nessuno può disconoscere che Pagliara è stato un Maestro nell’uso dei materiali e nella ricercatezza dei particolari costruttivi e che il disegno degli elementi architetto- nici da inserire nel contesto conservato risultano congruenti e tali da consentire un risultato finale di elevato valore architettonico.

Le condizioni di degrado in cui si trovava la sede centrale dell’Università Federico II di Napoli prima degli interventi di restauro di Nicola Pagliara.

N. Pagliara, disegno di progetto per uno dei pa- vimenti utilizzati per il restauro della sede cen- trale dell’Università Federico II di Napoli.

Particolare del restauro, realizzato da Pagliara, della sede del rettorato.

Aula Magna storica prima degli interventi di restauro.

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