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3. Materiali e Metodi

4.4 I pathways

Durante questa ricerca sono stati trovati 192 pathways, suddivisi per i 7 insediamenti. Per ogni sentiero riportato sulla cartografia sono state riportate orientazione e l'area in cui terminavano.

Tabella 9: specie filmate dalle fototrappole nell'area di studio e numero di video nei quali sono state registrate

Specie (Nome Latino) Specie (Nome Comune) N. Video Registrati % rispetto ai video utili (VU) % rispetto ai video totali (VT) Hierophis viridiflavus Biacco 1 0,24% 0,07% Capreolus capreolus Capriolo 9 2,16% 0,70% Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico 191 45,90% 15,00% Hystrix cristata Istrice 114 27,04% 8,90% Sciurus vulgaris Scoiattolo 11 2,64% 0,86%

Meles meles Tasso 3 8,17% 0,20%

Vulpes vulpes

Volpe 34 8,17% 2,60%

I 192 pathways sono suddivisi nei 7 insediamenti con una media di M=27,14 pathways per insediamento e una deviazione standard DS=23,43.

Di 192 pathways, se si considerano solo quelli che vanno verso l'esterno della vegetazione, il 64% circa termina in campi coltivati, il restante 36% invece termina in zone incolte o in aree urbanizzate.

Nell'insediamento D, i gioielli, non sono stati individuati pathways. La densa copertura di foglie secche e il continuo passaggio di ovicaprini al pascolo ha reso impossibile l'identificazione di questi all'interno dell'area intorno l'insediamento.

Un pathway particolare è stato trovato nei pressi dell'insediamento E, questo è stato ricavato, dai suoi frequentatori selvatici, dall'utilizzo di un fosso realizzato dal titolare dell'azienda agricola ove ricadono le vigne. Tale fosso ricavato alla base di un piccolo argine che separa le due vigne indicato con A e B nella foto seguente è stato, nel tempo, ricoperto da una folta vegetazione di rovo (localmente definito Prunaio). L'aspetto finale è quello di un vero e proprio tunnel i cui fori di ingresso/uscita sono posti ai due lati opposti del campo.

Figura 21: Visione d'insieme dell'insediamento E, la vigna, e i suoi pathways. In blu il percorso seguito dal tunnel

Figura 22: fotografia del passaggio coperto sfruttato dalle istrici per raggiungere le tane o i luoghi di pastura in sicurezza

Grazie all'ausilio delle fototrappole è stato possibile filmare diversi animali mentre percorrevano i pathways nei pressi del foro di ingresso/uscita della buca B_1.

Su un totale di 192 video, i video utili sono il 45%. Il 32% dei video utili ha filmato delle istrici mentre percorrevano i pathways vicino la buca, il 5% erano volpi, il 62% conigli e l'1% il tasso. Pertanto il maggiore utilizzatore per questo pathways è risultato essere il coniglio.

Figura 23: Buca B_1 presente all'interno dell'insediamento B. In rosso i pathways che si diramano dal foro di ingresso/uscita della buca

Figura 25: Fermo immagine di due volpi che imboccano il pathways Figura 24: Fermo immagine di un istrice che accede al pathways

4.5 Le interviste

Le persone intervistate per questo lavoro di tesi sono state 25. I risultati delle interviste sono illustrati nel grafico seguente. Dai dati che è stato possibile raccogliere dalle risposte alla domanda 1 è emerso che il 76% degli abitanti intervistati non ha ricevuto mai danni alle coltivazioni. La riposta negativa a questa domanda è da imputare al fatto che gli intervistati non avessero osservato piccoli danni, proprio perché lievi e quindi difficili da osservare. Solo uno degli intervistati ha raccontato di avere subito dei piccoli danni al suo orto di patate che era posto nelle vicinanze di una fitta macchia. La risposta alla domanda 2 e 3 è di relativa attendibilità. Durante le interviste è spesso accaduto che le persone interpellate, anche collettivamente, rispondendo alle domande abbiano tratto spunto da queste per racconti e aneddoti inerenti la caccia e quindi non è chiaro quanto ci sia di vero e quanto sia racconto popolare. La riposta alla domanda 4 è stata nel 100% la stessa. I rapporti costi beneficio in relazione alla piccola entità dei danni apportati hanno fatto propende la popolazione locale per non adottare soluzioni di difesa attiva.

Le interviste condotte in questo studio hanno messo in evidenza che la quantità dei danni arrecati alle produzioni agricole, nell'area di studio, è stata di lieve entità. Dal campione preso in esame solo il 4% ha lamentato danni ai coltivi e comunque di consistenza molto limitata.

Figura 27: Grafico a istogramma rappresentate i risultati delle interviste

No Si A volte 0 5 10 15 20 25 30 Domanda 1 Domanda 2 Domanda 3 Domanda 4 Tipi di risposte N u m . d i p e rs o n e in te rv is ta te

5. Discussione

Il test del GPS ha fornito preliminarmente una informazione importante su cui basare il lavoro successivo. Infatti i risultati ottenuti inerenti la precisione e l'accuratezza dello strumento GPS sono stati soddisfacenti relazionati alla qualità e costo dello strumento. È stato possibile individuare delle macroaree all'interno delle quali si trovano gli insediamenti individuati e i pathways di collegamento. L'errore di misura dello strumento però, in alcuni casi, è stato elevato facendo apparire i fixes apposti in posizione differente rispetto alla posizione effettiva in cui erano stati rilevati. Durante il rilievo dei fix, se il numero di satelliti disponibili era elevato, l'errore causato dal ricevitore GPS è risultato poco significativo ed è stato possibile correggere la posizione dei fixes. Quando invece il ricevitore GPS ha avuto difficoltà nella ricezione del segnale, per insufficiente numero di satelliti disponibili o per avverse condizioni meteo, l'errore è stato importante facendo apparire i fixes fino a 100 metri di distanza rispetto alla posizione effettiva.

Le 21 buche sono organizzate in 7 insediamenti con una distribuzione media di 3 buche per insediamento e una deviazione standard DS=1,60.

Gli insediamenti A e B possono essere considerati gemelli e rientrare nella definizione di stazione in accordo con quanto descritto da Felicioli (1989).

Il ritrovamento di un pallone da calcio nei pressi dell'insediamento D ha rappresentato un evento curioso in questa ricerca. I segni di graffi e dentate osservabili sulla superficie del pallone potrebbero essere associabili a un modello comportamentale noto come

“rallegramento gratuito” (da frisky-hop dance degli Autori anglosassoni). Questo

comportamento è stato di recente osservato in un lavoro condotto nella medesima area di studio di questa tesi (Dari, 2014). In quest'ultimo lavoro è stato possibile osservare due cuccioli giocare con dei legnetti e i resti di un pallone sgonfio, poi portato all'interno della buca (Dari, 2014). Anche Felicioli (1989) ha descritto comportamenti analoghi nel suo lavoro su istrici in semilibertà. Il comportamento del gioco nei mammiferi è molto importante e occupa dall'1 al 10% del tempo, inoltre questo comportamento è maggiormente riscontrato negli adulti in cattività che in quelli allo stato libero.

I video registrati dalle fototrappole sono stati utili per avere la conferma della presenza di animali all'interno delle buche indagate. Da alcuni video è possibile osservare come l'insediamento B, il centro commerciale, sia stato abitato dalle istrici e da conigli

selvatici contemporaneamente. L'uso condiviso delle tane è un fenomeno già noto e descritto (Pigozzi, 1992; Sonnino, 1998).

Le interviste condotte in questo studio hanno messo in evidenza che dal campione preso in esame solo il 4% ha lamentato danni ai coltivi e comunque di consistenza molto limitata. Consultando il lavoro di Mazzarone (2012) è possibile avere conferma di questo dato; i danni liquidati in seguito a denunce sono molto pochi sia per le rare occasioni in cui si verificano, sia per il ridotto ammontare dei danni arrecati in quelle poco numerose occasioni.

I pochi danni riscontrati alle colture sono forse associabili alla ricchezza di fonti alimentari disponibili proprie dell'habitat dell'area di studio. In accordo con degli studi compiuti su H.indica è possibile osservare che questi animali hanno mostrato un grande adattamento alimentare (Alkon & Saltz, 1985). Un altro studio con cui confrontare i dati ottenuti in questa tesi è stato condotto su H.indica e ha messo in evidenza come esemplari di questa specie tenuti in cattività per un lungo periodo di tempo hanno mostrato un notevole adattamento alimentare e la capacità di nutrirsi come animali da cortile: oltre a frutta e verdura queste istrici mangiavano pane, farina, latte in polvere, avanzi di cucina e anche formaggio (Tohmé & Tohmé, 1980).

Dai dati di questa tesi è possibile ipotizzare, almeno per quest'area di studio, che l'impatto sulle colture agrarie di questo roditore è limitato e ciò è in accordo con quanto descritto in un'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale da H.cristata nella provincia di Pisa. Da quest'ultimo si evince che i danni alle colture agrarie provocati da istrici nell'area pisana sono limitati a poche zone con caratteristiche distintive ben precise. È infatti stato osservato che la maggior parte degli insediamenti analizzati era collocato in aree con una fitta copertura vegetale e in stretta contiguità di colture agrarie (Santini & Felicioli, 1999). Sembra infatti che la condizione essenziale che può rendere una determinata area habitat elettivo per l'insediamento dell'istrice sia essere la contemporanea presenza di: abbondanti fonti trofiche; di una folta vegetazione che fornisca una buona copertura; e della assenza di costante disturbo antropico.

6. Conclusioni

Le ricerca attiva degli insediamenti ha permesso di individuare nuovi nuclei abitati dalle istrici all'interno dell'area di interesse. Ciò ha dato la possibilità di conoscere in maniera più approfondita la diffusione di questo roditore all'interno della zona di studio.

I pathways che sono stati individuati possono rappresentare uno schema generale di quello che può essere visto come “piano della viabilità del bosco”. Seppure gli errori del GPS hanno influenzato negativamente il rilevamento dei sentieri è stato comunque possibile avere un idea di come proseguire questo tipo di lavoro. La fitta copertura vegetale che caratterizza l'habitat dell'istrice, infatti, rappresenta un grosso limite. Al fine di ridurre al minimo gli errori di precisione del GPS sarebbe opportuno adottare un sistema che amplifichi o migliori le capacità di ricezione del GPS. Potrebbe essere utile ideare una sorta di ripetitore (un antenna fissa posta all'esterno della vegetazione ad esempio), che posto al di sopra della vegetazione riceva il segnale dal GPS e lo rimandi amplificato ai satelliti.

Le fototrappole si sono dimostrate come uno strumento molto utile per verificare l'effettiva frequentazione delle tane da parte delle istrici e per registrare le informazioni da integrare con quelle proveniente dall'attività diretta sul campo.

Grazie all'ausilio delle fototrappole è stato possibile osservare la presenza di circa 10 specie animali differenti. Volpe, tasso e coniglio sono risultati i mammiferi che maggiormente hanno interagito con le istrici nei pressi delle tane.

In ultima analisi non è stato possibile mettere in evidenza particolari danni alle produzioni agricole provenienti da piccoli orti casalinghi a carico delle istrici.

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