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Palazzo Strozzi: colloquio telefonico con Alessio Bertini

Capitolo VI. I risultati dell’indagine empirica

6.4. Gli esperti del settore: conversazioni con gli educatori di alcuni musei italiani

6.4.3. Palazzo Strozzi: colloquio telefonico con Alessio Bertini

Palazzo Strozzi e il Mart, a cui fa riferimento il prossimo paragrafo, sono le istituzioni scelte in virtù della loro affermata posizione nel contesto dei servizi educativi in Italia. Quanto emerso dai colloqui con i responsabili dei rispettivi servizi didattici è quindi meno legato al contesto locale veneziano. Per quanto riguarda Palazzo Strozzi si organizza il giorno 20 gennaio un colloquio telefonico con Alessio Bertini, responsabile del dipartimento educativo della fondazione fiorentina. Si riporta a questo proposito un aneddoto: Alessio, pur non avendoci lavorato approfonditamente, incontra Billy Zhao in occasione della mostra di Marina Abramovic tenutasi appunto a Palazzo Strozzi. La conversazione ha una durata di circa 50 minuti.

Primo tra i temi rilevanti riguarda la volontà dei musei di avvicinarsi agli adolescenti: Alessio mette in evidenza come questo passo possa essere visto da due punti di vista differenti. C’è la componente legata al marketing, all’incrementare l’affluenza e a colmare le mancanze delle fasce di pubblico meno presenti nelle sale; e c’è, dall’altra parte, la componente educativa. Questi due approcci devono essere tra loro in equilibrio: il rischio che si corre è quello di offrire attività che siano puramente di intrattenimento, che quindi non offrano stimoli formativi a chi vi partecipa. Per riuscire a trasmettere i contenuti in maniera efficace sono richiesti approcci che guardano al medio-lungo termine: in questo senso un’occasione che molti musei sfruttano è quella dell’Alternanza Scuola-Lavoro. Molte istituzioni, sia pubbliche che private, si dotano di programmi mirati a colmare la richiesta legata alla necessità di svolgere le ore richieste per il riconoscimento dei crediti da parte degli istituti scolastici. Per quanto riguarda Palazzo Strozzi la volontà di lavorare con gli adolescenti va oltre: sono vari i progetti in fase di elaborazione o sperimentazione, oltre a quelli attualmente in corso. Tra le iniziative in fase di valutazione c’è la creazione di un Teen Board: progetto strutturalmente simile al MTS, permetterebbe di integrare gli adolescenti in maniera profonda all’interno dell’istituzione. Per coinvolgere i teen bisogna, al di là della modalità specifica, produrre un’offerta tale da creare l’occasione per la condivisione di idee e conoscenze, che attiri e renda realmente partecipi. È fondamentale che il museo, volendo lavorare con gli adolescenti, offra le condizioni adatte per strutturare un rapporto formativo valido per entrambi. Secondo Alessio bisogna in certi momenti cambiare punto di vista: non bisogna necessariamente pensare a come avvicinare i teen ai musei, ma pensare al rapporto che essi intrattengono con l’arte e la cultura. I musei devono fare il possibile per coltivare questo rapporto.

Valutando la possibilità di una riproposizione del Museum Teen Summit si chiede il parere di Alessio riguardo l’eventualità di riprodurlo in un contesto, come quello italiano, in cui sono presenti situazioni diverse da quelle di New York. Non si tratta sicuramente di un ostacolo insormontabile: un processo di questo tipo richiede certamente modifiche e adattamenti. Modalità, scopi e funzioni andrebbero riviste e riadattate al contesto mutato, considerando le specificità locali: sia dal punto di vista delle necessità, sia da quello delle possibilità offerte. In questo senso un vantaggio è quello di poter coinvolgere adolescenti provenienti da background sociali e culturali molto diversi tra loro: non limitarsi a coloro che hanno già partecipato ad attività museali permette di aumentare la diversità degli appartenenti al gruppo. Un tema interessante è anche quello di far lavorare a contatto target diversi, per inserire gli adolescenti nel contesto più ampio della società e della comunità di cui fanno parte.

Un tema importante legato al riproporre il MTS è quello dell’integrazione del gruppo a livello organizzativo, soprattutto quando si parla di coinvolgere in rete più istituzioni. Perché il processo funzioni non può essere solo il dipartimento educativo a sostenere l’iniziativa, ma deve essere l’intero museo. Una modalità che potrebbe favorire lo sviluppo di attività a lungo termine è il ricorso a sponsor o finanziatori esterni. Per quanto riguarda l’integrazione di più istituzioni non è vista come un limite: sicuramente lo sforzo organizzativo deve essere maggiore, ma fatta salva la qualità del prodotto offerto e della collaborazione, Alessio non vede limiti alla collaborazione tra musei e adolescenti. Si tratterebbe infatti di una collaborazione che ogni museo dovrebbe ritenere fruttifera.

Tema da cui non si può prescindere è poi quello del rapporto tra musei e scuola: Alessio conferma la quasi totale assenza di aggregatori culturali alternativi attraverso cui raggiungere gli adolescenti. Inoltre l’arte risulta meno accessibile rispetto ad altre attività extra-curricolari: su base volontaria sarebbero pochi gli adolescenti a sceglierla, se non quelli già portati verso di lei, per condizioni socio-culturali. Non è quindi da ostracizzare il ricorso all’istituzione scolastica come intermediario. I teen, soprattutto coloro i quali non vivono in grandi centri urbani oppure in zone periferiche di questi, talvolta letteralmente non sanno come fare ad arrivare a un museo in autonomia: la scuola oltre ad essere interlocutore privilegiato dei musei, è anche veicolo che essi possono usare per raggiungere adolescenti tra loro diversi. Solo una volta creata una tradizione di offerta consolidata può esserci engagement anche senza il passaggio attraverso la scuola. In questo contesto sono stati somministrati ad Alessio i risultati del questionario per quanto riguarda la discrepanza tra volontà a partecipare e l’attuale partecipazione: una delle motivazioni di questo dato potrebbe essere legata alla percezione che i ragazzi hanno del museo e dell’arte come elementi socialmente positivi. Sembra quindi loro giusto esprimere interesse, anche se poi, per vari motivi, non è detto che questo si concretizzi.

6.4.4. Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto: