DELLA STRUTTURA SINTAGMATICA DI UNA FRASE
6.2 IL PARADIGMA DELLE TOPIC MAPS
Le Topic Maps sono dunque uno standard ISO che definisce un modello formale e standardizzato di rappresentazione della conoscenza, sviluppato, secondo la stessa definizione ISO, per “rendere le informazioni più facilmente rintracciabili”; mentre XML Topic Maps (XTM) fornisce un vocabolario e una grammatica, basata su XML, per la codifica e l’interscambio di topic maps. In sostanza le TM costituiscono un modello astratto per la rappresentazione di strutture reticolari di conoscenza, senza prendere in considerazione problematiche di implementazione la cui risoluzione è demandata prevalentemente all’XTM, una specializzazione del linguaggio XML, adatta per la formattazione di informazioni a struttura associativa quali mappe concettuali, reti semantiche, basi di conoscenza e più in generale strutture logiche e cognitive.
Gli elementi fondamentali che costituiscono una topic map sono richiamati spesso in letteratura tramite l’acronimo TAO: Topic, Association e Occurrence [Pepper, 2000]. Come i “concetti” sono gli elementi primitivi di ogni mappa concettuale, così i topic lo sono di ogni topic map. Un topic è un simbolo usato dentro una topic map per rappresentare un (e un solo) subject, al fine di poter fare delle “dichiarazioni” su di esso. Un subject può essere qualsiasi cosa: un concetto astratto, un luogo, un evento, un nome, un oggetto fisico, etc. (generalizzando
possiamo affermare che un subject può essere qualsiasi cosa riguardo cui è possibile fare una dichiarazione). Un’association identifica la relazione tra due o più topic; mentre le occurrence identificano le istanze dei topic, in altre parole le risorse ritenute in qualche modo esplicative per quel particolare subject che il topic rappresenta [Adorni, Coccoli, Vercelli, & Vivanet, 2007b]. La prima caratteristica essenziale del paradigma delle TM è pertanto quella di avere una struttura a due livelli: un livello con la mappa dei topic (knowledge layer) e un livello con la mappa delle occorrenze (information layer).
FIGURA 19 KNOWLEDGE LAYER E INFORMATION LAYER IN UNA TOPIC MAP.
La presenza di due livelli distinti è un connotato di grande interesse poiché consente che tra i topic siano stipulate associazioni che non vanno a interferire con la struttura delle risorse informative [Weston, 2002]. Questo significa che è possibile astrarre la mappa dei topic dal contesto delle occorrenze e utilizzarla su strutture di documenti differenti o in alternativa predisporre delle mappe differenti per la medesima struttura di risorse.
Le principali caratteristiche di un topic sono il nome, le occorrenze e il ruolo associativo. Ogni topic può avere zero o più nomi e per ciascun nome possono essere definite delle varianti; questo ci consente non solo di risolvere problemi di sinonimia e d’ambiguità terminologica, ma anche di predisporre mappe dei contenuti adatte a essere fruite in contesti multi‐linguistici e multi‐culturali e di prevedere nomi differenti per diversi servizi e output. Ciascun topic può essere istanziato da zero o più occorrenze, le quali possono essere interne o esterne alla
mappa (offline o online). Inoltre ciascun topic può essere inserito in una o più relazioni associative e per ciascuna di queste possiamo specificare il ruolo che esso svolge all’interno della relazione (quest’ultima caratteristica è utile per assicurare una direzionalità alle associazioni).
Il limite di validità delle caratteristiche di un topic (nome, occorrenza e ruolo associativo) può essere definito tramite gli scope. Questi ultimi rappresentano in un certo senso dei contesti che possono essere associati a ciascun topic; in tal modo abbiamo la possibilità di definire per uno stesso topic insiemi di caratteristiche (nomi, occorrenze e ruolo associativo) differenti5. Ogni volta che facciamo un’assegnazione di una caratteristica a un topic, stiamo essenzialmente compiendo una dichiarazione riguardo a esso. Ma, evidentemente, non tutte le dichiarazioni possono essere universalmente valide: un nome potrebbe essere applicabile in qualche contesto ma non in altri (ad esempio, la Grande Mela per indicare la città di New York); una occorrenza potrebbe essere pertinente in alcune situazioni ma non in altre (ad esempio, l’immagine dei giocatori della Nazionale Italiana di Calcio sarà diversa nelle diverse competizioni cui essa partecipa nel tempo); un’associazione potrebbe rappresentare una opinione non condivisa da altre persone (ad esempio, Maradona è stato il giocatore di calcio più forte di tutti i tempi). L’obiettivo degli scope è consentire all’autore di una topic map di esprimere i limiti entro i quali tali dichiarazioni (o assegnazione di caratteristiche) hanno validità. Per questa ragione, Garshol evidenzia come un utilizzo molto potente degli scope è consentire la cattura di differenti punti di vista del soggetto [Garshol, 2007b]. Se, dunque, intendiamo l’attribuzione di determinate caratteristiche a un topic come delle dichiarazioni su di esso, potremmo dire che tipicamente gli scope vengono impiegati per stabilirne la validità temporale e/o secondo una data autorità; per definire che tali dichiarazioni sono rivolte a una particolare audience e/o per modellare nomi e/o occorrenze in differenti lingue [Garshol, 2007b]. Un sistema informativo ben strutturato può sfruttare questa possibilità per finalità che vanno oltre la semplice disambiguazione di termini omologhi, ad esempio variando dinamicamente la presentazione della mappa e dei risultati di una ricerca in base al profilo dell’utente [Weston, 2002].
Al fine di evitare problemi d’ambiguità nella identificazione dei topic, è possibile associare a questi degli identificatori univoci, solitamente degli URI, in
5
Inizialmente lo standard includeva un elemento denominato facet (derivato dal sistema di classificazione a faccette di Ranganathan) al fine di poter esprimere metadata reletivi alle risorse informative. Con lo sviluppo dello standard la necessità di usare le faccette è venuta meno poiché gli stessi risultati possono essere ottenuti attraverso canoniche associazioni [Vassallo, 2005].
modo simile a quanto avviene in RDF. Inoltre, topic, association e occurrence possono essere portati a un livello di astrazione superiore definendo dei topic type, association type e occurence type. Questa caratteristica incrementa sensibilmente le capacità espressive di una topic map poiché permette di costituire degli insiemi di topic sulla base di caratteristiche comuni. Infine, per ridurre eventuali problemi di ridondanza è possibile compiere operazioni di merging (fusione) tra mappe differenti o porzioni di mappe, il che consente di evitare di replicare porzioni di mappa che potrebbero essere invece più agevolmente importate dall’esterno (caratteristica utile anche in termini di riusabilità dei contenuti).