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3.2 Il questionario sullo yaoi/Boys' Love in Italia 81 

3.2.4 Parte IV Il rapporto con gli altri 106 

Nonostante la maggior parte delle rispondenti (44,7%) non lo faccia, quasi un terzo di loro affronta l’argomento in casa (27,5%, Grafico 28), mentre il 15,9% non lo fa, probabilmente per timore di essere discriminata.

Grafico 28 La tua famiglia è a conoscenza della tua passione?

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Da questo punto di vista, a livello di coppia (Grafico 29), mentre la gran parte dei partner delle rispondenti impegnate sentimentalmente si rivela disinteressato alla questione (59,2%), il 21,5% riesce a condividere questa passione. Il 13,9% non ne è a conoscenza, probabilmente a causa del timore delle partecipanti di non essere adeguatamente comprese, mentre una piccola percentuale la critica (5,3%).

Nel rapporto con le persone esterne al fenomeno (Grafico 30), la maggioranza tende a nascondere in alcune occasioni il proprio interesse per lo yaoi/BL (45,2%), mentre il 20,8% è solito farlo, anche se il 32% non si fa intimorire dai pregiudizi e ne parla liberamente anche con persone che potrebbero non tollerare questa passione.

L’aspetto sociale si rivela fondamentale anche per le fan italiane, che in questo modo sono in grado di stabilire e mantenere degli spazi (virtuali e non) dedicati alle sole donne e alle loro fantasie, forse anche di più delle loro controparti nipponiche. Infatti nel Grafico 31, si osserva che la maggioranza assoluta (82,8%) ha contatti con altre/i fan, chi in maniera regolare (45,6%) o meno (37,2%) e chi si limita a qualche contatto occasionale (13,4%), mentre solo una piccola percentuale preferisce evitare del tutto (3,8%) o di convidere solo raramente (13,4%) il proprio interesse con altre persone a loro simili.

Grafico 30 Tendi a nascondere la tua passione da coloro che potrebbero non condividerla con te?

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Anche nella vita di tutti i giorni circa la metà (53,9%, Grafico 32) si ritrova fisicamente con altre appasionate, mentre il 14,1% si ritrova solo alle fiere o agli eventi dedicati ad anime e manga, ma una buona percentuale (32%) preferisce l’interazione mediata online.

La realtà della comunità yaoi/BL italiana presentata da coloro che hanno compilato il questionario, appare molto eterogenea (Grafico 33). Innanzitutto sarebbe più appropriato parlare di piccole comunità stanziate principalmente sui social network, pagine e gruppi di Facebook in primis, che un’unica grande comunità centralizzata. Nonostante vengano percepite come ridotte e ancora di nicchia, la maggioranza delle rispondenti ha concordato che all’interno di queste comunità sono presenti in maniera massiccia ragazze adolescenti che si comportano in modo infantile, intervenendo continuamente nelle discussioni, mostrandosi irrispettose verso le opinioni altrui e che spesso aderiscono a mode convenzionali. Generalmente questo tipo di persone vengono etichettate come bimbiminkia, neologismo gergale tutto italiano originatosi nelle subculture videoludiche nella seconda metà degli anni Duemila115, o nella loro

declinazione nippofila anche giappominkia e in questo caso specifico come yaoiminkia. A causa della loro passione eccessiva e indiscriminata, dovuto forse alla giovane età e al bisogno di accettazione sociale, sono frequenti i casi in cui scoppino delle shipwar, termine ereditato dalla subcultura slash, in cui avvengono animate discussioni tra due o più gruppi di fan sui rispettivi pairing, che possono sfociare in dimostrazioni d'odio particolarmente forti e che possono protrarsi per lunghissimi periodi di tempo. Questo è il motivo principale per cui molte rispondenti, generalmente più grandi d’età, attualmente frequentino le comunità anglofone o preferiscano le ristrette cerchie

115 Claudio PIZZIGALLO, Chi ha inventato la parola "bimbominkia"? Una scoperta sensazionale, in

“Pizzi Chi?”, www.pizzi-chi.it/chi-ha-inventato-la-parola-bimbominkia-una-scoperta-sensazionale, 02 gennaio 2016.

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amicali per le loro attività. A tal proposito, ecco una risposta alla domanda “Cosa ne pensi della comunità yaoi/BL italiana?” tratta direttamente dal questionario:

Vale il semplice "NO COMMENT"? Al di là che probabilmente è costituito da uno stuolo di bimbeminkia (o yaoiminkia, per la precisione), penso che il fandom yaoi/BL sia terribile. Non tanto la comunità di manga yaoi, ma la comunità che considera yaoi serie assolutamente non yaoi. Vedere gente che si insulta sia online ma anche alle fiere perché si shippano un pairing diverso dal proprio è la cosa più triste che possa esserci. Il buon "vivi e lascia vivere" non sanno proprio cosa sia :D Cmq, dopo aver girato per tumblr, il problema non è poi tanto la comunità italiana, ma quanto TUTTE le fujoshi/yaoiste di questo mondo.

Nonostante tutto, più della metà delle rispondenti si sente effettivamente parte di una comunità di persone con cui condivide la propria passione (56,2%, Grafico 33) mentre non è così per il 25,3%.

Per quanto riguarda la considerazione che lo yaoi/BL sembra avere tra le altre persone esterne al fenomeno, è presente un atteggiamento generalmente negativo. Nonostante alcuni lo tollerino con indifferenza, viene malvisto da una buona parte degli appassionati di anime e manga, poiché vedono i personaggi delle loro opere preferite distorti senza apparente motivo, dimostrando un implicito sessimo e omofobia di fondo. Ancor più negativa invece, è l’impressione che hanno le persone avulse dal genere quando ne vengono in contatto. Parole come «perversione», «porno gay», «disgustoso», «malato» e «strano» ricorrono spesso nelle risposte delle fan. Anche nelle interviste la maggior parte delle partecipanti ha affermato di aver subito più di una esperienza di discriminazione nel periodo adolescenziale, generalmente da parte di qualche amico appassionato di anime e manga, oppure da parte di una figura esterna più adulta, non

Grafico 33 Svolgere le tue attività condividendole con altri che hanno la tua passione ti fa sentire parte di una comunità?

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necessariamente online. Uno dei motivi per il quale in Italia è presente un clima di intolleranza verso le persone omosessuali e in genere verso le minoranze sessuali, si può attribuire alla storica influenza non solo culturale, ma anche politico-legale della Chiesa Romana Cattolica. Infatti la sua dottrina religiosa non ammette nessuna forma di amore differente da quella biologica tra il sesso maschile e femminile, quindi condanna generalmente qualsiasi comportamento erotico sentimentale di matrice omosessuale. Di fatto, nel Catechismo della Chiesa Cattolica viene esplicitato che:

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva

sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati116.

Perciò l’omosessualità in Italia è tollerata solo in certi casi e spazi ad essa dedicata, e riscontra molte difficoltà ad essere accettata nella sua totalità. Le persone che non ricalcano il paradigma eteronormativo per quanto riguarda l’orientamento e il desiderio sessuale tendono ad essere emarginate perché il concetto della loro “anormalità” persiste nella coscienza sociale della maggior parte della popolazione italiana.

Le difficoltà incontrate dalle appasionate di yaoi/BL conferma un contesto socioculturale italiano non solamente omofobo, ma denota anche un certo grado di intolleranza nell’accettazione di forme espressive diverse o alternative della stessa sessualità femminile. Citando Sayaka (19 anni):

Innanzitutto, la maggior parte della popolazione italiana non è minimamente a conoscenza dello Yaoi. Ciò è un bene, visto che verrebbe marchiato a fuoco come un qualcosa che va contro i concetti della chiesa cattolica (che non si merita le lettere maiuscole) oppure con uno strumento di propaganda delle "lobby gay"! Guardando invece

116 Cit. CHIESA CATTOLICA (a cura di), Catechismo della chiesa cattolica, Città del Vaticano, Libreria

editrice vaticana, 1992, parte terza, sezione seconda, capitolo secondo, articolo 6, comma II, paragrafo 2357.

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agli appassionati/e di anime/manga, che molto probabilmente ne avranno sentito parlare, una buona fetta si tiene sull'indifferente/perplesso, mentre non manca un altrettanto cospicua parte omofoba che dimostra un malcelato disgusto nelle proprie opinioni.