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2. L’impatto del R.U. sugli scenari di rischio ( o della resilienza) 2.a Rischio idraulico

2.a.a Aree a rischio idraulico definite dal PAI (rif. 1.1.c)

Sulla base del piano stralcio per le fasce fluviali redatto dall'Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata, si rileva che il territorio di Pietrapertosa risulta essere soltanto lambito da aree a rischio inondazione; ed inoltre all'interno di tali aree non sono presenti, ne sono previsti dal RU, insediamenti antropici di alcun tipo.

In generale il territorio comunale si contraddistingue per una assenza di aree a rischio inondazione, in cui peraltro non si riscontrano attività antropiche particolarmente rilevanti.

Le limitate aree a rischio idraulico sono localizzate in prossimità della SS 407

"Basentana", che rappresenta il principale nodo di comunicazione viaria tra il centro abitato ed il resto della regione, incluso il capoluogo.

Tale arteria stradale non risulta essere a rischio inondazione, poiché nell'area il piano stradale si sviluppa prevalentemente su lunghi cavalcavia posti a quota adeguatamente superiore rispetto alle altezze di piena del Basento.

Le maggiori problematiche da valutare risiedono nel controllo sistematico delle opere in alveo che, per quel che riguarda il territorio comunale di Pietrapertosa sono state rilevate dall'autorità di Bacino della Basilicata nell'ambito del progetto di Polizia Idraulica e di controllo del territorio (P.I.), introdotta dalla Legge n.365/2000, consiste in una attività straordinaria di sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d’acqua, attraverso studi e sopralluoghi finalizzati a rilevare le situazioni che possono determinare maggiore pericolo, incombente e potenziale, per le persone e le cose, ed a identificare gli interventi più urgenti da realizzare.

La Legge n.365/2000 impone alle Regioni, di intesa con le Province, con la collaborazione degli uffici dei Provveditorati alle OO.PP., del Corpo Forestale dello Stato, dei Comuni e di tutti gli uffici aventi competenza nel settore idrogeologico, di provvedere ad effettuare, nell’ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, attività mirate a porre particolare attenzione su:

• le opere e gli insediamenti presenti in alveo e nelle relative pertinenze;

• i restringimenti nelle sezioni di deflusso prodotti dagli attraversamenti o da altre opere esistenti;

• le situazioni di impedimento al regolare deflusso delle acque;

• le situazioni di dissesto, in atto o potenziale delle sponde e degli argini;

• l’efficienza e la funzionalità delle opere idrauliche esistenti, il loro stato di conservazione;

• qualsiasi altro elemento che possa dar luogo a situazione di allarme.

In particolare l'attività di Polizia Idraulica all'interno del territorio comunale di Pietrapertosa, con particolare riferimento al fiume Basento, ha rilevato n.9 opere interferenti per le quali sono state compilate delle schede di dettaglio con l'individuazione delle criticità. Nella tabella seguente si riportano in sintesi le risultanze di suddetta attività:

Tabella 1 - Attività di Polizia Idraulica - A.d.B. Basilicata - Punti critici

E' il caso di sottolineare, comunque, come, con particolare riguardo agli impluvi secondari, le potenziali criticità idrauliche non interessano aree antropizzate o aree in cui il Regolamento Urbanistico Comunale prevede zone di espansione.

Scheda

n. Anno Corso d'Acqua Localià Grado

dissesto Note Comune Opera Codice 14 2003 Basento Galleria

Albano 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte

carrabile BAPIE580003 42 2003 Basento Galleria

Albano 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte

carrabile BAPIE580004 46 2003 Basento Galleria

Albano 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte carrabile BAPIE580008 47 2003 Basento Galleria

Albano 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte carrabile BAPIE580009 253 2003 Basento Galleria

Albano 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte

carrabile BAPIE580010 281 2003 Basento Piano Arena 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte

carrabile BAPIE580019 282 2003 Basento Piano Arena 3 Scalzamento

fondazione Pietrapertosa Ponte carrabile BAPIE580020

284 2003 Basento

fondazione Pietrapertosa Ponte carrabile BAPIE580021

286 2003

2.b Pluviometria e rischio idraulico ( rif. 1.1.i)

Nel caso in esame si è rilevata, sia all'interno delle aree caratterizzate da elevata pericolosità idraulica delimitate dal PAI e sia per le criticità puntuali rilevate sul reticolo idrografico secondario, la pressoché totale assenza di elementi facenti parte del patrimonio edilizio, nonché l’assenza di interventi previsti dal RU.

Per quel che riguarda, invece, gli elementi infrastrutturali (rete viaria) strategici da monitorare ne è stata rilevata la presenza.

Nella Tabella 4 sono riportati i punti critici da monitorare ricadenti in aree a rischio idraulico elevato.

Come si evince dalla tabella su indicata dovrà essere curata dal Comune il monitoraggio e la manutenzione del ponticello e dei tombini evidenziati ai punti 8-9-10-11 secondo le procedure già segnalate nel Piano di Protezione Civile.

2.c Rischio diga e rischio idraulico ( rif. 1.1.m)

Per quel che riguarda il territorio comunale di Pietrapertosa, la perimetrazione delle aree sommergibili per onda di piena artificiale dovuta a manovre sugli organi di scarico è contenuta all'interno della fascia di esondazione, definita all'interno del P.A.I., caratterizzata da periodo di ritorno T=30 anni. Come già sottolineato, le

suddette aree non interessano zone antropizzate né aree sulle quali sono previsti interventi da parte del RU.

2.d Rischio geomorfologico, punti critici (rif. 1.2.a)

Oltre ai fattori inerenti strettamente il rischio geomorfologico, per ogni punto critico, vengono prese in esame le connessioni con il rischio d’incendio per tener conto degli effetti di natura idrogeologica indotti sui soprassuoli percorsi dal fuoco.

Infatti la copertura vegetale degli alberi svolge un ruolo fondamentale nella protezione del suolo, ostacolando i processi di mobilizzazione del terreno dovuti all’acqua, al vento e ad altri processi erosivi; pertanto in aree che presentano problemi di instabilità l’effetto indotto dal fuoco con la distruzione della vegetazione e l’incendio del terreno in profondità, comporta un aumento della vulnerabilità idrogeologica con conseguente aumento del rischio di dissesto.

2.d.1 Centro sportivo polivalente ( zona F4 del RU)

Preso atto di una condizione di rischio in una zona in cui è localizzata una attrezzatura esistente, il RU prescrive per la stessa unicamente interventi di manutenzione e presidio. In particolare il Comune dovrà assicurare una azione di monitoraggio della struttura esistente e dell’area circostante soprattutto a valle di eventi che possano amplificare le condizioni di rischio geomorfologico. Nel contempo è necessario predisporre indagini ulteriori funzionali alla realizzazione di opere di presidio che limitino le condizioni di rischio.

2.d.2 Fabbricato ex mattatoio ( zona F3 del RU)

Il RU prescrive la demolizione dell’edificio in questione sia per le condizioni geomorfologiche evidenziate, sia per la sua condizione di “detrattore percettivo”. Il suddetto manufatto non potrà essere ricostruito. Le norme del piano prescrivono la chiusura del fronte strada ( pedonale) con un belvedere.

2.d.3 Viabilità

Il RU non prevede ulteriori interventi, ma, unicamente azioni manutentive relative al patrimonio edilizio esistente e di recupero del medesimo patrimonio unicamente di tipo conservativo.

2.e Rischio sismico, pericolosità (rif. 1.3.a)

Gli interventi contenuti nel Pdr contenuto nel RU presuppongono il progressivo recupero del patrimonio edilizio . La prosecuzione delle attività di recupero già da tempo avviate nel post terremoto ’80 tendono ad elevare le caratteristiche di

resilienza dell’abitato e delle frazioni. Se ci riferiamo alle NTA del RU possiamo verificare la scelta del Piano verso operazioni di recupero statico degli edifici che ne migliorino le caratteristiche di antisismicità.

2.f Rischio neve ( rif. 1.4)

Il rischio neve è fortemente legato a operazioni di protezione civile. Ci si riferisce, pertanto, ai contenuti del Piano di Protezione Civile in dotazione al Comune.

2.g Rischio incendi boschivi e di interfaccia ( rif. 1.4.a)

Ai fini del contrasto del fenomeno degli incendi boschivi e d'interfaccia, nell'ambito della pianificazione di settore si è dato grande risalto alle attività di prevenzione (che può limitare la propagazione delle fiamme e/o facilitare l'intervento degli operatori), di avvistamento (anche precoce, attraverso foto-interpretazione di immagini satellitari) e pronto intervento (con mezzi da terra ed aerei) (Regione Basilicata - Piano Antincendio Regionale 2012- 2014 e Linee programmatiche del settore forestale per il decennio 2013-2022). Per quanto riguarda le attività di previsione, il supporto fornito dalla creazione di mappe di classificazione del rischio statiche (su base statistica) è certamente indispensabile in fase di pianificazione e programmazione, oltre che di allocazione delle risorse umane e strumentali in funzione delle priorità individuate sul territorio. La predisposizione di mappe di rischio dinamiche, basate sulle istantanee condizioni ambientali e climatiche), è invece utile per innalzare la soglia di attenzione nelle aree a maggior rischio, senza tuttavia poter prevedere l'effettivo innesco di un incendio in una determinata area ed in un determinato periodo di tempo.

Il Piano di protezione civile di Pietrapertosa ha individuato lo scenario di rischio di riferimento costruendo la carta del rischio degli incendi di interfaccia secondo le modalità definite dal “Manuale Operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di Protezione Civile”. E' stata individuata la Zona d’Interfaccia di 50m e la Fascia Perimetrale di 200m considerando sia l’edificato che tutta la viabilità comunale, provinciale e statale.

La valutazione della pericolosità degli incendi d'interfaccia è effettuata all'interno della fascia perimetrale. A tal fine, sulla base delle caratteristiche vegetazionali predominanti, l'area è suddivisa in sotto-aree omogenee con presenza di diverso tipo di vegetazione. Tali aree coincidono con i poligoni della carta forestale della Regione Basilicata (INEA, 2006) e, per le aree non coperte da boschi, con i poligoni della Corine Land Cover (ESA, 2006). Per ogni area omogenea, all'interno della fascia perimetrale, sono state poi effettuate valutazioni su sei diversi fattori condizionanti l'innesco e la propagazione del fuoco (DPC, 2007):

7) Tipo di vegetazione. Partendo dal presupposto la vegetazione risponde in maniera differente nei confronti dell'innesco e della propagazione di un incendio, sulla base della carta forestale (INEA, 2006) e della Corine Land Dover (ESA, 2006), la fascia perimetrale è stata classificata in funzione della tipologia di vegetazione ivi presente (Tabella 16);

8) Densità di vegetazione. La densità di vegetazione influisce sul carico di

combustibile di una determinata rea, nonché sulle modalità di propagazione del fuoco. La classificazione è stata effettuata sulla base di una foto-interpretazione di ortofoto (PCN Min. Ambiente);

9) Pendenza. La pendenza incide proporzionalmente sulla velocità di propagazione del fuoco. La classificazione del territorio in tre classi di pendenza (assente, moderata ed accentuata) è stata effettuata utilizzando il DTM della Basilicata a 20 m disponibile sul PCN (Min. Ambiente);

10) Contatto con aree boscate. Considerando che il contatto con aree incolte o aree boscate incide differentemente sulla velocità di propagazione degli incendi, così come la posizione dell'area di contatto, le sotto-aree sono state classificate in funzione del tipo di destinazione d'uso nella zona prospiciente aree antropizzate;

11) Incendi pregressi. Tale informazione può essere utile per valutare, dal punto di vista statistico, l'eventuale concentrazione di incendi in determinate aree.

A tal fine è stata effettuata una classificazione, sulla base della localizzazione degli eventi registrati presso il catasto incendi boschivi del Sistema informativo della Montagna (2013);

12) Classificazione del piano AIB. Nel caso specifico, il Piano Antincendio Regionale 2015-2017 classifica il rischio incendi su base comunale e prevede, per il comune di Pietrapertosa, una classe di rischio 4 (in una scala da 1 a 6), che equivale alla seconda classe di rischio secondo la classificazione proposta.

Per ogni fattore è stato realizzato un livello informativo contenente la classificazione di ogni singola sotto-area omogenea. Gli strati informativi sono stati poi sovrapposti e sommati tra loro al fine di ottenere una classificazione secondo una scala di valori che va da 1 a 3 (Tabella 17).

Il livello informativo consente di monitorare le condizioni di rischio migliorando la risposta della struttura antropizzata al rischio incendio di interfaccia.

I contenuti tipici dei piani di intervento della protezione civile di cui il Comune è parte integrante individuano i “tipi” di risposta agli eventi di cui al presente paragrafo.

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