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1.5 Il MACRO: storia, architettura e collezioni

Il MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, è stato istituito dall’Amministrazione capitolina nel 1999 per insediarsi negli storici edifici di via Nizza, dove veniva prodotta la Birra Peroni. L’istituzione, inoltre, ad oggi può disporre dei notevoli spazi, anch’essi definibili “di archeologia industriale” relativi all’ex Mattatoio, nel quartiere Testaccio e di quelli nello stesso complesso noti come “la Pelanda”.

La prima sede, edificata dall’architetto Gustavo Giovannoni74

, è stata acquisita dal Comune di Roma nel 1982, grazie ad un accordo con la società proprietaria che aveva cessato totalmente le attività produttive già nel 1974. Il restauro del complesso, avvenuto tra il 1995 e il 1999, ha permesso subito di svolgere le prime attività all’indomani dell’apertura. L’utilizzo delle strutture ha immediatamente evidenziato l’insufficienza degli spazi a disposizione per le attività espositive e di conservazione, per questo motivo, attraverso un concorso indetto nel 2000 e vinto dell’architetto francese Odile Decq75

l’anno successivo, la principale sede del MACRO è stata recentemente interessata da un ampliamento delle superfici a disposizione. Queste sono passate da circa 4.000 metri quadrati nel nucleo originario a circa 14.000 complessivi a progetto ultimato. L’estro dell’architetto francese ha previsto, oltre agli spazi espositivi e quelli di servizio, la presenza di terrazze, foyer, parcheggi interrati e quant’altro sia funzionale a far dialogare la nuova architettura con gli edifici originari e soprattutto con il contesto circostante del quartiere Salario-Nomentano.

74Gustavo Giovannoni (1873-1947) architetto e ingegnere, fu chiamato nei primi anni del ‘900 a progettarne il nuovo stabilimento della Birra Peroni nei pressi di Porta Pia. Il suo progetto costituisce il primo esempio a Roma di stile Liberty utilizzato per un edificio industriale. Originariamente i locali dell’attività produttiva del birrificio erano concentrati nel lotto compreso tra piazza Alessandria, via Mantova e via Bergamo (denominato lotto “A”), mentre i locali dedicati ai servizi e al pubblico (denominati “B” e“C”) erano ubicati tra le vie Brescia, Nizza e Bosi. Gustavo Giovannoni intervenne su questi ultimi lotti costruendo i “quartieri operai”. La fabbrica rimase in attività fino al 1971 e poi passo in concessione al Comune di Roma.

75Odile Decq (1955) ha studiato architettura a Parigi dove si è laureata nel 1978. Nel 1988 insieme con Benoît Cornette, vince il concorso per la sede del Centro amministrativo e sociale della Banque Populaire de l'Ouest Armorique a Rennes, progetto che le vale numerosi riconoscimenti internazionali e premi. Realizza, poi, sempre con Cornette, architetture fortemente dinamiche di derivazione "high tech", tra le quali il porto di Osaka in Giappone, il Centro di ricerca Saint Gobain a Parigi e il MACRO di Roma, quest'ultimo con la collaborazione anche di Burkhard Morass.

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La seconda sede, edificata da Gioacchino Ersoch76 tra il 1888 e il 1891 e già dai suoi contemporanei considerata un raffinato esempio di razionalità industriale e classicismo architettonico, consta di due padiglioni di circa 1.000 metri quadrati ciascuno aggregati all’istituzione comunale dedicata all’arte contemporanea già nel 200277

. Il terzo spazio, annesso al precedente, acquisito al percorso culturale grazie ad un progetto di Zoneattive, deve il suo nome all’operazione di “pelatura” (scuoiatura) dei suini prima della macellazione e aumenta, con la sua suggestiva architettura munita di una ciminiera, la superficie destinata alle attività del museo di altri 5.000 metri quadrati circa.

Attraverso questo articolato sistema, il MACRO garantisce, anche grazie alla collaborazione della Facoltà di Architettura di Roma Tre e l’Accademia di Belle Arti (in particolar modo per quanto concerne la sede dell’ex Mattatoio), una pluralità d’interventi che spaziano dall’attività propriamente espositiva a quella creativa come workshop, residenze d’artista ed happening. Recentemente (2009), inoltre, ai Dipartimenti dell’istituzione è stato aggregato il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) che amplia l’opportunità di ricerca, da parte di addetti ai lavori e non solo, negli archivi già acquisiti dal MACRO e nella biblioteca annessa specializzata sull’arte contemporanea.

La collezione di opere d’arte è presentata al pubblico a rotazione e secondo temi prescelti negli edifici storici della sede di via Nizza; le circa 1.200 opere coprono un arco temporale che va dagli anni Sessanta del secolo scorso fino ai nostri giorni e deriva dall’ormai storicizzata esperienza espositiva già attuata con la costituzione della Galleria Comunale di Arte Moderna di via Francesco Crispi nel 1994. In quest’ultimo anno, infatti, grazie all’impegno dell’allora direttrice Giovanna Bonasegale78

si è cercato di riunire le opere collocate in vari uffici dell’Amministrazione capitolina e si è proceduto poi, in particolar modo tra il 1997 e il 2000, con il progetto Arte Contemporanea – Lavori in corso, ad acquisire opere di artisti operanti a Roma.

Il patrimonio di opere d’arte così formato, comprende dunque opere di artisti come Mimmo Rotella, Tano Festa, Leoncillo, Ettore Colla, Piero Dorazio, Giosetta Fioroni, Fabio

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Architetto del Comune di Roma (1915-1902). 77

2003 MACRO Future. 78

Giovanna Bonasegale fu la direttrice fino al 2001, successivamente si alternarono: Danilo Eccher: 2001 – 2008, Luca Massimo Barbero: 2008 – 2011, Bartolomeo Pietromarchi: 2011- 2013, Alberta Campitelli: 2013 – 2014, Federica Pirani: 2014 – oggi.

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Mauri, Enzo Cucchi e Carla Accardi. Oppure, per quanto riguarda recenti acquisizioni, altre di Giovanni Albanese, Velasco Vitali, Arcangelo Sassolino e Marc Quinn. Per le opere fotografiche si ricorda Carlo Benvenuto, Michael Rovner, Luigi Ontani e Alfredo Jaar. Tra le installazioni (anche video) i lavori di Nemanja Cvjanovic e Massimo Bartolini, Sara Ciracì, Avish Kkebrehzadeh e Alessandra Tesi. Recentemente, attraverso la formula del comodato, sono state incrementate ulteriormente le collezioni, come Danza tra Triangoli e Losanghe per

tre colori di Daniel Buren, realizzata site specific.

46 MACRO 2 interno

47 MACRO 4 Volume della sala conferenze in legno laccato rosso