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206 PARTE PRIMA guai cosa gli venne così ben fatta, che ne cavò,

oltreallamaniera chefu.moltopiùbelladi quella delsuo maestro,il?oprunnomcdi Giotti-no che Giotti-nonglicascòmai;anzi fupareredi molti, eperlamanieraeperlonome,iqualiperò fu-ronoingrandissimoerrore,chefusse figliuolo di Giotto;mainvero nonè così,essendocosa cer-ta,operdirmeglioeredinza(m.n potendosi così fattecoseaffermaredaognuno)chefu fi-gliuolo diStefanopittore fiorentino.Fudunque costui nella pitturasìdiligente e di quellatanto amorevole,che sebbene molte operedi luinonsi ritrovano,quelle nondimenochetrovate si sono, erano buoneedibellamaniera;perciocchéi panni,icapelli,lebarbe,eognialtrosuo la-vorofuronol'attie uniticontantamorbidezza e diligenza,chesivedeeli'egliaggiunsesenza dubbiol'unionea quest'arte, e l'ebbemolto più perfetta,che Giottosuo maestroeStefano suo padre avutanon aveano.DipinseGiottinonella suagiovanezzain S.StefanoalponteVecchiodi Firenze unacappella allato allaportadel fianco, clicsebbeneèoggimoltoguasta dallaumidità,in quelpoco cheerimasosivedeladestrezza e 1'ingegnodell'artefice.Fecepoialcantoalla Macinene'fratiErminiiSS.Cosimo eDamiano, chespenti daltempo ancoressioggipocosi veg-gono.Elavoròinfrescounacappella nel vec-chioS.Spirito didetta città,che poinell'incen-dio diqueltempio rovinò,edinfrescosoprala porlaprincipale della chiesa la storia della mis-sione dello SpiritoSanto,e su lapiazzadi detta chiesaperirealcantoallaCuculiasulcantone delconvento, quel tabernacolo che ancoravi si vcde,conlauostrpDonnae altri santi d'attorno,

VITADITOMMASO DETTO GTOTTIXOaoy chetirano e nelle testee nel!' altre parti iurte allòmanieramoderna,perchècercòvariare e cangiarelecarnagioni,ed accampag nai e nella varietà de'colori e ne' panni,congià zìa e giudi-ziotutte lefigure. Costuimedesimamente la-voròin S.CrocenellacappelladiS.Silvestro l'ist'iriediCostantinoc >nmoltadiligenza,avendo bellissimeconsiderazioni nei getti delle figure, e poi dietro aunornamentodimarmofatto per la sepolturadiM.Bettino de'Bardi,uomostato inqueltempo inonoratigradi di milizia,fece essoM.Bettinodinaturalearmato, die.esce d'unsepolcroginocchi ini,chiamatocolsuono delletrombedelGiudiziodadueangeli,chein ariaaccompagnano unCi ìsto nellenuvolemolto benfatto.ilmedesimoin S.Pancraziolece all'en-trar dellaporta amanrittaunCristoche porta lacroceedalcuni santiappresso,chehanno es-pressamentelamanieradiGiIto.Erain S. Gal-lo,ilqualconventoera fuor di llaportachesi chiamadalsuonome,efurovinatoperl'assedio, inunchiostro dipìntaafrescounaPietà,della qualen'ècopiainS.Pancraziogià detto inun pilastroaccantoallacappellamaggiore.Lavorò afrescoin S.MariaiVovclIaalla cappelladi S.

Lorenzode'Giuochi,entrandoinchiesaperla poTtaamandestra,nella facciatadinanziun>S.

Cosimoe S.DamianojedinOgnissantiunS. Cri-stofanoeunS.Giu'gio,chedallamalignità del tempo furonoguasti e rifattida altri pittori,per ignoranza d'un proposto pocodi talmestiere in-tendente. Nella detta chiesaè.dimanodì Tom-masoriinasosalvol'arcocheèsopralaporta dellasagrestia, nelqualeèa frescounanostra Donnacol figliuolo in hraccio,che è cosa buona;,

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PARTE

PRIMA, peraverla egli lavoratacondiligenza.Mediante queste opere avendosiacquistatotantobuon no-medottino, imitandoneldisegno e nelle inven-zioni,comesiè detto,H suo maestro, chesì di-cevaessere in lui lo spirito d' esso Giotto,peria vivezzade'colorieperlapratica deldisegno ,

l'anno i343a'dì 2 di luglio,quandodalpopolo fu cacciatoilDuca d'Atene,echeegliebbe con giuramento renunziataerendutalasignoria e la liberta aiFiorentini, fu forzato daiDodici Rifor-matoridello stato,eparticolarmentedaipreghi diM. ÀgnoloAcciaiuolialloragrandissimo cit-tadino,che molto potevadisporre di lui ,-dipi-gnereperdispregionellatorredelpalagiodel PodestàildettoDuca edisuoiseguaci,che fu-ronoM.CeritieriVisdomini,M. Maladiasse,il suo Conservatore,eM.RanieridaS.Gimignano, tutticonlemitredi giustizia incapo vituperosa-mente.Intornoallatesta delDuca erano molti animalirapaci e d'jltre sorti,significantila na-turae qualità di lui;ed unodiquc'suoi consi-glieriavevainmanoilpalagio de'Prioridella citta,ecomedislealee traditoredellapatria glie

gnedellefamiglie loro,ed alcunescritteche oggi sipossonomalamenteleggereperessere consu-mate<laLtempo.Nellaquale opera,perdisegno eperessere statacondottacon molta diligenza, Siacqueuniversalmenteaognunolamaniera ell'artefice.DopofecealleCampora,luogo de'monaci Neri fuordellaportaa S. PieroGat-tolini,unS.Cosimoe S.Damiano,chefurono guastinell'imbiancarelachiesa.Edalponte a RomitiinValdarno,iltabernacoloeh'èin sul mezzo muratodipinseafrescoconbella manie-Io Etuttiavevanosottol'arme e

Tinse-à

VITADITOMMASO DETTO GIOTTIfO209 ni disuamano. Trovasi perricordo di moltiche nescrissero,cheTommasoattese allascultura,e lavoròunafigura dimarmonelcampanilediti.

MariadelFiorediFirenzedibraccia quattro, verso doveoggisonoiPupilli. InRoma simil-mente condusseabuonfinein S.Giovanni La-teianounastoria,dovefiguròilPapainpiù gra-di, laqualeoggiancorasivedeconsumatae rosa daltempo.Edin casa degliOrsiniunasalapiena d'uominifamosi,edinunpilastro d' Araceliun S.Lodovicomoltobello,accantoall'aitar mag-gioreamanritta.InAscesiancoranellachiesa di sottodi S.Francescodipinsesoprail perga-mo,nonviessendoaltroluogoche nonfusse di-pinto, in.un arcolacoronazionedinostraDonna conmoltiangeliintorno,tantograziosiecon bell'arie nei volti,ed inmododolci e delicati,che mostrano conla solitaunionede' colori,ilche era propriodiquestopittorejluiaveretutti gli altriinsin'allorastatiparagonato;eintornoa

?uesto arcolecealcunestoriediS-Niccolò .

arimentenelinonasteriodiS.Chiaradelta medesimacittàamezzolachiesadipinseuna storiain fresco,nellaqualeè S.Chiara soste-nutainariadadueangeliche paionoveri,la qualeresuscitaunfanciullocheeiamorto, mentrelestannointorno tuttepiene di maravi-gliamolte femminebellenel viso,nell'acconcia-turede'capi,e negliabitichehannoindosso di mie' tempi moltograziosi.Nellamedesimacittà d'Ascesifecesopralaporta dalla cittàche vaal Duomo,cioèinunarco dalla parte didentro, unanostraDonnaeoi figliuolo incollo,con tanta diligenzache parevìva,ed unB.Francesco ed unaltrosanto bellissimi, le qualidueopere,

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PARTE PRIMA

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